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Patate bollenti – le risposte di Stefano Fassina (candidato Sindaco Sinistra x Roma)

Fassina foto da sitoLe risposte di Stefano Fassina, candidato Sindaco Sinistra x Roma

> vai alle 12 domande “Patate bollenti”

1) Progetti urbani precedenti

Roma deve dotarsi di nuove politiche pubbliche elaborate attraverso forme di partecipazione che coinvolgano i cittadini e le molte università presenti sul territorio. In questa prospettiva il progetto Roma 2025 e Roma Città Resiliente rappresentano delle opportunità che dovranno essere opportunamente valorizzate.

Per quanto riguarda lo Stadio della Roma a Tor di Valle riteniamo che sia da rilocalizzare, evitando che la sua costruzione si trasformi in una speculazione immobiliare, con oneri a carico dei cittadini. L’avvio del progetto del nuovo stadio utilizzando le procedure di una infausta legge dello Stato (a cui nessuna altra città ha finora fatto ricorso) è operazione inaccettabile per almeno tre motivi: a) costituisce un precedente a cui potranno far riferimento analoghe iniziative (con decisioni che il Comune può solo subire); b) investe un territorio (Tor di Valle) per la gran parte ancora libero condannando lo Stadio Olimpico a prospettive di abbandono; c) consente al privato, in cambio di urbanizzazioni comunque indispensabili per rendere agibile e accessibile il territorio (di sua proprietà) interessato, di realizzare circa un milione di metri cubi destinati ad attività direzionali che nulla hanno a che fare con le strutture sportive.

Il progetto della città della Scienza nella caserma di Via Guido Reni è in linea di principio positivo. Roma, al contrario di tutte le altri capitali europee, non ha una struttura culturale e divulgativa di questo genere. E viene incontro alla linea del “zero consumo del suolo”, andando a recuperare grandi strutture cittadine ormai dismesse. Dovrebbe essere funzionale alla realizzazione di un sistema museale scientifico romano che comprenda il realizzando acquario dell’EUR e l’osservatorio astronomico di Monte Mario. Il progetto potrebbe essere inoltre collegato e coordinato con il piano di valorizzazione e recupero dello stadio Flaminio e degli impianti sportivi già avanzata dalla Società Sportiva Lazio.

Per le ex rimesse ATAC si rimanda alla risposta alla domanda 6.

Nell’ambito della auspicata cura del ferro consideriamo prioritario il prolungamento della Metro B a Casal Monastero per raggiungere due quartieri densamente popolosi, degradati ed emarginati della capitale: San Basilio e Torraccia.

Per quanto riguarda i programmi integrati Print guardiamo con favore ad ogni forma di progettazione che porti attraverso forme di partecipazione degli agenti del territorio ad individuare soluzioni adeguate ma all’interno di una visione urbana che muova dalla centralità dell’interesse pubblico e dal principio zero consumo del suolo.

La pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali deve essere connessa con il rilancio del Parco archeologico dell’Appia Antica che è un bene dell’umanità che va dai Fori ad Ostia Antica, dal parco dell’Appia Antica a villa Borghese, dalle rive del Tevere alla foce, dal Litorale romano alla tenuta di Castelporziano.

(Piano Regolatore Generale)

Noi proponiamo lo stop al consumo del suolo. Occorre introdurre modifiche al piano regolatore al fine di annullare le previsioni di nuova edificazione (è ancora possibile trasformare circa 10.000 ettari, tra cui: Malagrotta, La Storta, Mistica, ecc.) e rivedere le norme (sulle centralità, ma non solo) cancellando in particolare quelle riguardanti i diritti edificatori e le compensazioni che hanno reso possibile insediamenti sparsi sull’intero territorio per diversi milioni di metri cubi.

Rispetto agli strumenti partecipativi per il PRG intendiamo rivedere il regolamento della Partecipazione alle scelte di trasformazione urbana a seguito di un ampio dibattito pubblico.
2) Olimpiadi

Ci impegniamo a far svolgere un referendum sulle Olimpiadi in merito alle quali è utile cominciare a discutere con qualche dato di realtà. Il miliardo e mezzo di euro a carico del Cio è soltanto un quarto delle risorse necessarie a realizzare i giochi, secondo le ultra ottimistiche previsioni del Comitato promotore. Gli altri 4 miliardi di euro sono a carico del Paese e della città ospitante. Con 4 miliardi di euro o almeno con parte di essi, Roma potrebbe da subito, non nel 2024, intervenire sulle drammatiche condizioni del trasporto pubblico locale e la riqualificazione delle periferie, l’emergenza casa e centri sportivi in ogni Municipio

3) Piano Urbano Parcheggi

Proponiamo di rielaborare completamente il Piano dei Parcheggi riorientandolo all’interno del nuovo Piano urbano della Mobilità Sostenibile orientato dalla “cura del ferro” e finalizzato a dimezzare il numero delle macchine in circolazione. Il nuovo Piano dovrà essere realizzato in modo totalmente trasparente e attraverso il metodo del dibattito pubblico coinvolgendo nelle scelte non solo le imprese ma anche le associazioni e i singoli cittadini. Nel far questo dovranno essere riconsiderate tutti parcheggi previsti per verificare se essi rispondono ai requisiti di legge e alla nuove politiche della mobilità.

4) Punti Verde Qualità.

I Punti Verde Qualità sono l’emblema di come una iniziativa nata con intenti condivisibili, dotare di servizi e rendere maggiormente fruibili le aree verdi abbandonate, in mano ad una politica dedica al compromesso con specifici interessi e una burocrazia permeabile e disorganizzata possano trasformarla in una occasione solo per affaristi senza scrupoli che rischiano di aggravare ulteriormente il bilancio del comune di Roma. Noi riteniamo che per ciascuna iniziativa sia necessario evidenziare tutte le responsabilità dentro e fuori il comune di Roma evitando ogni forma di sanatoria. Si deve peraltro verificare se per ciascuno nei Punti verdi Qualità ci siano le basi per rilanciarle dopo averle dotate di: obiettivi chiari, modalità di affidamento e gestione trasparenti e monitorate, nonché limiti temporali ben definiti. Le are devono restare saldamente in mano pubblica, limitando al massimo l’aggravio per il bilancio capitolino e facendo sì che questi punti diventino effettivamente un valore aggiunto per il territorio.

5) Piani di Zona.

Il nostro obiettivo è quello di risolvere le vergognose ingiustizie e le truffe dei Piani di Zona. Va innanzitutto costituita una commissione con il coinvolgimento dei residenti e dell’Acer, oltre che delle amministrazioni coinvolte. Vanno revocate le concessioni e riconosciuta la titolarità della proprietà degli appartamenti ai residenti. Insieme, vanno completate le opere di urbanizzazione. Infine, oltre al lavoro della magistratura, va fatta una commissione d’inchiesta sui Piani di Zona per mappare le irregolarità dell’amministrazione comunale e regionale e gli abusi compiuti dai consorzi, dalle banche erogatrici di mutui agli operatori, dai notai coinvolti.

6) Proprietà pubbliche.

Le riqualificazioni (che vanno accelerate ed estese) di beni pubblici – di proprietà comunale, statale e di altri enti – sono occasioni uniche ed irripetibili per incrementare i servizi e le dotazioni territoriali patrimoniali del comune, in particolare nel centro urbano o in zone ad alta densità abitativa. Il patrimonio indisponibile del Comune di Roma va riconosciuto quale Bene Comune in quanto funzionale all’esercizio dei diritti fondamentali della persona. In una fase di evidente crisi economica deve essere indirizzato prioritariamente al sostegno della collettività, al soddisfacimento dei bisogni essenziali, alla tutela e salvaguardia di interessi generali. La sua libera fruizione – specialmente se in zone periferiche della città – deve essere assegnata in concessione a quanti svolgano prevalentemente attività socio-culturali ed assistenziali rivolte al pubblico, spesso servizi altrimenti non disponibili che contribuiscono allo sviluppo della persona umana, rimuovendo quegli ostacoli che, di fatto, impediscono la libertà e l’uguaglianza in adempimento di quanto prevede l’art. 3 comma 2 della Costituzione Italiana. Per far questo occorre potenziare la struttura del Dipartimento Patrimonio con l’assegnazione di personale adeguato, garantendo allo stesso, altresì, il supporto del Comando di Polizia Municipale, così da garantire anche l’effettivo presidio dei beni ad oggi tornati nella disponibilità di Roma Capitale, nelle more del Nuovo Regolamento per le assegnazioni.

7) Poteri speciali. 

L’assenza di una strategia di risposta ai problemi della mobilità e le enormi carenze della macchina amministrativa del Comune di Roma hanno cercato negli anni passati di trovare una compensazione nel ricorso a poteri eccezionali e derogatori. E’ questo il presupposto per interventi arbitrari, meno trasparenti e in cui il riparto di responsabilità tra pubblico e privato, nonché tra amministrazione e politica diventa incerto. Per una politica della mobilità fatto di contrattazione con singoli interessi al di fuori di un quadro complessivo di pianificazione degli interventi. Le nuove politiche per la mobilità si fonderanno quindi essenzialmente su un rilancio e una profonda riorganizzazione dell’amministrazione ordinaria e non dal ricorso a poteri derogatori.

8) Per la tutela del verde urbano.

Ho già avuto modo di affermare che la cura del verde a Roma è una delle azioni principali per ripristinare il decoro a Roma. Il verde pubblico è uno dei principali beni comuni che la città più verde d’Europa trascura, maltratta e inesorabilmente lascia degradare. Si tratta di un patrimonio rilevante dal punto di vista economico, storico e paesaggistico che disegna luoghi e ambienti nei quali le generazioni si riconoscono. Le nostre ville storiche oltre ad essere tra le più belle d’Europa costituiscono un tratto identitario della città al pari di altri importanti beni architettonici e monumentali.   Sono favorevole a riprendere e valorizzare il lavoro già svolto sul nuovo regolamento e avviare in tempi rapidi la discussione nell’Assemblea Capitolina. L’urgenza di un regolamento è sotto gli occhi di tutti. Sono però altrettanto convinto che vada riorganizzato all’interno dell’amministrazione capitolina un efficiente servizio giardini che con la sua scuola per giardinieri era un vero fiore all’occhiello dell’amministrazione comunale degli anni 70’. E’ evidente che il sistema degli appalti, oltre a finire nelle indagini della magistratura, ha anche prodotto la devastazione e l’abbandono di cui tutti i cittadini romani sono testimoni. Nell’escludere senza ombra di dubbio affidamenti speculativi ai privati, sottolineo l’importanza di avere a disposizione al più presto strumenti, norme e competenze per proteggere, salvaguardare e rivitalizzare i nostri parchi e per tutelare l’immenso patrimonio presente nella nostra città. Non escludo inoltre la possibilità di incentivare anche con la raccolta benefica di fondi privati i progetti e le iniziative dei cittadini e delle associazioni che sotto la supervisione del comune sono indirizzate al recupero e alla manutenzione del verde in abbandono come già avviene anche in altre città europee.

9) Partecipazione dei cittadini

Occorre incentivare la sussidiarietà dei cittadini per affrontare i problemi dei territori, perché le istituzioni da sole non ce la fanno più a garantire risposte adeguate ai bisogni, per scarsità di personale e risorse. Il volontariato civico “latente” va promosso e organizzato in “Progetti di Partecipazione” (PdP) tra cittadini ed istituzioni di prossimità, rendendo semplice e certa la loro definizione, grazie anche alla figura di un Delegato alla Partecipazione da istituire in ogni Municipio. I promotori di PdP saranno semplici cittadini, studenti (tramite Istituti scolastici), associazioni senza scopo di lucro di utilità sociale, associazioni sportive, artistiche, di negozianti di singole vie, ecc. Occorre pubblicizzare la possibilità di presentare proposte di (PdP) per realizzare iniziative nuove o controllare il rispetto dei contratti di servizio (es. spazzatura strade). Per realizzare queste iniziative si devono individuare degli spazi per la partecipazione anche utilizzando le Scuole nelle ore pomeridiane oppure rendere disponibili – anche previo recupero collettivo – locali del patrimonio comunale. Si deve costituire l’Albo delle Associazioni con sede propria o operanti nel Municipio. Non solo un censimento, ma anche la costituzione di una rete di competenze sociali di prossimità, che possano interagire con i bisogni dei residenti e svilupparsi con progetti di gemellaggio con le parti meno centrali dei municipi o con quelli confinanti verso l’esterno della città. Si favoriranno le “Feste della Partecipazione”: ogni prima domenica di Ottobre (o altra data) tutte le associazioni del Municipio organizzeranno una festa in una piazza, con banchetti per distribuire materiale, facendo brevi interventi per farsi conoscere, in un contesto di animazione e creazione di nuovi contatti per ampliare la rete di collaborazioni e iniziative congiunte.

10) Procedure trasparenti

Per rendere il comune più trasparente è prioritario il rilascio di banche dati aperte, specie quelle relative ai processi in cui aumenta il rischio di corruzione: gli appalti, la concessione di beni e sussidi e le ispezioni. E’ anche necessario digitalizzare la gestione dei procedimenti, indispensabile per dare piena attuazione al monitoraggio dei tempi procedimentali, che va realizzato in tempo reale per garantire tempestivamente trasparenza degli esiti e eliminazione delle anomalie rilevate, nonché per garantire l’accesso dei cittadini alle informazioni sui procedimenti che li riguardano, attraverso strumenti informatici di tracciatura dell’avanzamento delle pratiche. E’ poi necessario adottare un Piano strategico per l’open data, i cui obiettivi, azioni, scadenze (intermedie e finali) e indicatori siano resi pubblici, assicurando la piena trasparenza anche degli stati di avanzamento. Il governo degli open data deve essere imperniato su un comitato misto di rappresentanti dell’amministrazione, delle imprese, delle associazioni e dei centri di ricerca. Occorre, inoltre, incentivare l’effettivo utilizzo delle informazioni rese disponibili attraverso un programma di iniziative quali “open data challenge” tematici (si sfidano gli utenti a suggerire utilizzi di open data e applicazioni per il riuso relativi a determinati settori di policy) e “monithon” (sessioni di monitoraggio civico basate sui dati rilasciati dalle amministrazioni).

11) Per una corretta gestione dei rifiuti urbani.

Da problema i rifiuti debbono e possono diventare una risorsa, in termini di impresa, occupazione, ambiente e pulizia urbana. Il ciclo dei rifiuti, fin dal piano regionale, va impostato in termini di economia circolare, con baricento sul riciclaggio e recupero delle materie, umide e secche, come indicato dall’Unione Europea. Sviluppare l’industria del riciclaggio comporta investire in innovazione, in occupazione (si calcolano almeno 1000 occupati in più) e in nuova imprenditorialità. Ciò comporta impegnare in città le grandi risorse economiche pagate per esportare in 8 regioni il 60% dei rifiuti dei romani. Il ciclo dei rifiuti di Roma va definitivamente liberato dal monopolio privato che ha provocato speculazioni, malgoverno, corruzione e costi sempre più alti e ingiustificabili per i cittadini e l’ambiente, e va dimensionato tenendo conto della dimensione di città metropolitana di Roma. La raccolta differenziata dovrà aumentare col sistema porta a porta ed essere semplice e premiante per i cittadini attraverso la riduzione della Tari. Va anche potenziata l’efficienza dei mezzi per la raccolta e lo spazzamento dal centro storico alle periferie, riorganizzati gli orari del servizio e superati i megaimpianti e quelli impattanti col territorio. E’ essenziale la capacità di indirizzo e di controllo del Comune e dei municipi. In questo quadro, l’azienda AMA, sulla base di un innovativo piano industriale, è chiamata a svolgere un ruolo strategico per la realizzazione dei distretti del riciclaggio. Superando incrostazioni e sottovalutazioni l’AMA dovrà essere un’azienda ad alta professionalità al servizio dei cittadini, una effettiva risorsa per l’economia cittadina e per l’ambiente. La natura pubblica dell’AMA va confermata. La partecipazione è essenziale e sarà possibile costruendo un nuovo rapporto tra l’azienda, i municipi e i cittadini. Il primo passo è il decentramento della gestione dei rifiuti a livello municipale: in una sede certa, sarà possibile per cittadini, municipi e azienda definire linee di programmazione e di controllo della raccolta e dello spazzamento. Il coinvolgimento diretto dei municipi e dei cittadini è una richiesta avanzata da numerose associazioni di cittadini che va accolta. Vanno immediatamente portate a soluzioni alcune urgenze come la bonifica dell’ex discarica di Malagrotta, l’area di Rocca Cencia e la chiusura dell’impianto TMB di AMA in via Salaria. La ricerca e l’educazione ambientale vanno considerate inseparabili dal ciclo dei rifiuti, così come va istituita una tariffa legata al servizio, alla produzione effettiva di rifiuti, al reddito e ai comportamenti virtuosi delle famiglie e delle attività economiche.

12) Per la tutela e il rilancio dei mercati rionali

Siamo contrari ad ogni forma di privatizzazione dei mercati rionali. Essi devono però essere profondamente riqualificati per superare lo stato di abbandono in cui versano la maggior parte di essi. Devono essere un punto di incontro nei quartieri anche nelle ore serali. Occorre quindi ampliare il loro orario di apertura e il ventaglio dei servizi offerti includendo la ristorazione e la somministrazione di cibo e bevande. Si devono mettere in condizione i banchi dei mercati di effettuare vendite on line e consegne a domicilio. E’ necessario anche rivedere profondamente il sistema di concessione dei posti attraverso bandi periodici che assicurino in modo trasparente che ogni banco disponibile sia veramente utilizzato da qualcuno e secondo le modalità previste.