“La città a rischio” – Comunicato sulle proposte di modifica alle NTA del vigente PRG
Autore : Redazione
Pubblichiamo un comunicato delle associazioni “Roma Ricerca Roma” e “Ranuccio Bianchi Bandinelli” che manifestano forte preoccupazione per la visione di città che emerge tra le righe della Proposta di delibera con le modifiche alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore, nei prossimi giorni al voto dell’Assemblea Capitolina. Preoccupazioni espresse, in modo puntuale, anche da Carteinregola, così come da tempo Carteinregola ha chiesto un dibattito allargato alla città e ai Municipi su temi che possono apparire meramente tecnici ma che invece possono incidere fortemente sul futuro del nostro patrimonio collettivo e sulla qualità della vita dei cittadini di oggi e di domani.
Comunicato sulle proposte di modifica alle NTA del vigente PRG di Roma Ricerca Roma e Associazione Bianchi Bandinelli
Esprimiamo profonda preoccupazione per l’orientamento che sta prendendo la gestione urbanistica della città. In particolare, facciamo riferimento alla proposta di variante normativa per la revisione generale delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano regolatore vigente.
Ci rivolgiamo al Sindaco e alla Presidente del Consiglio Capitolino perché il testo all’esame del Consiglio rischia di modificare irrimediabilmente i caratteri della città, a partire dal suo patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale diffuso, e di contraddire le scelte proclamate dall’amministrazione per rispondere alla crisi climatica e ambientale e migliorare la vivibilità e il benessere di tutti i cittadini.
Non sono solo i singoli articoli a suscitare la nostra preoccupazione, ma molto più l’idea di città e di sviluppo urbano che l’applicazione di tali norme potrebbe determinare. Scelte che appaiono in contrasto netto quindi con l’importanza della tutela e salvaguardia dello straordinario patrimonio della città, con le tipologie edilizie e le caratteristiche dei tessuti di un contesto unico al mondo per la sua storia e il suo paesaggio. Gli emendamenti all’esame del Consiglio Capitolino difficilmente potranno dare un diverso indirizzo al testo proposto, e di fatto finiscono per trasformare il piano regolatore da principale strumento per governare la trasformazione dei suoli e del patrimonio urbano a vantaggio della collettività, in un “piano dell’offerta” che consegnerebbe la città agli operatori privati, con l’intero ventaglio di possibilità di intervento.
La necessità di mettere mano alle NTA è stata giustificata dall’attuale amministrazione per evitare ambiguità esistenti, e per una semplificazione e razionalizzazione per l’attuazione del piano. Al contrario il testo delle NTA oggi in discussione, apre la strada a iniziative di qualsiasi tipo, con il rischio di permettere e stimolare interventi speculativi senza limitarne l’impatto sociale, economico ed ecologico.
Ci limitiamo agli esempi più eclatanti dei rischi per la città:
1. Sono ammessi interventi nei tessuti storici della città, permettendo di superare ogni
forma di riconoscimento di interesse pubblico e di salvaguardia di un patrimonio che, una volta cancellato, non potrà più essere riprodotto. Al contrario, la tutela del patrimonio storico non può essere ridotta ad una conservazione “di facciata” del singolo edificio (come si verificherebbe attuando le previste demolizioni con il solo mantenimento delle facciate), permettendo la cancellazione delle trame storiche che sono composte di complessi edilizi (che invece le norme permettono di smembrare o accorpare a piacere), da rapporti tra pieni e vuoti, e dalla compresenza di diverse funzioni (di residenza, attività produttive, artigianali, commercio di vicinato), senza le quali semplicemente la città non è più una città.
2. I cambi di destinazione d’uso sono lasciati agli operatori privati nella totale assenza di criteri definiti dall’amministrazione pubblica per orientare il perseguimento di un legittimo profitto a vantaggio dello sviluppo complessivo della città e dei bisogni dei suoi abitanti. Senza regia pubblica infatti, tali cambi di destinazione d’uso non solo tendono a limitare o impedire il mantenimento della differenziazione funzionale ma penalizzano il necessario adeguamento delle dotazioni di verde e servizi, e della effettiva disponibilità di servizi pubblici, della cui carenza la città già soffre in modo drammatico.
3. La monetizzazione prevista in tutti i casi di mancato reperimento delle aree a standard da riservare per i servizi e il verde pubblico inevitabilmente aggrava la carenza di tali spazi e pertanto non può essere considerata la soluzione al problema, come invece sempre più spesso sta avvenendo. Deve al contrario essere consentita solo quando riguarda il contesto del progetto o il suo immediato intorno per rispondere ai bisogni reali della collettività, in un confronto che parta dai cittadini e dal municipio interessato. La monetizzazione dovrebbe essere, in caso, finalizzata ad acquisire suolo pubblico per estendere parchi e riserve e il sistema ecologico-ambientale di cui la città ha bisogno per la qualità della vita e per le sfide poste dal cambiamento climatico.
4. Nel testo in discussione manca, in generale, la consapevolezza dell’importanza dei “vuoti”, cioè di tutte quelle parti della città attualmente non edificate. Queste aree ricche di vegetazione e suoli permeabili sono terreni “pieni” di ambiente, di storia e patrimoni antichi che assicurano il benessere della cittadinanza. Fondamentali per la difesa dagli allagamenti, la produzione di ombra e ossigeno, l’abbattimento degli inquinanti, sono collegamento vitale tra città e campagna, i corsi d’acqua e il mare: aree che dovrebbero dunque essere elementi centrali e irrinunciabili di un progetto per la città nella fase di revisione delle NTA. Inoltre, anche gli ambiti fluviali rischiano di essere pericolosamente compromessi.
5. I meccanismi di trasformazione previsti dalle NTA, lasciando all’iniziativa privata la scelta su dove e come intervenire, rinunciano a perseguire un effettivo riequilibrio delle profonde disuguaglianze esistenti fra le aree centrali e le aree critiche, i quartieri della periferia, la città della trasformazione.
Ad oggi le modifiche presentate da università e associazioni sono forse riuscite a proporre miglioramenti puntuali e frammentari, ma non ad incidere sull’indirizzo generale del testo. Chiediamo quindi al Sindaco e alla Presidente del Consiglio che vengano sospesi l’esame della variante alle NTA del PRG e ogni eventuale determinazione della Giunta, per aprire un confronto con la cittadinanza su questo strumento tanto rilevante per la città, a garanzia dell’interesse collettivo.
Il Presidente e il Direttivo dell’Associazione Roma Ricerca Roma, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli
Roma, 24 novembre 2024
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
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