Tor Bella Monaca – TBM per i suoi abitanti – rappresenta una delle più importanti realizzazioni di edilizia economica e popolare in attuazione della legge 167/62 che ha introdotto, in Italia, i cosiddetti Piani di edilizia economica e popolare. Le costruzioni residenziali, per la gran parte, sono state completate tra il 1981 e il 1983 utilizzando i finanziamenti resi disponibili dalla legge 25/1980 che, diversamente dai fondi distribuiti dal Piano decennale, assegnava le risorse direttamente ai Comuni e all’amministrazione capitolina va riconosciuto il merito di aver portato a termine una operazione oggettivamente complessa in un periodo di tempo decisamente contenuto.
Il Piano di zona ha un dimensione territoriale tra le più rilevanti: si estende per 170,7 ettari (come termine di paragone il quartiere Prati conta 176 ettari) ed era destinato ad accogliere più di 30.000 abitanti, numero paragonabile ad un capoluogo di provincia (Vibo Valentia: 31.032) o anche di regione (Aosta: 33.176) ed è singolare osservare che il perimetro del Piano è ritagliato sui lati a sud e ovest in funzione di preesistenti aggregati edilizi sorti abusivamente.
Alla base della proposta progettuale di Tor Bella Monaca (replicata anche in numerosi altri interventi concepiti e realizzati nello stesso periodo) era l’idea di realizzare quartieri autosufficienti dotati di servizi e strutture pubbliche in misura tale da soddisfare non soltanto i bisogni dei residenti ma anche le esigenze degli insediamenti limitrofi. Nei fatti, oltre alla localizzazione esterna al raccordo anulare che comporta insanabili difficoltà di relazione con la città consolidata, la vivibilità del quartiere è fortemente condizionata dalla sua particolare dimensione e dalla presenza di un ceto sociale troppo omogeneo, anche se occorre ricordare (elemento questo spesso trascurato da una critica frettolosa e superficiale) che a Roma, ancora in quegli anni, l’emergenza abitativa era dimensionalmente assai consistente.
“Tor Bella Monaca ha una geografia piuttosto complessa perché è costituita da cinque diversi nuclei morfologicamente diversi perché in differenti relazioni con il contesto circostante: a nord il nucleo peninsulare intorno a piazza Castano, solcato dall’antico tracciato della Via per Gabii e immerso nella campagna dell’Agro, a est le torri e le corti aperte anch’esse sulla campagna, ad ovest il nucleo a ridosso di Torrenova, a sud il complesso di edifici che si protende verso il Piano di zona di Rocca Fiorita e collega il quartiere con Torre Angela e gli insediamenti lungo Via Casilina. In posizione baricentrica rispetto al sistema urbano, ma non centrale rispetto al disegno del quartiere, le attrezzature e i servizi di uso pubblico con la sede del Municipio, il teatro, la chiesa di Santa Maria Madre del Redentore e l’istituto di istruzione superiore intitolato ad Enrico Amaldi”. (Fonte: Architettura e Tecnologia per l’abitare Upcycling degli edifici ERP di Tor Bella Monaca a Roma a cura di Eugenio Arbizzani Adolfo Baratta Eliana Cangelli Laura Daglio Federica Ottone Donatella Radogna )
I progetti di riqualificazione
La vasta estensione del quartiere e la carenza di luoghi di aggregazione sociale, unite alla scarsa qualità costruttiva degli edifici, rappresentano oggi un problema particolarmente sentito dai residenti che soffrono il disagio di una progressiva esclusione sociale e vivono quotidianamente situazioni di difficoltà legate alla mancanza di sicurezza e al degrado degli spazi pubblici e delle abitazioni.
Per questi motivi il piano urbanistico di Tor Bella Monaca è stato oggetto di numerose revisioni, a partire dall’inizio degli Anni Duemila, tese a migliorare la qualità dell’ambiente urbano: per quanto riguarda la componente di edilizia residenziale, sono state individuate piccole aree libere esterne al quartiere, sulle quali costruire secondo un nuovo modello abitativo, fatto di tipologie meno dense e maggiore attenzione alla qualità e alla gestione degli spazi pubblici, nuovi alloggi pubblici destinati ai residenti, approfittando della presenza di una quota superiore al 40% di edifici di proprietà pubblica di Roma Capitale e dell’ATER. Le diverse fasi attuative attraverso le quali questo programma verrà realizzato prevedono innanzitutto la costruzione, nelle piccole aree libere, di nuovi alloggi pubblici destinati ai residenti. Qui infatti si trasferiranno successivamente i primi cittadini consentendo così la liberazione e quindi la successiva demolizione degli alloggi sino ad allora abitati dai medesimi. Portato a compimento il programma, il quartiere avrà invece 44.000 abitanti, 3.520.000 metri cubi di volumetria, 1.100.000 metri quadri di superficie utile e 96,7 ettari di aree edificate.
Per quanto riguarda il comparto R15 (Via Santa Rita da Cascia e via Giuseppe Ugonia), si segnala che il Programma prevede la sostituzione edilizia dei soli fabbricati di proprietà del Comune di Roma (ora Roma Capitale).
Il Programma di Recupero Urbano di Tor Bella Monaca si basa sul recupero degli insediamenti edilizi esistenti, anche attraverso la dotazione di nuove funzioni sociali e la valorizzazione delle presenze ambientali. Necessita di interventi di completamento e revisione la viabilità primaria dell’area, in particolare gli svincoli Prenestina-G.R.A., Casilina-G.R.A. E’ prevista inoltre la realizzazione di uno svincolo interno ad essi che consenta un’agevole via di accesso alla nuova fermata Giardinetti della Metro C ed alla borgata, con funzione di servizio sia per la linea ferroviaria Roma-Pantano che per il parco archeologico di Torrenova. Gli interventi pubblici e privati integrano le opere già previste dal programma.
La maggior parte delle risorse finanziarie sono state dirette all’attuazione dei seguenti interventi: realizzazione di due complanari al G.R.A., ristrutturazione della viabilità esistente, sistemazione del verde e localizzazione di servizi pubblici.
Durata del progetto: dal 11 marzo 2022 al 30 marzo 2026
Il Piano Urbano Integrato Tor Bella Monaca – Tor Vergata propone interventi sia materiali che immateriali con il chiaro intento di cercare di fornire delle concrete risposte ai problemi emergenti del territorio. L’esigenza di interventi di ristrutturazione edilizia è il primo obbiettivo da raggiungere perché il tema della casa, non solo inteso come fenomeno di accesso ma anche di persistenza nell’alloggio, è il principale problema di Tor Bella Monaca, proprio come conseguenza del fatto che nel quartiere la dimensione edilizia è pressoché totalizzante. La proposta tiene conto di una molteplicità di fattori, tra cui quello di contenere nuovo consumo di suolo, strategia prioritaria dell’Amministrazione Capitolina, promuovendo nuovi modelli di riqualificazione innovativa volti ai temi della rigenerazione urbana e della sostenibilità ambientale. Cultura, Inclusione Sociale ed Energia diventano così le parole chiave che guidano il Piano Urbano Integrato per raggiungere una pluralità di obiettivi in maniera sinergica e integrata.
La proposta progettuale si muove in continuità con il progetto per il bando PINQuA nel comparto R5 del Piano di Zona di Tor Bella Monaca, ampliando sino a Tor Vergata il bacino territoriale che beneficia dell’intervento TOR BELLA MONACA vedi Il Piano Urbano Integrato Tor Bella Monaca – Tor Vergata
Sicurezza e rigenerazione urbana, siglata intesa per Tor Bella Monaca
Ad aprile 2024 i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri hanno sottoscritto il protocollo d’intesa per l’avvio di un progetto pilota nel quartiere di Tor Bella Monaca. Obiettivo: garantire più elevati standard di sicurezza e rilanciare il territorio anche grazie a progetti di rigenerazione urbana in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il progetto punta al recupero del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e di illuminazione pubblica stradale dell’intero complesso residenziale di via Santa Rita da Cascia costituito dai civici 20, 30, 40 e 50, mediante l’installazione di un impianto di videosorveglianza, l’introduzione di un servizio di guardiania e sicurezza e di un servizio di portierato, la ristrutturazione degli alloggi da assegnare ai portieri e alle Forze dell’ordine, la realizzazione di un playground sportivo polifunzionale e il recupero dei seminterrati. Nello specifico, il Ministero dell’Interno finanzierà l’acquisto dell’impianto di videosorveglianza per un importo massimo pari a 80 mila euro. Il Ministero dello Sport, attraverso la partecipata Sport e Salute, sulla base di un progetto esecutivo, condiviso con Ater, realizzerà il campo giochi nel limite di un finanziamento di 130 mila euro. La Regione Lazio finanzierà il servizio di guardiania e sicurezza per uno stanziamento annuo pari a 20 mila euro e il servizio di portierato per un importo massimo di 80 mila euro annui: il servizio sarà gestito da Ater Roma tramite procedura pubblica. Roma Capitale si occuperà degli interventi di illuminazione pubblica in via Santa Rita da Cascia, finalizzati alla sicurezza delle strade e degli abitanti, a valere sulle risorse destinate al potenziamento della pubblica illuminazione in bilancio comunale. L’intesa ha durata triennale e viene costituito presso il Viminale un gruppo di lavoro che entro due mesi troverà le migliori modalità per attuarlo.