Risoluzione della Commissione Bilancio della Camera sull’EUR, ancora non ci siamo
Autore : Redazione
La sede di EUR spa (foto AMBM)
La Commissione Bilancio della Camera mercoledì 15 aprile ha approvato una Risoluzione firmata da Fassina (PD), Marroni (PD), Marcon (SEL), Zaratti (SEL), Melilla (SEL), Prestigiacomo (PDL), Rampelli (FDI AN), Abrignani (FI-PDL), Sammarco (NCD-UDC)*, che in pratica chiede il rifinanziamento di EUR spa e l’affidamento del piano di ristrutturazione al suo “management”. Un’iniziativa “bipartisan” che, più che a tutelare un patrimonio collettivo e l’interesse pubblico, ci sembra orientata a mantenere l’assetto societario e la gestione attuali, che a nostro avviso hanno portato l’EUR sull’orlo del baratro e di cui da tempo chiediamo l’azzeramento. Oltretutto la Risoluzione, pur evocando la necessità di un approfondimento sull’aumento dei costi della Nuvola (“sicuramente da verificare nel dettaglio”), di fatto non chiarisce nessuno dei tanti punti oscuri, dalle scelte immobiliari di EUR spa al funzionamento del “perimetro pubblico” in cui si vorrebbero mantenere i prestigiosi edifici, ma che non si sa quanto sia in grado di proteggerli da future cessioni a privati. E nelle richieste rivolte al Governo spunta quella di “sollecitare” il Comune di Roma “ad attivare le procedure per la rigenerazione urbanistica e ambientale”, che non sappiamo cosa voglia dire, ma, visto come sono andate le cose fino adesso (vedi progetti sull’ex Velodromo di Veltroni e di Alemanno) non ci ispira niente di buono.
La Risoluzione ribadisce la necessità di mantenere EUR spa tal quale, arrivando addirittura ad attribuire alla trasformazione del precedente Ente Eur in SPA l’aver “chiuso gli ultimi bilanci sempre in attivo” e “possedere un patrimonio immobiliare di grande valore e prestigio” (sic). E se si può almeno in parte riconoscere che “le difficoltà finanziarie della Società non derivano dalla gestione ordinaria e straordinaria degli immobili dell’E42, ma dall’aver messo a carico dell’EUR spa la costruzione del Nuovo palazzo dei congressi, detto “La Nuvola”… e “dell’albergo detto « La Lama”, a nostro avviso è decisamente fuorviante l’affermazione che “tale opera avviata con un concorso internazionale di progettazione nel 1998… per i costi di realizzazione non è mai stata compatibile con il solo bilancio della società EUR spa, per cui sono stati sempre garantiti fondi nazionali e comunali per la sua realizzazione”, in quanto, come si evince dalle stesse motivazioni della Giuria che ha decretato vincitore del concorso il progetto di Fuksas, l’opera non avrebbe dovuto essere coperta solo da “fondi nazionali e comunali” , ma anche da fondi privati: “anche in considerazione delle modalità di finanziamento del progetto (50% di finanziamento privato), la giuria raccomanda un processo di controllo che possa assicurare l’adesione al budget ipotizzato e che comprenda una concreta valutazione dei costi di gestione”. E ci chiediamo che fine abbia fatto quel 50% di finanziamento privato.
Quanto ai “costi dell’opera [sempre la Nuvola] ed i relativi aumenti”, sicuramente cresciuti, oltre che “per motivi progettuali”, a causa dell’ “allungamento dei tempi di costruzione”, come anche riportato da Paolo Boccacci recentemente su Repubblica, sono imputabili in gran parte a motivi conosciuti e prevedibili già prima dell’avvio dei lavori, visto che si trovano anch’essi nelle citate motivazioni della giuria: “Data la notevole profondità di scavo del progetto andrà attentamente valutato il problema della quota di imposta delle fondazioni in relazione all’acqua di falda in termini di fattibilità economica e tecnica”. Quanto alla vendita dell’ albergo detto “La Lama” per coprire i costi, è probabile che “tale alienazione non è ancora andata a buon fine”, oltre che “a causa della crisi economica sopraggiunta”, anche per problemi anch’essi anticipati dalla giuria: “l’esigua profondità del corpo di fabbrica dell’albergo, sebbene motivata da ovvie ragioni urbane, desta qualche perplessità dal punto di vista tipologico”.
Tutto ciò detto, desta notevole perplessità la decisione della Commissione di impegnare il Governo a “definire in tempi rapidi insieme al management dell’azienda la redazione del piano di ristrutturazione”, dato che il Consiglio di Amministrazione ci risulta in scadenza a fine aprile, e non ci sembra che la gestione di EUR spa in questi anni abbia raggiunto risultati tali da giustificare il permanere della responsabilità del risanamento della società all’attuale management.
Quanto alla richiesta di “escludere e scongiurare la vendita a privati del patrimonio monumentale ed unitario di EUR”, sappiamo tutti che l’eventualità è esclusa già in partenza, e che le ipotesi attualmente in esame sono quelle di cedere i prestigiosi immobili ad altri enti pubblici come INAIL o INVIMIT. Tuttavia quell’ “unitario” fa pensare che esista anche un’ipotesi di cessione frammentata del patrimonio immobiliare a più enti/soggetti diversi, eventualità ancora più sciagurata. E in ogni caso nessuno ha ancora detto chiaramente se tali soggetti pubblici, a differenza di EUR spa, potrebbero in futuro procedere alla cessione a privati degli immobili acquisiti. E questa è l’unica questione che è urgente chiarire.
Rispetto all’ipotizzata vendita della Nuvola, dovrebbe essere meglio precisato a cosa si riferisca la richiesta della Commissione al Governo di “sollecitare il Comune di Roma” “ad attivare le procedure per la rigenerazione urbanistica e ambientale”. Perché, come sappiamo, sotto l’etichetta “rigenerazione urbana” ci può stare di tutto. Anche operazioni di bassa speculazione. Noi quindi continuiamo a ribadire quello che abbiamo chiesto con il nostro appello che ogni giorno raccoglie nuove adesioni: L’Eur deve tornare città pubblica”. Voltare pagina rispetto a alla lunga sequenza di scelte sbagliate cominciata fin dagli albori dell’istituzione della SPA. E facendo la necessaria chiarezza – come indicato dalla Risoluzione – anche “sui costi dell’opera [la Nuvola] ed i relativi aumenti”. E aggiungiamo: cominciando dal verificare come siano state tenute in considerazione e messe in pratica le raccomandazioni della giuria del concorso, verificando gli atti e sentendo tutti i protagonisti della vicenda, a partire dal senatore Raffaele Ranucci (PD), membro della giuria e poi primo Presidente di EUR spa, che nel 2001 dichiarava: “l’Ente EUR, dopo sessantaquattro anni di vita, ha lasciato il posto ad EUR Spa., in linea con una marcata azione di valorizzazione immobiliare e di sviluppo del quartiere, del quale il nuovo Centro Congressi è il naturale simbolo”*
Anna Maria Bianchi Missaglia annaemmebi@gmail.com
Post scriptum: pochi giorni fa il senatore Ranucci si è attivato con il neoministro Delrio contro l’esclusione dall’elenco delle opere strategiche dell’inutile e supercostosa autostrada Roma- Latina (lo dicono anche le associazioni dei costruttori, che propongono insieme ai comitati cittadini di investire sulla messa in sicurezza del tracciato esistente). Ecco le sue parole, a futura memoria: “Stiamo parlando dell’unica vera infrastruttura del Lazio, un’opera da 2 miliardi e settecento milioni di euro che ha già visto il Cipe intervenire nel project financing con 600 milioni. Un’opera importante anche in vista delle Olimpiadi, anello fondamentale tra Napoli, Roma e Civitavecchia“.
Leggi anche L’Eur, una SPA nella città pubblica Pubblicato il 02/04/2015
*scarica la Risoluzione approvata Mercoledì 15 aprile 2015 dalla Commissione V (Bilancio) della Camera dei Deputati firmata da Fassina, Marroni, Marcon, Zaratti, Melilla, Prestigiacomo, Rampelli, Abrignani, Sammarco risoluzione Eur spa approvata Commissione Bilancio
** Raffaele Ranucci Introduzione a “Centro Congressi, concorso internazionale di progettazione Italia EUR” , Alinea editrice, 2001
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