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I mercati rionali, un tema ricorrente

Dopo due anni di battaglie contro la Delibera dello scambio immobiliare dei mercati rionali e contro i project financing dell’era Alemanno (progetti comunque “bipartisan”, sia dal punto di vista  dei sostenitori che di quello degli oppositori),  oggi ci siamo molto preoccupati leggendo sul quotidiano La Repubblica un articolo dal titolo Affittopoli, spuntano i mercati rionali, (1) in cui, rilanciando un comunicato di Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini, a proposito della delibera per la vendita di immobili pubblici,  si tirano in ballo vari negozi che appartengono ai compendi mercatali di Via Chiana e via Antonelli…

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Mercato Metronio

 Si chiede Onorato, dopo aver ottenuto (pare dopo aver chiamato i carabinieri) l’elenco  di  altri  970  immobili di proprietà di Roma Capitale non  (ancora?) messi in vendita, quali siano stati i criteri della selezione dei 571 immobili di Roma Capitale inseriti  nella delibera in questi giorni in discussione all’Assemblea Capitolina (2). E anche  se dalla lettura del comunicato originale  del consigliere di opposizione (3), si evince che la citazione dei mercati  nell’articolo di  Repubblica  è farina del sacco degli autori, e non di Onorato,  pensiamo che sia sempre utile “rinfrescare la memoria” su un tema che ci sta particolarmente a cuore. Perchè contro  la cessione a  privati dei mercati rionali –  sotto forma di scambio immobiliare o di project financing –  noi ci siamo impegnati  per più di due anni. E ritrovare oggi,  estratti  da quell’elenco di   970  immobili e messi in bella evidenza,   anche alcuni locali commerciali  all’interno di due compendi mercatali   assai appetibili dal punto di vista immobiliare,  i  mercati rionali di  Via Chiana e di  via Antonelli, nei prestigiosi quartieri Trieste e Parioli, con annesse autorimesse e vari negozi, ci spinge a tornare un’altra volta sull’argomento.

Continuiamo a rivendicare la massima trasparenza su tutta questa operazione di vendita degli immobili e in generale sulla gestione di  tutti gli immobili e le proprietà comunali, e ci aspettiamo che l’amministrazione accerti chi ha goduto indebitamente di beni pubblici, e impedisca la vendita a chi non ne ha diritto. E anche che rescinda i contratti con chi non ha titoli o è ingiustificatamente moroso, e che aumenti i canoni a chi ha ottenuto immobili a  prezzi eccessivamente modesti.  Ma deve essere  fuori discussione qualsiasi ipotesi che preveda  di vendere a privati  locali commerciali  che sono  parte integrante degli edifici  mercatali, dato che si cancellebbe ogni  prospettiva di ristrutturazione complessiva dei mercati, aprendo la strada  alla cessione anche di  tutto il resto.  E noi  conosciamo bene tutta la storia di questi mercati,  e soprattutto della Delibera 129/2011, che  prevedeva uno scambio immobiliare con una ditta privata, che avrebbe dato al Comune un numero imprecisato di alloggi per housing sociale, prendendosi i tre compendi  (c’era nel pacchetto anche il mercato di Via Magna Grecia a San Giovanni). E   la  prospettiva era l’abbattimento e la ricostruzione,  con  la restituzione a uso pubblico  del solo spazio  mercatale (più qualche posto auto), che sarebbe rimasto peraltro “schiacciato” tra vari piani di parcheggi sotterranei e vari piani di appartamenti di lusso, uffici e negozi soprastanti. Un’operazione che non prevedeva  nessuna gara pubblica (4), che è stata  fermata dalla mobilitazione dei cittadini e  dei comitati – Carteinregola in prima fila –  che hanno presidiato le assemblee capitoline per 4 mesi, fino all’ultima maratona nella notte di fine consiliatura, il 10 aprile 2013,  quando la delibera è stata ritirata.
Una vittoria  che abbiamo sempre saputo non definitiva, perchè quando sono in ballo immobili pubblici di valore, come abbiamo visto recentemente  anche all’EUR, si  vincono solo battaglie e mai  guerre.
E vogliamo ribadire ancora una volta  che i  mercati rionali non sono edifici come gli altri, da guardare  con la “pupilla a forma di dollaro” per rimpinguare le  casse comunali. Sono un patrimonio collettivo, centro della  vita sociale dei quartieri, che sebbene in crisi di gestione  e di risorse, richiede la stessa attenzione e cura che si dedicano alla nostra  storia e alla nostra  identità.  E quello che ci aspettiamo da un’amministrazione (e da un’opposizione)  seria,  è l’impegno per rilanciare i mercati,  restituendo la loro funzione  sociale, non venderli a privati, tutti insieme o un pezzo alla volta.
Carteinregola lancerà nei prossimi giorni  un convegno dedicato, da tenersi a maggio al Mercato Metronio, dove cominciare a ragionare su come recuperare queste strutture per renderle economicamente sostenibili, produttive, e utili alla comunità.  Su questo ci aspettiamo che le forze politiche di maggioranza e opposizione  si esprimano, mettendo al primo posto l’interesse pubblico, che dovrebbe riguardare tutti i partiti.

Anna Maria Bianchi e Alessandro Albanesi

Post scriptum 1. Secondo le dichiarazioni dell’Assessore al patrimonio Cattoi riportate nello stesso articolo,   nella lista “2”   delle  proprietà pubbliche non messe in vendita, c’è un po’ di tutto, compresi alcuni immobili già inseriti nella delibera e anche condomìni di edilizia residenziale pubblica: in alcuni degli esempi citati dall’articolo (S.Teodoro, Piazza Testaccio) si parla di inquilini anziani e/o non abbienti, che,  tra l’altro, secondo gli stessi criteri della delibera (che in questo caso ci sentiamo di sottoscrivere), se non fossero in grado di rilevare gli appartamenti, non verrebbero comunque mandati via.

Post scriptum 2

“...Caserme e carceri, ospedali e manicomi, mattatoi e gasometri, ex depositi, mercati, ex fiera. La sottocultura dominante ha guardato a questi beni, che generalmente hanno perso l’originaria funzione, con un unico scopo: massimizzare il valore di scambio o, in modo del tutto equivalente, considerare la consistenza edilizia come asset patrimoniale da iscrivere a bilancio. L’amministrazione Alemanno ha praticato in modo sistematico questa sottocultura a cominciare dalla svendita dei mercati e ha portato avanti la proposta di dismissione dei depositi Atac, sottovalutando le potenzialità di questi beni connesse al valore d’uso: dall’abitare al lavoro, dai servizi pubblici all’accoglienza, alla cultura e all’arte. Raccoglieremo e stimoleremo tutti i contributi e le proposte per la loro riqualificazione e per restituire questi spazi a una piena utilizzazione“.

Le scuole, le biblioteche, la casa del welfare che vogliamo istituire, i mercati rionali, i
teatri di cintura e gli spazi per coworking costituiranno una rete di spazi pubblici diffusi con cui vogliamo favorire l’incontro e la socialità e affermare il diritto alla città inteso come emancipazione culturale e sociale degli abitanti”

Ignazio Marino, Roma è vita programma elettorale 2013

La locandina di una delle tante iniziative della nostra battaglia in difesa dei tre mercati Trieste, Metronio, Pinciano,  cominciata nel 2011

La locandina di una delle tante iniziative della nostra battaglia in difesa dei tre mercati Trieste, Metronio, Pinciano, cominciata nel 2011

(1) Repubblica 24 febbraio 2015 Affittopoli, spuntano i mercati rionali Bar e antiquari nei palazzi del Comune che non sono stati messi in vendita. Gli indirizzi resi noti dalla Lista Marchini di LUCA MONACO, STEFANO PETRELLA e LIBORIO CONCA

(2)Proposta n.88/2013 “Autorizzazione all’alienazione del patrimonio immobiliare di proprietà di Roma Capitale, indirizzi, criteri e modalità” scarica Proposta RC.2013.16580 (GRAZIE AL MOVIMENTO CINQUESTELLE DI ROMA CAPITALE)

(3) COMUNICATO STAMPA: PATRIMONIO, ONORATO (MARCHINI): NUOVO ELENCO, RIAPRANO I TERMINI
Roma, 23 FEB – “Siamo stati tenuti all’oscuro della gestione del patrimonio e non conosciamo i criteri con i quali sono stati scelti gli immobili da alienare: 751 beni in vendita e 970 no. Si profila il reato d’abuso d’ufficio. Ecco l’inedita lista completa dei beni in locazione”. Lo dichiara in una nota Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini in Assemblea capitolina.
“Secondo il regolamento – spiega Onorato – abbiamo il diritto di modificare la delibera. E visto che abbiamo ottenuto l’elenco completo degli immobili in locazione solo dopo la scadenza dei termini, chiediamo che vengano riaperti per poter presentare nuovi emendamenti. Vorremmo capire in base a quali criteri sono stati selezionati i 751 contenuti in delibera e lasciati fuori gli altri 970 in locazione. Per esempio, perché vendere via dei Coronari e via Giolitti (3 euro al mese) e piazza Margana no (590 euro al mese)? Per non parlare dei 630 immobili in concessione che, come ha rivelato la Lista Marchini, possono essere venduti, escludendo realtà meritevoli come Caritas, Sant’Egidio e simili. Si tratta infatti, per la maggior parte, di locali regalati a politici o di attività commerciali che di benefico non hanno nulla.
Chiediamo aiuto alla stampa: alleghiamo l’inedito elenco completo degli immobili in locazione”. Alessandro Onorato

(4) Il motivo addotto erano dei presunti “diritti acquisiti” dalla ditta per  l’ampliamento delle autorimesse attraverso lo scavo di un ulteriore piano sotterraneo, inserito nel Piano urbano Parcheggi del 2006/2007,  senza che peraltro fosse mai stata stipulata alcuna convenzione o sottoscritto alcun accordo con il privato. Si veda la vicenda raccontata dal  nostro dossier “La Delibera dello scambio dei mercati”.

La Giunta Alemanno aveva predisposto anche un programma di project financing che prevedeva analoghe operazioni di  cessione ai privati  (ma attraverso una gara) per altre decine di mercati rionali, da abbattere e ricostruire, progetti finora fermati > vai alla pagina

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[…] il 24/02/2015 di […]

luana
luana
9 anni fa

Buongiorno, qui a Testaccio il mercato rionale inaugurato da Gianni Alemanno, oltre che a cadere a pezzi, si sta rilevando come era stato concepito: un centro commerciale. Squadrato a box li stanno allestendo come negozi; spariscono a poco a poco i banchi di frutta e verdura e spuntano piccole boutique. Nella testa del costruttore questo era e questo si sta realizzando. La locazione credo sia diversa tra un banco di prima necessita dove sicuramente il Comune metterà un calmiere, rispetto ad un’attività commerciale come l’abbigliamento. Con questa politica scompariranno i mercati e nasceranno dalle ceneri dei centri commerciali, altri centri commerciali nel cuore dei rioni.
Luana