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Residenti Città Storica: ecco perchè continuano ad aprire minimarket, paninerie e vinerie nelle strade del centro storico

 

vinerie centro storico

CI SONO DELIBERE COMUNALI CHE LO PERMETTONO E STIAMO CERCANDO DI CAMBIARLE INSIEME ALLE ALTRE ASSOCIAZIONI DELLA CITTA’ STORICA

di Paolo Gelsomini

La domanda frequente è: “ma come ha fatto ad aprire subito una vineria, una panineria, una friggitoria, un minimarket, al posto dell’officina del meccanico che ha chiuso?” Ed ancora: “Perché qui ha aperto un bar-ristorante a posto di un negozio di giocattoli?”

In effetti gran parte di questi cambiamenti che stanno sconvolgendo il centro storico avvengono in conformità alle norme vigenti. Ed allora andiamo a vedere che cosa dicono queste norme.

La delibera 36 del 2006 (1), modificata dalla successiva delibera 86 del 2009 (2), si occupa delle attività commerciali ed artigianali nel perimetro della Città Storica. Elenca una serie di attività tutelate tra cui alimentari fino a mq. 150 nelle zone di rispetto (nel primo municipio Celio, Monti, Ponte, Trastevere, Testaccio, Trevi, Parione, Regola, Campitelli, Sant’Eustachio, Borgo, Pigna, Colonna, Campo Marzio, Sant’Angelo) e fino a mq. 250, in forme di esercizio di vicinato nel restante territorio della Città Storica.

Altre attività tutelate sono quelle relative ai negozi di artigianato, ad esclusione delle attività di carrozzeria ed autofficina per la riparazione di auto, di gelaterie artigianali, laboratori di pizzeria a taglio, friggitorie e rosticcerie. Poi ci sono erboristerie, gallerie d’arte, librerie, antiquariato, cartolerie, giocattoli, fiori e piante, gioiellerie.

Qualora venga a cessare una delle attività tutelate, negli stessi locali è consentita l’attivazione esclusivamente di una o più delle medesime attività tutelate appartenente al medesimo settore alimentare o non alimentare, ma il vincolo decade se l’attività tutelata resta chiusa per più di cinque anni.

Nelle zone di rispetto e nelle zone omogenee (praticamente tutto il centro storico e buona parte della città storica come Borgo, San Lorenzo ecc.) sono consentiti trasferimenti di sede nei seguenti casi o con le seguenti modalità: nelle zone di rispetto e nelle zone omogenee del Municipio I, agli esercizi ubicati nell’ambito di ciascuna di esse, nonché agli esercizi provenienti dalle zone di rispetto del medesimo Municipio.

Nelle zone di rispetto e nelle zone omogenee non è consentita la trasformazione di pubblici esercizi caratterizzati per la predisposizione e la somministrazione di cibi della cucina tradizionale, in esercizi per la somministrazione di cibi della sola cucina straniera, con estensione di tale divieto anche alle nuove attivazioni, derivanti da trasferimenti effettuati nell’ambito di un medesimo Municipio.

Nelle zone di rispetto (vedi sopra) e nei Rioni Pigna, Colonna, Campo Marzio, Sant’Angelo, è vietata l’apertura di nuove attività di gelateria artigianale, di laboratori di pizzeria a taglio, rosticceria e friggitoria ad eccezione di quelle connesse all’utilizzo di spazi commerciali previsti dalla deliberazione del Consiglio Comunale n. 168/95.

In tutta la città storica sono dichiarate incompatibili con le esigenze di tutela dei valori ambientali e urbanistici, le attività aventi ad oggetto:

  1. a) commercio all’ingrosso con o senza deposito merci e show room adibiti all’esposizione e vendita b) depositi e magazzini non funzionalmente collegati con esercizi al dettaglio esistenti in zona;
  2. c) sale per videogiochi, biliardi ed altri giochi leciti;
  3. d) carrozzerie ed autofficine per la riparazione di auto;
  4. e) cooperative di consumo e spacci interni esercenti attività di vendita prospicienti la strada;
  5. f) sexy shop;
  6. g) hard e soft discount;
  7. h) attività di somministrazione nei circoli privati a livello stradale (tranne i circoli ed i centri sportivi).

Già dalla lettura di questi punti parziali della delibera 36/2006 modificata dalla del. 86/2009 si capisce quante siano le scappatoie per aprire in pieno centro storico negozi di somministrazione alimentare e bevande spacciati per attività di artigianato alimentare, e minimarket che passano come negozi di vicinato. Per non parlare di grandi spazi di associazioni culturali che utilizzano parte della superficie per somministrazione.

In questa maniera si concentrano nelle strette vie dei rioni del centro storico, attività di ritrovo aperte fino a notte inoltrata che attirano la movida e generano i fenomeni di alcolismo, di rumore e di turbativa dell’ordine pubblico che noi tutti lamentiamo.

Se poi andiamo a sbirciare tra gli articoli della del. 35/2010 (3)  (da non confondere con la del.35/2006 che tratta di postazioni su area pubblica e di mercati) che tratta unicamente delle attività di somministrazione, vediamo che la città è suddivisa in Ambiti e che negli Ambiti non è consentito il rilascio di licenze per nuove attività di somministrazione di alimenti e bevande nonché per il trasferimento di sede per attività ubicate al di fuori degli ambiti medesimi.

Alle attività di somministrazione dislocate negli Ambiti è consentito il trasferimento di sede unicamente all’interno dello stesso Ambito di appartenenza.In alcune vie o piazze, però, non è possibile nessun nuovo trasferimento all’interno dello stesso Ambito di appartenenza.Da notare che in questi luoghi i trasferimenti sono possibili solo se il passaggio avviene all’interno della stessa via o piazza.

Allora che fare? Da oltre due anni il consigliere comunale Orlando Corsetti del PD ha presentato una proposta di modifica della delibera 36/2006 (4), appoggiato dalla consigliera radicale del primo Municipio Nathalie Naim, tendente ad eliminare drasticamente la possibilità di nuove aperture di attività di tipo alimentare nelle zone di rispetto e nelle zone omogenee del Centro Storico e della Città Storica considerate ampiamente sature ed esposte a condizioni di squilibrio a causa proprio della netta prevalenza di questi tipi di attività commerciale che si aggiungono ai locali di somministrazione di cibi e bevande a spese di attività artigianali non alimentari, culturali ecc.

Questa proposta, che passò già all’esame dei Municipi quando al Campidoglio c’era il sindaco Marino, ha subito una battuta d’arresto con la caduta della Giunta ma è stata successivamente ripresa nei primi mesi dell’attuale Amministrazione e messa a confronto con la proposta pervenuta dalla Commissione Commercio del Comune presieduta da Andrea Coia del M5S.

Dopo un paio di incontri con i cittadini e le associazioni alla presenza di Coia e Corsetti, c’è stato un incontro tra una delegazione di cittadini rappresentanti di associazioni e l’Assessore comunale al Commercio Adriano Meloni con il suo staff tecnico ed amministrativo.

Dopo una serena ed esaustiva disamina dei punti oggetto della richiesta dei cittadini a sostegno della proposta di delibera Corsetti e dopo aver ascoltato anche i rappresentanti degli esercenti commerciali, l’assessore Meloni si è riservato di concludere e di presentare alla Giunta la sua proposta di bozza di modifica della delibera 36/86 successivamente modificata dalla delibera 86/2009

Paolo Gelasomini – Presidente Progetto Celio e segretario di Coord. Residenti Città Storica

(1) del-_cc_36-del-2006

(2) del-cc_86-del-2009

(3) Delibera_35 del 2010 consiglio_comunale

(4) TESTO DEFIN Corsetti PROP modifica del 36(1)

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