Il 23 giugno Viginia Raggi ha ricevuto il passaggio delle consegne dal commissario Tronca.
Concludiamo qui il diario di questa campagna elettorale cominciato il 1 febbraio. Scorrendo la cronaca di questi quasi cinque mesi forse si riesce a capire un po’ di più del percorso che ha portato il Movimento Cinque Stelle al governo della Capitale e alla disfatta del PD e del centro destra.
Successo straordinario del Movimento Cinque Stelle a Roma, sia in Comune, dove Virginia Raggi raggiunge 770.564 voti (67,15%), prevalendo su Roberto Giachetti (PD) che si ferma a 376.935 (32,85%), che nei Municipi dove sono eletti 12 Presidenti M5S (solo nel I Municipio è confermata Sabrina Alfonsi e nel II è eletta la candidata PD Francesca Del Bello). Su 14 Presidenti, 7 sono donne. In calce tutti gli eletti* Alle urne si sono recati 1.185.280 elettori su 2.363.444 aventi diritto (50,20%).
(17 giugno)
L’ULTIMA GIORNATA DI INIZIATIVE ELETTORALI E LE ULTIME POLEMICHE
ECCO I VERI MANIFESTI ELETTORALI PER IL BALLOTTAGGIO
CHI SOSTIENE CHI AI BALLOTTAGGI (e soprattutto CHI PROMETTE COSA) L’esito del ballottaggio dipenderà molto dalla capacità dei due candidati di attrarre i voti dei concorrenti sconfitti al primo turno. E se Fassina invita i suoi elettori a votare scheda bianca, ma invia 5 domande stringenti ai due aspiranti Sindaco che rispondono subito (> vai alla pagina), segno che la percentuale raccolta da Sinistra x Roma è piuttosto ambìta, sul fronte centrodestra c’è una Meloni che non si sbilancia, mentre l’alleato Salvini si schiera per la candidata Cinque Stelle Raggi e la stampa si scatena su presunti inciuci (La Repubblica prima titola: “Lega e M5s, pronto l’accordo per i ballottaggi” poi, visto che per fare accordi bisogna essere in due, fa marcia indietro. “Dopo l’ipotesi di un asse tra Carroccio e 5 Stelle per votare i rispettivi candidati al secondo turno delle Comunali contro il Pd, il Movimento insorge. Di Maio: “Nessun inciucio”. Fico: “Falsità totale“). Invece nessuna smentita per possibili convergenze tra il candidato PD Giachetti e il candidato imprenditore Alfio Marchini, che il 7 giugno scorso in una conferenza stampa ha dichiarato che “nessuno dei due a mio avviso ha la soluzione giusta e al momento voterei scheda bianca», ma che subito dopo il voto del 5 giugno aveva ventilato appoggi a “chi aderirà al nostro programma“. Ed è già giunta la risposta di Giachetti “valuterò con attenzione le proposte programmatiche di Fassina e Marchini“ (La Repubblica, 10 giugno). Sullo sfondo ci sono le tre poltrone rimaste vuote dopo la presentazione della possibile Giunta del candidato dem: sarebbe il caso che venissero idealmente riempite prima della consultazione elettorale finale, dato che sarebbe un diritto degli elettori di Giachetti sapere se intende allearsi con un ex sfidante sostenuto da Berlusconi, Storace e Alessandra Mussolini, consegnandogli dei posti chiave nello staff, o se ha intenzione di “aprire” a Sinistra x Roma, magari a quella parte che avrebbe voluto rinnovare il collaudato fronte PD/SEL, molto solido in Regione, e che non ha mai digerito le scelte di autonomia del candidato Fassina. Due scenari, due mondi. Resta invece ancora misteriosa la squadra della Raggi, che aveva promesso di rendere nota prima del ballottaggio, ma che evidentemente non è ancora definitiva. Speriamo che le promesse di chi chiede di “essere messa alla prova” dai cittadini, vengano mantenute fin d’ora.
LE TENTAZIONI DI ALEMANNO Dichiara Alemanno di essere tentato di votare la Raggi. Decisamente sorprendente da parte di uno che fino a pochi giorni fa era un fervente sostenitore di Marchini. Sorprendente anche che possa cambiare idea su M5S, che tra l’altro, come Carteinregola e altri comitati, ha combattutto per 4 mesi – dal dicembre 2012 all’aprile 2013 – le sue delibere urbanistiche, seppure come noi dai banchi del pubblico, unico movimento d’opposizione insieme ai due consiglieri SEL e a pezzetti di PD (il grosso non si opponeva), che ha sempre denunciato il sistema consociativistico in Aula Giulio Cesare. Forse, più che sorprendente, un po’ strano.
L’AUTOGOAL COMUNICATIVO DI GIACHETTI
Commenta il giornalista Alessandro Gilioli (su Facebook) un post di Giachetti (sempre su Facebook), che sembra l’ennesimo capitolo di una strategia comunicativa decisamente autolesionista: “Mettere sullo stesso piano Marino e Alemanno è di una scorrettezza politica spaventosa, avendo il primo combattuto due anni per estirpare tutto il sottopotere del secondo, con quasi tutto il Pd che invece gli stava contro. È davvero la prima volta, credo, che qualcuno ha la faccia tosta di mettere Marino e Alemanno sullo stesso piano, di appaiarli. Nemmeno i più viscerali e totali avversari di Marino avevano mai giocato una carta così sporca e palesemente infondata” e continuando la sua analisi, sottolinea che “Pensare di sottrarre i voti con i “testimonial alla rovescia” è in ogni caso scorretto in termini di pratiche: un candidato “fair” e sicuro di sé fa semmai sfoggio dei testimonial suoi, di persone valide che lo sostengono, non usa presunti personaggi negativi che votano l’altro” anche perchè “Giachetti potrebbe presto vedersi sbattuto in faccia un manifesto con tutti i peggiori costruttori e affaristi romani che votano per lui, pur di fare le Olimpiadi e garantirsi gli appalti. A iniziare da Caltagirone. Ci ha pensato?” E conclude: “Forse Giachetti non se n’è accorto, ma postare questo cartellone è anche un’autocertificazione del proprio scarso appeal, di una situazione appunto disperata: ok, come candidato non vi ho convinto, con i miei programmi e le mie idee ho floppato al primo turno, ma almeno sceglietemi perché la mia avversaria è votata da due che secondo me non hanno cambiato in meglio la città. Un’ammissione di debolezza totale…“
(9 giugno)
CAMPAGNA ELETTORALE O CAMPAGNA OLIMPICA? La città si riempie di manifesti con il logo di Roma2024, e la competizione tra Raggi e Giachetti si sposta sul terreno della candidatura olimpica con un rilievo tale – e una massiccia campagna pro Olimpiadi – da indurre a pensare che si tratti di molto di più di un tema elettorale, e che gli interessi in ballo rappresentino la vera partita che si sta giocando nella Capitale. Roberto Giachetti è favorevole ai Giochi di Roma e non intende mettere in discussione le scelte del dossier olimpico di Montezemolo e Malagò, comprese le scelte urbanistiche che riguardano lo sviluppo della città (e la collocazione del villaggio olimpico a Tor Vergata). Virginia Raggi da sempre sostiene che alle Olimpiadi si può pensare solo dopo aver risolto le criticità più urgenti della città, ma non ha mai detto chiaramente se diventata Sindaco si impegnerebbe per il ritiro immediato della candidatura. Poco chiara anche la posizione della Cinque Stelle sul referendum promosso dai Radicali italiani, mentre Giachetti è favorevole solo se vengono raccolte le firme sufficienti per indirlo (ma così l’essere favorevoli non è un’opzione) (> leggi l’articolo)
31 maggio GLI IMPRESENTABILI SECONDO LA COMMISSIONE ANTIMAFIA La Commissione presieduta da Rosy Bindi, dopo aver esaminato le carte di oltre 3.200 candidati, di cui 2.220 solo nella Capitale, di 13 Comuni a rischio infiltrazioni, rende noti i nomi degli “impresentabili”.(da Repubblica 31 maggio 2016): “A Roma, tra i candidati in lista nel sesto municipio romano, zona periferica che include quartieri come il Casilino e Tor Vergata, sono impresentabili Antonio Carone (con la lista “Viva l’Italia con Tiziana Meloni”, conterebbe ben 8 condanne definitive), Domenico Schioppa (lista “Iorio sindaco”, condannato in primo grado per detenzioni di armi e, se eletto, va sospeso ai sensi della legge Severino), Antonio Giugliano (lista “Storace-Marchini sindaco”, condannato in primo grado per diversi reati tra cui la tentata estorsione, incandidabile per la violazione del codice di autoregolamentazione) e Fernando Vendetti (lista “Storace-Marchini sindaco”, condannato in primo grado per tentata estorsione, incandidabile per la violazione del codice di autoregolamentazione). L’Antimafia segnala inoltre la posizione di Mattia Marchetti, candidato al Consiglio comunale con la lista Lega Centro, nei confronti del quale è stato emesso decreto che dispone il giudizio immediato per tentata estorsione e dunque dichiarato impresentabile per la violazione del codice di autoregolamentazione”
GIACHETTI PRESENTA LA SQUADRA IN STREAMING SU FACEBOOK Il candidato Sindaco del PD Roberto Giachetti ha annunciato il 23 maggio alle 18 in diretta sul social network i nomi della squadra che in caso di vittoria farebbero parte della sua giunta: sei donne e tre uomini. A parte Livia Turco – ex deputata, ex Ministro della salute di Prodi e attualmente funzionaria del PD – tutti gli altri potenziali assessori non provengono dalla politica. Così li descrive Giachetti: “romani per nascita, per adozione, per scelta”, tutti selezionati per “competenza, integrità e prestigio“, nessuno di loro è “espressione di partiti, lobbies, correnti”, tutti “amici di Roma“. Ecco i nomi: Livia Turco ai Servizi sociali e welfare, Silvia Scozzese (responsabile Finanza locale dell’Anci, già assessore al bilancio con il Sindaco Marino e poi nominata commissario governativo per il debito di Roma Capitale), al bilancio Lorenza Baroncelli (architetto, ha lavorato nello studio Boeri collaborando al concept masterlan dei Expo 2015, ora assessore all’urbanistica di Mantova), alla Rigenerazione urbana, Carla Ciavarella*(dirigente penitenziario) a Casa e Patrimonio, Claudia Servillo*, (dirigente del ministero dell’Ambiente) all’ambiente e ai Rifiuti, Stefania Di Serio*, (docente di Mobilità sostenibile, lavoro con Atac e per Umbria Mobilità, già consigliera del I municipio), ai Trasporti. Francesco Tagliente (ex Prefetto di Pisa e ex questore di Roma), alla Sicurezza della città, tornerebbe Marco Rossi Doria (già assessore con Marino, sottosegretario all’Istruzione, membro della delegazione Onu per i diritti per l’infanzia) alla Scuola. Marino Sinibaldi (direttore di Radio Tre, presidente del Teatro di Roma) a Cultura e Turismo. Un ruolo nello staff è previsto anche per il magistrato ed ex membro del pool antimafia di Palermo, già assessore alal legalità della giunta Marino, Alfonso Sabella.(> leggi l’articolo di Roma Today) (> leggi il testo della presentazione di Gichetti) *link a curricula istituzionali (non sempre aggiornati)
L’ESPRESSO SI INTERROGA SUI SOCI SENZA NOME DI MARCHINI. Nel numero di questa settimana un articolo che si intitola “Marchini e i soci senza nome” dimostra che è più che lecita la nostra richiesta – e più che necessaria una risposta – di una pagina “trasparenza” sul sito della Lista Marchini con la puntuale rappresentazione dei rapporti del candidato/imprenditore con holding e società che spaziano in vari settori. (> l’articolo è on line a pagamento)
IL GOVERNO CONFERISCE ALLA REGIONE LAZIO FONDI PER UN MILIARDO E 407 MILIONI per opere strategiche, dalle infrastrutture viarie e ferroviarie (tra cui la Roma -Lido) al risanamento idrico-ambientale e difesa del suolo, dall’edilizia sanitaria. E’ quanto consente di sbloccare l’intesa tra governo e Regione per lo sviluppo economico e la coesione sociale, presentata a Roma dal premier Matteo Renzi e dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti.
IL TRIBUNALE CIVILE ACCOGLIE PARTE DELLE ISTANZE DEI MILITANTI PD CONTRO LE SCELTE DEL COMMISSARIO ORFINI (ANSA) – ROMA, 20 MAG – Pd:Tribunale,sospesa riorganizzazione Roma, ok nomina Orfini. Il Tribunale civile di Roma ha sospeso in via cautelare la delibera con la quale il commissario del Pd di Roma Matteo Orfini nel settembre 2015 ha riorganizzato il partito romano riformando i criteri di tesseramento e i circoli. Rigettato invece il ricorso che chiedeva la sospensione della nomina dello stesso commissario.In sostanza il Tribunale civile in un’ordinanza ha accolto le istanze di alcuni iscritti del PD romano e ha sospeso la delibera che disciplina il tesseramento 2015 e la riorganizzazione dei circoli della Federazione romana del Partito Democratico arrivata dopo l’inchiesta Mafia Capitale che ha travolto anche alcuni esponenti del PD capitolino. Il Tribunale osserva che “la delibera del Commissario appare in contrasto sotto vari aspetti con gli Statuti nazionale e regionale (del Pd, ndr), rischiando di limitare le facolta’ riconosciute agli iscritti (…).” (> leggi l’articolo del Corriere della Sera) (>leggi l’intervista a Orfini su Cinquequotidiano)
(18 maggio)
REFERENDUM OLIMPIADI: MAGI E I RADICALI ANNUNCIANO DENUNCIA PENALE PER CONGELAMENTO RACCOLTA FIRME Dopo che la commissione nominata dal Comune aveva dato il via libera al referendum che avrebbe permesso ai romani ad esprimersi sul progetto olimpico Roma 2024, il Comune stesso aveva fatto marcia indietro, dopo aver ricevuto alcune osservazioni del Comitato Olimpico. I radicali avevano presentato ricorso al TAR, che non ha concesso la sospensiva, così in una conferenza stampa il 18 maggio hanno annunciato il deposito di “una denuncia penale per abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e attentato ai diritti civili e politici dei cittadini“. La commissione che aveva giudicato ammisibile il referendum era composta da tre giuristi, Vincenzo Cerulli Irelli, ordinario di Diritto amministrativo, Paolo Ridola, ordinario di Diritto pubblico comparato e Giovani Guzzetta, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico, insieme al capo di gabinetto Virginia Proverbio, e al segretario generale Antonella Petrocelli.
RAGGI E IL SUO RAPPORTO CON LO STAFF IL 12 maggio a proposito del caso Pizzarotti, da quanto riportato dai quotidiani la Raggi auspicava, in caso che a un sindaco arrivasse un avviso di garanzia, una valutazione “caso per caso”, con giuste dimissioni in caso di comportamento contrario ai principi del Movimento, ma facendo attenzione “che gli avvisi di garanzia non vengano utilizzati come manganelli“. Nell’intervista a Alessandro Giglioli pubblicata il 18 maggio sull’Espresso, parla del suo rapporto con lo staff e della sua sottoscrizione al regolamento che prevede al punto 2 che : “Le proposte di atti di alta amministrazione verranno preventivamente sottoposte a parere tecnico-legale a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle” e al punto 7 che “le proposte di nomina dei collaboratori delle strutture di diretta collaborazione o dei collaboratori dovranno essere preventivamente approvate a cura dello staff coordinato dai garanti del Movimento 5 Stelle” Nell’intervista Virginia Raggi risponde anche a domande sulle sue eventuali dimissioni, se le venissero richeiste dal Beppe Grillo: (domanda Gilioli)Al punto 9 il codice dice che il candidato «assume l’impegno di dimettersi laddove venga iscritto nel registro degli indagati e la maggioranza degli iscritti al M5S mediante consultazione in rete ovvero i garanti del Movimento decidano per tale soluzione». In altri termini, se lei si ritrova indagata i garanti del Movimento possono decidere di farla dimettere. Non ritiene che questo dia un potere eccessivo a qualcuno che i romani non hanno votato? (riposta Raggi)«Secondo me no. E ormai dei due garanti purtroppo è rimasto uno solo, visto che Casaleggio è morto, quindi c’è solo Beppe. Vede, il garante è una figura che ci aiuta a rispettare i nostri principi. Quindi io ritengo che nel momento in cui una persona si discosta da questi principi, se è onesta deve fare un passo indietro; se invece nonostante le violazioni continua a fare le cose in nome del Movimento, è giusto che ci sia qualcuno che a un certo punto dica basta». Quindi se lei fosse eventualmente indagata e Beppe Grillo le chiedesse di dimettersi, lei lo farebbe?
«Questo c’è scritto, sì».(> vai all’articolo di Giglioli). Queste affermazioni scatenano molte polemiche, soprattutto da parte di esponenti del PD, che tuttavia sembrano dimenticare che furono proprio i consiglieri PD a dimettersi in massa, nell’ottobre 2015, per provocare la caduta del sindaco, democraticamente eletto, Ignazio Marino su richiesta del Presidente Renzi e del commissario Orfini
SINISTRA X ROMA DI FASSINA ESCLUSA DALLE ELEZIONI? La commissione elettorale del Campidoglio ha respinto le liste Sinistra X Roma e Civica per Fassina per roblemi formali. E’ stato presentato un ricorso al TAR, che dovrebbe esprimersi venerdì prossimo. Gli errori materiali sono di due tipi: per le liste municipali, sarebbe stata utilizzata una modulistica precedente la legge Severino (stesso errore per Fratelli d’Italia a Milano e NCD a Cosenza), per le liste comunali invece, mancherebbe la registrazione della data ad alcune firme a sostegno della lista, per cui risulterebbero non valide e quindi insufficienti.
L’APPELLO DI MARCELLO DE VITO (M5S) SUI FINANZIAMENTI ELETTORALI L’ ex consigliere capitolino, che ha aderito alla Carta del candidato trasparente, lancia un appello per il tetto di finanziamento e di spesa elettorale: #prendospendo1000euro. Dice De Vito che “il limite di spesa per un candidato per la propria campagna elettorale è pari a circa 140.000 Euro, una cifra che un consigliere comunale non percepisce in 5 anni come compenso per la propria attività a servizio dei cittadini”. E se solo alcuni hanno raggiunto e superato in passato questa cifra, “buona parte dei candidati ha comunque speso importi molto rilevanti e ben superiori ad Euro 30.000,00… con le distorsioni che ne possono derivare” [un consigliere comunale percepisce una cifra mensile che si aggira sui 1500/1800 euro, se non gode dei rimborsi previsti per i lavoratori dipendenti NDR] .Per questo il candidato M5S, oltre a prendersi una serie di impegni, propone ai colleghi di fare come lui una campagna elettorale che costi massimo 1000 euro, “o quanto meno di tenersi sotto i 2.500 euro, soglia sopra le quale va nominato un mandatario elettorale“.
I candidati delle liste a sostegno di Andrea Santoro, candidato alal Presidenza del IX Municipio che hanno dichiarato l’intenzione di aderire in massa alla Carta del candidato
60 CANDIDATI PD DEL IX MUNICIPIO FIRMANO LA CARTA DEL CANDIDATO TRASPARENTE. Il Presidente Andrea Santoro inserirà i dati sul sito www.santoropresidente.it. Per sancire l’impegno una foto di gruppo con i cartelli che inneggiano alla trasparenza.
GIACHETTI E LE OLIMPIADI. Leggendo il commento di Giachetti su Facebook all’incontro avuto con Malagò il 7 maggio, sorgono spontanee varie domande. Sarebbe questa l’eredità che le Olimpiadi dovrebbero lasciare alla città? Un po’ di verde e qualche campo di calcio in periferia? Quando a Londra e Barcellona hanno fatto rinascere pezzi di città? E poi, dov’è la città, quella con cui i decisori dovrebbero confrontarsi su quali opere servono alla collettività ? “Ho chiesto e ottenuto dal Presidente Malagó…L’individuazione di un rappresentante del Comune di Roma nel Comitato promotore delle Olimpiadi per la presenza del Campidoglio“. “Presenza del Campidoglio” nel Comitato promotore come una conquista? Ottenuto anche “il controllo sulle scelte” Controllo? E’ il Sindaco che deve decidere, insieme alla città, tutto quello che riguarda lo sviluppo e il futuro di Roma. Il Comitato promotore deve occuparsi solo delle scelte tecniche sportive dei giochi olimpici, non delle scelte urbanistiche e della forma e dell’impulso che le Olimpiadi potranno dare alla città. Ma stiamo parlando di un aspirante sindaco di Roma capitale o di un passacarte di Montezemolo e Malagó? Speriamo che la voce dei cittadini attraverso il referendum rimandi al mittente un’operazione che fin da ora si prospetta calata dall’alto non solo sui cittadini, ma, a questo punto, anche sul Sindaco. E quel “Roma torna Roma“, riferito a grandi eventi (tanto per dirne uno, i Mondiali di nuoto con le Vele incompiute di Calatrava), fa venire un brivido lungo la schiena… (come si suol dire : “abbiamo già dato”)
(4 maggio)
IL VIDEO DELL’INCONTRO CHIEDIAMOLO AI CANDIDATI Dalla Città dell’altra economia gli aspiranti sindaci della Capitale (Fassina, Giachetti, Raggi, non intervenuti gli invitati Marchini, meloni, Storace) rispondono ai blogger di “Roma Pulita!”, “Diarioromano” e “Romafaschifo”
IL CANDIDATO RIENZI. Il candidato Sindaco di Roma Carlo Rienzi, del Codacons, invita gli altri candidati Sindaco a non partecipare all’incontro del 3 maggio “Chiediamolo ai candidati” (a cui non è stato invitato, come gli altri candidati “civici”) in quanto tra gli organizzatori c’è il marchio di Romafaschifo, un blog gestito tar gli altri da Massimiliano Tonelli, che a suo avviso non riporta in modo trasparente i suoi rapporti professionali, che potrebbero condizionare le sue prese di posizione notoriamente molto accese. Ora, noi abbiamo toccato con mano quanto possa essere sgradevole e aggressivo Tonelli, e non sappiamo se dietro alcune sue crociate possano esserci convenienze personali, tuttavia ci chiediamo quanto sia opportuno pubblicare informazioni personali come i datori di lavoro e altro (e noi per questo non linkiamo il comunicato del Codacons) di un blogger che recentemente è stato oggetto di intimidazioni pesanti (raccogliendo tra l’altro anche la solidarietà del Codacons)
UNA SINTESI EFFICACE DELLA CAMPAGNA (ELETTORALE) ROMANA (di Romafaschifo) riprendiamo un passaggio di un articolo del noto blog, che ci sembra dipinga molto bene il quadro della situazione: “(…) La campagna elettorale è quello che è. Lungi dall’essere la campagna elettorale del riscatto morale di una capitale europea ferita dalla mafia, umiliata a livello internazionale e immersa in un fango di degrado e malaffare che non ha paralleli a livello planetario, quella del 2016 si presenta sempre di più come una battaglia sciatta e mediocre tra figure impreparate, prive di una visione, circondate di corti impresentabili.
Storace urla alla tutela degli ambulanti (una delle cause principali di degrado della città, oltre che una delle cause principali del disastro economico che stanno vivendo i commercianti normali) e minaccia su Twitter gli esponenti della Lista Marchini – con la quale si sta alleando – segnalando che il programma da loro scritto dovrà essere adeguato a quello de La Destra. Marchini dal canto suo dichiara di non aver mai detto male dei partiti e quando gli propongono la nipote del Duce come capolista in una lista a lui apparentata, non si scompone. E in questa campagna elettorale, è significativo, la sintesi più lucida la fa un’attrice comica, Simona Marchini (che di Alfio è parente), che spiega come il nonno del candidato (Marchini appartiene ad una lista di costruttori storicamente vicina al PCI) si stia rivoltando nella tomba. Nel mentre Giachetti&Raggi, che non hanno ancora un programma per la città e non sono riusciti mai, sino ad oggi, ad entrare nel concreto e nel merito dei problemi di Roma, si mettono d’accordo sulla liberalizzazione della cannabis. Giusto, per carità, ma possibile che l’unica proposta forte e significativa arrivi su un tema che non è e non sarà mai di competenza di un sindaco? I due candidati vogliono farci sapere anche cosa ne pensano sulla eventuale guerra in Libia, sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea e sul patto sugli immigrati con la Turchia? O magari ci spiegheranno un giorno come intendono recuperare le aree verdi, contrastare la sosta selvaggia e -giusto per rispondere a Storace- liberare le strade dalle bancarelle? Peraltro Giachetti ha fatto seguire l’uscita sulle canne all’uscita sulle buche lanciando l’app anti-buche con tanto di numero verde. Il candidato Rienzi, del Codacons, invece di sottolineare come la cosa fosse assurda (le buche esistono perché c’è la mafia nell’assegnazione degli appalti, occorre togliere la mafia operando a monte, non offrire strumenti per segnalare le buche, rassegnandosi a gestirle a valle), la rivendica e accusa Giachetti di avergli rubato l’idea. Siamo alle comiche, ma nessuno riesce a far ridere, manco Giachetti quando sostiene che l’olio extravergine d’oliva fa venire il colesterolo: e per fortuna che Roma è la più grande città agricola del paese. Stefano Fassina candida ad assessori personaggi di altissimo lignaggio come Visco e Bray a riprova del fatto che nomi seri in giunta possono essere fatti solo a mo’ di sberleffo da chi sa che non vincerà mai: tristezza. Sulla Meloni il velo è sempre più pietoso. L’ultima uscita? “Facciamo riparare le buche ai privati e in cambio daremo loro tanta pubblicità”(…) .
IL CASO DELLA CONSIGLIERA NAIM eletta nel 2013 nella lista civica Marino al I Municipio e ora non più candidata nella lista Giachetti a causa di un rinvio a giudizio per diffamazione, in seguito a una denuncia per un articolo su Il Corriere della Sera del 2013 in cui la Naim – intervistata – faceva alcune affermazioni riguardanti i concessionari degli spazi per varie attività commerciali sul lungo Tevere durante una manifestazione estiva. Per il candidato Sindaco Dem è un motivo sufficiente per la sua esclusione, ma la vicenda scatena una marea di polemiche (si candiderà con i radicali per Giachetti, dove però le chances di essere eletta sono assai scarse) (> leggi il nostro articolo sul Caso Naim)
(30 aprile)
LA BOCCA DELLA VERITA’ DI ALEMANNO L’ex Sindaco Gianni Alemanno ha presentato il suo libro “Verità Capitale. Caste e segreti di Roma», edito da Koinè Nuove edizioni, demolendo il «teorema fascio-mafioso dell’esistenza di un legame strutturale tra la destra romana e la criminalità organizzata dai tempi della banda della Magliana, che i media hanno cercato di sovrapporre all’inchiesta di Mafia Capitale e che l’inchiesta stessa ha smentito, portando sul banco degli imputati un 70% di imputati di sinistra a fronte di un 30% di destra». E attaccando la sua ex alleata Giorgia Meloni e i numerosi esponenti della sua amministrazione che si ricandideranno con Fd’I: «Erano con me e sono tutti bravissimi e non toccati dall’inchiesta, quindi è inutile demonizzare queste persone. Quello che però deve far riflettere Giorgia Meloni è questo: se quelle persone che hanno fatto gli assessori e hanno avuto ruoli importanti nella mia amministrazione vengono ricandidati con lei, lei non se ne può uscire semplicemente dicendo: “Io Alemanno non lo conosco e con la sua amministrazione non ho nulla a che fare“.(> leggi l’articolo di Il Tempo)
BERLUSCONI PUNTA SU MARCHINI La notizia è l‘abbandono di Bertolaso della competizione elettorale, e del cambio di cavallo di Berlusconi a favore di Marchini, che del resto il Cavaliere avrebbe impalmato fin dall’inizio, ripiegando su Bertolaso solo nell’illusione di trovare l’accordo con Salvini e Meloni. E che Bertolaso fosse un “candidato per caso” era chiaro da tempo. Così come si sapeva che Marchini ambiva a diventare il candidato di Berlusconi fin dal settembre 2015, quando aveva partecipato alla convention di Forza Italia a Fiuggi, rivolgendo parole lusinghiere al consesso e al suo leader Berlusconi (peraltro assente). Quello che non è affatto chiaro è come Marchini pensi di continare a giocarsi la campagna elettorale all’insegna del “lontano dai partiti” e “da chi ti ha tradito” mettendosi con i tanti esponenti del centrodestra che nei partiti sono immersi da tempo fino al collo. A cominciare, oltre che dallo stesso Berlusconi e dal suo partito personale, assai simile a quello dell’uomo/partito dell’imprenditore Marchini, dal coordinatore romano di FI Bordoni, ex assessore al commercio di Alemanno (promotore di alcuni project financing dei mercati rionali contro cui avevamo condotto una battaglia – finora – vittoriosa) e i tanti naviganti che, da un partito all’altro, sono già pronti ad imbarcarsi…
CHE FARANNO I CANDIDATI DI FORZA ITALIA? Poco prima del ritiro di Bertolaso il Corriere faceva un quadro della situazione: con il rientro “alla base” di Marco Pomarici, ex presidente dell’Assemblea Capitolina, che da FI era andato a Ncd, poi a «Noi con Salvini» e ora tornato a FI, portandosi dietro un gruppetto di «municipali» (tra cui Luca Aubert). Delle “vecchie glorie” ci sono il già citato coordinatore romano Davide Bordoni (che potrebbe risultare il più votato), Dario Rossin, passato negli ultimi dieci anni da AN a La Destra e Forza Italia – ma era stato eletto nel 2013 con Fd’I -, gli ex consiglieri della maggioranza alemanniana poi non rieletti nel 2013 Antonio Gazzellone, già Presidente del XII Municipio Eur ora IX, che nel marzo 2013 assicurava che il “Waterfront di Ostia tassello fondamentale per il Secondo Polo Turistico” e Alessandro Vannini,ex AN, delegato ai parcheggi di Alemanno. Nei Municipi, sempre secondo il Corriere, si faceva fatica a trovare 24 persone disponibili. Ora arriveranno i candidati della lista Marchini.
L’ANOMALA COMUNICAZIONE DI GIACHETTI
Solo 15 giorni fa Giachetti dichiarava n un’intervista a Il fatto Quotidiano “Niente cene di finanziamento, niente manifesti, niente fondi in contanti“. Invece almeno sui manifesti ha cambiato idea. Vedremo sul resto. Colpisce però lo stile della comunicazione che è stato scelto per il candidato di un partito di centrosinistra: lo slogan, la postura e il contesto dell’immagine, si direbbero molto più azzeccati per un candidato di destra. “Roma torna Roma” è di per sè uno slogan reazionario – ormai anche i più conservatori puntano puntualmente sulle varie declinazioni del “cambiamento” – che, se si riferisce alla grandezza della storia romana, sarebbe senz’altro più adatto a una Meloni o a uno Storace. Mentre se la Roma a cui si fa riferimento e si vorrebbe tornare è quella del “Modello Roma” di Rutelli e Veltroni, sonoramente bocciato dai romani alle urne del 2008, sarebbe un vero autogoal. Quanto alla composizione dell’immagine, anche questa sembra voler esaltare uno dei tanti condottieri solitari dell’immaginario destrorso, che incuranti della realtà che li circonda fissano lo sguardo dove i miseri mortali non osano e non sanno guardare, piuttosto che ricorrere alla tradizionale iconografia sinistrorsa del candidato in mezzo alle gente normale – la studentessa promettente, il lavoratore efficiente, la vecchietta fiduciosa – finora rimasta l’ultima sbiadita icona di una visione solidale e collettiva che evidentemente non interessa più a nessuno.
Pubblicate le liste dei candidati M5S: nomi già noti che avevano corso per le comunarie per individuare il candidato Sindaco nel novembre 2015, in cui dopo i ricorsi ai tribunali amministartivi, sono stati reintegrati alcuni candidatie slcusi (> vai alla pagina)
LE LISTE DI GIACHETTI PER IL CAMPIDOGLIO
Pubblicate le liste a supporto del candidato del Partito Democratico: sono 7, con un elenco in cui figurano tanti ripescaggi e molti candidati civici, che Giachetti ha subito consegnato alla Commissione Antimafia per un controllo preventivo. Ma l’interrogativo riguarda soprattutto quali e quanti potranno essere effettivamente eletti, stanti i sondaggi poco favorevoli al candidato dem. In caso di vittoria il PD e le liste gemellate avarnno i 29 posti della maggioranza, in caso di sconfitta, dovranno spartirsi i 21 seggi capitolini con tutte le altre forze di opposizione. (> vai all’articolo Le liste di Giachetti e del PD (> vai alla pagina con tutti i candidati PD e liste civiche Giachetti)
La sensazione è che la partita della Capitale, per tutti i partiti, sia decisamente condizionata dal complesso scacchiere nazionale, e che molte scelte del centro destra e del centro sinistra, più che a strategie romane, guardino agli assetti politici futuri del Paese.
I COSTRUTTORI DELL’ACER SFIDANO I CANDIDATI SU 5 PUNTI: in un’intervista su Il messaggero Edoardo Bianchi definisce la campagna elettorale di “low profile”, dicendo che “legge solo proposte di buon senso molto superficiali”.Ricorda che i cittadini romani sono i più tartassati d’Italia e propone 5 punti: partecipate e società controllate; patrimonio comunale, impianti sportivi e Punti Verde Qualità, rilanciare la gestioen; potenziamento ufficio condono e con ricavato investire nella manutenzione delle strade; far ripartire gli uffici (>vai alla pagina con il download dell’articolo del Messaggero del 17 aprile 2016)
(18 aprile 2016)
MARCHINI THRILLER. Anche il suo voto al referendum trivelle Marchini preferisce lasciarlo avvolto nel mistero (fonte, Repubblica 17 aprile). Così non si perde gli elettori che votano sì e neanche quelli che votano no. Ma forse si perde gli elettori che vogliono un sindaco che abbia il coraggio di prendere posizione.
DA DIRITTO DI CRONACA A DIRITTO DI BUFALA. Il giornalismo 2.0 secondo il direttore dell’Unità – giornale fondato da Antonio Gramsci – Erasmo De Angelis, che non ha ritenuto necessario rettificare il video pubblicato dal sito del giornale di una ragazza molto somigliante alla candidata M5S, apparsa nello spot elettorale azzurro del 2008 con la canzone «Meno male che Silvio c’è», ponendo il quesito se si trattasse della Raggi. http://www.ilpost.it/2016/04/17/unita-virginia-raggi/
#RomatornaRoma l’hashtag di Giachetti .Il discorso inaugurazione della sede del comitato e l’ interessante analisi di Romafaschifo. Da cui apprendiamo chi sono gli autori della campagna del candidato PD: “RomaTornaRoma (con hashtag di prammatica) è lo slogan che i geni della comunicazione e della grafica politica di Proforma di Bari hanno confezionato per Giachetti. Un conto è interpretarlo sulla gloria passata e universale della città; un conto è, come sta facendo Giachetti a tratti, declinarlo come Roma torna la Roma degli anni Novanta quando noi facevamo tante cose fighe e tante cose buone. Perché si da il caso che così non fu, salvo qualche realizzazione che all’estero è la norma a Colonia, a Lione, a Valencia. Ma qui parliamo di Roma e una vera visione da capitale non c’è mai stata, neppure negli anni Novanta. Dunque attenzione allo sguardo all’indietro...”
LA SINDROME DEL VINCENTE Interessante riflessione da una testata del centrodestra: (…) Grazie ad uno strano fenomeno sociologico chiamato bandwagon, una buona fetta degli elettori indecisi punta al candidato che viene percepito come vincente. In Italia c’è un partito inesistente del 7% che si sposta da destra a sinistra in base a chi vincerà e lo fa, di elezione in elezione. A Roma gli indecisi proprio non mancano e secondo il sondaggio di Pagnoncelli sono ben il 57%.”http://www.centro-destra.it/…/giorgia-meloni-vola-nei-sond…/
L’IMPUTATO BERTOLASO VA ALLA CONQUISTA DELLE PERIFERIE CON IL TROLLEY Invece Guido Bertolaso, candidato FI, è partito per Roma Est in tram con tanto di trolley , poichè conta di girare per tre giorni fermandosi a dormire in un B & B. Curioso modo di attirarsi le simpatie di cittadini che sono per lo più costretti a fare avanti e indietro con il centro di Roma ogni giorno, su mezzi in ritardo e scalcagnati. E chissà se qualcuno gli chiederà conto di qull’opera incompiuta in piena periferia, costata un patrimonio di soldi pubblici – che avrebbero potuto essere ben altrimenti spesi per tanti servizi inesistenti da quelle parti – come le Vele di Calatrava. Infatti per la costruenda Città dello sport , la gestione dei fondi fu affidata proprio alla Protezione Civile di Guido Bertolaso, che chiamò Angelo Balducci per la gestione dei capitali. Tra il 2006 e il 2007, pur non avanzando i lavori, i costi di costruzione raddoppiarono, 240 milioni di euro. Alla fine i mondiali di nuoto non si disputarono a Tor Vergata, in quanto la struttura non avrebbe potuto essere completata in tempo. E i costi previsti sono ulteriormente aumentati.
IL LIBRO NERO DI BUZZI (da Cinquequotidiano): Al processo di Mafia Capitale Buzzi rilascia dichiarazioni spontanee e annuncia un libro in cui racconterà “…Noi prima vittime e poi complici di questo sistema» ha esordito l’ex patron delle cooperative sociali aggiungendo che il sistema corruttivo «non è iniziato con Alemanno o con Marino sindaco di Roma. Il sistema è partito con il Giubileo del 2000 quando sono state eliminate le procedure (a gara, ndr) e sono partite tutte le negoziali (trattative private, ndr)». Un sistema che successivamente ha generato procedure con affidamento diretto alle sue cooperative all’88% con Alemanno e altrettante con Marino…”(> leggi l’articolo Mafia Capitale, Buzzi chiama in ballo l’amministrazione Marino e prepara il suo libro nero“)
Alfio Marchini ha presentato il suo programma elettorale (scarica impaginato-programma Marchini_mod) in 101 punti. (> vai all’articolo). Più modetsamente, Francesco Storace, dalle colonne del suo Giornale d’Italia, illustra i 10 punti programmatici inviati agli altri candidati del centrodestra, che dovrebbero far tornare a nuova vita la Capitale: “A Roma i poteri della Regione; riequilibrio del sistema del welfare comunale con l’accesso prioritario ai servizi per i cittadini italiani; avvio di un programma di mutuo sociale per superare l’emergenza abitativa; rilancio dell’economia con la social card comunale e il ripensamento della Bolkestein per il commercio; chiusura delle procedure concorsuali del 2010 con le assunzioni dei vincitori; moratoria fiscale per le giovani coppie che vogliono sposarsi per il primo triennio; completamento della Metro C e del prolungamento della B da Rebibbia a Casal Monastero e rilancio dell’urbanistica; chiusura dei campi rom e programma per l’illuminazione pubblica di tutta la città; lotta alla corruzione con la centrale unica degli appalti, la norma tagliamani e il codice etico per gli amministratori pubblici; riqualificazione delle periferie anche con le aperture di cinema e teatri”. La “norma tagliamani” è una legge promossa da Storace (La destra) e Righini (Fratelli d’Italia), che da mesi ne sollecitano l’approvazione in Regione Lazio, che prevede “precise disposizioni per favorire la trasparenza tra cooperative e Pubblica Amministrazione, stabilendo il divieto di finanziamenti regionali alle cooperative che eroghino contributi alla politica”. Ironia della sorte Giancarlo Righini , unico componente in regione di F d’I, è stato condannato in primo grado a 4 anni dal tribunale di Velletri per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta per una vicenda che risale a quando l’era assessore ai lavori pubblici del Comune(*). A oggi ci risulta che si trovi nella paradossale situazione di essere sospeso dal partito ma nello stesso tempo capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione…
MARCHINI CONTINUA A SOSTENERE DI NON AVERE NIENTE A CHE FARE CON I PARTITI. Il 9 aprile all’Auditorium della Conciliazione, presentando suoi i candidati all’Assemblea capitolina Alessandro Onorato e Betarice Scibetta, Marchini annuncia per lunedì 11 i 100 punti del suo programma in Campidoglio. Speriamo che sia la volta buona, dato che nella passata consultazione continuò ad annunciare il programma che poi non venne mai diffuso e pubblicato. E continuano gli scambi di dichiarazioni con Bertolaso su chi si dovrebbe ritirare per fare posto all’altro. Ma soprattutto Marchini continua a dirsi “libero dai partiti” : “Pensate se qualcuno di noi, tre anni fa, poteva immaginare che avremmo costretto il PD alla resa e che Forza Italia potesse essere disposta a rinunciare al proprio simbolo per accordarsi con noi“(Repubblica cronaca di Roma 10 aprile). Aggiungiamo: pensiamo un po’ come sia possibile che un candidato Sindaco che dice di non essere nè di destra nè di sinistra e che spara a zero sui partiti tradizionali, accusandoli – giustamente – del coinvolgimento in Mafia capitale e in una palude di corruzione assai più estesa, possa nello stesso tempo essere disposto ad accordarsi con Forza Italia che in quelle vicende – sotto forma di Popolo delle Libertà che aveva espresso il Sindaco Alemanno – è dentro fino al collo (l’ex capogruppo in Campidoglio, Luca Gramazio, e il consigliere comunale Giordano Tredicine, sono stati arrestati nel giugno scorso). E bisogna dire che se il Partito Democratico almeno il problema se l’è posto, quel pezzo di di centro destra che adesso “si accorda” con Marchini, non ha messo in discussione un bel niente. Ma queste sono quisquiglie, per uno che afferma che “la nostra rivoluzione lascia cambiamenti veri per la città”. MAHrchini.
FRONTE CENTRODESTRA Intanto Storace, La Destra, si chiede se i partiti del centro destra non si siano pentiti di non aver fatto le primarie…Ma la situazione è ancora tutta in movimento, nonostante Guido Bertolaso, candidato FI, continui imperterrito nel suo tour elettorale. E’ andato a incontrare gli autodemolitori: forse dovrebbe incontrare anche i cittadini che subiscono la presenza degli autodemolitori che spesso occupano spazi che non dovrebbero essere (o che non sono) loro concessi.
Rispunta anche l’ex Sindaco Alemanno, in una versione politica della famosa pubblicità dell’acqua minerale: Liscia gassata o Ferrarelle? :”Nè destra moderata nè destra estremista, ma una destra seria è quella che vogliamo rappresentare“. Parlare di “destra seria” dopo quello che è uscito dalle indagini giudiziarie non solo di Mafia Capitale, è un po’ dura…
RIPRESE VIDEO DEL PROCESSO DI MAFIA CAPITALE Mentre scoppiava il caso “Porta a porta” con l’intervista di Bruno Vespa al figlio di Totò Riina, Marco Carta ci faceva presente che la Rai ha ritirato le telecamere dal processo di Mafia Capitale: “da giorni le telecamere della Rai disertano le udienze del delicato processo romano, che vede alla sbarra, fra i 39 imputati, il “nero” Massimo Carminati, l’ex re delle coop rosse Salvatore Buzzi e molti esponenti politici romani, come l’ex presidente del consiglio comunale Mirko Coratti o l’ex capogruppo regionale Pdl Luca Gramazio…anche le agenzie di stampa, praticamente in blocco, da oltre un mese hanno deciso di non seguire più il processo…Il problema non esisterebbe se la Rai… non fosse l’unica emittente ad essere autorizzata a riprendere le fasi del dibattimento, con l’obbligo di fornire gratuitamente il girato a chiunque ne faccia richiesta. Di fatto, l’assenza della Rai impedisce a tutti gli altri organi di informazione di avere accesso alle riprese video delle udienze di un processo, che proprio nei prossimi giorni vivrà momenti cruciali….“(le telecamere Rai sono tornate in aula il 7 aprile, già il giorno dopo l’articolo di Marco Carta, probabilmente grazie alla sua segnalazione)
In realtà l’azienda era di fatto “privatizzata” da tempo, dai partiti – tutti – che l’hanno usata da sempre per i loro scopi, come distrubutore automatico di incarichi e posti di lavoro e come serbatoio elettorale. Ma i fautori della privatizzazione non spiegano quali vantaggi offra la gestione privata rispetto a quella pubblica, e quali garanzie di maggiore efficienza, visto che molte statistiche su servizi pubblici privatizzati dimostrano che non ci sono affatto certezze…
Il video dell’intervento di Roberto Giachetti al Convegno “Classe Democratica. Scuola di formazione politica del PD – registrato a Roma domenica 10 aprile 2016 alle ore 10:30.
L’evento è stato organizzato da Partito Democratico. (registrazione RADIO RADICALE)
GRILLO FA MANGIARE GRILLI ESSICATI A POLITICI M5S A TORINO
2 aprile L’INTERVISTA DEL CORRIERE A MARCHINI alla domanda: Chi sono gli elettori di Marchini?
risponde «Tre anni fa erano per il 70% di area ex centrosinistra. Oggi per l’80% vengono dall’area ex centrodestra. Aver mantenuto lo stesso livello di consensi è stato miracoloso. Ora va completata l’opera».Chissà se dopo tante oscillazioni la definitiva scelta a destra deriva dall’appartenenza del suo “target”. scelta che ormai rivendica “senza se e senza ma”: Berlusconi-Marchini contro Meloni- Salvini? «Non credo ci sia in Italia uno spazio per una grande forza lepenista come in Francia. Credo piuttosto che sia giunto finalmente il tempo di far nascere una destra liberale e sociale che si confronti con una sinistra progressista. Siamo ancora alla politica degli ex. A prescindere dal fatto che siano fascisti, ex comunisti o ex democristiani…».
(1 aprile 2016)
Ignazio Marino, in occasione della presentazione del suo libro “Un marziano a Roma” in un affollatissimo salone della libreria Feltrinelli (> vai al video della presentazione), annuncia la sua decisione definitiva di non candidarsi a Sindaco e invita i suoi sostenitori a individuare un candidato o una candidata della società civile. Intanto scoppiano le polemiche e fioccano le risposte piccate dei tanti politici tirati in ballo nel libro: da Orfini, a Causi, a Esposito, a Guerini,Panecaldo, Giachetti. da leggere il commento di Alessandro Giglioli sul blog dell’Espresso: ” … se questo libro dice sul Pd cose vere, da esso fondamentalmente emergono due cose. La prima è che almeno un colossale e imperdonabile errore Marino l’ha fatto: cioè fidarsi del suo partito e dei suoi alleati. Diventare sindaco di Roma in una compagnia di mezzi farabutti. Non essersi accorto abbastanza rapidamente di quanto tali fossero. Non averne denunciato la farabuttaggine apena avvedutosene rimandando la trasparenza a quando ormai l’avevano fatto fuori.La seconda cosa che emerge, se i fatti raccontati sono veri, è la non riformabilità morale del Pd, romano e nazionale. Al confronto del quale la peggio banda di giostrai pare un cenacolo di illuminati.Insomma o Marino ha scritto balle e allora ha ragione Orfini, questo è un libro di fantasy. Oppure ha scritto verità e allora sono Orfini e il suo partito a incarnare un genere letterario: quello dell’horror”. (> leggi tutto l’articolo)
Nel centrodestra continua ad essere in dubbio la candidatura di Guido Bertolaso: lui continua a dire che non si ritirerà, ma voci insistenti danno Berlusconi sul punto di cambiare cavallo a favore di Marchini, o direttamente della Meloni. Marchini intanto riempie Roma di manifesti all’insegna dello slogan “Liberi dai partiti” (dopo, per l’appunto, la continua altalena per diventare candidato del centrodestra di Berlusconi)
Orfini intanto ha scelto 8 giovani segretari di circolo (ma c’è anche la vicepresidente del PD Lazio e un’assessora ai lavori pubblici municipale) come gruppo di lavoro per formare le liste: Letizia Gallacci, Sabrina Giuseppetti, Federica Assanti, Caterina Rijllo, Federico Gaeta, Enrico Sabri, Stefano Cavini, Fabio Salamida. (> vai alla pagina)
(24 marzo)
L’ATTACCO A RAGGI DEL MESSAGGERO DI CALTAGIRONE(e di vari esponenti PD). Dopo le dichiarazioni in TV di Virginia Raggi , candidata M5S sindaco di Roma, sulle intenzioni, se fosse eletta, di cambiare il management (o piuttosto il consiglio di amministrazione) di Acea, si scatena una polemica che ha generato false credenze, ingiustificate arroganze, e strane alleanze. Infatti un fronte bipartisan – con in prima fila l’antagonista PD Roberto Giachetti – si è subito allineato all’anatema lanciato dal quotidiano Il Messaggero dell’editore/costruttore/finanziere Francesco Gaetano Caltagirone, che è anche il primo azionista privato di Acea, con il 15,8% delle quote. (> leggi l’articolo con l’editoriale di Marco Travaglio su il Fatto )
Lettori ed Elettori. E cominciano a fioccare i libri scritti dai protagonisti delle recenti vicende politiche romane: ha cominciato Alfonso Sabella, con “Capitale infetta”. Seguirà il libro dell’ex Sindaco Ignazio Marino, il 31 marzo, “Un marziano a Roma. La mia verità”. E, uscirà un’opera anche dell’ex Sindaco Alemanno, il 28 aprile prossimo, ”Verità Capitale”.
Resa nota la candidata Sindaco del Movimnto Cinque Stelle: è Viginia Raggi, ex consigliera capitolina eletta con 1764 (45,5%) dalla consultazione on line di 3862 iscritti che hanno scelto tra i 5 “finalisti” delle comunarie. E’ l’unica candidata donna sindaco (a parte la candidatura simbolica alle primarie di centrosinistra di Chiara Ferrara, una ragazza autistica) e forse è la prima donna candidata sindaco a Roma in assoluto (> vai al profilo di Virginia Raggi) Alle comunarie hanno votato in 3.862 su circa 9.500 attivisti certificati (poco più di un terzo): secondo Marcello De Vito, anch’egli ex consigliere comunale e già candidato sindaco nel 2013, che ha ottenuto il 35%, pari a 1.347 voti.Staccati gli altri candidati: l’ex consigliere in Campidoglio Enrico Stefano (9,5%) e gli ex consiglieri municipali Paolo Ferrara (6%) e Teresa Zotta (4%).
Sul fronte delle primarie del centrosinistra dei Municipi, a parte Enzo Foschi, i candidati non sono ancora ufficiali. Le testate giornalistiche riferiscono:
MunicipioVII L’attuale Presidente Susana Fantino, SEL, potrebbe scontrarsi con il vincitore delle primarie: i nomi in ballo sono Valeria Vitrotti , Massimo De Simoni e Erica Battaglia.
MunicipioVIII L’attuale Presidente Andrea Cataraci, Sel, si scontrerà, alle elezioni, con il candidato unico del PD Enzo Foschi.
MunicipioXIII L’attuale Presidente Valentino Mancinelli non si ripresenterà e potrebbe candidarsi in Campidoglio. Alle primarie al momento, idue contendenti: Danilo Amelina (già coordinatore romano delle liste civiche per Marino e presidente del movimento politico-culturale ‘Un’altra Roma c’è’) e Roberto Fera, capogruppo consiliare del Pd.
Municipi, giro di boa per le primarie. E Sel mostra i muscoli By Claudio Bellumori – Nel VI Scipioni darà battaglia. Nel VII e VIII il duo Sel (Fantino-Catarci) non lascerà il campo di battaglia. Nel XIII previsto il duello Amelina-Fera. Dal Tuscolano spuntano i nomi di Vitrotti e De Simoni. Foschi (Pd) pronto per l’ex XI
Centrodestra: accantonata la candidatura Marchini come Sindaco della coalizione (Marchini correrà da solo con la sua lista civica) per l’opposizione di Fratelli d’Italia, i tre leader dei partiti – Berlusconi, Salvini, Meloni – hanno scelto come candidato sindaco della Capitale Guido Bertolaso, che in passato aveva goduto di una certa popolarità comne capo della Protezione Civile, prima di inciampare in una serie di guai giudiziari che ancora non sono risolti. D’altra parte il provvisorio codice etico di Fratelli d’Italia prevede l’esclusione solo dei condannati in primo grado (vedi articolo dello statuto sottostante) . Se poi la condanna avviene dopo l’elezione, come per l’unico consigliere FDI della Regione Lazio, si può sospendere il condannato dal partito mantenendolo però capogruppo …STATUTO FD’I ARTICOLO 7 Comitato Etico E’ costituito, in via transitoria e provvisoria, sino a quando l’Assemblea di cui all’articolo 4) non avrà approvato il definitivo Statuto, pure comprendente l’indicazione degli organi di direzione e di funzionamento del Movimento, e le relative modalità di elezione e di nomina, un Comitato Etico, costituito da tre componenti e presieduto da quello di essi di maggiore età, cui è affidato il compito di esaminare le candidature predisposte in forza di quanto previsto dall’articolo 5) che precede, al fine di validarne la compatibilità con le vigenti leggi, oltre che con l’esigenza del Movimento di proporre agli elettori esclusivamente candidati che, anche sotto il profilo della semplice opportunità, non possano essere sottoposti a fondate ragioni di censura, prevedendo in particolare l’esclusione dalle liste per coloro i quali abbiano subito una condanna, anche solo in primo grado, per reati infamanti. [Guido Bertolaso non ha condanne, nemmeno in primo grado, ma dovrebbero chiudersi dei procedimenti a suo carico nei prossimi mesi]
FORSE NON TUTTI SANNO CHE: (da wikipedia) Guido Bertolaso era responsabile della Protezione civile a cui era affidata la gestione dei fondi della costruzione delle Vele di Calatrava a Tor Vergata per il progetto della Città dello sport, a oggi rimaste incompiute. Il costo previsto per la realizzazione è di 60 milioni di euro, che diventano 120 milioni già all’atto dell’assegnazione dei lavori tramite gara d’appalto, vinta dalla Vianini Lavori del gruppo Caltagirone; la gestione dei fondi è affidata alla Protezione Civile di Guido Bertolaso, che chiama Angelo Balducci per la gestione dei capitali. Tra il 2006 e il 2007, pur non avanzando i lavori, i costi di costruzione raddoppiano, 240 milioni di euro. Alla fine i mondiali di nuoto non si disputano a Tor Vergata – la struttura non sarebbe stata completata in tempo – ma al Foro Italico. Le Vele restano incomplete e inutilizzabili, la cifra stimata per il completamento lavori è di 660 milioni di euro, 11 volte il prezzo iniziale
12 febbrao 2016 M5S: quale democrazia
Pubblichiamo il CODICE DI COMPORTAMENTO PER I CANDIDATI ED ELETTI DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI ROMA 2016, in cui, insieme a molti punti condivisibili, è inserita la controversa clausola che prevede che nel caso di violazioni dallo stesso … il candidato si impegna al versamento dell’importo di almeno 150mila euro”…Tra un PD romano con un presidente/commissario al comando e due candidati alle primarie che non esprimono alcun cambiamento (l’uno per 8 anni a fianco del Sindaco Rutelli, l’altro per 8 anni a fianco del Sindaco Veltroni), un centrodestra che con buona probabilità appoggerà un uomo-partito come l’imprenditore Marchini e un movimento che dovrebbe rappresentare il liberatorio attivismo civico e che assomiglia sempre di più a un Grande Fratello autoritario, il dibattito democratico nella Capitale si sta spegnendo, proprio quando la città ne avrebbe un sacrosanto bisogno. (di Anna Maria Bianchi) (> leggi tutto)
(8 febbraio 2016) Sembra che il suo moto oscillatorio tra sinistra e destra si sia definitivamente assestato a destra. Certo un bel triplo salto carpiato per chi tre anni fa pensava di partecipare alle primarie per la scelta del candidato sindaco del centro sinistra. L’altro ieri, 6 febbraio 2016, l’imprenditore prestato alla politica che conta di “riunire il centrodestra per vincere al primo turno” è riuscito a indicare una qualità di Salvini, leader della Lega Nord potenziale alleato della coalizione in suo sostegno, manifestando apprezzamento per la sua “autenticità”(*). A Berlusconi aveva già detto, nel settembre scorso alla convention di Forza Italia, «Berlusconi ha rotto la cultura dell’invidia introducendo un’innovazione nell’offerta politica. Non si dura venti anni se dietro non hai un popolo che ama e ti crede»(**). Chissà se con qualche ultriore apprezzamento per la Meloni riuscirà a superare anche le ostlità di Fratelli d’Italia, confermate nel nostro incontro del 4 febbraio?
Ma l’aspetto più curioso è che Marchini denuncia il “fallimento di chi ha governato Roma negli ultimi decenni” definendolo senza appello “un modello di gestione finito” e prefigurando, oltre le “due strade” per superarlo – “una che dice mandiamo tutti a casa, licenziamo tutti; l’altra che continua con le logiche clientelari”– una terza via d’uscita:” la politica deve contenere civismo, che la deve ossigenare»(**). Sarà interessante vedere come riuscirà a rendere compatibile il “civismo”, con gli accordi che prenderà – o ha già preso – con il centro destra, che rischiano di fargli imbarcare tanti politici che nell’amministrazione Alemanno hanno governato fino a poco tempo fa: dagli ex consiglieri di Forza Italia agli ex di Alleanza nazionale, soprattutto se alla fine anche Fratelli d’Italia entrasse nello schieramento . (AMBM)
Ma il più accreditato candidato per il centro destra è Alfio Marchini della lista omonima, anche se fino a oggi ha proceduto con moto decisamente ondivago: praticamente dalla fondazione del suo movimento/partito personale, l’imprenditore non ha mai voluto fornire indicazioni definitive sulla sua collocazione nel centro destra o nel centro sinistra. Scelta dovuta alla sua autoassegnazione a quell’area moderata in grado di prendere voti da entrambi i fronti e alla rivendicata natura “civica” della sua lista. Ma la sbandierata distanza dal sistema partitico è destinata a crollare non appena Marchini dovesse accettare ufficialmente l’appoggio di Forza Italia e di altri movimenti come “Cuori italiani” del senatore Andrea Augello (suo grande sostenitore, oggi del Gruppo Grandi Autonomie e Libertà, ma proveniente da Alleanza nazionale e popolo delle Libertà ed ex assessore in Regione con Storace) e imbarcare esponenti dei partiti del centro destra romano, magari provenienti dalle fila dell’amministrazione alemanniana.
Solo la cultura può salvare Roma dalla tristezza da Internazionaledel 17 gennaio 2016, articolo di Christian Raimo, giornalista e scrittore Soffocata dalle polveri sottili e dalla pioggia di guano degli uccelli, Roma si sta trasformando in una specie…
Senza Marino la decadenza di Roma non fa più notiziadi Furio Colombo 16 Gennaio 2016 Quando i media sono servi del potere vuol dire che la democrazia è ferita. Questa piccola testimonianza di un giornalista fuori dal coro che risponde a un lettore ci aiuta a comprendere quanto in Italia la ferita sia profonda. Il Fatto Quotidiano, 16 gennaio 2016