Nel libro sono analizzati problemi complessi e azioni difficili, uni- tamente alle modalità, obiettivamente sfidanti, di formazione e ge- stione di un’agenda per Roma, proponendo suggestioni per riflessioni critiche e auto-critiche su un governo della città reso senz’altro diffici- le da vincoli pesanti, e che, però, potrebbe meglio valorizzare alcune risorse. Quanto di ciò vi sia bisogno emerge dal discorso pubblico di questi mesi. Le cronache e le inchieste dei media, le polemiche fra gli attori politici, locali e non, le domande di quelli economici e sociali, le iniziative prese da amministrazioni di vario livello: tutti testimoniano che la città è in regresso. Un declino non particolarmente legato agli effetti della grande crisi finanziaria ed economica globale, ma che viene da lontano e di cui questa, insieme alla contrazione della finan- za pubblica, ha accelerato le dinamiche. Le sue narrazioni – la fuga verso Nord delle aziende maggiori e delle banche, il preoccupante susseguirsi di emergenze su aspetti fondamentali della qualità della vita (acqua, rifiuti, mobilità), i ripetuti confronti fra Roma e Milano, che si concludono invariabilmente a favore di quest’ultima, le moti- vazioni con le quali si ipotizza di togliere alla città l’autogoverno o limitarlo attraverso forme di sostanziale commissariamento se non di neo-governatorato – possono essere lette almeno in due modi. Da un lato, come espressione di una rassegnazione diffusa circa la capacità di Roma di affrontare i suoi problemi attraverso un’agenda pubblica e un’agenda istituzionale locali, all’altezza delle sfide. Da un altro lato, invece, come evidenze di quanto le poste in gioco associate al destino della Capitale e all’allocazione delle sue risorse siano importanti per molti interessi politici ed economici, e di quanto sia difficile affronta- re il discorso riducendo i giudizi su scelte, azioni e strumenti a valu- tazioni tecniche.
Per questo l’Osservatorio e, tanto meno, questo suo primo prodot- to, non sono finalizzati a offrire alle amministrazioni e alla società ci- vile soluzioni preconfezionate, né ricette per specifiche decisioni, bensì materiali per fondare riflessioni collettive e plurali sul merito dei problemi pubblici, sulle azioni con cui vengono – o potrebbero essere – affrontati e sulle loro stesse criticità.
Abbiamo provato a schermare questi materiali dalle impellenze e dalle distorsioni che i temi dell’agenda di Roma a volte subiscono neltrattamento mediatico e della partisan politics. Ciò non toglie che gli effetti esercitati sulla governabilità dei processi urbani e, di conse- guenza, sulla società e lo spazio a Roma, dall’alternarsi alla guida delle istituzioni di persone, partiti o movimenti siano uno dei fattori da noi osservati. Un’osservazione che abbiamo cercato di condurre senza la presunzione di assegnare voti, né a chi governa né a chi fa opposizione.