Aspettando il Regolamento (urgente) del commercio nella città storica…
Autore : Redazione
Nuova delibera sul Regolamento del commercio nella città storica:
Aspettando la lenta delibera il Celio si riempie di nuovi locali food
di Paolo Gelsomini
La bozza per il nuovo Regolamento sulle attività commerciali e artigianali nel perimetro della Città Storica è stata approvata dalla Giunta comunale lo scorso 4 agosto (1). Ora il testo andrà ai Municipi per i pareri prima di approdare in Aula consiliare per l’approvazione definitiva.
Ricordiamo che la Città Storica è più estesa del centro Storico racchiuso entro le Mura Aureliane in quanto comprende anche parti del territorio comunale dell’espansione urbana otto-novecentesca che presentano un’identità storico-culturale.
Quando si parla di Zona Unesco invece, si intende quell’area dichiarata Patrimonio dell’Umanità che comprende, oltre il Centro Storico dentro le Mura Aureliane, anche la zona dei Borghi a ridosso delle Mura Leonine della Città del Vaticano e di San Paolo fuori le Mura.
La nuova delibera comunale sostituirà la n.36/2006 (2) e la n.86/2009 (3).
I cittadini con le loro associazioni hanno partecipato attivamente a tutte le fasi di revisione delle vecchie delibere ed alla scrittura della nuova e sono tuttora impegnati per essere presenti nei Municipi con la proposta di emendamenti prima di arrivare al voto finale in Campidoglio.
Sicuramente emendamenti ce ne vorranno perché troppi sono i punti che lasciano aperta nel centro storico la possibilità di aprire negozi di vicinato (come i minimarket), di laboratori artigianato alimentare (attività tutelata) con vendita al dettaglio di prodotti preparati in laboratorio, di piccole e medie strutture di vendita.
Infatti è permessa l’apertura in tutta la Città Storica di tipologie commerciali ed artigianali di vendita al dettaglio con superficie inferiore a 250 mq, e di medie strutture di vendita di esercizi commerciali con superficie fino a 2500 mq.
C’è poi da osservare che spesso i locali che hanno chiesto l’autorizzazione di aprire un’attività di vendita di prodotti al banco – dove si possono consumare anche sul posto su sgabelli e mensole e senza servizio al tavolo – si trasformano rapidamente in piccoli ristoranti con tanto di sedie, tavoli, tovaglie e posate, contravvenendo così alla normativa in vigore della delibera 35/2010 (4) che consente l’apertura di bar e ristoranti (locali di somministrazione) negli ambiti del centro storico solo tramite un passaggio di licenza all’interno dello stesso ambito (per esempio all’interno dello stesso Rione Celio). Se andiamo in giro per il Celio e per tutto il centro storico possiamo notare questo fenomeno in barba alla legge ed alle norme di una leale concorrenza.
Inoltre c’è il problema delle false gallerie d’arte e delle false librerie che possono diventare dei veri e propri bar con musica e addirittura tavoli e sedie, trincerandosi dietro l’alibi dell’arte (quattro quadri alle pareti) e dei libri (due scaffaletti con qualche libro) per svolgere quella che diventa di fatto l’attività principale, cioè la somministrazione di cibi e bevande. Sono tutti punti delicati che stiamo cercando di sanare.
C’è nel regolamento la novità positiva del divieto ad aprire per tre anni nelle aree del sito Unesco “nuove attività di vendita al dettaglio di generi appartenenti al settore alimentare in forma di esercizio di vicinato e l’apertura di nuove attività artigianali della tipologia alimentare”. Poi, lo stesso art.14 aggiunge: “I dati inerenti agli indici di saturazione riferiti ai singoli Rioni che ricadono nell’area del sito Unesco saranno soggetti a revisione biennale in relazione agli eventuali mutamenti degli indici stessi”. E dopo tre anni il blocco potrà continuare o essere revocato in base agli indici di saturazione.
Nel frattempo però, al Celio come altrove, tutti si affrettano ad aprire prima del blocco triennale.
(1) La bozza del regolamento sottoposta a Municipi e Commissioni, non è stata pubblicata sul sito istituzionale, probabilmente in quanto è una “Decisione di Giunta”, che come le altre viene portata alla conoscenza dei cittadini se non dopo l’approvazione definitiva (Carteinregola da anni si batte perchè anche Roma Capitale si doti di Open Municipio che prevede la pubblicazione delle decisioni prima dell’pprovazione definitiva. I consiglieri M5S nel 2014 avevano chiesto l’adozione di Open Municipio con una mozione, ed ora che potrebbero intordurlo, l’hanno archiviato)
(2) del-_cc_36-del-2006
(3) Delibera cc_86_09
(4) Delibera Delibera_35 del 2010 consiglio_comunale