(24 settembre 2014) Dopo aver ascoltato ieri, l’intervento dell’on. Adriano Palozzi (PdL-FI) ci siamo resi conto che la nostra richiesta di un ritorno degli interventi del “Piano casa” nel perimetro delle trasformazioni urbanistiche governate dalle istituzioni potrebbe essere interpretata in modo ben diverso dalla necessità di garantire l’interesse pubblico…
[Suggeriamo la lettura integrale dell’intervento, istruttiva e raccapricciante…]
![palozzi da sito](http://www.carteinregola.it/wp-content/uploads/2014/09/palozzi-da-sito.png?w=640)
“Ci sono parchi, vincoli paesaggistici, nella mia area c’è il Parco dei Castelli Romani, il Parco dell’Appia Antica, insomma ogni mattina qui negli anni ci si è inventati un parco. Anche il parco pubblico nella zona di casa mia è diventato un parco e pure lì non si può fare niente“
Adriano Paolozzi
Anche l’ex sindaco di Marino, come noi, dopo essersi dichiarato “molto toccato dagli interventi urbanistici“, vuole lasciare “…agli attori protagonisti, cioè ai Comuni, la possibilità di scegliere“, e si erge in difesa dei diritti dei cittadini. Ma con un punto di vista decisamente agli antipodi, non solo nostri, ma anche della Costituzione Italiana. Per Palozzi infatti “i cittadini vengono divisi in due categorie: chi sta dentro al perimetro di un parco o di un vincolo paesaggistico e chi sta fuori. È chiaro ed evidente tutto il problema legato al MiBAC…” E continua: “Dobbiamo essere seri. Non è che arriva il MiBAC e dice che siccome c’è il parco e siccome c’è il vincolo paesaggistico, il Piano casa non si può presentare. Il Piano casa non si può presentare dove quel vincolo paesaggistico avviene all’interno di un perimetro che mantiene i tratti agricoli, per carità; ma in una zona urbanizzata, magari da Piano regolatore, con regolari concessioni edilizie, mi dovete spiegare, se il Comune è d’accordo, perché non si può presentare il Piano casa”. Quindi “è più normale chiedere, per esempio, ai Sindaci, che sono i fruitori ultimi (sic!), di deliberare in quali aree o meno il Piano casa possa avere applicazione o no, perché magari sanno forse meglio di lei o di me, quali sono le aree dove potenzialmente uno sviluppo è ancora consentito e si può arrivare ad un piccolo sviluppo di una proprietà e dove evidentemente questo non è possibile…”
Sembra incredibile che un politico navigato, che ha assommato l’esperienza di Sindaco a quella di Consigliere provinciale, a quella di Presidente del Cotral (l’azienda dei trasporti regionali) (1) , e che oggi ricopre, oltre al ruolo di Consigliere regionale, anche quello di “vicepresidente della Commissione regionale Ambiente, Lavori Pubblici, Mobilità, Politiche per la Casa e Urbanistica”, ed è membro della “Commissione regionale Vigilanza sul pluralismo dell’Informazione”, possa ignorare che il Piano casa Polverini è stato impugnato presso la Corte Costituzionale da due ministri dei Beni Culturali proprio per gli articoli che prevedevano edificazioni all’interno delle aree protette. E che anzichè spezzare una lancia per offrire ai sindaci la possibilità di mettere ulteriori paletti intorno alle aree da escludere dal Piano Casa, come i centri storici o le zone naturalistiche, propone emendamenti platealmente contrari dell’art.9 che dichiara che “la Repubblica…Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, cioè di tutti i cittadini, compresi quelli che verranno dopo di noi, c
he forse preferiscono che venga preservato il patrimonio collettivo, la bellezza della natura e le tracce della nostra storia, piuttosto che la sala hobby nella villetta di papà e mamma. Chissà se i 9200 cittadini della Provinica di Roma e “gli oltre 2500″ nella Capitale che hanno dato la preferenza a Palozzi sono consapevoli delle teorie (e delle intenzioni) del loro rappresentante, e del suo modo di vedere la politica del territorio: “chiedere ai parchi di determinare e deliberare entro un “tot” periodo (novanta giorni, centoventi giorni) dall’adozione del Piano le aree secondo cui anche per loro è permesso questo tipo di sviluppo...[IL PIANO CASA]”.
D’altra parte il suo slogan elettorale di qualche tempo fa era un sibillino : “Il Lazio è di chi lo fa”...
annaemmebi@gmail.com
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scarica il testo integrale dell’intervento(dal resoconto stenografico della Regione)INTERVENTO PALOZZI download 23 SETTEMBRE 2014
> vai al DIARIO DEL PRESIDIO IN CONSIGLIO REGIONALE CONTRO LA PROROGA DEL PIANO POLVERINI/ZINGARETTI
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(1) Questa la sua autobiografia sul sito: “Adriano Palozzi è nato a Marino il 17 luglio 1975. E’ sposato e ha due figlie.
Di professione imprenditore, prima della costituzione del Pdl, ha ricoperto l’incarico di vice presidente della Federazione provinciale e di membro dell’Assemblea nazionale di Alleanza Nazionale. Nella sua città natale, Marino, è stato prima il consigliere comunale più votato, poi, nel 2006, è diventato sindaco ed è stato rieletto, nel 2011, con il 61 percento delle preferenze.
Nel 2008 è stato eletto nel consiglio provinciale di Roma, lavorando in qualità di membro delle commissioni Bilancio e Politiche Sociali. Nel 2011 è stato nominato presidente della Cotral Spa, la Compagnia regionali dei Trasporti. Oltre all’attività politica si dedica al sociale, al volontariato e, in particolare, alla difesa dei giovani e dei più deboli. Attualmente ricopre la carica di Consigliere regionale del Lazio, è vicepresidente della Commissione regionale Ambiente, Lavori Pubblici, Mobilità, Politiche per la Casa e Urbanistica, ed è membro della Commissione regionale Vigilanza sul pluralismo dell’Informazione. Dopo l’importante esperienza nel Pdl, recentemente ha dato la sua adesione a Forza Italia.”
NOTA : Nel curriculum non appare la notizia delle polemiche di un paio d’anni fa scatenate dall’incompatibilità del suo passato ruolo in Provincia con la Presidenza Cotral affidatagli dalla governatrice Polverini, il 27 ottobre 2011, pochi giorni dopo l’entrata in vigore della legge 148/2011, che impediva il conflitto d’interessi nelle aziende con azionisti enti locali. Palozzi di dimise poi dall’incarico, nel gennaio 2013.