“Il risanamento e il rilancio del sistema della mobilità collettiva non può passare attraverso la battaglia di Roma contro tutti. Di fronte alla carenza di risorse economiche e all’aumento della domanda di trasporto pubblico serve una maggiore collaborazione per individuare soluzioni adeguate in grado di garantire la sostenibilità e l’efficacia dell’intero comparto della mobilità.
Il tutto in un momento difficilissimo per il sistema degli Enti Locali alle prese con problemi finanziari giganteschi. Quindi è doveroso condividere scelte, strategie e obiettivi al fine di salvaguardare il sistema pubblico dei trasporti, e la qualità del servizio reso che ad oggi è indubbiamente insufficiente per una grande città. L’occasione di governare come centro sinistra il Campidoglio e la Regione Lazio, deve rappresentare un salto di qualità per fare le cose possibili e non per lanciare segnali che servono solo a distogliere l’attenzione dal problema principale: dare risposte adesso al bisogno di più mobilità ai cittadini. Faccio presente che senza soldi non si possono fare proclami.
Per esempio la Roma Lido. Si è detto diamola a Roma.
Sono d’accordo. Come? Quello che è certo che una legge nazionale ha trasferito la proprietà delle ferrovie Roma-Lido, Roma Viterbo e Roma Giardinetti alla Regione per la cui gestione, ogni anno, paga un corrispettivo a Roma Capitale che attraverso ATAC le gestisce. Regalarle a Roma non si può fare, e quindi è chiaro che la cosa è un più complicata di come qualcuno la vuol far apparire.
Aggiungo poi che oggi, la Regione oltre al contratto di servizio per la gestione paga direttamente le manutenzioni straordinarie e gli investimenti sulle linee su capitoli del proprio bilancio. Trentacinque milioni solo per la Roma Lido. Domani chi è in grado di garantirli? Roma è nelle condizioni per intraprendere questo sforzo oppure non è meglio fare sinergia e gestire al meglio possibile le poche risorse disponibili?
Sulla linea Roma-Lido è stato alzato un polverone che rischia di far perdere di vista i veri obiettivi: il tema non è la vendita della ferrovia, la cui proprietà resterà pubblica come ha ribadito l’assessore Civita, ma le risorse e gli interventi per migliorare la qualità del servizio. Invece ho l’impressione che si tenda a analizzare il funzionamento delle amministrazioni pubbliche. Se la Regione riceve da privati un project per il potenziamento e l’ammodernamento di un’infrastruttura ferroviaria è obbligata per legge a valutarlo. E’ quello che sta accadendo. Una commissione tecnica sta verificando i contenuti e la fattibilità del progetto prima che si possa procedere ad un eventuale riconoscimento dell’interesse pubblico per la proposta avanzata. Quando arriveremo a quel punto, se ci arriveremo, si aprirà una fase di discussione e approfondimento aperta a tutti, pubblica. Attualmente siamo ancora nella fase di esame del project, che prevede comunque la sola gestione del servizio di trasporto. Che cosa c’entra allora la favola della vendita ai privati della Roma Lido, proibita per legge trattandosi di beni demaniali? Insomma sarebbe meglio fare i conti con i numeri, a partire dal taglio del fondo sui trasporti diminuito in pochi anni di quasi il 50% e che mette a rischio tutto il sistema. In questo quadro, rammento che il merito della Regione Lazio è stato semplicemente quello di consentire che il sistema pubblico dei trasporti a Roma non andasse per aria: solo nel 2013 l’Amministrazione Zingaretti ha trasferito circa 900 milioni di euro a Roma Capitale per il sistema del trasporto locale. Debiti accumulati che qualcuno prima non riconosceva a Roma Capitale.
Un’eventuale contrapposizione nei confronti della Regione Lazio, pertanto, non ha ragione d’essere. E’ il contrario, noi siamo impegnati a sviluppare un progetto di potenziamento del trasporto pubblico, partendo dall’agenzia unica della mobilità, l’acquisto dei nuovi treni per i pendolari rilanciare con un grande progetto industriale il Cotral per l’integrazione ferro e gomma. In prospettiva, io vedo solo lo spazio per le sinergie e non per i conflitti, immagino il soggetto gestore unico regionale, per utilizzare al meglio le poche risorse e per consentire le intermodalità necessarie.
Noi abbiamo un disegno, lo vorremmo confrontare con tutti, a partire da Roma.”
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