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Ponte Milvio: spunta una torretta grazie al Piano casa Polverini/Zingaretti

ponte milvio torretta piano casa 2

Foto ambm

inaugurazione "Gone" nel 2010, da Affari Italiani

inaugurazione “Gone” nel 2010, da Affari Italiani

A pochi passi da Ponte Milvio, a ridosso della vecchia osteria di Posta poi ampliata nell’attuale Casino Villa dei Cardinali su progetto del Valadier, in Via Flaminia 451, è cresciuta questa volutamente sbilenca   “torretta” di legno, vetro  e metallo. La costruzione, che ospiterà  un ristorante, è alta 9,50 metri e sostituisce  una parte del precedente cocktail bar, ma  con una sagoma decisamente differente, dato che il   volume che prima si estendeva in orizzontale adesso è in verticale, con un consistente aumento di cubatura. Il comitato Abitare Ponte Milvio aveva cominciato a  chiedere spiegazioni   già all’apertura del cantiere, nel maggio 2015,  ma fino a poche settimane fa non aveva ottenuto risposte, finchè  il Municipio ha  deciso di  verificare se il costruendo edificio avesse tutti i permessi,  a partire da quello della Sovrintendenza comunale. E, da quanto riportato dai giornali,  la Sovrintendenza   ha ammesso l’esistenza di vincoli, dato che  la costruzione sorge all’interno della fascia di rispetto dei 50 metri dalla vecchia osteria di Posta, ma ha dichiarato che trattandosi di una operazione attuata tramite il “Piano Casa” regionale, l’intervento è regolare (1)

ponte milvio torretta piano casa 1

foto ambm

Se questo fosse confermato, questa è la prova provata, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che il Piano Casa Zingaretti, per buona parte identico  al Piano Casa Polverini (2), bypassa ogni pianificazione urbanistica, ogni parere del Comune e del Municipio, e permette al privato  di fare un po’ come gli pare, aumentando cubature, cambiando destinazione d’uso  e aggirando molti vincoli esistenti. L’interesse pubblico  di tutto questo non è molto chiaro, a parte un generico rilancio dell’edilizia ancora tutto da dimostrare. Perchè non deve trarre  in inganno la dizione “Piano Casa”: in questo caso nessuno avrà nessuna casa. Il proprietario di un locale di somministrazione a  Ponte Milvio potrà   aumentare cubature, tavoli e clienti, in una zona già densissima di ristoranti e locali  con annessa devastante  movida, senza nessuna valutazione preventiva da parte  dell’amministrazione comunale e muncipale e – la cosa più grave – senza nessuna applicazione delle  tutele normalmente previste dalla Sovrintendenza.

Quando il Piano casa 2  di Zingaretti e Civita era in discussione al Consiglio regionale e si profilava la sciagurata ipotesi di una sua ulteriore proroga – quello della Polverini sarebbe scaduto il 31 gennaio 2015, quello di Zingaretti è stato rinnovato fino al gennaio 2017 –  noi di Carteinregola  avevamo  chiesto che almeno  fossero riaperti i termini per permettere al Comune  di  aumentare le  zone di pregio di Roma fuori dalla cinta muraria del centro storico dove impedire   l’applicazione  del Piano casa (3). Ma l’assessore Civita era stato irremovibile.

Così adesso  uno-cento-mille “piani casa” hanno cominciato a piombare  sulla città e continueranno a lungo, senza che nessuno possa più dire “bah”. E se qualche amministratore particolarmente sensibile a palazzi e aree storiche volesse provare a bloccare qualche progetto efferato,  il TAR darebbe inevitabilmente ragione al privato ricorrente.

Noi  terremo il conto degli edifici abbattuti e ricostruiti con premi di cubatura, degli uffici che diventano centri commerciali, dei cinema che diventano appartamenti.
Certo, non servirà a fermare gli effetti del Piano casa Polverini/Zingaretti, ma può comunque avere una sua utilità: informare  i cittadini  delle decisioni  che prendono  i politici a cui hanno dato il voto. Così che possano valutare in prima persona  quanto leggi simili  siano al servizio della collettività.

Anna Maria Bianchi Missaglia

POST SCRIPTUM: molti hanno deviato  il dibattito sul tema del “mi piace/ non mi piace” architettonicamente il manufatto. Ma si tratta di un campo che va oltre le intenzioni dell’articolo, che voleva solo rilevare  che quanto da noi paventato – il Piano casa che lascia le mani libere ai privati per interventi che in passato prevedevano procedure sottoposte a pareri e pianificazioni pubbliche – si stava puntualmente realizzando. Indipendentemente dal giudizio estetico, che come si sa, è sempre arbitrario…

Pubblichiamo in calce un commento di Paolo Salonia (4) presidente di Abitare Ponte Milvio, che smentisce la presa d’atto del (provvisorio) epilogo della situazione che gli è  stata attribuita da parte di alcune testate

Per osservazioni, repliche, precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

ponte milvio torretta piano casa 3NOTA SUL PROGETTISTA: il progetto è firmato dall’arch. Alessandro Ridolfi. O è un caso di omonimia o si tratta del vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Roma.

> vai al sito del comitato di quartiere Abitare Ponte Milvio

> Vai a Piano casa Polverini/Zingaretti – Cronologia e materiali
(1)in calce gli articoli  di Repubblica Roma e Roma Today dell’11 marzo 2016

(2) scarica il confronto con testo a fronte tra il piano casa del centro destyra guidato da Renata Polverini e quello del centro sinistra guidato da Nicola Zingaretti Piano casa – Legge Polverini testo a fronte pl 75 approvata zingaretti

(3) L’Assemblea Capitolina durante al consiliatura   Alemanno aveva già deliberato nel gennaio 2012, escludendo dal Piano Casa solo  il centro storico e  lasciando aperta l’applicazione del Piano a  interi quartieri storici di pregio scarica la delibera 152ª Proposta (Dec. G.C. del 28 dicembre 2011 n. 120)Disposizioni in ordine all’attuazione del Piano Casa della Regione Lazio, aisensi dell’art. 2 della Legge Regionale n. 21/2009, come modificata dalle Leggi Regionali nn. 10 e 12 del 2011 (approvata il 30 gennaio 2012)

(dalla delibera ) Limitazioni, specificazioni e/o esclusioni per gli interventi di cui al Capo II della L.R. n. 21/2009 e ss.mm.ii.

Gli interventi di cui al Capo II della L.R. n. 21/2009 e ss.mm.ii. non si applicano nelle aree esterne all’Insediamento Urbano e Storico individuato dal PTPR, in osservanza di quanto disposto all’art. 2, comma 4, della citata L.R., agli immobili ricadenti nella Città Storica nei Tessuti T1, T2, T3, T10 ed agli Edifici e Complessi Speciali.

Negli Spazi aperti della Città Storica sono consentiti esclusivamente gli interventi di cui all’art. 3 della citata L.R.

(4) in calce la risposta a Vignaclarablog di Paolo Salonia 

GLI ARTICOLI:

Repubblica 11 marzo 2016Roma, Ponte Milvio: ok della sovrintendenza al nuovo palazzettoIl via libera dopo le proteste dei residenti che avevano sollevato dei dubbi sulla liceità della costruzione
di LUCA MONACO

Tutto regolare: Ponte Milvio avrà il suo nuovo palazzetto in legno e vetro. Dopo l’ordinanza di sospensione in autotutela delle autorizzazioni a costruire firmata giorni fa dal municipio XV, è arrivato il parere positivo della sovrintendenza capitolina. L’ulteriore verifica era stata voluta dagli amministratori del parlamentino di zona a fronte delle proteste residenti, che avevano sollevato dubbi sulla liceità della costruzione in via Flaminia 451. L’edificio alto 9,50 metri e costruito in lamellato X-Lam (sul modello dei padiglioni dell’Expo di Milano) a ridosso della vecchia osteria di Posta poi ampliata nell’attuale Casino Villa dei Cardinali su progetto del Valadier, ha tutti i permessi del caso.

“Abbiamo già provveduto a revocare la sospensione dei lavori – afferma l’assessore municipale all’Urbanistica, Elisa Paris – la sovrintendenza comunale ha chiarito nero su bianco che trattandosi di una operazione attuata tramite il piano Casa, anche se la costruzione sorge all’interno della fascia di rispetto dei 50 metri dalla vecchia osteria di Posta, l’intervento è regolare. Quest’ultimo parere non era vincolante ma abbiamo deciso di richiederlo ugualmente proprio per fugare ogni dubbio”.
Soddisfatto il proprietario. “Come avevamo già detto ci siamo sempre mossi all’interno delle regole – sottolinea Pierpaolo M. – speriamo davvero che questa conferma metta a tacere ogni polemica”.

Presto il nuovo stabile ospiterà “un ristorante di livello” che sostituisce il precedente cocktail bar. “Sarà un luogo di richiamo per una clientela più esclusiva – aggiunge il titolare – e ciò non farà che innalzare la qualità dell’offerta commerciale
nella zona”. Ai rappresentanti del comitato di quartiere quel palazzetto in lamellato di 60 metri quadrati su tre livelli non piace. Non erano mancante infatti le proteste e gli esposti a tutti gli organi competenti. “Oggi però accogliamo con soddisfazione il parere della sovrintendenza capitolina – dice il portavoce del comitato “Abitare Ponte Milvio”, Paolo Salonia – adesso siamo sicuri che i lavori sono stati eseguiti nel pieno rispetto delle regole”.

Da Roma Today 11 marzo 2016 Ponte Milvio: la nuova torretta è regolare Il dispositivo del Piano Casa consente di derogare il PRG del Comune di Roma e i vincoli esistenti: nessuna demolizione dunque per i tre piani in legno e vetro di via Flaminia 451
di Sara Mechelli Redattore Roma

La struttura è infatti stata realizzata utilizzando il dispositivo del Piano Casa che consente di derogare il PRG del Comune di Roma andando quindi in deroga anche ai vincoli esistenti. Ipotesi demolizione dunque da scartare con buona pace di quei residenti, a definire la struttura un “scempio” nel cuore del quartiere, che adesso dovranno invece farci l’occhio.

“Sulla questione della ‘nuova’ torretta di Ponte Milvio c’è stato un errore a monte: la Commissione Trasparenza aveva chiesto la verifica di alcuni atti ma nessuno aveva precisato che si trattava di un Piano Casa, procedura che va in deroga ai vincoli esistenti” – ha spiegato a RomaToday l’Assessore ai Lavori Pubblici e Urbanistica del Municipio XV, Elisa Paris.

Da li quindi la lettera della Sovraintendenza che, ignara del Piano Casa, aveva evidenziato l’esistenza dei vincoli con il Municipio XV obbligato a sospendere i titoli in via di autotutela. 

“Un provvedimento – aggiunge Paris – che abbiamo dovuto adottare necessariamente visto il documento giunto in via Flaminia 872 da un Ente sovraordinato. Tuttavia con l’Ufficio Tecnico – ha tenuto a sottolineare l’Assessore – eravamo più che certi che non vi fosse alcun tipo di problema”.

Dunque, dissipati i dubbi e chiarito il fraintendimento, sulla nuova “torretta” di Ponte Milvio, almeno in merito a permessi e concessioni, cala il sipario: il lavori sulla struttura potranno riprendere a pieno regime. E chissà, una volta finita, che cosa ne penseranno i tanti esteti e critici della zona

risposta a Vignaclarablog di Paolo Salonia

L’epilogo, scontato, è alla fine celermente arrivato.
Non vi erano dubbi che la faccenda sarebbe finita in questo modo.
Ma sicuramente ci insegna molte cose.
Per esempio, su come, probabilmente, non si dovrebbe gestire la “cosa pubblica”.

Responsabilità procedurali dell’Ufficio Tecnico del Municipio, responsabilità politiche dell’Amministrazione.
Il primo, infatti, ha sostanzialmente dimostrato di avere avuto almeno alcuni dubbi sul suo stesso operato, considerando il repentino ricorso all’autotutela (mi si dirà “atto dovuto di normale amministrazione”).
La seconda continua a non svolgere il proprio “ruolo politico” con il coraggio di decisioni anche difficili, di contro-tendenza, a rischio remunerativo in termini di consenso (mi si risponderà “non possiamo opporci alle norme e alle leggi vigenti, poi fioccherebbero i ricorsi al TAR).
E’ responsabilità politica, infatti, non avere ancora scandalosamente messo mano alla verifica delle percentuali di alcune tipologie di destinazioni d’uso (nella fattispecie, somministrazione di cibo e bevande) che, a noi normali cittadini, ci sembrano assolutamente e vistosamente prevalenti sulle altre poche superstiti.
E’ responsabilità politica non adottare queste misure di “contenimento” all’interno della Città Storica (articolo 10 della delibera 35/2010). Giusto?

E’ responsabilità politica, in questo caso anche dell’Ufficio Tecnico, non porsi il problema che su questa “nuova torretta” dovrà svettare una ennesima canna fumaria, considerando che la somministrazione di cibo e bevande presuppone l’esistenza di una cucina, a meno che gli avventori non si portino il “pacchettino” da casa, circostanza che sarebbe poco conforme ad un “…luogo di richiamo per una clientela più esclusiva….che farà innalzare la qualità dell’offerta commerciale nella zona …” (dalla dichiarazione del proprietario Pierpaolo M.).

Problema assai spinoso questo delle canne fumarie (a proposito del quale il Comitato Abitare Ponte Milvio ha depositato una diffida presso i diversi Organismi interessati), che andrà ad aggravare la già non invidiabile situazione dei poveri inquilini del palazzo accanto, quello con ingresso su via Bolsena.
Chissà che questi cittadini, evidentemente derubricati ad ultima categoria da parte dei responsabili dell’amministrazione che poco hanno tutelato i loro interessi, non intendano promuovere una sorta di class-action.

E ancora ci sarebbe da ragionare sul prevedibile aumento incontrollato e incontrastato del degrado che è “plasticamente” sotto gli occhi di tutti in quell’angolo di Paradiso in cui è stato ridotto quel primo tratto di via Flaminia Vecchia.
Temo, infatti che per quanto si tratterà di “ innalzare la qualità dell’offerta commerciale”, per di più richiamando “ una clientela più esclusiva”, sempre verrà prodotto un determinato quantitativo  di rifiuti di vario genere.
Proviamo ad immaginare quale sarà lo smaltimento di “qualità”?

Alla base di tutto c’è una logica – o meglio, una macanza di logica – assolutamente inaccettabile.
Quella stessa logica, quella latitanza, quella incertezza di posizione grazie alle quali ancora non è risolta, nonostante i periodici proclami, l’indecorosa vicenda dei due dehors sui quali ogni sera si continuano a svolgere attività private su spazi pubblici.

Tanto era necessario chiarire, soprattutto per quel “…accogliamo con soddisfazione il parere della sovrintendenza capitolina………adesso siamo sicuri che i lavori sono stati eseguiti nel pieno rispetto delle regole…”, un po’ frettolosamente uscito sul sito de laRepubblica, esito di una troppo rapida conversazione telefonica.

Non c’è infatti alcuna soddisfazione relativamente al parere della Sovrintendenza capitolina che, anche se probabilmente corretta sul piano formale, non tanto lo appare su quello dell’opportunità e dell’appropriatezza dell’intervento permesso in considerazione del contesto.
Nè, sinceramente, si può essere così definitivamente sicuri del pieno rispetto delle regole, perchè queste regole sono tante e molte devono essere ancora valutate (vedi canna fumaria, ad esempio).

Appunto, questo epilogo appare scontato, ma si tratta veramente di un epilogo?
Forse c’è ancora un certo numero di questioni sulle quali vigilare.
A quando una bella torre al centro della piazza di ponte Milvio?
Pensate che stupendo panorama da quella posizione!

Paolo Salonia

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