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Zero Calcare, megafono dei cittadini per la riapertura di una struttura sanitaria a Casal de’ Pazzi

Mentre si parla dei danni dello smantellamento della sanità pubblica e di “potenziamento e riqualificazione della medicina territoriale” un caso esemplare, della zona di Rebibbia (V Municipio di Roma), portato alla ribalta da Zero Calcare nell’inserto dell’Espresso in edicola, fornisce un amaro spaccato delle disuguaglianze, anche sanitarie, nelle tanto citate “periferie” della Capitale, che rimangono senza risposte.

Aggiornamento 6 aprile 2021: il 30 marzo l’Assemblea ha avuto un incontro con la sola Regione, con la promessa della convocazione successiva di un tavolo con tutte le parti interessate, come chiesto da tempo dall’Assemblea. Il 7 aprile alle 12 l’Assmeblea Riapriamo Villa Tiburtina terrà una conferenza stampa in streaming sulla sua pagina FB

Chissà se adesso che il settimanale L’Espresso ha pubblicato un articolo e soprattutto un fumetto di Zero Calcare, la Regione Lazio del Presidente Zingaretti prenderà sul serio le richieste dei cittadini e delle realtà sociali riunite nell’Assemblea “RiapriamovillaTiburtina”, che da mesi si sono mobilitate per la riapertura della struttura sanitaria in Via Casal de’ Pazzi, smantellata dal 2008 e definitivamente chiusa dal 2012?

Villa Tiburtina – scrive il direttore Marco Da Milano – si occupava di malattie respiratorie e di neuro-psichiatria: per combinazione, quello che servirebbe oggi per fronteggiare gli efetti diretti della pandemia e quelli indiretti. Villa Tiburtina è il simbolo dell’Italiavirus“. E l’amara storia la racconta “Lele” a Zerocalcare: “…dopo il commissariamento della sanità del Lazio e i tagli alle spese l’hanno smantellata, e mò ci troviamo che l’ambulatorio pubblico più vicino sta a chilometri di distanza, così Villa Tiburtina marcisce e intorno spuntano come funghi i privati...” E spiega Riapriamovillatiburtina: “Proprio l’emergenza sanitaria ha mostrato, infatti, come l’accesso alle cure primarie e all’assistenza domiciliare stia diventando sempre più difficile. Per le numerose prestazioni saltate, così come per test e tamponi Covid, l’unica soluzione offerta è quella di pagare visite e prestazioni in intramoenia o rivolgersi direttamente alle strutture private comprese le farmacie…“.

Parliamo di disuguaglianze e di periferie, due parole che vanno per la maggiore, di questi tempi, ma che evidentemente sono solo parole buone per le campagne elettorali, visto che finora non è ancora successo nulla, e l’appuntamento con tutti gli enti preposti “entro fine marzo” promesso il 12 marzo scorso, durante un presidio alla Regione Lazio, da un membro dello staff del Presidente, non ha ancora avuto alcun riscontro.

Speriamo che L’Espresso e Zero Calcare riescano ad arrivare dove non arriva la voce dei cittadini. (AMBM)

29 marzo 2021

Per osservazioni eprecisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

(dall’Assemblea RiapriamoVillaTiburtina) La campagna “Riapriamo Villa Tiburtina” è nata agli inizi del novembre 2020 – in piena seconda ondata di contagi da Sars-Cov2 – dall’insieme di realtà locali diverse da anni attive nel quartiere di Rebibbia – Casal de’Pazzi e nel Parco di Aguzzano, questa volta unite per denunciare le carenze sanitarie di cui soffre il territorio.

La raccolta firme per riaprire la struttura chiusa da circa 10 anni conta oggi oltre 3000 adesioni, a dimostrazione di come sia viva la memoria di un servizio pubblico funzionante ma soprattutto di come sia necessario aprirne al più presto uno nuovo. Proprio l’emergenza sanitaria ha mostrato, infatti, come l’accesso alle cure primarie e all’assistenza domiciliare stia diventando sempre più difficile. Per le numerose prestazioni saltate, così come per test e tamponi Covid, l’unica soluzione offerta è quella di pagare visite e prestazioni in intramoenia o rivolgersi direttamente alle strutture private comprese le farmacie.

L’edificio di via Casal de’ Pazzi 16 era una struttura pubblica di eccellenza e punto di riferimento per gli abitanti fino a quando non è stato chiuso quasi dieci anni fa. Entrato nella disponibilità dell’Università Sapienza di Roma attraverso la fondazione Eleonora Lorillard Spencer Cenci negli anni ’60, era una sede distaccata del Policlinico Umberto I dedicata alle diagnosi e alla riabilitazione delle malattie polmonari. Ospitava al piano terra la ASL, oltre a un reparto di Fisiopatologia respiratoria e uno di Neurologia/Neuropsichiatria ai piani superiori.

I tagli progressivi operati dalla Regione Lazio hanno contribuito allo smantellamento della struttura, iniziato nel 2008 con l’ambulatorio della ASL e proseguito progressivamente fino alla chiusura definitiva. Oggi di fatto gli unici ambulatori pubblici si trovano a chilometri di distanza (Tiburtino III, San Basilio, Colli Aniene e Pietralata) e non coprono nemmeno tutti i bisogni sanitari necessari.

Gli abitanti del quartiere chiedono un polo sanitario pubblico di prossimità, che cerchi l’interlocuzione con il territorio e le sue articolazioni sociali – dalle scuole ai centri anziani.

Oltre alla raccolta firme, abbiamo cercato l’interlocuzione con le istituzioni preposte (ASL Rm2 e IV Distretto, Municipio, Università Sapienza di Roma, Regione Lazio) per presentare la nostra proposta organizzativa e avere informazioni sulla reale situazione dell’edificio. Dopo un primo confronto con la fondazione – a cui abbiamo chiesto anche un sopralluogo di cui siamo ancora in attesa -, siamo riusciti faticosamente ad ottenere un incontro con il direttore del IV distretto della Asl Rm2. Il 12 marzo abbiamo lanciato un presidio alla Regione Lazio, dopo mesi di silenzio, durante il quale abbiamo ottenuto la promessa ad un incontro con tutti gli enti preposti entro la fine del mese, di cui però non abbiamo avuto ancora riscontro.

A queste istituzioni si chiede di fatto l’applicazione di quello che è scritto da anni negli obiettivi e le programmazioni di leggi e piani sanitari, di fatto mai attuati. Le normative più recenti del Sistema Sanitario Nazionale (D.Lgs n. 159/2012 e Patto per la Salute 2014-2016) infatti predispongono una serie di strumenti (PdZ, AFT, PAA, UCCP , UTCP, ecc.) che dovrebbero mettere in campo per garantire i fabbisogni sanitari e sociali di un bacino di utenza non superiore alle 30.000 persone.

Vi ringraziamo per l’attenzione. Cordiali saluti,

Assemblea Riapriamo Villa Tiburtina

Contatti:

https://www.facebook.com/riapriamovillatiburtina/

riapriamovillatiburtina@gmail.com

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