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#MobilitiamoRoma: il referendum dei Radicali

referendum radicali atac locandinaPubblichiamo vari materiali sul referendum #MobilitiamoRoma lanciato da Radicali Italiani, che stanno raccogliendo le firme per chiedere che i vari settori del  trasporto pubblico della Capitale siano  affidati  a imprese private tramite gara pubblica, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi attraverso la concorrenza e di restituire all’Amministrazione il ruolo  di controllore del rispetto dei contratti.

Carteinregola apre uno spazio di dibattito per permettere ai cittadini di farsi un’opinione e decidere se sostenere il referendum.

Sotto il quesito i materiali informativi dei  promotori e in calce le obiezioni di Riccardo Agostini, consigliere regionale MDP Articolo1 (publicheremo man mano argomentazioni su entrambi i fronti)

IL QUESITO REFERENDARIO

«Volete voi che, a decorrere dal 3 dicembre 2019, Roma Capitale affidi tutti i servizi relativi al trasporto pubblico locale di superficie e sotterraneo ovvero su gomma e su rotaia mediante gare pubbliche, anche a una pluralità di gestori e garantendo forme di concorrenza comparativa, prevedendo clausole sociali per la salvaguardia e la ri- collocazione dei lavoratori nella fase di ristrutturazione del servizio?»

dal  sito http://mobilitiamoroma.it

PERCHÉ IL REFERENDUM

Il vero bene comune non è l’ATAC, ma il servizio offerto ai cittadini!

A Roma il trasporto pubblico locale non funziona! Dal 2006 al 2015 l’offerta complessiva di trasporto pubblico locale è diminuita di 13 milioni di vetture-km, l’offerta di bus elettrici è stata ridotta dell’80% e l’offerta tranviaria è calata del 30%. La programmazione del trasporto di superficie non è stata mai rispettata, e quella del trasporto metropolitano quasi mai. C’è carenza di mezzi, l’età media del parco bus è ormai pari a 10 anni e quella dei tram è pari a 32 anni, mentre la mancata manutenzione delle metropolitane provoca continui ritardi e guasti. La percezione della qualità del servizio da parte dei romani va costantemente e vertiginosamente peggiorando.

L’ATAC è stata usata da tutte le amministrazioni di destra e di sinistra come bacino clientelare per ottenere voti. Il risultato è un’azienda fallita che non offre al cittadino un servizio efficiente, che perde centinaia di milioni di euro l’anno, che ha accumulato un deficit di 1,1 miliardi di euro, totalizzando più della metà delle perdite del settore a livello nazionale, e che quindi non riesce a investire in mezzi nuovi. Il vero problema non è l’evasione sui biglietti, che anche se eliminata consentirebbe un recupero di appena 80 milioni, ma il conflitto di interessi tra il controllore (Roma Capitale) ed il controllato (ATAC, di proprietà esclusiva di Roma Capitale).

Per invertire la rotta occorre mettere a gara il servizio affidandolo a più soggetti, rompendo il monopolio e aprendo alla concorrenza. Le gare stimolano le imprese, pubbliche o private che siano, a comportarsi in modo virtuoso, e l’apertura alla concorrenza introdurrebbe anche forme più moderne e innovative di trasporto. Roma Capitale è ferma, così come il Paese, e ha bisogno di attrarre nuove realtà imprenditoriali che possano investire: contro i monopoli (sia pubblici che privati), ma anche contro le privatizzazioni agli amici degli amici: se non liberalizziamo ora il servizio la svendita di ATAC sarà l’unica “soluzione” che, nei prossimi anni, proporranno alla città.

Le personalità che hanno aderito
Referendum ATAC :comunicato stampa di Riccardo Agostini (Art.1. MDP)

PERCHE’ NO ALLA PRIVATIZZIAZIONE – RICCARDO AGOSTINI (segnalato da Domenico Fischetto)

Referendum Atac, Agostini (Art.1-MDP): “Come diceva Gasperino il carbonaro: Si me freghi qui, me freghi su tutto”
“Sul dibattito senza voci discordanti aperto intorno al referendum per la liberalizzazione di Atac occorre fare alcune precisazioni. Innanzitutto che l’Europa ha fissato per il 2019 il termine in cui i servizi pubblici devono essere liberalizzati. Non è un obbligo ma un termine che rende superfluo il ricorso al referendum.” Lo scrive sul suo profilo Facebook Riccardo Agostini, consigliere regionale di Articolo uno – Mdp.
“Nel merito: esiste un esempio di liberalizzazione del servizio a Roma? Si, è Roma Tpl, un privato che gestisce le linee periferiche della Capitale e per questo riceve contributi pubblici. Funziona il servizio? No, è il segmento che funziona peggio, gli autobus non passano, ci sono frequenti scioperi perchè i dipendenti da mesi non vengono pagati, nonostante Roma Tpl incassi i soldi pubblici regolarmente. Dunque il punto è leggermente più complesso di “l’autobus non passa=diamo tutto ai privati”. Privato non è sinonimo di efficienza, specialmente in un servizio che non è solo misurabile in termini economici ma anche in termini sociali. L’autobus che raggiunge angoli sperduti sarà probabilente antieconomico per un imprenditore, ma sarà vitale per le pur poche persone che ogni giorno lo utilizzano per andare al lavoro e tornare a casa. Questi elementi fondamentali – conclude Agostini  – sono assenti dal dibattito. E come diceva Gasperino il carbonaro: “Si tu me freghi qui, me freghi su tutto!”

 

infografica radicali referendum atac

 

 

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3 Responses to #MobilitiamoRoma: il referendum dei Radicali

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