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Non strade pedonalizzate ma isole ambientali

isole ambientali centro storico (paolo gelsomini)A MONTI COME ALTROVE NON STRADE PEDONALIZZATE MA ISOLE AMBIENTALI

 di Paolo Gelsomini*

Francamente non capiamo perché si continui a parlare di STRADE PEDONALIZZATE a Monti come altrove e non si progetti il centro storico come un insieme concertato di ISOLE AMBIENTALI.
L’attuale amministrazione capitolina continua a trattare con leggerezza i complessi problemi della mobilità. E’ stato affermato che a Monti si pedonalizzerà prima via Urbana, poi a seguire via Leonina, via Madonna dei Monti e via Panisperna. E’ stato affermato senza cognizione di causa che si vuole fare di Monti il primo rione “car free”.
Peccato che le cose siano un po’ più complesse. Occorrerebbe solo studiare di più ed andare a vedere come hanno risolto questi problemi in Paesi come la Germania, l’Inghilterra, la Danimarca e molti altri ancora dove la progettazione della mobilità dolce è una questione seria.
Anche il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) di Roma Capitale prevede l’istituzione di ISOLE AMBIENTALI a partire dal centro storico e con la progressiva estensione negli altri quartieri della città.
Le ISOLE AMBIENTALI, la cui realizzazione in Italia è resa possibile dalla modifica del Codice della Strada, sono aree concepite e realizzate a misura delle utenze deboli (ciclisti e pedoni), nelle quali verranno adottate particolari politiche: limiti di velocità, divieti, sensi unici, regolamentazione della sosta, miglioramento dei trasporti pubblici e opere di arredo, differenziazione dei livelli e delle pavimentazioni, arredi, illuminazioni efficaci. Esse rientrano tra gli obiettivi di riqualificazione urbana dei quartieri e la loro realizzazione si attua attraverso interventi che interessano l’intera rete stradale di quartiere
Le maglie della “rete principale urbana” racchiudono nel loro interno zone denominate “ISOLE AMBIENTALI”, composte esclusivamente da strade locali; in queste zone gli interventi sono finalizzati al recupero della vivibilità degli spazi urbani.
Si prevede per le ISOLE AMBIENTALI la loro organizzazione in “Zone 30” (ossia con limitazione delle velocità veicolari a 30 km/h) e con sensi unici di tipo contrapposto (atti a deviare i movimenti di transito diametrale delle isole medesime sulla viabilità principale perimetrale).
All’interno di ciascuna maglia della rete principale si assegna, agli ambiti costituiti esclusivamente da strade locali, la denominazione di “ISOLE AMBIENTALI” quando si intenda riqualificare e valorizzare il soddisfacimento delle esigenze del traffico pedonale e della sosta veicolare a prevalente vantaggio dei residenti e degli operatori in zona: esse sono infatti caratterizzate dalla la precedenza generalizzata per i pedoni rispetto a veicoli e da un limite di velocità per i veicoli pari a 30 km/h.
Gli interventi per una riqualificazione urbana della rete locale devono essere quindi indirizzati a moderare la preminenza dell’automobile, a “tranquillizzare” il traffico e alla pacifica convivenza di autoveicoli, biciclette e pedoni. È necessario recuperare lo spazio strada e ridistribuirlo più equamente fra tutti i suoi utilizzatori, che hanno pari diritti.
Nelle isole ambientali, come indicato dalle direttive, deve essere impedito l’effetto bypass al traffico veicolare e deve essere organizzato un sistema circolatorio secondo il quale i veicoli escono in prossimità a dove sono entrati. L’effetto by-pass deve essere consentito alle biciclette.
Come si vede non basta mettere un cartello stradale e riversare il traffico da qualche altra parte, ma si tratta di progettare delle vere e proprie unità urbanistiche all’interno di un sistema complesso e gerarchizzato della mobilità cittadina.

*Paolo Gelsomini  architetto. Ha insegnato materie di architettura ed urbanistica presso l’Istituto per geometri Valadier. Esercita la professione e si occupa in particolare di bioarchitettura  e di riqualificazioni urbane in collaborazione con altri studi. Ha fondato “Progetto Celio” nel 1994 che tuttora presiede; ha partecipato al Laboratorio urbanistico del primo Municipio; è tra i fondatori del Coordinamento Residenti Città Storica di cui è attualmente il segretario e di Carteinregola in cui collabora sui temi dell’urbanistica e della partecipazione; collabora attivamente con il gruppo C.a.l.m.a. sui temi della mobilità dell’area metropolitana romana.

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