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Istituzioni e Periferie, le occasioni perse e da non perdere

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foto AMBM

di Maurizio Geusa

Come noto, la legge di stabilità 2016 ha istituito il “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”. Gli esiti del successivo Bando sono di questi giorni. 120 proposte di cui 24 ammesse al finanziamento nella prima annualità. Diverse proposte presentate rispondendo ai criteri del Bando hanno evidenziato “capacità di innescare un processo di rivitalizzazione economica, sociale e culturale del contesto urbano di riferimento (1)
Infatti, come riconosciuto anche in sede INU (UrbanPromo Milano 10 novembre 2016),  è stato “Attivato un protagonismo sociale e la costruzione di nuove forme di gestione. Gli attuali processi di trasformazione urbana investono sempre più sul capitale umano puntando all’acquisizione di competenze, di capacità e di saperi che rendono i cittadini e le comunità protagonisti e parte attiva e collaborativa, non solo nella fase di proposta/decisione progettuale ma anche in quella di gestione e attivazione di energie imprenditoriali in settori innovativi.” (2)
Nel caso di Roma Capitale, l’intera vicenda delle scelte progettuali, per la partecipazione al bando, è stata gestita dai Dipartimenti dell’Urbanistica e delle Periferie con qualche timida richiesta ai Municipi. Ciascuno dei due Dipartimenti ha selezionato tra i progetti disponibili senza esprimere una visione strategica complessiva, senza un coinvolgimento dei cittadini,  se non altro del Terzo Settore,  come per altro indicato nella stessa legge istitutiva del Programma.
Carenza di visione strategica che si riscontra anche nella mancata utilizzazione della quota del 5% delle risorse dell’investimento per la “predisposizione di piani urbanistici, piani della mobilità e studi di fattibilità”.
Tali scelte appaiono come tampone di basso profilo utilizzato per il completamento di manutenzioni, incurie e in assenza di una visione strategica della città. Scelte che non sembrano imprimere azioni di rilancio e di promozione delle qualità ambientali, culturali, produttive e sociali presenti nei territori.
La lettura della Città rimane periferica e come tali restano le Periferie.
Ora si presenta un’occasione da non perdere.
I quartieri realizzati a Roma negli anni settanta come Corviale, Tor Bella Monaca, Laurentino, Vigne Nuove rappresentano rilevanti quote di patrimonio residenziale pubblico. A questa significativa dimensione del patrimonio pubblico le Amministrazioni pubbliche non sono state in grado di assicurare adeguati standard di gestione, manutenzione e sicurezza.
In altre parole si è prodotta una distanza culturale fra la Regione e i centri amministrativi di ATER e di Roma Capitale che ad oggi non colgono le specifiche esigenze e le peculiari potenzialità di questi quartieri.
A fronte e per reazione di questa distanza culturale con i centri amministrativi, si è sviluppata una rete di associazioni e presenze attive sul territorio che oggi rappresenta, oltre che una generica risorsa, il primo attore del processo rigenerazione urbana.
Esempio concreto – Il kilometro Verde di Corviale – Scade, infatti, nei prossimi giorni il bando di gara per l’affidamento dei Lavori di ristrutturazione edilizia con cambio d’uso dei locali non residenziali al 3°-4°-5° piano dell’edificio di CORVIALE promosso dall’ATER per € 7,6 ml.(3)
L’appalto verrà aggiudicato all’offerta economicamente più vantaggiosa dove gli elementi di miglioramento qualitativo valgono il 70% mentre il rimanente 30% è attribuito al prezzo offerto. Fra gli elementi tecnici di miglioramento qualitativo è indicato quello relativo Assistenza tecnica durante il periodo di esecuzione dei lavori per un valore massimo del 9%. In dettaglio, si chiede che, in coerenza con quanto previsto dai “Contratti di Quartiere” (4), la trasformazione del “piano libero” (5) si dovrà realizzare con la presenza degli attuali occupanti. E gli “occupanti”-  se sono anche utilizzatori finali –   dovrebbero  forse essere definiti “futuri assegnatari”.
A tale riguardo, l’ATER ha previsto un programma di turnazione all’interno dell’edificio che consente di realizzare i nuovi alloggi in più fasi successive, senza dover spostare altrove le famiglie, che si trasferiranno di volta in volta negli alloggi di turnazione per essere poi spostati definitivamente in quelli completati ed a loro assegnati.
Per l’attuazione di questo programma si renderà necessaria la massima collaborazione degli abitanti, che dovranno essere coinvolti attivamente in una “gestione partecipata di mobilità(6). Per questa ragione dovrà essere sviluppato un “Progetto Organizzativo” di supporto alla Direzione Lavori che preveda un’assistenza tecnica necessaria per dei periodi limitati di tempo (2 o 3 giorni) in coincidenza di ogni fase di turnazione (le turnazioni previste sono 13 per l’intera durata del cantiere (5 anni circa).
Per la valutazione si terrà conto della presenza di una struttura qualificata composta da almeno due professionisti con esperienza in pianificazione territoriale, processi partecipativi, comunicazione sociale, mediazione dei conflitti locali e accompagnamento dei cantieri  a fianco di Amministrazioni pubbliche e/o private, comprovata da curriculum; nonché della predisposizione di una relazione che illustri l’attività di supporto ad ATER, che si intende svolgere, consistente, ad esempio, in comunicazione e relazione tra le parti (ATER – impresa esecutrice – famiglie occupanti) e coordinamento delle operazioni di turnazione durante il periodo di esecuzione dei lavori, attraverso opportune tecniche di facilitazione e mediazione dei disagi sociali , prevedendo, tra l’altro, riunioni periodiche con gli abitanti al fine di contenere ed appianare i possibili disagi generati dal cantiere, fornire indicazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, distribuire materiale informativo e raccogliere segnalazioni di eventuali disagi e problemi”.

Da tutto quanto si perviene ad una duplice conclusione.

La prima conclusione riguarda il coinvolgimento degli abitanti che secondo il bando di gara dovrà essere compito di una “struttura qualificata composta da almeno due professionisti” in realtà sembra essere impraticabile. Infatti, per fare tutto quanto richiesto nel bando sono preventivati circa 3 giorni per 13 turnazioni quindi un totale di circa 40 giorni spalmati in 5 anni. Corrispondono ad un impegno medio della “struttura qualificata” per 8 giorni all’anno. Conclusione immaginabile, ma chi li ha visti ?

La seconda conclusione riguarda la frammistione fra servizi e lavori. La gara di appalto riguarda lavori e pertanto è improprio aver previsto fra gli elementi migliorativi anche la fornitura di servizi. La partecipazione e l’inclusione sociale sono elementi che caratterizzano la rigenerazione urbana. Forse l’argomento avrebbe meritato un affidamento separato da quello dei lavori.

Dunque da Corviale, sia pure con qualche incertezza, si appresta a partire una significativa stagione di rigenerazione urbana, ora il Kilometro verde del quarto piano da cui è stato tratto il film  “Scusate se Esisto”, ma presto a seguire anche l’attuazione del progetto vincitore del concorso internazionale “Rigenerare Corviale“.

Tutte occasioni importanti da non perdere per una riflessione sulla rigenerazione condivisa della città pubblica.

(Coordinamento periferie di Roma)

 

(1)  Decreto Presidenza del Consiglio dei Ministri 25 maggio 2016 “Bando per la presentazione di progetti per la predisposizione del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia”.

(2) “Progettaitalia: gli approcci per riqualificare le periferie d’italia” Relazione introduttiva “I progetti: un quadro sinottico”di Carlo Gasparrini, Giunta INU

(3) Lavori di ristrutturazione edilizia con cambio d’uso dei locali non residenziali al 3°-4°-5° piano relativo all’edificio ERP nel PdZ 61 CORVIALE di proprietà dell’ATER del Comune di Roma – Contratto di Quartiere II L. n. 21 del 08/02/2001 – CUP G81B16000080003 – CPV 45454000 – 4 Codice CIG ANAC 6648607C0D

(4) I Contratti di Quartiere sono programmi innovativi di recupero urbano che implicano un intervento coordinato di diverse amministrazioni (statali, regionali e comunali) finalizzato a incrementare i servizi infrastrutturali in quartieri degradati, a promuovere misure utili allo sviluppo locale, a incrementare l’occupazione e l’integrazione sociale. I Contratti di Quartiere sono caratterizzati in particolare dalla sperimentazione di misure di compatibilità ambientale e dalla partecipazione degli abitanti alla definizione degli obiettivi.

(5) Il corpo principale dell’edificio di Corviale si sviluppa su 11 livelli, dal più basso destinato a garage, il secondo a cantine poi 4 livelli di abitazioni. Il livello successivo, ovvero il quarto, è il cosidetto “piano libero” nel quale dovevano essere collocati servizi per la residenza, botteghe e sale condominiali. A questo seguono altri 4 livelli residenziali.

(6) All’impresa che si aggiudicherà i lavori viene richiesto di affiancare la Direzione lavori con almeno due professionisti con il compito di facilitare il trasferimento degli abitanti negli alloggi temporanei.

corviale progetto piano verde

http://www.tstudio.net/portfolio/km-verde-riqualificazione-iv-piano-del-corviale/?lang=it

 

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