Trasparenza dei candidati, un articolo di Rizzo che necessita di precisazioni
Autore : Redazione
Pubblichiamo la precisazione delle associazioni che hanno promosso la campagna “Sai chi voti” (tra cui Carteinregola) riguardo l’articolo di Sergio Rizzo apparso sul Corriere della Sera del 25 maggio 2016
Sergio Rizzo, penna di punta del Corriere della Sera, ha pubblicato ieri 25 maggio un articolo dal titolo Quella trasparenza tradita da tutti*, in cui rilancia la battaglia per la trasparenza dei candidati portata avanti dal gruppo di associazioni che con Sai chi voti ha lanciato un appello ai candidati sindaco che concorrono alle amministrative di tutta Italia. Per i candidati trasparenti Sai chi voti ha messo a disposizione un sito dove devono inserire impegni e informazioni, comprese quelle che la legge prevede che siano rese pubbliche solo dopo l’elezione, ma che secondo le associazioni dovrebbero essere portate a conoscenza degli elettori prima, per garantire un voto più consapevole. Sai chi voti propone anche una petizione, già sottoscritta da quasi 20.000 cittadini: “La nostra campagna chiede un impegno volontario ai candidati, che vorremmo diventasse presto un obbligo già dalle prossime elezioni. Per questo ci rivolgiamo a tutte le forze politiche affinché approvino al più presto una legge che permetta agli elettori di conoscere chi aspira a governarli. Chiediamo che siano resi pubblici sul web il curriculum vitae, con competenze e incarichi ben evidenti, lo status penale e una dichiarazione sui potenziali conflitti d’interesse.
Agli eletti chiediamo inoltre che entro i primi 100 giorni dalla designazione della giunta introducano il metodo delle audizioni pubbliche per le nomine di competenza comunale ai vertici di società, enti o consorzi.”
Nell’articolo di Rizzo si dà ampio spazio alle carenze legislative e alle scarse iniziative dei partiti riguardo la trasparenza dei candidati, tuttavia non viene citata la campagna principale di Sai chi voti (curiosamente non viene citato neanche Sai chi voti) che coinvolge i singoli candidati , nè viene distinta chiaramente dal discorso su quanto dovrebbe essere reso obbligatorio per legge per partiti e candidati e non affidato al volontarismo delle associazioni.
Ma sopratutto nell’occhiello** (nell’articolo on line) e nel catenaccio** (nell’articolo sul cartaceo) è riportato un sunto completamente fuorviante – “Nessun candidato alle prossime elezioni si è impegnato a fare chiarezza su curriculum e possibili conflitti di interesse. Cade nel vuoto la proposta di cittadini e consumatori che chiedono uno scatto morale per chi vuole ricoprire ruoli politici o di interesse pubblico” – che unito alle dichiarazioni all’interno dell’articolo di Gustavo Ghidini, storico fondatore del Movimento consumatori – “Non soltanto nei programmi dei vari aspiranti sindaco non ho visto alcun accenno alla trasparenza delle candidature, se non in qualche caso generici riferimenti alla pulizia delle liste. Ma neppure nelle loro interviste e dichiarazioni pubbliche si è potuto scorgere un segno in questa direzione. Niente di niente» – induce a pensare che l’inziativa della associazioni sia stata un buco nell’acqua, mentre finora hanno aderito a Sai chi voti più di 80 aspiranti Sindaco: a Roma, considerando gli schieramenti più rilevanti, 4 candidati su 5. Le associazioni hanno quindi diffuso il comunicato in calce, che risponde anche a quei candidati che hanno giustamente rivendicato la loro adesione alla campagna***.
Ci auguriamo che il giornalista, sempre in prima linea nelle battaglie sulla trasparenza, approfondisca anche i materiali messi on line dai candidati su Sai chi voti, compresa la voce “Programma: Impegni in materia di anticorruzione e trasparenza” in cui ciascun aspirante Sindaco elenca le misure che intende attuare in caso di elezione. Saranno utili autorevoli testimonianze ” a futura memoria”.
Anna maria Bianchi Missaglia
Precisazione rispetto all’articolo di Corriere della Sera “Quell’appello alla trasparenza che la politica sta ignorando” di Sergio Rizzo del 25 maggio 2016
AMMINISTRATIVE 2016 – SAI CHI VOTI: SE I PARTITI NON ADERISCONO, SONO OLTRE 80 I CANDIDATI CHE LO HANNO FATTO
Il problema generato da errate dichiarazioni riportate all’interno del pezzo
Roma, 25/05/2016 – In merito all’articolo “Quell’appello alla trasparenza che la politica sta ignorando” a firma di Sergio Rizzo apparso in data 25 maggio 2016 in prima pagina del Corriere della Sera si intende precisare quanto segue: è vero che al momento non sono pervenute adesioni ufficiali da parte dei partiti a promuovere una legge sulle candidature, ma non è corretto – come dichiarato all’interno del pezzo – che non vi sono adesioni alla campagna da parte dei candidati sindaco (si veda l’occhiello: “Nessun candidato alle prossime elezioni si è impegnato a fare chiarezza su curriculum e possibili conflitti di interesse”).
In realtà ad oggi oltre 80 candidati dei diversi schieramenti in corsa nelle principali città hanno aderito alla campagna per la trasparenza nelle elezioni amministrative “Sai chi voti” (www.saichivoti.it). Evidenziamo come nelle principali città: Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna i principali contendenti hanno sottoscritto gli impegni della campagna. Spiace notare che, all’interno di un articolo così importante e che ancora una volta richiama all’importanza della trasparenza, vi siano dichiarazioni non vere e fuorvianti che possono essere immediatamente verificate sul sito della campagna “Sai chi voti” che ospita, tra l’altro, non solo le adesioni ma anche i documenti prodotti dai singoli candidati.
Riparte il futuro Transparency International Italia ActionAid Diritto di sapere Carteinregola Cittadinanzattiva Cittadini reattivi Openpolis
(la lettera è stata pubblicata su Il Corriere del 26 maggio, insieme a quella di Roberto Giachetti, con un commento di Rizzo***)
* Corriere della sera 25 maggio 2016 Quella trasparenza tradita da tutti Nessun candidato alle prossime elezioni si è impegnato a fare chiarezza su curriculum e possibili conflitti di interesse. Cade nel vuoto la proposta di cittadini e consumatori che chiedono uno scatto morale per chi vuole ricoprire ruoli politici o di interesse pubblico