L’ex assessore Caudo alla Commissioni congiunte sul progetto Stadio della Roma del 2 ottobre 2014
Lo stadio e gli urbanisti ortodossi, artefici primi dell’illusione senza fondamento in cui sono precipitati i cinque stelle. Poi questi ci hanno messo del loro, non sanno come uscirne, balbettano risposte, forzano le situazioni, nascondono i numeri.
E gli urbanisti ortodossi che fanno, come commentano? Ripropongono il copione: l’area era inedificaabile (invece non è vero, il prg già oggi prevede circa 350 mila metri cubi); si costruisce troppo, una densità pazzesca per giustificare le opere pubbliche (ma anche questo non è vero l’indice di edificabilità del progetto era di 0,37 mq/mq, è il valore medio fissato dal Prg per le centralità); la speculazione fondiaria sull’area e il Comune è prono alle volontà dei privati (non è vero, rafforzare la direttrice tra l’Eur e Fiumicino è una scelta strategica contenuta nel programma di Marino quando dello stadio non c’era neanche l’ombra, quindi è il privato che collabora a realizzare una strategia pubblica), e infatti abbiamo lavorato per riportare gli uffici nelle Torri dell’Eur, fare dell’Eur la piattaforma congressuale del Paese, non solo di Roma, riqualificare l’ex fiera..tutti nella direttrice tra il centro di Roma e l’aeroporto,..e potrei continuare.
Ma tanto è inutile come il Film Memento, si ricominciai da capo.
Diversamente dovrebbero ammettere, ma non lo faranno mai che la delibera 132/2014 oltre a tutti gli altri aspetti è un esempio di applicazione di un principio di sinistra: redistribuzione della rendita dal capitale privato al patrimonio pubblico, ottenuto solo con il rigore delle regole, dei comportamenti e con l’applicazione (per la prima volta), di norme del Comune spesso disattese proprio dagli stesi protagonisti che oggi si vedono arrivare questo regalo.
Tacciono gli urbanisti ortodossi, tacciono i paladini del paesaggio, del consumo di suolo, dei beni comuni: nessun appello, nessuna raccolta di firme o sollevazione contro questo progetto, questo si devastante ora che è ricondotto alla prassi romana: i profitti ai privati i debiti al pubblico. Non vedo articoli su Il Fatto, su il Corriere edizione nazionale di quei saggi dalla penna facile scendere in campo per evitare questo scempio, come invece si premurarono a fare con il precedente, spesso senza neanche aver visto le carte ma riproponendo illusioni prive di fondamento alimentate in spregio della verità.
Ricordate l’esondazione? Pagina di giornali sul rischio R3…no R4..tutto finito perché era tutto strumentale.
Come si fa ad essere ancora credibili, autorevoli se ora si tace?
A distanza di tempo ripropongo il post che pubblicai il 25 Giugno del 2016, ormai un anno fa, era già tutto scritto lì.