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Rilancio dei mercati: l’ interesse pubblico e le proposte private

metronio_banchi_dall__altoIntervento al Convegno Un mercato non è solo un mercato – dalla difesa al rilancio di un patrimonio collettivo” di Anna Maria Bianchi, portavoce Carteinregola

27 maggio 2015

Un mercato rionale non è solo un mercato: il titolo che abbiamo scelto vuole affermare con forza che i mercati non sono uno spazio come gli altri, un’area funzionale all’uso che se ne fa o una risorsa da sfruttare  per spremerne ricavi.  E’ un punto  di incontro, una piazza pubblica, un luogo reale e simbolico allo stesso tempo.  Uno dei pochi spazi pubblici rimasti in tutte le zone di Roma: se si escludono le chiese e le infrastrutture di servizio, sono di fatto gli unici luoghi “laici” aperti a tutti, di proprietà pubblica. Un luogo con un’anima, che va trattata con delicatezza, pena la sua distruzione  e trasformazione in uno dei tanti luoghi anonimi, brutta copia di supermercati e centri commerciali.

Ma anche il nostro impegno per i mercati rionali non è solo per i mercati rionali, ma fa parte della nostra battaglia per la difesa dell’interesse pubblico e del nostro patrimonio collettivo, non solo economico. In questo senso la questione dei mercati rionali è l’ennesima declinazione di una delle problematiche più rilevanti che stiamo vivendo da tempo in questa città (e non solo).  La progressiva erosione,  pezzo dopo pezzo,  dell’eredità lasciataci da  chi ci ha preceduto:   ogni mattone, ogni albero dei parchi, ogni scuola  e ogni mercato pubblico sono stati acquistati, piantati o costruiti grazie al lavoro dei nostri genitori e nonni e, e noi  dovremmo tramandarlo a chi vivrà in questa città dopo di noi. Ma  questo patrimonio va restringendosi ogni giorno di più,  come il regno di Fantàsia del film  “La Storia Infinita”,  con tre   giustificazioni:
IL DEBITO PUBBLICO, nazionale o locale. Anziché ottimizzare la gestione amministrativa, ridurre gli sprechi e soprattutto tagliare i costi della corruzione e della evasione fiscale, si ripianano i conti pubblici vendendo o svendendo beni collettivi.

LA MANCANZA DI FONDI per conservare gli immobili e gli spazi, o di investimenti per supportare e rilanciare le attività che vi si svolgono. Nel calderone finisce tutto, anche immobili e strutture che richiederebbero interventi poco impegnativi

LA DIFFICOLTA’ DI GESTIONE : si dà per scontato che la pubblica amministrazione non sia in grado di far funzionare adeguatamente i servizi o di gestire con efficienza i rapporti con terzi, e si dà per scontato che un privato – o una spa – sia invece un soggetto agile e scattante, con “mani libere” che garantiscono  l’ottimale funzionamento o  messa a reddito della “macchina”. Fingendo di ignorare che le finalità dell’amministrazione pubblica – l’interesse collettivo – raramente possono coincidere  tout court con la – sacrosanta – finalità del privato, il profitto.

Nella maggior parte dei casi questo passaggio dal pubblico al privato avviene con il famoso principio  della rana nell’acqua bollente: per passaggi progressivi e parziali, come su un asse inclinato dal cui punto più alto – spazio e proprietà pubbliche gestite dall’amministrazione pubblica con finalità pubbliche – le decisioni scivolano fino al completo passaggio in mani private della gestione e della proprietà – e della trasformazione di servizi e spazi pubblici in qualcos’altro – passando attraverso tappe intermedie delle società miste pubblico/privato. E tutto questo avviene in genere con scarsa trasparenza e nessuna informazione dell’opinione pubblica – se le operazioni non vanno a toccare interessi di qualche categoria specifica o di qualche gruppo di residenti nessuno se ne accorge – e soprattutto senza che nessuno tiri mai una riga – prima o dopo – e faccia i conti dei vantaggi e degli svantaggi (o costi/benefici) per l’interesse pubblico delle operazioni.

Noi questi conti cominciamo a farli da oggi.

Noi di Carteinregola siamo persone concrete e sappiamo   che la situazione in cui versano i mercati rionali, coperti e non solo, in molti casi è decisamente drammatica, per cui non escludiamo aprioristicamente la possibilità di un intervento economico di privati per la ristrutturazione,  la riorganizzazione e il rilancio  delle strutture mercatali.

Non vogliamo trasformare i mercati rionali in un Panda, che richiede assistenza economica pubblica continua per non estinguersi. Ma non vogliamo neanche (più) la legge della giungla, dove i più forti hanno la meglio sui più deboli, specialmente se questi ultimi rappresentano un valore importante sociale e culturale per tutta la comunità e per l’identità dei quartieri. Per questo chiediamo che l’amministrazione ristabilisca un giusto equilibrio – un ecosistema economico – che non permetta a supermercati, centri commerciali e bancarelle più o meno abusive di fare concorrenza selvaggia ai mercati.  E che stabilisca delle regole anche e soprattutto per gli eventuali interventi dei privati.

QUALI IPOTESI  BOLLONO IN PENTOLA?

Abbiamo visto molti esempi a Roma di progetti di ricostruzione di  mercati, alcuni per fortuna falliti prima della realizzazione, altri  terminati   e  in buona parte non riusciti. Due per tutti: Ponte Milvio e Trionfale, dove gli uffici e i locali commerciali soprastanti si sono desertificati  o sono sempre rimasti inutilizzati,  e dove ogni giorno chiude qualche banco in più. E sappiamo che negli uffici capitolini  sono arrivate varie ipotesi, anche se non sappiamo  quali ne saranno gli esiti. In particolare vogliamo citarne due: la proposta di una società di Firenze per il Mercato Prati di Piazza dell’Unità e l’ipotesi di una cessione dei mercati coperti al CAR, Centro Agroalimentare di Guidonia o ad altra forma societaria.

La ventilata proposta della Elite Vacanze gestioni s.r.l.

Siamo venuti a conoscenza di un progetto di una società privata che si occupa di ostelli di lusso e  ristorazione (1) – anche di eccellenza, tanto che ha vinto recentemente un premio a Berlino – che riguarda il mercato storico di Piazza dell’Unità, nel I Municipio. La società è la stessa che ha ristrutturato il Mercato San Lorenzo a Firenze, uno spazio molto centrale, accentuandone gli aspetti turistici con l’aggiunta – sopra il piano terra dove si trovano i banchi di ortofrutta – di un livello dedicato alla ristorazione. I giudizi che abbiamo sentito – naturalmente soggettivi – spaziano dal “così il mercato può rivivere in chiave moderna” a “è stato trasformato nel solito mercatino turistico perdendo la sua anima tradizionale”. Ma quello che a noi interessa è la modalità di intervento della società, che a quanto pare ha contattato direttamente gli operatori del mercato Prati, proponendo un accordo che poi avrebbe dovuto essere ratificato dal Comune.

L’intesa dovrebbe prevedere  che i venditori affidino  alla Elite la gestione del mercato, con tutte le scelte che comporta – promozione, scelte merceologiche, orari, eventi etc – per un certo numero di anni, in cambio della riqualificazione e della gestione logistica, e commerciale del rilancio del mercato, che poi – secondo le parole di alcuni operatori del mercato favorevoli all’iniziativa – “non sarà più un mercato rionale”. Questo percorso ci lascia molto perplessi, anche se non escludiamo aprioristicamente che Elite o altre società private possano portare avanti virtuosamente iniziative analoghe, ma in strutture private. Perché stiamo parlando di una struttura pubblica, che appartiene a tutti, e che dovrebbe essere trasformata con una regia pubblica e tramite gara pubblica. Nella piena trasparenza e con la partecipazione dei cittadini, oltre che degli operatori. Invitiamo quindi la società Elite a proporre progetti che riguardano spazi pubblici non solo agli operatori, ma alla cittadinanza, includendo nella messa a punto del progetto anche i residenti e i comitati di quartiere e scegliendo un percorso alla luce del sole.

I mercati rionali coperti a una  Spa?

Un’altra notizia che ci è giunta attraverso la Commissione Commercio –  e che è stata confermata nel corso del Convegno – è la presentazione di  un Ordine del giorno  di alcuni consiglieri della maggioranza che chiedevano il conferimento in forma patrimoniale di n. 29 mercati coperti o parte di essi all’amministrazione di CAR  spa o altra forma societaria da approfondire”, ODG poi modificato in un più generico (ma non meno preoccupante) “conseguire l’obiettivo di una profonda revisione del settore mercatale, tra le quali una valorizzazione patrimoniale dei mercati coperti”, approvato dalla maggioranza insieme al bilancio il 27 marzo scorso, che si concludeva chiedendo al Sindaco di “istituire tempestivamente un gruppo di lavoro per individuare entro il 30 giugno 2015 l’iter amministrativo più idoneo da sottoporre alla Assemblea Capitolina” (2). E il gruppo di lavoro è stato effettivamente costituito, come abbiamo appreso dall’Assessore alle Attività Produttive di Roma Marta Leonori, anche se, ha assicurato l’Assessore, gli esiti non sono scontati e tutti gli aspetti in gioco saranno attentamente valutati. In proposito segnaliamo che anche nel TESTO UNICO SUL COMERCIO su cui sta lavorando la Regione Lazio, il Centro agroalimentare pubblico privato (3) è indicato come soggetto “parte integrante del sistema logistico regionale e possono altresì promuovere e gestire nell’interesse delle politiche di filiera attività di commercio al dettaglio con particolare riferimento al sistema dei mercati rionali.”

Anche in questo caso riteniamo che affidare la gestione o addirittura la proprietà delle strutture mercatali pubbliche a una società per azioni rischi di essere l’anticamera di un passaggio alla cessione di un importante patrimonio a privati, anche perché una società per azioni  (di cui il Comune di Roma detiene il 28,7%), non garantisce la stessa trasparenza che i cittadini possono pretendere dall’amministrazione pubblica che oggi detiene e gestisce i mercati. Tra l’altro è poco chiaro quale potrebbe essere la contropartita per il Comune di una cessione così consistente e se il CAR sia in grado di garantirla.

Soprattutto nessuna speculazione edilizia

La nostra esperienza di tenace (e vittoriosa) opposizione alla Delibera 129/2011, quella dello scambio immobiliare di tre mercati coperti (che ci ha portato a mettere in atto  un presidio di 4 mesi in Campidoglio contro quella e altre delibere urbanistiche) e ai Project Financing dei mercati rionali previsti dalla precedente maggioranza, ci ha insegnato che esiste un fronte ampio e bipartisan che vede i mercati coperti soprattutto per il loro potenziale immobiliare e per le possibili speculazioni edilizie, in particolare per i mercati situati in zone di pregio. Ci aspettiamo un impegno preciso da parte dell’amministrazione a non prestarsi a tali operazioni speculative, che prevedevano l’abbattimento e la ricostruzione dei mercati coperti con la restituzione pubblica della sola area mercatale, “compressa” tra vari piani di parcheggi interrati privati e vari piani di uffici, locali commerciali e appartamenti, sempre privati,    grazie a una variante urbanistica già “pronta”.

PER UN PATRIMONIO PUBBLICO VOGLIAMO UNA REGIA PUBBLICA

Questa amministrazione ha cominciato a occuparsi degli edifici pubblici, dismessi e non, e degli edifici privati con valenze pubbliche sociali e culturali, come i cinema, per avviare un recupero che tuteli gli spazi collettivi garantendone al contempo la sostenibilità economica. Noi pensiamo che a maggior ragione dovrebbe essere avviato anche un percorso per elaborare delle linee guida da adottare per le strutture mercatali cittadine, insieme ai Municipi, ai comitati di quartiere, agli operatori e alle associazioni interessate.

Delle varie ipotesi che dovranno essere esaminate, la concessione dei mercati alle associazioni di operatori e/o della loro gestione a enti di prossimità come i Municipi ci sembra la strada più corretta e rispettosa dell’interesse pubblico e di tutti i soggetti coinvolti. In ogni caso, qualunque iniziativa venga intrapresa, chiediamo che sia garantita la totale regia pubblica, strettamente ancorata all’interesse pubblico, portata avanti attraverso la consultazione della cittadinanza e di tutti i soggetti interessati. E condotta all’insegna della trasparenza.

I mercati coperti come Case della citta’

Infine chiediamo che i mercati coperti, che sono in buona parte sottoutilizzati e che potrebbero diventare, con la messa a punto di opportune strategie, un luogo di riferimento della vita sociale dei quartieri, dove organizzare iniziative diverse o dove incontrarsi, introducendo nuove funzioni e nuovi servizi da introdurre per rendere i mercati luoghi vivi, restituendo loro il ruolo di polo centrale dei quartieri.

Le case della città è una delle promesse dal programma elettorale di Ignazio Marino – e da molti che lo hanno preceduto – che ancora i quartieri stanno aspettando.

mercato Testaccio  IMG_5385

Nuovo Mercato Testaccio

(1) vedi  “Chi siamo” sil sito della Holding

vedi articolo Repubblica affari e  finanza 9 settembre 2013 Ecv, dopo camping e ostelli ora punta al “Teatro del cibo”IL GRUPPO, NATO 30 ANNI FA COME DIVERSIFICAZIONE DI QUATTRO IMPRENDITORI TESSILI PRATESI, VIAGGIA SOPRA I 70 MILIONI DI RICAVI, IL DOPPIO RISPETTO AL 2006, E ORA LANCERÀ PER NATALE A FIRENZE UN SUO FORMAT PER MOLTI VERSI SIMILE ALLA EATALY DI FARINETTI Maurizio Bologni: …Elite Club Vacanze Group (Ecv Group) si consolida in posizioni leader come polo aggregante nell’assai frammentato campo della proprietà e della gestione di village-camping e case mobili – oltre a tre ostelli – nel cuore delle città d’arte o a ridosso delle località di vacanza, con la formula dei servizi a cinque stelle offerti a costi abbordabili a giovani e famiglie….

vedi articolo di Nove Firenze  Mercato San Lorenzo. Aggiudicata la gestione per il primo piano mercoledì 03 ottobre 2012

(2) ACOrdineDelGiorno_N_185_del_27.03.2015

(3) Testo Unico del Commercio” Proposta di legge regionale n. 188 dell’8 agosto 2014http://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglioweb/commissioni_home_page.php?vmf=18&vms=95&idcomm=32&om=1#.VViK6yhihV4

I Centri Agroalimentari sono parte integrante del sistema logistico regionale e possono altresì promuovere e gestire nell’interesse delle politiche di filiera attività di commercio al dettaglio con particolare riferimento al sistema dei mercati rionali

Fra gli obiettivi della Proposta :

  1. a) valorizzare e sostenere la funzione commerciale, quale attività di servizio per il cittadino, la promozione delle reti di imprese tra attività economiche su strada, la salvaguardia dei locali, delle botteghe e dei mercati di interesse storico, delle attività commerciali e artigianali di tradizione

….

  1. d) favorire, anche attraverso strumenti innovativi di project financing o processi di natura associativa privata, pubblica o mista la messa in rete dei mercati su aree pubbliche e la loro riorganizzazione

….

  1. l) favorire mediante accordi volontari, da stipulare in ambito comunale o sovra comunale, tra esercenti e comuni, la pianificazione dei tempi di apertura e chiusura delle attività commerciali in coerenza con quelli della città

Segnaliamo anche il

Capo III:

Disciplina delle attività commerciali su aree pubbliche

In questa parte ci sono le principali definizioni di:

Mercato: “area pubblica o privata della quale il Comune abbia la disponibilità, composta da più posteggi, attrezzata o meno e destinata all’esercizio dell’attività per uno o più o tutti i giorni della settimana o del mese per l’offerta integrata di merci al dettaglio, la somministrazione di alimenti e bevande, l’erogazione di pubblici servizi”.

Posteggio: “parte di area pubblica o di area privata, della quale il Comune abbia la disponibilità, che viene data in concessione all’operatore autorizzato all’esercizio dell’attività commerciale. Il posteggio può essere occupato mediante:

costruzione stabile…

negozio mobile…

banco temporaneo…”

Capo IV:

Commercio all’ingrosso

In questa parte ci sono le principali definizioni di:

Mercato all’ingrosso: “area attrezzata costituita da un insieme di immobili, strutture, attrezzature ed aree adiacenti, gestita in modo unitario nell’interesse pubblico, ove si svolga il commercio all’ingrosso dei prodotti della pesca, prodotti ortofrutticoli e agroalimentari in genere, dei prodotti floricoli, delle piante ornamentali, delle sementi, dei prodotti degli allevamenti, compresi gli avicunicoli, delle carni e dei prodotti della caccia e della pesca, sia freschi sia comunque trasformati o conservati, ad opera di una pluralità di venditori o di compratori; nel mercato all’ingrosso possono essere commercializzati anche altri prodotti alimentari, compatibilmente con le esigenze di funzionalità del mercato stesso”

Centro agroalimentare: “infrastruttura di interesse pubblico costituita da più mercati all’ingrosso e da insediamenti produttivi, commerciali, logistici, di servizio e direzionali ancorché sviluppati in siti diversi e purché gestiti unitariamente...omissis... I Centri Agroalimentari sono parte integrante del sistema logistico regionale e possono altresì promuovere e gestire nell’interesse delle politiche di filiera attività di commercio al dettaglio con particolare riferimento al sistema dei mercati rionali.”

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