a cura di Progetto Celio
COMUNICATO:
L’Associazione “Progetto Celio” vuole le metropolitane a Roma. Ma le metropolitane debbono servire e raccordare le periferie tra loro e con le aree semicentrali all’interno di una rete di trasporto pubblico (ferrovie, metro, bus, tram, piste ciclabili) e di parcheggi di scambio situati nei nodi strategici del trasporto, cioè in periferia (Anagnina, Ponte Mammolo, La Storta ecc.) e non nell’area centrale che può essere servita da tram su sede propria e da bus elettrici.
Il nuovo PRG ha disegnato una città policentrica fondata su centralità e nodi di scambio ma gli interventi sulla mobilità sembrano indifferenti a questa nuova geometria non più radiocentrica.
In particolare, questa metro C non sta raggiungendo gli obiettivi fondamentali prefigurati e sta andando avanti senza certezza di percorso e di finanziamento.
In particolare il congiungimento sud-nord di fatto è saltato perché il terminal di piazzale Clodio è una chimera, figuriamoci Tor di Quinto o la Farnesina come per ultimo annunciato da Alemanno. Ma non ci sono neanche raccordi con altre linee metropolitane come la D ancora progettualmente e finanziarmente inesistente, e soprattutto non c’è il servizio del centro storico previsto dal progetto della metropolitana archeologica per le note problematicità presentate da quella delicatissima area dell’ansa rinascimentale e barocca che va verso il Tevere.
Inoltre, i soldi dopo il Colosseo non ci sono, né è dato sapere con sicurezza dove ed in quali tempi potrà arrivare la linea C, con quali altre linee del trasporto pubblico si incontrerà, quante e quali stazioni avrà.
Ed allora come si fa ad aprire un cantiere in una zona delicatissima come quella della Valle del Colosseo senza sapere dove, come e quando si andrà avanti? E con quali soldi? E per giunta c’è la prescrizione della Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Roma che chiede di chiudere completamente il traffico su via dei Fori Imperiali durante i 78 mesi di cantiere.
Ma questa prescrizione non è stata rispettata ed il cantiere aprirà in mezzo al traffico e starà lì per almeno 7 anni. E dopo, a regime, sarà anche peggio se la metro C dovesse fermarsi al Colosseo causando flussi di passeggeri in uscita che si sommerebbero a quelli della metro B ed all’enorme flusso turistico dell’area.
Ma il rapporto costi/benefici di quest’opera è ancora positivo? Qualcuno dica se non sia piuttosto il caso di fermarsi a riflettere, prima che sia irrimediabilmente troppo tardi, per poi ripartire subito con un’altra strategia tecnologica e di percorso dopo la stazione San Giovanni.
Per queste ragioni l’Associazione Progetto Celio concorda completamente con le analisi fatte da Italia Nostra nel corso della conferenza stampa del 12/4 ed aderisce alle iniziative intraprese.
MATERIALI
Delibera della Corte dei Conti in Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato adunanza congiunta dei Collegi I, II e Collegio per il controllo sulle entrate nella Camera di consiglio del 17 dicembre 2012 (si parla di metro C da pag. 41.)scarica CdC_delibera_18_2012_g-1 Metro C
Atti della Sovrintendenza e del Mibac con le prescrizioni inerenti al traffico su via dei Fori Imperiali (e conseguenze dei cantieri del Colosseo) scrica metro c atti sovrintendenza e MIBAC 2009
Esposto Italia Nostra Dott. de Dominicis 10 aprile 2013 scaricaEsposto Italia Nostra metro C DOTT DE DOMINICIS
Repubblica Giovedì 18 aprile 2013 Tamburrino: “Così il monumento rischiaCosti e tempi lievitati, bisogna fermare tutto ” L’ingegnere, asso nella manica di Italia Nostra: “Nella proposta originaria gli scavi non erano così vicini all’Anfiteatro” (scarica Intervista Prof. Tamburrino del 13.04.2013l’articolo)
Repubblica 13 aprile 2013 Via la cantiere del Colosseo, esposto di Italia Nostra (scarica Repubblica esposto Italia Nostra
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IL PUNTO ●●● sulla Metro C
IL PUNTO ●●● I pareri della Soprintendenza Archeologica di Roma e del Ministero dei Beni Culturali sulla Metro C
Dopo aver effettuato richiesta di accesso agli atti l’Associazione “Progetto Celio” è venuta in possesso dei pareri di competenza della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Il tutto ha come oggetto la tratta T3 San Giovanni-Colosseo della Metro C.
Sono documenti del 2009 a firma rispettivamente del Soprintendente dott. Angelo Bottini e della Funzionaria Responsabile ed attuale Direttrice del Colosseo dott.ssa Rossella Rea per quanto riguarda il parere di competenza della Soprintendenza, e dell’arch. Roberto Cecchi per quanto riguarda il parere del Ministero Beni Culturali trasmesso al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti il 22 ottobre 2009.
L’espressione del parere di competenza della Soprintendenza archeologica premette in particolare quanto segue:
– …. Le richieste opere di riqualificazione non sono state recepite dalle Amministrazioni competenti o hanno subito (…) drastici ridimensionamenti con il conseguente, mancato raggiungimento dell’obiettivo di una valorizzazione diffusa…..;
– ….. Al progetto, nonostante le intese iniziali, risulta totalmente estraneo qualunque intento di riqualificazione e valorizzazione del tessuto storico urbano……;
– …… la mancata valorizzazione anche dell’area archeologica centrale vanificherebbe, ipso facto, le finalità dell’opera…….;
Dopo le premesse la nota della Soprintendenza continua nei suoi punti fondamentali in questo modo:
– Tutto ciò premesso, questa soprintendenza ribadisce le richieste già avanzate con la citata nota del 18.10.2002 prot. N. 32084 e chiede che sia avviato il processo di integrale pedonalizzazione della via dei Fori Imperiali, da piazza Venezia a piazza del Colosseo compresa, consentendo la piena valorizzazione del patrimonio storico-monumentale della Capitale, inserito dall’UNESCO nella lista dei Beni Patrimonio dell’Umanità, sottraendo il medesimo al degrado e ai danni prodotti ai monumenti dalle continue emissioni inquinanti…;
– Considerati gli esiti delle indagini archeologiche preliminari alla progettazione definitiva, questa Soprintendenza autorizza le attività di indagine e di scavo archeologico previste dal progetto definitivo, la cui documentazione è stata trasmessa dalla Società Roma Metropolitane con nota prot. N.13528 del 31.7.2009.
La nota della Soprintendenza continua dettando una serie di prescrizioni nei minimi particolari. Chiederemo il rispetto di queste prescrizioni e l’esaudimento di tutte le richieste della Soprintendenza archeologica che prevalgono su ogni delibera comunale essendo vincolanti.
IL PUNTO ●●● Che cosa dicono le prescrizioni della Soprintendenza sulla Stazione Colosseo e su altro ancora……
In particolare, riguardo all’impatto della tratta T3 della Metro C sulla Stazione Colosseo -Fori Imperiali, il documento-parere della Soprintendenza archeologica recita testualmente:
Questa Soprintendenza ritiene, ai fini della tutela dell’Anfiteatro Flavio e della frequentazione, anche in sicurezza, dell’area monumentale, incompatibile la compresenza del traffico veicolare pubblico e privato e del transito dei mezzi funzionali alle attività di cantiere con il massiccio e continuativo flusso turistico. Questo Ufficio si era già espresso in merito, con la citata nota prot. N. 32084 del 18.10.2002, escludendo l’ipotesi del permanere del traffico lungo due corsie durante la fase cantieristica, generando una situazione intollerabile nella frequentazione dell’area monumentale, come già verificatosi nel corso delle opere di ripavimentazione della piazza realizzate per il Giubileo 2000.
Occorre, inoltre, considerare gli effetti, in termini di inevitabile accrescimento delle emissioni inquinanti dovuto ad un traffico inevitabilmente ininterrotto, sulla conservazione e la tutela delle superfici dell’Anfiteatro; già nella situazione attuale, inoltre, il traffico automobilistico costituisce elemento di intralcio e fattore di rischio per il transito pedonale
Si esprime, infine, seria preoccupazione che il prodursi di tale, inevitabile scenario, determini una progressiva riduzione dei flussi turistici e relativi introiti, con gravissimi danni economici per questa Amministrazione e, di conseguenza, per la tutela del patrimonio archeologico della Capitale
Ciò premesso, questo Ufficio, nelle more della risoluzione della problematica, che è ostativa all’avvio dei lavori, fa comunque presente che in entrambi i pozzi (tra cui quello del Parco della Pace di Piazza Celimontana n.d.r.) le attività di scavo archeologico, in considerazione dell’affioramento, immediatamente al di sotto del piano di calpestio moderno, delle strutture antiche, dovranno essere eseguite prima dell’infissione delle paratie perimetrali e dei previsti consolidamenti, non ravvisandosi, nel caso specifico, gli estremi autorizzativi alla preliminare posa in opera delle paratie perimetrali nella summenzionata Determinazione del Comitato Tecnico Scientifico per i Beni Archeologici.
Seguono infine una serie di puntuali prescrizioni su: Pozzo Ovest (lato Fori Imperiali), Stazione Fori Imperiali, interazione Linea-Monumenti relativamente ai seguenti monumenti: Colosseo, Santo Stefano Rotondo, Acquedotto Celimontano e pilone isolato presso la Navicella, Santa Maria in Domnica.
Per le opere compensative ed integrative si fa riferimento ad interventi a tutela della Valle del Colosseo (Colosseo, Arco di Costantino, Domus Aurea, Tempio di Venere e Roma, pendici orientali del Palatino.
IL PUNTO ●●● Il Ministero per i Beni Culturali approvò nel 2009 il progetto della tratta T3 ma……..
Nel documento del 22 ottobre 2009 trasmesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per esprimere il parere di competenza sul progetto definitivo della tratta T3 della Metro C, si legge quanto segue:
“…. Esaminati gli elaborati progettuali per quanto di competenza (…); visto il parere favorevole con prescrizioni rilasciato dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici per il Comune di Roma, trasmesso con nota prot. N.20308 del 16.10.2009(…); visto il parere favorevole con prescrizioni rilasciato dalla Soprintendenza Speciale per i Beni archeologici per il Comune di Roma trasmesso con nota prot. N. 28812 del 19.10.2009(…);
Questa Direzione esprime parere favorevole alla realizzazione dell’intervento nel puntuale rispetto di tutte le prescrizioni indicate dalle suddette Soprintendenze.
(…..) Si richiede a codesto Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di assicurare che tutte le suddette prescrizioni siano inserite nella Delibera del CIPE di approvazione dell’intervento in esame
IL PUNTO ●●● Ci basta questo pezzo della delibera della Corte dei Conti per capire la metro C.
“METROPOLITANA DI ROMA (LINEA C)”(deliberazione n. 21/2011/G – relatori cons. A. Mezzera e cons. A. Buccarelli)OSSERVAZIONI DELLA CORTE
Deliberazione n. 18/2012/G REPUBBLICA ITALIANA
Corte dei Conti
Sezione centrale di controllo
sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato
adunanza congiunta dei Collegi I, II e Collegio per il controllo sulle entrate nella Camera di consiglio del 17 dicembre 2012
L’indagine esamina lo stato di avanzamento della costruzione e messa in esercizio della linea C della metropolitana di Roma, opera in progettazione dall’inizio degli anni ’90. Ciò al fine di accertare la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa agli obiettivi stabiliti dalla legge, valutandone, altresì, costi, modi e tempi.
Interessati dalla complessa istruttoria sono stati: la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Cipe, la Cassa Depositi e Prestiti, la Regione Lazio, Roma Capitale, Roma Metropolitane, Metro C.
La Corte, pur considerando che alcune delle disfunzioni rilevate non possono più essere superate, si sofferma ad analizzare le singole criticità emerse, confutando anche le argomentazioni avanzate dalle Amministrazioni nel corso della complessa istruttoria e dell’adunanza della Sezione del controllo.
In particolare, si richiama quanto segue:
a) Le Linee di indirizzo del Piano strategico per la mobilità sostenibile di Roma Capitale indicano le infrastrutture necessarie per dotare la città di un sistema in grado di garantire ai cittadini il diritto alla mobilità e la salvaguardia dell’ambiente. Tuttavia, la lievitazione dei costi per la realizzazione della linea C sottrae risorse agli altri interventi infrastrutturali ricompresi nel Piano. L’assorbimento di gran parte di queste nello sviluppo della linea C, dovuto anche all’onere sempre più elevato di essa, di gran lunga superiore alle previsioni progettuali, rischia di non arricchire o, addirittura, di fare impoverire l’articolazione della rete urbana dei trasporti, che ha bisogno, invece, di un forte impulso all’integrazione.
b) Il lungo tempo trascorso dalla sua prima progettazione fa sì che l’opera, concepita come rimedio alle esigenze di congestionamento del traffico privato locale, viene realizzata in presenza di scenari di riferimento profondamente mutati ed ancora incerti. Basti pensare all’importanza dell’interazione con la linea D, la cui configurazione, tracciato e stessa esistenza sono continuamente messi in discussione
IL PUNTO ●●● sulla Metro C
COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE PROGETTO CELIO
L’Associazione “Progetto Celio” vuole le metropolitane a Roma.
Ma le metropolitane debbono servire e raccordare le periferie tra loro e con le aree semicentrali all’interno di una rete di trasporto pubblico (ferrovie, metro, bus, tram, piste ciclabili) e di parcheggi di scambio situati nei nodi strategici del trasporto, cioè in periferia (Anagnina, Ponte Mammolo, La Storta ecc.) e non nell’area centrale che può essere servita da tram su sede propria e da bus elettrici.
Il nuovo PRG ha disegnato una città policentrica fondata su centralità e nodi di scambio ma gli interventi sulla mobilità sembrano indifferenti a questa nuova geometria non più radiocentrica.
In particolare, questa metro C non sta raggiungendo gli obiettivi fondamentali prefigurati e sta andando avanti senza certezza di percorso e di finanziamento.
In particolare il congiungimento sud-nord di fatto è saltato perché il terminal di piazzale Clodio è una chimera, figuriamoci Tor di Quinto o la Farnesina come per ultimo annunciato da Alemanno. Ma non ci sono neanche raccordi con altre linee metropolitane come la D ancora progettualmente e finanziarmente inesistente, e soprattutto non c’è il servizio del centro storico previsto dal progetto della metropolitana archeologica per le note problematicità presentate da quella delicatissima area dell’ansa rinascimentale e barocca che va verso il Tevere.
Inoltre, i soldi dopo il Colosseo non ci sono, né è dato sapere con sicurezza dove ed in quali tempi potrà arrivare la linea C, con quali altre linee del trasporto pubblico si incontrerà, quante e quali stazioni avrà.
Ed allora come si fa ad aprire un cantiere in una zona delicatissima come quella della Valle del Colosseo senza sapere dove, come e quando si andrà avanti? E con quali soldi? E per giunta c’è la prescrizione della Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Roma che chiede di chiudere completamente il traffico su via dei Fori Imperiali durante i 78 mesi di cantiere.
Ma questa prescrizione non è stata rispettata ed il cantiere aprirà in mezzo al traffico e starà lì per almeno 7 anni. E dopo, a regime, sarà anche peggio se la metro C dovesse fermarsi al Colosseo causando flussi di passeggeri in uscita che si sommerebbero a quelli della metro B ed all’enorme flusso turistico dell’area.
Ma il rapporto costi/benefici di quest’opera è ancora positivo? Qualcuno dica se non sia piuttosto il caso di fermarsi a riflettere, prima che sia irrimediabilmente troppo tardi, per poi ripartire subito con un’altra strategia tecnologica e di percorso dopo la stazione San Giovanni
IL PUNTO ●●● sulla Metro C