Gli abbattimenti degli alberi, la trasparenza e la sfiducia
Autore : Redazione
Un’amara riflessione con la colonna sonora degli abbattimenti degli alberi.
Ancora una volta al rumore delle motoseghe è partito il tam tam dei cittadini preoccupati per l’eliminazione degli alberi del quartiere, da decenni compagni di vita degli abitanti, dispensatori di ombra e di bellezza. In questo caso sono testimone diretta dell’abbattimento di numerosi aceri sotto casa mia, rassicurante panorama verde che non potrò più ammirare dalle mie finestre. Un’esperienza dolorosa, soprattutto in questa stagione in cui le rigogliose fronde sono (erano) anche il rifugio dei molti uccelli che popolano questa zona. La prima reazione, vedendo il lussureggiante fogliame stramazzare al suolo, è quella di pensare che non potessero essere alberi malati, dal momento che dovrei escludere il fine vita osservando il loro apparente stato. Ma certamente non sono un agronomo, né ho gli strumenti per stabilire se gli abbattimenti siano giustificati da serie preoccupazioni di sicurezza per l’incolumità pubblica. Ma è proprio questo il punto. Non sapere i motivi. Non essere avvertiti prima. Non essere messi in grado di capire.
Le reazioni generalizzate in tutta Roma quando si vanno a toccare gli alberi – o non si danno loro le cure necessarie – indicano che il patrimonio arboreo e verde della Capitale è legato a un forte sentimento identitario dei cittadini, ma sono anche il segnale di una forte sfiducia nelle istituzioni, in particolare nei confronti dell’Assessora e del Dipartimento comunale Ambiente. Tale sfiducia è tutt’altro che immotivata, dato che in troppi casi assistiamo al mancato rispetto del Regolamento del verde pubblico e privato e del Paesaggio urbano, Regolamento per cui Carteinregola si è battuta per anni insieme al Coordinamento del Regolamento del Verde, riuscendo a farlo approvare ed entrare in vigore nel maggio di ormai tre anni fa. Ma la nuova amministrazione Gualtieri ha dimostrato un assai scarso apprezzamento per quelle regole poste a tutela di un prezioso patrimonio collettivo, approvando la tabella delle sanzioni – l’unico strumento per rendere effettivo il regolamento – ben 2 anni dopo e dopo le nostre ripetute sollecitazioni. Ma non solo: anche quest’anno abbiamo assistito a potature ben oltre il termine del 31 marzostabilito dal regolamento, e a capitozzature al posto di potature, che amputano gli alberi di tutte le fronde fino a ridurle a scheletri senza foglie, esponendoli al rischio di malattie. Ma gli aspetti che più incidono su un buon rapporto tra cittadini e istituzioni anche sul fronte del verde sono due: trasparenza e partecipazione. Quest’ultima non si può liquidare con iniziative come “Roma cura Roma“, la giornata in cui si chiamano i cittadini a occuparsi del verde e del decoro inserendo su una piattaforma on line gli interventi previsti in città: iniziativa sicuramente ammirevole, ma decisamente a senso unico. Partecipazione dei cittadini vuol dire rendere i cittadini partecipi delle decisioni promuovendo ascolto e condivisione: come è previsto dalle Consulte del verde comunale e municipali, anche queste prescritte dal Regolamento in vigore dal maggio 2021 e rimaste lettera morta. E trasparenza vuol dire informazione sistematica ai cittadini sugli interventi previsti sulle alberature, sia in loco, sia on line, rendendo pubbliche le motivazioni e le perizie che hanno determinato la decisione degli abbattimenti.
Stamattina, con la colonna sonora delle motoseghe e dello schianto degli alberi, ho scritto al Dipartimento ambiente chiedendo di prendere visione dell’Ordine di servizio emanato per gli abbattimenti di Viale del Vignola del 13 maggio e di via Guido Reni del 27 maggio e della relativa documentazione sullo stato delle alberature alla base dell’ordine di abbattimento. Perchè noi di Carteinregola ci esprimiamo dopo aver visto le carte, ma è davvero incomprensibile come mai l’Assessora Alfonsi e la Giunta Gualtieri considerino così poco uno strumento prescrittivo come il Regolamento del Verde e considerino così poco anche noi cittadini che da anni ci impegniamo disinteressatamente per il patrimonio collettivo e l’interesse pubblico, costringendoci a fare accessi agli atti per avere informazioni che dovrebbero essere a disposizione di tutti.
Anna Maria Bianchi Missaglia
PS non accetteremo nessuna spiegazione che non sia suffragata dalla pubblicazione delle perizie agronomiche alla base degli abbattimenti
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola
27 maggio 2024
Il regolamento del Verde Pubblico e Privato e del Paesaggio Urbano, approvato dall’Assemblea Capitolina il 12 marzo 2021 – Deliberazione Assemblea Capitolina n. 17-2021 – è stato pubblicato il 16 aprile sull’Albo Pretorio e sarà vigente il 15 maggio 2021 scarica Deliberazione Assemblea Capitolina n. 17-2021 Regolamento del Verde Pubblicato
Articolo 4. Competenze di Roma Capitale
(…)
Roma Capitale, al fine di verificare la corretta applicazione del presente Regolamento ed assicurare la partecipazione sulle problematiche relative al verde e al paesaggio, costituisce, con successivo ed apposito atto deliberativo dell’Assemblea Capitolina ai sensi dell’art. 42, comma 2, lettera d) del T.U.E.L. e dell’art. 15 del Regolamento per gli Istituti di partecipazione e di iniziativa popolare (Del. C.C. n. 101/94 ss.mm.ii.), la Consulta del Verde e del Paesaggio Urbano, composta da rappresentanti di associazioni, comitati, enti ed ordini professionali interessati e dai tecnici del Dipartimento Tutela Ambientale. La Consulta del Verde e del Paesaggio Urbano può essere articolata in organismi consultivi municipali.
La Consulta del Verde e del Paesaggio Urbano, senza oneri a carico dell’Amministrazione, esprime pareri non vincolanti; monitora, sulla base di una relazione elaborata annualmente dalla competente Direzione del Dipartimento Tutela Ambientale, i risultati dell’applicazione del presente Regolamento. La Consulta inoltre offre ai cittadini la possibilità di:
– essere informati sugli interventi programmati o in atto sul verde pubblico e sul paesaggio urbano;
– esprimersi e partecipare attivamente, in coerenza con le raccomandazioni contenute nell’art. 13, comma 9, delle NTA del P.R.G., ai processi decisionali relativi al verde e, in particolare, alle modalità di progettazione, costruzione, gestione, controllo e tutela degli spazi a verde pubblico;
– partecipare alle attività di sensibilizzazione e di diffusione della cultura urbana del verde.
Articolo 37. Interventi e rinnovi sulle alberate
comma 4 Prima di procedere al rinnovo di un’alberata o parte di essa in area pubblica, ovvero quando l’intervento riguarda alberi monumentali, di notevole interesse pubblico o di pregio, l’Amministrazione capitolina attua un’adeguata attività di informazione sul sito istituzionale di Roma Capitale e dei singoli Municipi interessati affinché i cittadini comprendano motivazioni e scopi dell’intervento e attiva un confronto preventivo con la Consulta del Verde, salvi i casi di somma urgenza in cui l’intervento è comunicato alla Consulta senza ritardo. Qualora gli interventi di cui al presente comma abbiano ad oggetto verde privato, Roma Capitale pubblica sul sito istituzionale il provvedimento di autorizzazione.
CAPITOZZATURA (vedi allegato 9): è una tecnica di potatura degli alberi che consiste nel taglio indiscriminato di grossi rami, branche o del fusto stesso con il rilascio di monconi.
da allegato 9 CAPITOZZATURA Questo tipo di intervento drastico è soggetto a sanzione. Comporta l’asportazione di ampie porzioni di chioma o della chioma intera con tagli internodali, oppure con tagli nodali qualora condotti in corrispondenza di una ramificazione laterale non sufficientemente sviluppata in diametro (falso taglio di ritorno). Con tale intervento si creano danni permanenti all’albero, talvolta mortali (in funzione dell’entità del taglio, della specie, delle condizioni vegetative e di sviluppo, ecc.). Tali danni, immediati e futuri, sono così riassumibili:
– perdita di funzionalità di parte del sistema vascolare per esposizione dei vasi all’aria nelle sezioni di taglio, talvolta con disseccamento dell’intera branca mozzata;
– infezione di agenti patogeni attraverso le ferite da potatura, con formazione di carie, cancri, ecc.;
– grave stress energetico per perdita di superficie fogliare foto-sintetizzante e di riserve di zuccheri accumulate nel legno asportato;
– indebolimento dell’apparato radicale per richiamo delle riserve energetiche ivi conservate verso le zone di taglio al fine di riformare una nuova chioma (formazione di ricacci o succhioni);
– decadimento del valore ornamentale e della stabilità dei rami per alterazione permanente della naturale architettura della chioma;
– compromissione nel medio-lungo periodo della stabilità meccanica dell’albero, sia di quella epigea (a causa delle carie al castello o al fusto) sia di quella ipogea (marciume radicale);
– decadimento generale dell’albero e compromissione della sua longevità. Quindi tale pratica non migliora la vitalità e la stabilità meccanica dell’albero, ma ne aggrava le condizioni, aumentando i costi di gestione della pianta. È un’operazione errata, la cui esecuzione deve essere circoscritta a casi specifici e preventivamente autorizzata (l’esecuzione della capitozzatura può essere accettata solo quale intervento propedeutico nella riduzione del rischio e prelude ad un successivo intervento di abbattimento). In letteratura sono reperibili numerosi studi ed esempi che concordano sulla dannosità della capitozzatura quale pratica colturale.