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Il quotidiano locale nella città globale

piedinudi Via cupa corteo  foto AMBM IMG_3866

La mnifestazione dell’11 settembre #apiediscalziperimigranti a Roma (foto AMBM)

L’intervento di Paolo Gelsomini*:  partire dai problemi locali in una realtà  di rione come il Celio senza perdere di vista la complessità  urbana che la partecipazione attiva dei cittadini deve capire e governare all’interno di una rete di coordinamenti

Il tempo che ci è dato vivere è caratterizzato da sconvolgimenti geopolitici, mescolamenti, migrazioni, emergenze che nessuno può ignorare non solo per ragioni etiche ma per il fatto che incideranno per decenni nei tessuti sociali, culturali ed urbanistici delle nostre città che non saranno più quelle di oggi dopo queste accelerazioni epocali.

Il compito delle associazioni dei cittadini come la nostra è legato al governo della Città intesa come contenitore di eventi e di funzioni sempre più complesse ed anche noi dovremo fare i conti con questi cambiamenti straordinari quando parliamo di urbanistica, di cultura, di partecipazione, di inclusione.

Ad esempio, di fronte ad un fenomeno epocale come quello dei flussi migratori, stiamo per ora alla ricerca di soluzioni creative per fronteggiare l’emergenza umanitaria ma subito dopo dovremo pensare alla  Città come luogo di scambi, mescolamenti di culture, di inclusioni, di segni condivisi, di nuove regole.

Non possiamo come associazioni e coordinamenti di associazioni pensare alla struttura urbana ed alle sue funzioni come abbiamo fatto finora con una idea di Città che andrà completamente rivisitata e rifondata alla luce delle attuali e future rivoluzioni demografiche ed antropologiche.

La visione che ho personalmente del nostro periodo è quello di una nuova democrazia economica, sociale e politica che si organizza intorno a bisogni vecchi e nuovi, a valori, a nuove razionalità economiche e a nuove utopie sociali. Ben vengano tanti soggetti che lavorano insieme in un quadro di solidarietà e di sussidarietà per dare risposta ai drammatici problemi di oggi che da problemi potrebbero diventare delle grandi opportunità.

Questo non vuol dire che non dovremo più occuparci del piccolo e del quotidiano. Anzi, è proprio da là che noi dovremo partire guardando però alla complessità del sistema città, ai bisogni vecchi e nuovi dei cittadini tutti, alla relazione di un singolo rione o quartiere con il resto della città ed al rapporto di Roma con la sua area metropolitana.

Chiudersi oggi nel proprio particolare vorrebbe dire autoconfinarsi ed accontentarsi di urlare e di lamentarsi senza voler realmente risolvere quei problemi che affliggono la nostra vita quotidiana e che vengono da lontano.

Glocalizzazione  è un termine introdotto dal sociologo Zygmunt Bauman per adeguare il panorama della globalizzazione alle realtà locali, così da studiarne meglio le loro relazioni con gli ambienti internazionali.

Riducendo la scala anche noi dovremo adeguare la complessità del governo della Città e della sua area metropolitana alle realtà locali del nostro centro storico. Questo si fa tessendo collegamenti con altre associazioni, con centri di studio, con istituzioni culturali e politiche.

Ad esempio, come si fa a far sentire la nostra voce sull’area archeologica centrale senza entrare in contatto con associazioni come Italia Nostra e non solo, o con ambiti culturali che ne stanno dibattendo, o con dipartimenti comunali che su questo tema stanno elaborando ipotesi progettuali?

Lo stesso metodo vale per il sistema della mobilità, per la gestione del verde, per la riqualificazione delle strade (cosa diversa dalla manutenzione).

D’altra parte su questi e su altri temi come la sicurezza del territorio, l’accoglienza, la difesa dei beni culturali, la cura di parchi, giardini e di siti archeologici ecc. credo che le risorse dei cittadini attivi e delle loro associazioni all’interno di regole e di coordinamenti istituzionali che ne fissino limiti e responsabilità sia una nuova ricchezza sociale e culturale che la politica non può ignorare. A meno che non preferisca le vecchie strade che hanno spesso portato altrove.

Paolo Gelsomini

*Paolo Gelsomini è Presidente dell’Associazione Progetto Celio e segretario del Coordinamento Residenti Città Storica che aderisce a Carteinregola

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