Stadio della Roma, seconda stagione – riassunto delle puntate precedenti
Autore : Redazione
Fin dal 2012, la AS Roma aveva presentato al Sindaco Gianni Alemanno il progetto per la realizzazione dello Stadio a Tor di Valle, in un’ansa del Tevere a sud ovest della città, dove esiste l’omonimo ippodromo da tempo abbandonato, su terreni acquistati dall’imprenditore Luca Parnasi. In seguito all’approvazione di tre commi (art. 1 commi 303-304-305) inseriti nella legge 147 del 2013, “di stabilità”, che consentono a privati di avanzare all’amministrazione progetti per realizzare nuovi complessi sportivi, il Presidente della Roma, James Pallotta, avanza il progetto per il nuovo stadio, che dovrebbe essere realizzato da Eurnova, la società immobiliare di Luca Parnasi.
La proposta viene presentata il 26 marzo 2014 in Campidoglio dal Sindaco Marino e dallo stesso Pallotta: il 29 maggio Eurnova consegna lo studio di fattibilità. Il progetto, che viene sottoposto dal Comune alla conferenza dei servizi preliminare, prevede una zona “A” , con il mix funzionale dei nuovi grandi impianti sportivi (oltre allo stadio da 52.500 posti espandibili fino a 60mila, la sede della Roma AS, un centro tecnico per gli allenamenti, un maxistore Nike, un “Roma village” con 245 negozi, boutique, ristoranti; uno spazio per eventi con un monitor a 360 gradi) e una zona “B”, chiamata “Business park”, costituita da tre grattacieli ed edifici ecosostenibili (Leed gold) destinati a direzionale, ricettivo, commerciale (ma non appartamenti, esplicitamente esclusi dai commi) tra la Via Ostiense/Via del Mare e lo Stadio. L’area destinata allo stadio (49.000mq) costituisce il 14% della sola parte edificata (354.000mq). Moltiplicando i 305.000mq di SUL (la superficie totale edificata meno l’area dello stadio) per l’altezza convenzionale di calcolo delle cubature pari a 3,20m, si ottiene un totale di 976.000 mc; tali cubature sono inserite per “compensare” i costi dei privati per le infrastrutture e le opere di pubblica utilità che il Comune – Sindaco Ignazio Marino e Assessore all’urbanistica Giovanni Caudo – ha posto come condizione per conferire l’interesse pubblico all’operazione, che viene poi approvato con la Deliberazione n.132 approvata dall’Assemblea Capitolina il 22 dicembre 2014.
Le opere private per lo stadio e il business park ammontano a 1,211 miliardi (di cui 211 milioni per spese tecniche e di progettazione), quelle per le infrastrutture a 445,1 milioni (57,1 milioni per la progettazione) suddivise in opere a compensazione (asse di collegamento Ostiense-A91, ponte carrabile sul Tevere e viadotto di approccio, svincolo autostradale Roma-Fiumicino, riunificazione e messa in sicurezza Ostiense, ponte ciclopedonale Magliana, stazione Tor di Valle con ponte, metro B e messa in sicurezza del fosso di Vallerano) per 266 milioni; opere a standard (parcheggi a raso, multipiano, circolazione interna, passerella pedonale, verde pubblico e sistema smaltimento acque idrovore) per 154 milioni; opere da realizzare con contributo di costo di costruzione (parco fluviale Ovest, pontile Est-pontile Ovest, intervento su via dei Dasti, videosorveglianza) per 23,8 milioni. Il totale dell’operazione è di 1,656 miliardi, completamente a carico dei privati. La progettazione viene affidata dai proponenti a Dan Meis, Daniel Libeskind e Andreas Kipar. L’area comprenderebbe 63 ettari di verde pubblico (il secondo polmone di Roma dopo Villa Pamphili,) con 9mila alberi piantati e 11 km di piste ciclabili*. I 49.000mq del comparto sportivo [successivamente divenuti 52.500mq in sede di progettazione definitiva a discapito del Business Park] sono in linea con quanto consentito dal PRG vigente. Moltiplicando, infatti, l’indice di Edificabilità Territoriale pari a 0,09mq/mq per la Superficie Territoriale (cioè l’area ex-ippodromo di proprietà Eurnova) pari a 547.015mq si ottiene esattamente 49.000mq di SUL.
Gli elaborati del progetto definitivo vengono consegnati una prima volta dalla società Eurnova al Comune e trasmessi dal Comune alla Regione Lazio nell’estate 2015, con la segnalazione “delle carenze progettuali rilevate dagli Uffici comunali”; la Regione invita il proponente a completare e perfezionare il progetto definitivo, che sarà presentato solo il 30 maggio 2016, poco prima delle ultime elezioni comunali.
Nel giugno 2016 diventa Sindaca Virginia Raggi, che, insieme agli altri consiglieri M5S, dai banchi dell’opposizione aveva duramente contrastato il progetto dello Stadio, così come l’urbanista Paolo Berdini, diventato assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici. Dopo l’insediamento della nuova Giunta, la Delibera non viene ritirata, ma il Comune trasmette gli elaborati del progetto definitivo alla Regione Lazio, accompagnati da una nota in cui si evidenziano ancora criticità e carenze progettuali e .
Il 3 novembre la Regione apre la Conferenza dei Servizi decisoria: mentre si susseguono le riunioni istituzionali con i rappresentanti dei soggetti pubblici coinvolti (Stato, Regione, Comune e vari enti e uffici), alla presenza e dei cittadini e delle associazioni che ne hanno fatto richiesta, i vertici capitolini incontrano più volte i rappresentanti di Roma AS e Eurnova, mentre si susseguono indiscrezioni giornalistiche e dichiarazioni ufficiali, sul fatto che il Comune intenda modificare il progetto, restringendolo allo Stadio e ai suoi annessi. Sarebbro quindi mantenute solo le cubature che rientrano nel PRG, e tagliate le Torri di uffici e gli spazi commerciali che la precedente Giunta aveva previsto a compensazione di alcune opere e infrastrutture pubbliche.
Il 31 gennaio si tiene la quinta seduta della Conferenza, che dovrebbe concludere il procedimento: il Comune chiede una proroga di 30 giorni, poi deposita, insieme a Roma Città Metropolitana, un parere unico “non favorevole”, che tuttavia lascia aperta la possibilità al proponente di modificare il progetto e consegnare ulteriori elaborati per “addivenire a un parere favorevole”. Intanto l’assessore Berdini, da sempre contrario all’operazione, si dimette, dopo un incidente diplomatico causato da alcune sue confidenze a un giornalista e viene sostituito da Luca Montuori. Intanto continuano le trattative del Comune con Eurnova, mentre il MoVimento si divide tra molti attivisti e alcuni consiglieri che vorrebbero il ritiro della Delibera della Giunta Marino e Beppe Grillo e i vertici che, probabilmente temendo l’impopolarità della rinuncia, premono per trovare una soluzione per portare avanti il progetto. Si apprende della richiesta della Soprintendenza di apporre un vincolo sull’Ippodromo e su una fascia di rispetto intorno all’impianto: se dovesse essere confermato, il progetto dovrebbe essere notevolmente ridimensionato. Beppe Grillo cala sulla Capitale, rilasciando una girandola di dichiarazioni piuttosto contrastanti, fino a ipotizzare che l’impianto possa essere spostato in un’altra zona di Roma. Poi, a sorpresa, il 24 febbraio 2017, dopo l’ennesimo incontro in Campidoglio tcon i rappresentanti di Eurnova e AS Roma, l’annuncio: lo Stadio a Tor di Valle si farà, ma con un drastico taglio delle cubature. Sul suo profilo Facebook Virginia Raggi titola #UnoStadioFattoBene spiegando che le tre torri sono state eliminate e che la parte relativa al Business Park è addirittura il 60% in meno, vantando misure costruttive “green”, già annunciate da Beppe Grillo. Il 3 marzo si riunisce la Conferenza dei servizi decisoria in Regione, in quella che dovrebbe essere la riunione di chiusura del procedimento; la richiesta del proponente Eurnova di un’altra sospensione, appoggiata da una lettera della Sindaca, che comunica l’intenzione di modificare il progetto scaturito dall’accordo con il proponente, viene respinta. Vengono depositati i pareri unici di Stato (parere favorevole con prescrizioni) e Regione Lazio (parere contrario), ma, vista la complessità “sia in presenza di atti d’assenso che di dissenso” del procedimento, si assegnano altri 30 giorni “per la redazione dell’atto finale di conclusione del procedimento”.
Rendering del nuovo progetto dello Stadio della Roma (febbraio 2017)
Il 6 giugno la Giunta Raggi approva una Proposta di delibera che conferisce il pubblico interesse al nuovo progetto, che l’8 e il 9 giugno viene sottoposta al parere delle 5 Commissioni – solo il 9 giugno viene pubblicato il progetto in quetsione , che viene denominato ““Conferma di dichiarazione del pubblico interesse alla Proposta di realizzazione del Nuovo Stadio a Tor di Valle di cui alla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina 32/2014 [Delibera Marino/Caudo] adeguata al mutato quadro delle condizioni ed obiettivi prioritari indicati nella Delibera di Giunta Capitolina [Raggi/Montuori] 48/2017“-. Sempre il 9 e l’ 11 giugno – domenica – la delibera viene sottoposta a uno solo dei due Municipi interessati, il IX. Il 12 giugno alle 17 la Delibera entra in Aula Giulio esare e viene approvata dall’Assemblea Capitolina il 14 giugno.
Il 15 giugno la commissione regionale del MIBACT si esprime per l’archiviazione del vincolo all’Ippodromo con tre voti favorevoli e due contrari (Italia Nostra impugna l’archiviazione, ma ad oggi – 28 settembre 2017 – non se conosce ancora l’esito).
Il 15 giugno Eurnova consegna alla Direzione regionale Territorio Urbanistica e Mobilità della Regione gli elaborati del nuovo progetto denominato “Progetto allegato alle Osservazioni del proponente” (che saranno pubblicati sul sito della Regione solo il 4 agosto), con una nota in cui chiede che “la nuova soluzione progettuale venga esaminata epositivamente valutata da tutte le amministrazioni interessate in una nuova conferenza dei servizi decisoria“. Successivamente, nonostante il termine fissato scadesse il 15 giugno, Eurnova deposita ulteriori elaborati integrativi del “progetto adeguato” (il 22 giugno, il 28 giugno e il 26 luglio) . La Direzione regionale il 22 giugno invia a tutti i soggetti unici che hanno partecipato alla Conferenza dei serivizi decisoriai nuovi elaborati forniti da Eurnova, chiedendo di valutare, nel termine di 45 giorni “la rispondenza alle prescrizioni indicate nei pareri depositati in conferenza dei servizi ai fini del superamento dei dissensi espressi“, ma anche “le ulteriori e diverse proposte progettuali, con riferimento alla D.A.C. 132/2014 di dichiarazione dell’interesse pubblico, tenendo conto anche delle modifiche progettuali determinate dalla revisione della D.A.C. 132/2014 con la DAC 32 del 14.6.2017″ e anche, sorprendentemente, diverificare “con specifico riferimento alle opere pubbliche e di interesse generale e alla loro contestuale esecuzione con quelle private, se la diversa formulazione proposta consenta la prosecuzione nell’ambito del medesimo procedimento ex L.147/2013″ .
A inizio agosto pervengono i “pareri” (in realtà valutazioni) dei soggetti unici che hanno partecipato alla Conferenza dei servizi decisoria. Sul prosieguo del procedimento non si esprimono, individuando nella Regione il soggetto competente. Sui nuovi elaborati progettuali Comune, Città metropolitana, Stato, la stessa Regione, continuano a rimarcare criticità: se qualcuna è stata superata dalla nuova versione del progetto, altre se ne aggiungono, in seguito alle modifiche apportate dalle richieste della Giunta Raggi, come la cancellazione del Ponte di Traiano previsto dal progetto Marino/Caudo per l’accesso dall’autostrada Roma Fiumicino, camcellazione bocciata dal Dipartimento dei Trasporti.
Dopo che il proponente, l’8 settembre, presenta ancora ulteriori elaborati dell’”adeguamento del progetto definitivo” la Regione Lazio convoca le amministrazioni coinvolte fissando la prima riunione di una nuova Conferenza dei Servizi decisoria per il 29 settembre.
Nel termine perentorio di 10 giorni le amministrazioni possono richiedere integrazioni documentali o chiarimenti. I lavori della Conferenza dei Servizi termineranno entro 90 giorni dalla data della prima riunione.
In pratica si è deciso di continuare ad operare all’interno dello stesso procedimento aperto per il progetto Marino/Caudo – bocciato la scorsa primavera – ma su un progetto nuovo e diverso, che però, ostinatamente, viene chiamato “adeguamento” del precedente. Come se le modifiche riguardassero solo le criticità del vecchio progetto segnalate dagli uffici, e non una precisa e diversa scelta politica della nuova maggioranza capitolina, che ha cambiato in corsa gli accordi con il privato, togliendo cubature private ma anche infrastrutture pubbliche.
Una scelta che lascia aperte varie questioni, non solo sulla procedura seguita, ma anche sulla fase partecipativa e sulle osservazioni della cittadinanza previste dalla legge. Oltre ai tanti interrogativi sull’interesse pubblico di un’operazione che non garantisce più tutte le infrastrutture necessarie alla sua sostenibilità e, soprattutto,una realizzazione delle opere pubbliche che vada di pari passo con l’edificazione di quelle private.
(28 settembre 2017 CONTINUA)
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
30 maggio 2012 Comunicato dell’INU sulla Legge stadi “Forti perplessità e preoccupazione” “...A fronte di un territorio in dissesto paesaggistico, geologico, sociale il provvedimento incoraggia, all’insegna di una «dichiarazione di pubblica utilità e di indifferibilità ed urgenza delle opere», la costruzione, intorno agli stadi, di zone residenziali e di servizi alberghieri e del terziario, il tutto velocizzando al massimo «le necessarie varianti urbanistiche e commerciali...».
Il plastico del nuovo stadio alla Casa della città dal 14 luglio 2014
4 luglio 2014 lo studio di fattibilità viene presentato alla Casa della Città dove resta esposto durante tutta l’estate. Nel progetto sono previste tre torri di uffici, alberghi e strutture commerciali come compensazione alle opere pubbliche necessarie allo stadio. Scarica lo studio fattibilità stadio luglio 2014
14 luglio 2014 L’Assessore Caudo, nel corso di un incontro per la presentazione della conferenza urbanistica municipale del IX Municipio, assicura che verranno richieste modifiche sopratutto dal punto di vista delle infrastrutture per la mobilità, dato che ritiene fortemente insufficiente la previsione del trasporto pubblico (a fronte di un eccessivo ricorso al mezzo privato) > Vai alla trascrizione della parte di intervento sullo stadio
agosto 2014 Si svolge la conferenza dei servizi sullo studio di fattibilità : viene presentata la variante richiesta dalla Regione Lazio a tutela dell’area protetta della Tenuta dei Massimi, l’area sarà collegata alla Roma-Fiumicino attraverso la rotatoria del Parco dei Medici
4 settembre 2014 Si conclude la conferenza dei srevizi preliminare sullo studio di fattivilità presentato dal proponente
4 settembre 2014 veine approvato il pubblico interesse dell’operazione con una Delibera dalla Giunta in cui vengono inserite le condizioni a cui è subordinato il progetto, tra cui la trasformazione della ferrovia Roma-Lido in metropolitana, l’unificazione e la messa in sicurezza della Via Ostiense/Via del Mare, lavori per il rischio esondazione del Arnone, un parco fluviale, il prolungamento di un ramo della metro B fino a Tor di Valle e altro. scarica la a Proposta Stadio Tor di Valle n.163 con relazione tecnica 4-9-2014
L’assessore Caudo illustra la Proposta all’Assemblea il 17 dicembre foto AMBM
Un momento dell’Assemblea del 20 marzo a cui ha partecipato l’assessore Caudo
31 marzo 2015 L’Assessore Caudo nel corso di un’Assemblea Pubblica annuncia che non è sicuro che il proponente intenda portare avanti l’operazione. Il Sindaco scrive al Presidente Pallotta, che gli risponde a stretto giro l’intenzione di consegnare i progetti entro il 15 giugno.
4 aprile 2015 In un’intervista al Corriere dello Sport il Sindaco Marino conferma di aver avuto rassicurazioni dal presidente giallorosso che il progetto sarà consegnato entro il 15 giugno
“Siamo quindi in attesa dei progetti definitivi sull’area di Tor di Valle. Attualmente si possono candidare tutte le aree possibili e se la Roma decidesse di cambiarla allora bisognerebbe rifare la procedura prevista dalla norma – prosegue Caudo – Nel caso in cui l’area fosse di proprietà del Comune bisogna fare un bando e comunque la Roma dovrebbe rinunciare al percorso fatto fino ad ora” leggi (FORZAROMA.INFO ) Stadio Roma, Caudo: “Nessuna richiesta per l’area di Tor Vergata“
15 giugno 2015 Il presidente della Roma James Pallotta presenta il progetto ‘Rigenerazione urbana Tor di Valle – Stadio della Roma’(protocollo Dipartimento PAU n. QI99548): contiene circa 800 elaborati dei quali 213 dedicati alle opere pubbliche di interesse generale. Viene riattivato il gruppo di lavoro inter assessorile – gia’ istituito per l’esame del progetto di fattibilita’ -. per verificare la coerenza fra il progetto presentato e le prescrizioni contenute nella delibera numero 132 approvata dalla Assemblea capitolina il 22 dicembre 2014. Secondo dichiarazioni dell’Assessore Caudodal 3 luglio sarà possibile vedere il progetto del nuovo stadio presso la casa della città (Via della Moletta 85)
giugno 2015 I consiglieri capitolini del gruppo M5S guidati da Daniele Frongia presentno un’interrogazione urgente a risposta scritta al sindaco Marino e all’assessore all’urbanistica Giovanni Caudo in merito alla delibera di pubblica utilità approvata dall’aula Giulia Cesare il 22 dicembre
24 giugno 2015: Il Sindaco Marino e l’Assessore Caudo presentano il progetto al ministro Graziano Delrio. Si riunisce il gruppo tecnico di lavoro interassessoriale, coordinato dall’Urbanistica, formato da sei assessoriche studia la documentazione per inviarla in Regione e con una relazione che metterà in evidenza eventuali carenze . L’assessore caudo rileva che manca la quantificazione dei costi delle opere pubbliche.(> leggi interv. Caudo Corriere dello sport)
Dal sito di Dan Meis http://www.meisstudio.com/roma-master-plan
Il modellino dello Stadio e del Business center esposto alla casa della Città dal 7 luglio 2015
20 luglio 2015 Dopo la disamina del gruppo tecnico inter assessorile, formato dai dirigenti apicali di sei assessorati.Il progetto defintiivo del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle viene trasmesso dal Comune all’esame della Regione Lazio per gli ulteriori adempimenti [previsti dalla lettera b) comma 304, art. 1 legge 147/2013],insieme a una nota che evidenzia “alcune carenze documentali segnalate dal gruppo di lavoro interdisciplinare di Roma Capitale“. Nella relazione consegnata alla Regione infatti si scrive che il progetto tiene conto delle prescrizioni dettate dalla Assemblea capitolina per il pubblico interesse ma tuttavia “ci sono «carenze» dovute a «una certa fretta nella fase finale». Allo stato attuale è chiaro in tutte le sue parti, lo stadio, il business district, il grande sistema ambientale che lo circonda e le infrastrutture per i collegamenti su ferro, stradali, ciclopedonali e di messa in sicurezza idraulica di Decima. Dei circa 90 ettari di superficie interessata, la metà è destinata a parco e aree verdi, l’11 per cento a edifici. Il gruppo interassessorile resterà attivo per tutto il tempo della durata dei lavori della Regione Lazio, per la disamina del progetto e delle integrazioni che verranno presentate nella relazione del Comune. Contemporaneamente sarà redatto lo schema di Convenzione urbanistica che, se la Regione approverà in via definitiva il progetto, dovrà essere portata all’approvazione dell’ Assemblea capitolina (la Convenzione regola gli obblighi reciproci tra Roma Capitale e il proponente, fissando i tempi e le fasi di attuazione che prevedono l’obbligo che le opere pubbliche siano realizzate contemporaneamente allo stadio) (> vai all’articolo del Corriere della sera da cui sono tratte le informazioni)-
5 agosto 2015 La Regione Lazio, con lettera protocollo n.399600, invita la proponente Eurnova a “perfezionare e completare il progetto definitivo di tutti gli interventi previsti, così come integrati e modficati ad esito della conferenza preliminare conclusasi in data 4/9/2014 ed in conformità con al Deliberazione dell’Assemblea Capitolina 132/2014”
22 settembre 2015 Parte L’Osservatorio sullo Stadio Tor di Valle, primo incontro alla Casa della Città con i cittadini e i rappresentanti di alcuni comitati di quartiere. Si comincia con il Parco Fluviale: l’architetto Andreas Kipar, paesaggista, racconta il suo progetto che interesserà un’area grande due volte quella di Villa Borghese. L‘osservatorio continuerà poi con un sopralluogo nell’area e all’Ippodromo il 22 ottobre e con una serie di incontri presso il Municipio (> Vai alla pagina del Dipartimento urbanistica con i materiali) (> vai al resconto su Urloweb)
15 ottobre 2015 La procura archivia l’indagine per la cubatura del progetto dello Stadio, aperta come atto dovuto dagli esposti M5S
1 novembre 2015: dopo la caduta della Giunta Marino il governo della città viene affidato a un Commissario, il prefetto Francesco Paolo Tronca.
26 maggio 2016 Data più volte per imminente, la consegna del progetto definitivo all’amministrazione da parte dei proponenti privati avviene solo a maggio, nel pieno della campagna elettorale.
5 giugno/19 giugno elezioni amministrative per il Comune e i Municipi di Roma: Virginia Raggi, M5S è il nuovo Sindaco e 12 Presidenti di Municipio su 14 sono Cinque Stelle, tra cui quelli dei Municipi interessati dall’intervento, il IX – Alessandra Tallarico – e l’XI – Silvio Patrizi.
Si scatenano polemiche tra Comune – ora a guida M5S – e Regione Lazio – a guida PD. Si veda lo scambio di dichiarazioni tra l’Assessore all’urbanistica di Roma Paolo Berdini e l’Assessore regionale Michele Civita:
6 settembre 2016 Gli uffici comunali mandano alla Regione una nota con tutte le criticità presenti nel progetto, riportate da un documentato articolo di Fernando Magliaro [Il tempo: “Il Comune fa melina sullo Stadio” (dal blog Athos o della limpidezza] > vedi post Lo Stadio delle cose
16 settembre 2016 Memoria di Giunta dell’Assessore Berdini sul progetto dello Stadio della Roma (le memoria non sono pubblicate sul sito di Roma Capitale) che a stare al documento pubblicato da Il tempo, risulterebbe prevedere che il Comune svolga tutte le attività necessarie all’approvazione del progetto dello Stadio, attività regolate da uno stringente cronoprogramma allegato alla Memoria che prevede che l’assemblea capitolina confermi il pubblico interesse della proposta progettuale e la prevista variante urbanistica, salvo che le osservazioni emerse nel corso della conferenza dei servizi non evidenzino criticità tali da modificarne i presupposti. Alla delibera, pubblicata da Il tempo, è allegato un cronoprogramma molto dettagliato.
da Il tempo 20 settembre 2016
5 ottobre 2016 la Regione Lazio [con nota prot. n. 0498615] trasmette alla Società proponente Euronova S.r.l., “le richieste di integrazioni, chiarimenti e contributi avanzate dalle Amministrazioni chiamate a partecipare alla CdS decisoria…individuando per la trasmissione degli stessi, il termine anteriore all’effettivo avvio della CdS, al fine di consentire una preliminare verifica circa l’esaustività di quanto trasmesso”
alla Conferenza di servizi sullo Stadio della Roma partecipano: il Presidente della conferenza, Manuela Manetti Direttore regionale Territorio, Urbanistica e mobilità e i Responsabili Unici delle amministrazioni che, nello specifico sono: per la Regione Lazio Demetrio Carini, Carlo Notarmuzzi per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vittoria Crisostomi per Roma Capitale e Massimo Piacenza per la Città Metropolitana.
Nella prima seduta, oltre a dare lettura del regolamento della conferenza dei servizi, si è analizzato il cronoprogramma: le riunioni avranno cadenza settimanale, in parallelo con le procedure urbanistiche, di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), associazioni e comitati di cittadini potranno partecipare alle sedute della conferenza come uditori e successivamente produrre le loro osservazioni al progettoi lavori dovranno terminare il 1 febbraio 2017, > Vai al resoconto e al verbale della seduta sul sito dedicato della Regione Lazio
Nel sito regionale tuttavia non vengono pubblicati molti elaborati del progetto (> vedi nostro post)
7 novembre 2016 Nel corso di un incontro con alcune associazioni, l’assessore Berdini ribadisce la sua intenzione di modificare il progetto al solo impianto sportivo, rinunciando alle opere pubbliche che prevedevano una compensazione in cubature (> Vai al video dell’intervento di Paolo Berdini)
10 novembre 2016 seconda riunione della Conferenza dei servizi in Regione. Si affrontano i temi dei sottoservizi (in particolare delle problematiche Acea e AMA) e della mobilità su ferro e su strada. Il resoconto riporta che “Roma Capitale si impegna ad adottare la variante urbanistica al piano regolatore vigente, necessaria per approvare il progetto in conferenza di Servizi, entro il giorno 17 dicembre“. > Vai al resoconto sul sito dedicato della Regione Lazio
10 novembre 2016 L’ex assessore Caudo dedica la sua terza conferenza del ciclo “Conversazioni romane” al progetto dello Stadio della Roma Dallo stadio della Roma ad una romanella di stadio”; all’incontro interviene anche l’Assessore regionale Michele Civita: “…Alla Raggi abbiamo detto: se pensi sia uno scempio, vai in consiglio comunale e chiudi la partita. Questo non è stato fatto, su altre questioni sono state fatte delle modifiche, sullo stadio della Roma no. Di conseguenza, è partita la Conferenza dei Servizi. Ora serve la delibera del Comune. Ovviamente questa delibera deve essere coerente con quello di cui si è discusso. Se si pensa che il progetto sia uno scempio il Comune di Roma ha il dovere di fermare questo iter. Se invece pensa che si possa migliorare il progetto allora deve lavorare nella Conferenza dei Servizi, che sta lavorando abbastanza bene. Cosa succederà? Vediamo, dipende molto dalla volontà politica del Comune. Noi dobbiamo dare certezza dei sì e dei no a chi vuole investire a Roma. Seconda cosa, solo lo stadio lì non va bene. Il nostro interesse è portare strade e infrastrutture dove prima non c’erano. Lo stadio da solo non conviene farlo. O si fanno i servizi o saremo noi a dire che lo stadio non si può fare”. (> Vai alla pagina con i video degli interventi)
17 novembre 2016 si svolge la Consiliare Permanente Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e urbanistica sulla realizzazione del progetto del nuovostadio della Roma. Isoggetti auditi dalla commissione del Consiglio Regionale: l’assessore Michele Civita, l’assessore Paolo Berdini, la dottoressa Annamaria Graziano (direttore del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica del Comune di Roma Capitale) e la dottoressa Manuela Manetti (direttore regionale politiche territorio Mobilità e Urbanistica). In questa sede l’assessore Berdini dichiara ufficialmente che al Giunta raggi intende riportare l’operazione immobiliare all’interno delle cubature consentite dal PRG. Si restringerà il progetto allo Stadio e allae sue pertinenze anche ricettive e commerciali, ma si cancelleranno le tre torri di uffici, rinunciando alle infrastrutture pubbliche di cui costituivano la compensazione. Nell’ambito dell’incontro vengono sollevate numerose obiezioni dalla Soprintendenza all’ Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Roma, sia rispetto alle procedure seguite da Comune e Regione, che su alcune prescrizioni delle Belle arti che non sarebbero state rispettate dai proponenti durante la stesura degli elaborati” vedi Il Tempo Stadio Roma, rischio stop: parere negativo della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Roma
24 Novembre 2016 Nella terza seduta della Conferenza dei servizi si discute delle tematiche del paesaggio e della vincolistica relativi all’area interessata dall’intervento nel suo complesso (> vai al resoconto)
10 gennaio 2017 Nuovo incontro in Campidoglio tra Raggi e Baldissoni e Luca Parnasi, alla presenza del vicesindaco Luca Bergamo e al presidente dell’assemblea capitolina de Vito. Secondo Il sole24 ore si tratta su ipotesi “cubature ridotte di circa il 20%, a spese del centro direzionale, ma tutte le opere pubbliche essenziali salve. È questo il progetto sullo stadio della Roma a Tor Di Valle aggiornato dal Campidoglio”
12 Gennaio 2017 quarta convocazione CdS All’ordine del giorno l’esame delle integrazioni progettuali e documentali presentate dalla società proponente in base alle richieste avanzate dagli enti nelle scorse sedute.(> vai al resoconto)
Il 16 gennaio 2017 secondo l’agenzia AdnKronos L’assessore all’urbanistica di Roma Paolo Berdinipronuncia queste parole: “Lo Stadio della Roma? Fino al 31 gennaio c’è tempo, oggi è 16 gennaio, non vi preoccupate. Stiamo costruendo un tavolo tecnico con la Roma, nessuno dell’amministrazione o politico e stiamo andando avanti nella interlocuzione. Le cubature? Se ne parlerà in quel tavolo lì. Una riduzione tra il 20 e 40%? Vediamo. L’eliminazione di una torre o la riduzione di tutte e tre? L’indirizzo lo decide il tavolo tecnico che sarà istituito. Lo stiamo costituendo, mercoledì o giovedì ci sarà la prima riunione, entro questa settimana già si vedranno. Se la Roma dice che vuole 7 milioni di metri cubi e noi diciamo zero…poi vediamo la trattativa e vediamo di trovare un punto d’incontro. Lavoreremo a oltranza per arrivare al 31 gennaio. Se si sono tranquillizzati i rapporti tra me e la sindaca Raggi? Assolutamente, sono sempre stati tranquilli, non c’è mai stato disaccordo tra me e il sindaco”
Sul sito della Regione si comunica che il Soggetto Proponente, Eurnova s.r.l., ha consegnato in data 12/01/2017 tramite posta certificata – acquisita al Protocollo della Regione Lazio – al n. 0013372 del 12/01/2017 – le ulteriori integrazioni documentali richieste dagli Enti e Amministrazioni nonché gli approfondimenti richiesti in sede di Conferenza di servizi. Inoltre, sempre in data 12/01/2017, è stata consegnata anche alla Regione Lazio – prot. n. 0016711 del 13/01/2017 – la documentazione e gli elaborati relativi al Progetto definitivo, già consegnati al Prefetto di Roma ed alla Commissione Provinciale di Vigilanza Locali Pubblico Spettacolo, per il rilascio dei relativi pareri, secondo quanto comunicato da questa Amministrazione con nota prot. n. 0000365 del 02/01/2017.
il 2 febbraio scade il temine per la conclusione della c.d.s Il Comune chiede una proroga di 30 giorni, poi deposita, insieme a Roma Città Metropolitana, un parere unico “non favorevole”, che tuttavia lascia aperta la possibilità al proponente di modificare il progetto e consegnare ulteriori elaborati per “addivenire a un parere favorevole”… (> vai a http://www.carteinregola.it/index.php/stadio-della-roma-adesso-che-succede/
Nel parere del Dipartimento urbanistica si parla di rischio idraulico R4 (il massimo)e R3, e di Fascia A (la più a rischio), B e C, ma in realtà secondo la mappa del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) la zona esposta al rischio massimo è quella adiacente di Decima, a causa del Fosso del Vallerano, mentre Tor di Valle è classificata R3 e fascia B (> Vedi post Stadio della Roma: la verità sul rischio idrogeologico)
Intanto si moltiplicano le prese di posizione di urbanisti e esponenti della cultura di solidarietà con Paolo Berdini e contro l’operazione stadio (> Vai alla Rassegna Stampa)
24 febbraio 2017 dopo l’incontro in Campidoglio tra La Sindaca e i rappresentanti di Eurnova e AS Roma, con l’annuncio che lo Stadio a Tor di Valle si farà. Sul suo profilo Facebook Virginia Raggi titola #UnoStadioFattoBene (1), spiegando che le tre torri sono state eliminate e che la parte relativa al Business Park è addirittura il 60% in meno, oltre alle misure “green” già anticipate da Beppe Grillo (> leggi l’articolo)
1 marzo 2017: si rifà vivo anche il Presidente della Lazio Lotito con il progetto dello Stadio delle Aquile:Così Il tempo il 1 marzo 2017: “L’accelerata per lo stadio della Roma ha spinto il presidente biancoceleste a rilanciare il suo progetto che era stato bloccato dodici anni fa dalla Giunta Veltroni. Ora c’è l’apertura del sindaco Raggi ad ascoltare la proposta di Lotito. Difficile fare previsioni, inviti in Campidoglio sono arrivati negli ultimi giorni, l’incontro si farà e in quella sede si tornerà a parlare anche dello stadio Flaminio che i 5Stelle vorrebbero offrire a Lotito: complicato per non dire impossibile a meno che non ci sia una reale convenienza per la Lazio. Dunque il presidente biancoceleste ci riproverà con lo Stadio delle Aquile: oltre allo stadio da 45-50mila posti, 40 ettari di parcheggi e la cittadella dello sport per tutte le sezioni della Polisportiva Lazio che si svilupperà su 28 ettari e da un punto di vista energetico sarà indipendente. Previsti tre campi da calcio, uno da baseball, uno da rugby, uno da football americano, uno per l’hockey su prato, sei campi da tennis, un campo di atletica leggera con pista, un campo per il tiro con l’arco, quattro piscine di cui tre olimpioniche, scoperte da 50 metri, e un palazzetto per il basket e il volley. Poi gli uffici per il club, il museo della Lazio, un centro commerciale su due piani, ristoranti, un cinema, negozi ufficiali della Lazio e poi un albergo a 4 stelle e 25 ettari per un parco giochi che potrà diventare area concerti. Tutto questo solo se arriverà l’ok del Comune: Lotito spera. Ma potrebbero tornare in ballo anche altre aree come Tor Vergata, Centrale del Latte, Montespaccato oltre al sogno dei tifosi, il Flaminio, ristrutturato e con una capienza maggiore”.
Roma Capitale conferma il parere non favorevole già espresso e non fa propria la richiesta del proponente riguardo la sospensione. Ribadisce altresì che l’amministrazione capitolina ha intrapreso un procedimento di verifica/ridefinizione dell’interesse pubblico relativo alla delibera 132/2014.
La Città Metropolitana conferma il proprio parere, già rilasciato di dissenso motivato e di non avere competenze nell’esprimersi sulla sospensione.
Lo Stato si dichiara favorevole alla sospensione e, pur avendo il parere espresso, afferma che lo depositerà solo a conclusione della seduta e in seguito alle decisioni relative alla sospensione.
La Regione Lazio concorda con quanto espresso dalla Stato.
Alla fine vengono chiusi i lavori della CdS, differendo il termine della determinazione, che sarà comunque espresso entro il 5 aprile 2017, data di chiusura del procedimento relativo al progetto “Stadio della Roma”, in base alla legge 147/2013. Quindi Conferenza dei Servizi resta aperta unicamente per la redazione dell’atto conclusivo a cura della Presidenza. La cristallizzazione al 3 Marzo implica che l’unico atto da acquisire sia la conferma delle intenzioni del Comune sul cambiamento o meno del progetto. (> Vai al resoconto sul sito della Regione)
venerdì 29 marzo mentre è in corso una riunione tra assessori del Comune e della Regione, il rappresentante unico del Comune fa pervenire un ulteriore parere scritto in cui dichiara che “non si possono ritenere completamente soddisfatte le condizioni per superare il dissenso di cui al parere unico“.IL TEMPO 1 aprile 2017 Il Campidoglio boccia il vecchio piano di Fernando Magliaro
La determinazione di chiusura della Conferenza dei servizi (Scarica la Stadio chiusura cds_DETERMINAZIONE-G04342-del-05042017) alle pag. 52/53 contiene il dispositivo finale con la sintesi della motivazione da cui si evince che il proponente avrà tempo fino al 15 giugno non solo per inviare le controdeduzioni rispetto all’apposizione del vincolo, ma anche per presentare nuovi elaborati e materiali che rispondano alle prescrizioni ricevute da tutti gli uffici: la conferenza sul vecchio progetto potrebbe quindi passare all’esame del nuovo e diverso (ancora non depositato al 12 aprile 2017) senza ripetere l’iter della delibera 132/2014 (Vedi http://www.carteinregola.it/index.php/stadio-della-roma-le-cose-non-stanno-proprio-cosi/)
Un nuovo progetto “adeguato” alle nuove esigenze politiche che prosegue con il vecchio procedimento
12 aprile 2017. Su La Repubblica un articolo di Daniele Autieri riporta che la Consob (Commissione nazionale per le Società e la Borsa) avrebbe chiesto chiarimenti ai “protagonisti della vicenda Stadio” per capire “se il taglio delle cubature influenzerà in qualche modo i rapproti di forza tra le parti e soprattuto la solvibilità finanziaria di Luca Parnasi [l’imprenditore di Eurnova]” e che l’ente avrebbe anche posto quattro quesiti a Unicredit, cheidendo che l’istituto di credito “chiarisca una volta per tutte i suoi rapporti tanto con la società di James Pallotta quanto con le aziende di Parnasi”
12 maggio 2017 la Giunta capitolina approva una Memoria con gli indirizzi per la Deliberache deve conferire l’interesse pubblico, così sintetizzati dal comunicato: Riduzione di oltre il 50% delle cubature del Business Park con l’eliminazione delle tre torri inizialmente previste, il superamento del rischio idrogeologico, il potenziamento della ferrovia Roma-Lido, l’unificazione e la messa in sicurezza di via Ostiense-Via del Mare e la realizzazione di edifici a basso impatto ambientale e alti standard energetici. Questi gli indirizzi dell’Amministrazione (> vai al comunicato sul sito del ComuneStadio Roma, da Giunta ok a memoria per nuova delibera interesse pubblico) scarica la Memoria di Giunta Memoria della Giunta Capitolina n.27 del 12 maggio 2017
L’Assessore all’urbanistica Montuori durante la Commissione del 1 giugno 2017 (foto ambm)
1 giugno 2017 Commissione urbanistica alla presenza degli Assessori Meleo e Montuori, che presenta le slides con la presentazione del nuovo progetto e un raffronto con le infrastrutture pubbliche del precedente progetto. Nel corso della riunione due consigliere capitoline M5S contestano il progetto chiedendo approfondimenti sullo stato della proprietà dei terreni e sulla sostenibilità econonomica della ditta proponente.
1 giugno 2017 Con 218 voti a favore e 127 contrari, la Camera dei Deputati approva maxiemendamento al disegno di legge di conversione della c.d. manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro approvata con D.L. 24 aprile 2017, n. 50e recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo e, nella specie, sul testo già varato dalla commissione Bilancio della stessa Camera. Il testo,da convertire entro il 23 giugno 2017 passa quindi all’esame del Senato (scarica la versione dell’art. 62 licenziata dalla Camera ( scarica art 162 manovra (stadi) approvato Camera 1 giugno 2017)
5 giugno 2017 L’associazione Do.Co.Mo.Mo. Italia onlus – che ha come obiettivo la documentazione, la conservazione e la valorizzazione degli edifici e dei complessi urbani del Novecento in Italia – scrive agli Uffici dirigenziali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in merito alla proposta di vincolo per l’Ippodromo di Tor di Valle (1959), avanzata tre mesi prima dall’allora Soprintendente Margherita Eichberg, su cui lo stesso Ministero dovrà esprimersi entro il 15 giugno, a favore dell’apposizione del vincolo (> vai alla sintesi della lettera)
6 giugno 2017 Il 6 giugno la Giunta Raggi approva una Proposta di delibera 38a Proposta (Dee. G.C. n. 18 del 6 giugno 2017) che conferisce il pubblico interesse al nuovo progetto (> vai al nostro articolo con sintesi e articoli giornalisticiEcco il progetto del Nuovo Stadio della Roma (e si riparla di novazione del vecchio), che dopo il parere di 5 Commissioni e dei Municipi, verrà portata al voto dell’Assemblea Capitolina. Le Commissioni vengono fissate l’8 e il 9 giugno. Sul sito del Comune non viene pubblicata la proposta, ma solo un comunicato e una sintesi. Non vengono pubblicate nemmeno le slides della presentazione di Montuori sul sito del Dipartimento Urbanistica [Carteinregola l’aveva chiesto ufficialmente nel corso della Commissione, chiedendo la stessa trasparenza della precedente Amministrazione, che aveva esposto alla Casa della Città a inziio luglio 2014 (e messo on line dopo l’estate) lo studio di impatto ambientale pochi giorni dopo il ricevimento da parte del proponente e due mesi prima della Delibera di Giunta] (> vai al comunicato sul sito del Comune) (> vai al nostro articolo http://www.carteinregola.it/index.php/stadio-della-roma-le-tappe-e-confronto-trasparenza-marinoraggi/)
Il 9 giugno 2017 viene pubblicato sul sito del Dipartimento Urbanistica il progetto depositato da Eurnova il 22 maggio, dopo la pronuncia, il giorno prima, del parere della Commissione Sport, e mentre sono in corso le altre 4 Commissioni interessate e il Consiglio del IX Municipio. La Relazione ha il significativo titolo “Relazione generale di aggiornamento del progetto” e nella presentazione del Dipartimento si legge che “la società Eurnova srl ha depositato la documentazione di adeguamento della proposta di intervento di cui alla deliberazione di A. C. n. 132/2014“. E’ quindi evidente che l’intenzione dei proponenti, ma anche del Comune di Roma, è quella di riaprire il capitolo chiuso della conferenza dei servizi decisoria senza ricominciare la procedura daccapo, anche se l’attuale progetto è completamente diverso dal precedente nella maggior parte dei suoi risvolti e ricadute, anche economiche. (> vai al nostro articolo http://www.carteinregola.it/index.php/ecco-il-progetto-del-nuovo-stadio-della-roma-e-si-riparla-di-novazione-del-vecchio/
Nei 4 giorni successivi alla approvazione in Giunta la Delibera ottiene il parere favorevole di 5 commissioni. Per quello del IX Muncipio, dopo un primo Consiglio finito nel nulla , il parlamentino viene convocato di domenica). La Consigliera capitolina ed ex vicepresidente della Commissione urbanistica Cristina Grancio che chiede più tempo per approfondimenti e lascia la Commissione senza votare, viene sospesa (Vedi: Cattiva consigliera, la fretta)
Il 9 e domenica 11 giugno la delibera viene sottoposta a solo uno dei due Municipi interessati, il IX (l’altro viene considerato non competente).
14 giugno – Viene approvata la Delibera di “Conferma di dichiarazione del pubblico interesse alla Proposta di realizzazione del Nuovo Stadio a Tor di Valle di cui alla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina 32/2014 [Delibera Marino/Caudo] adeguata al mutato quadro delle condizioni ed obiettivi prioritari indicati nella Delibera di Giunta Capitolina [Raggi/Montuori] 48/2017″.Votano a favore i consiglieri M5S e il consigliere FI Bordoni, mentre si astiene il Consigliere della Lista Marchini Alessandro Onorato. Voto contrario Partito Democratico e Lista civica Roma torna Roma, Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana.Vai a Stadio della Roma, riepilogo con i video delle altre sedute e i link a tutti gli articoli Scarica la Delibera approrovata (pubblicata dal Comune il 15 giugno 2017) Deliberazione Assemblea Capitolina n. 32-2017 (stadio della Roma)
Qui sotto il video della seduta finale [a circa 4h e 44′ da inizio le dichiarazioni di voto, a cominciare dall’intervento dell’assessore all’urbanistica Montuori, seguono i consiglieri dei vari gruppi : Pelonzi (PD) a (5 ore 2’43′ ) , De Priamo (FdI) (5 ore 13’ 16”) Onorato (Lista Marchini) (5 ore 20 37”) Iorio (M5S) (5 ore 27′) Celli (civica Giachetti) (5 ore 32’20”) Bordoni (FI) (5 ore 37) ; la votazione (5 ore 40’)]
Il 15 giugno 2017 La Commissione dei Soprintendenti che deve esprimersi sull’apposizione del vincolo sull’Ippodromo in una nota fa sapere che “ha deciso l’archiviazione del procedimento di vincolo, sulla base di profili di illegittimità rilevati in ordine sia allo strumento normativo prescelto per l’apposizione del vincolo, sia ad elementi di contraddittorietà delle decisioni assunte nel tempo dall’Amministrazione“[per il sibillino parere dell’allora Soprintendente galloni durante la conferenza dei servizi preliminare NDR] . Codacons e Italia Nostra preannunciano ricorsi contro la decisione del Mibact.
15 giugno 2017 Eurnova consegna alla Regione le OSSERVAZIONI DEL PROPONENTE CON ALLEGATO ” PROGETTO DEFINITIVO ADEGUATO” (che sarannno poi pibblicate il 4 agosto 2017 insieme a successive “integrazioni”) con una nota (REGIONE.LAZIO.REGISTRO UFFICIALE.I.0305789.15-06-2017 senza allegati) inviata da Eurnova alla Direzione regionale Territorio Urbanistica e Mobilità della Regione, chiedendo che “la nuova soluzione progettuale venga esaminata epositivamente valutata da tutte le amministrazioni interessate in una nuova conferenza dei servizi decisoria“
19 giugno 2017 Italia Nostra presenta un ricorso amministrativo (ai sensi dell’ex art 16C. lgs 42/2004 ) avverso l’archiviazione della proposta di vincolo della Soprintenzenza sull’ippodromo Tor di Valle assunta dalla Commissione regionale nella sessione del 15 giugno. Come si evince da una nota di Caterina Bon Valsassina della Direzione Archeologia, Belle arti e Paesaggio, la proposizione del ricorso comporta la sospensione degli effetti del provvedimento impugnato (in pratica il ricorso dovrebbe bloccare fino al 19 settembre ogni determinazione) .
Il 22 giugno 2017 con prot. 0317238, il proponente deposita ulteriori elaborati integrativi del “progetto adeguato”.
– la rispondenza alle prescrizioni indicate nei pareri depositati in conferenza dei servizi ai fini del superamento dei dissensi espressi
– la coerenza delle modifiche progettuali, rese necessarie pe rils uepramento dei dissensi espressi e per l’adeguamento a prescrizioni e condizioni, con la soluzione progettuale già sottoposta all’esame della conferenza dei servizi decisoria, al fine di verificare, con specifico riferimento alle opere pubbliche e di interesse generale e alla loro contestuale esecuzione con quelle private, se la diversa formulazione proposta consenta la prosecuzione nell’ambito del medesimo procedimento ex L.147/2013
le ulteriori e diverse proposte progettuali, con riferimento alla D.A.C. 132/2014 di dichiarazione dell’interesse pubblico, tenendo conto anche delle modifiche progettuali determinate dalla revisione della D.A.C. 132/2014 con la DAC 32 del 14.6.2017
28 giugno 2017 Eurnova invia una nota (REGIONE.LAZIO.REGISTRO UFFICIALE.I.0329172.28-06-2017 SENZA ALLEGATI) con ulteriori elaborati (prot. 329172)alla Direzione regiona le Territorio Urbanistica e Mobilità della Regione Lazio a “chiarimento e integrazione delle Osservazioni” già presentate (anche all’istanza VIA), in relazione a 4 interventi: 1) cd Ponte di traiano, svincolo A91 e Viadotto di approccio 2) cd Pontili Est e ovest 3) cd Aree golenali e Parco Fluviale 4) Asse di collegamento A9
il 25 luglio con prot. 382356 e il 26 luglio con prot. 386876, il proponente consegna alla Regione Lazio ulteriori elaborati, che vengono trasmessi ai responsabili unici della Conferenza dei servizi
nel luglio vengono prodotti vari docuemnti a proposito del ricorso di Italia Nostra rispetto all’espressione del MIBACT rispetto al VINCOLO ALL’IPPODROMO
4 agosto 2017 consegnato il parere del Comune sul nuovo progetto – o meglio sul “progetto allegato alle osservazioni del proponente”, secondo Ferdinando Magliaro de Il tempo, si tratta di 3 pagine firmate dell’Ing.Pacciani in qualità di rappresentante unico di Roma Capitale e di sostituto del Direttore del Dip.Ubanistica, in ferie. Sempre secondo Magliaro, il parere del Comune, che nella conferenza decisoria sul progetto originale dello Stadio Marino/Caudo il 4 aprile 2017 aveva dato parere negativo (“non favorevole”) sul nuovo progetto diventa positivo anche se con molte prescrizioni vincolanti (lo stesso fa poi anche la ex provincia, Roma città metropolitana) allegate nei pareri dei vari dipartimenti, più Sovrintendenza capitolina e Municipio IX. Nelle tre pagine di Pacciani secondo il Tempo sarebbe esplicitata l’intenzione di avvalersi della nuova normativa introdotta dalla cosiddetta “manovrina” del 21 aprile (vedi sopra) che di fatto consente l’approvazione della variante urbanistica con il solo verbale di chiusura della conferenza dei servizi decisoria, con la trasmissione del verbale alla Sindaca che lo invierebbe all’Assemblea capitolina per l’avallo amministrativo, ben diverso dall’avallo “politico” che era richeisto in precedenza. L’articolo di Magliaro propone anche una serie di specchietti riepilogativi che evidenzierebbero varie discrepanze con quanto affermato urbi et orbi dalla Sindaca. Ad esempio l’unificazione della Via Ostiense/Via del Mare , per la tratta dallo Stadio a Viale Marconi sarebbe un “risanamento e non di nuova realizzazione come per la tratta» dal Raccordo allo Stadio. Un problema irrisolto anche quello della connessione fra la nuova via Ostiense e il futuro Ponte dei Congressi e la soppressione del Ponte di Traiano – previsto dal progetto Marino/Caudo e cancellato da quello Raggi/Montuori – che avrebbe dovuto scavalcare il Tevere e connettere l’area di Tor di Valle con l’autostrada Roma-Fiumicino – come (sempre fonte Il tempo) risulterebbe alla pagina 11 del parere del Dipartimento Mobilità: «La documentazione presenta molteplici discrepanze sul Ponte di Traiano: in alcuni punti è parte integrante del sistema, in altre viene considerata opera da realizzare successivamente, in altri ancora non viene rappresentata». Altre obiezioni riguarderebbero l’area commerciale – non può essere una zona di filtro da e verso lo Stadio – e la mancanza di indicazioni chiare delle fasi di cantierizzazione, soprattutto sulla via del Mare/Ostiense, unite alla necessità «di acquisire lo schema di convenzione urbanistica» (il contratto fra proponenti e Comune che dovrà essere stilato all’interno della Conferenza di Servizi e poi recepito dal Consiglio comunale, ndr) e quella di disciplinare in modo definitivo le percentuali di cubature da destinare ai diversi settori del progetto. (> Vai alla pagina)
7 agosto 2017 polemiche politiche sui pareri rilasciati da Roma capitale e Roma città metropolitana, entrambe guidate dalla Sindaca Raggi, con l’opposizione PD: il capogruppo capitolino cinquestelle Paolo Ferrara, in un post su Fb accusa il partito democratico e la Regione di Zingaretti di dire falsità non volere lo Stadio (Vedi Cinquequotidiano)
9 agosto 2017 l’ANSA riporta che l’assessore Michele Civita ha annunciato per “settembre” una “nuova conferenza” dei servizi che “dovrà esprimersi in via definitiva sull’intero progetto, integrato dalle modifiche già recepite ed adeguato in base alle osservazioni delle varie amministrazioni”.
10 agosto 2017 Pubblicati sul sito della Regione Lazio dedicato alla trasparenza sul progetto dello Stadio i “Pareri finali” che comprendono Atti ulteriori procedimento, le osservazioni del proponente Eurnova ai pareri espressi nella conferenza decisoria (e quelle della Soprintendenza riguardo all’apposizione del vincolo sull’Ippodromo), i contributi del Comitato Salviamo Tor di valle e le note delle amministrazioni alle osservazioni di Eurnova) (> Vai alla pagina)
8 settembre la proponente Eurnova consegna alla Regione un ulteriore adeguamento del progetto definitivo, acquisito con prot. 452031 dell’11.09, con richiesta di “procedere alla valutazione in sede di c.d.s. della proposta progettuale ai fini della sua approvazione”.
12 settembre 2017 Il sito Forza Roma segnala che “ l’assessore Michele Civita, intervenuto ai microfoni dei cronisti a margine un evento a Ladispoli ha confermato che “I proponenti hanno presentato il progetto definitivo nel pomeriggio di venerdì [9 settembre] e adesso gli uffici stanno esaminando la grande mole di materiale, visto che il progetto definitivo sono migliaia e migliaia di pagine. A breve, nei prossimi giorni, come abbiamo già comunicato, trasmetteremo questo questo materiale alle istituzioni competenti per l’indizione della Conferenza dei servizi. “
15 settembre 2017 Roma, La Regione Lazio, a seguito della presentazione, lo scorso 8 settembre, dell’adeguamento del progetto definitivo relativo allo Stadio della Roma a Tor di Valle da parte della società Eurnova srl e della relativa richiesta ‘di procedere alla valutazione in sede di Conferenza dei Servizi della proposta progettuale’, convoca le amministrazioni coinvolte fissando la prima riunione di una nuova Conferenza dei Servizi decisoria per il 29 settembre. Nel termine perentorio di 10 giorni le amministrazioni coinvolte possono richiedere integrazioni documentali o chiarimenti. I lavori della Conferenza dei Servizi termineranno entro 90 giorni dalla data della prima riunione”. Così in una nota la Regione Lazio. scarica sito stadio REGLAZIO.REGISTRO UFFICIALE.2017.0461802
15 settembre 2017 l’Associazione Carteinregola, Cittadinanzattiva Lazio, CILD, OPA, scrivono al Responsabile del procedimento chiedendo di pubblicare i riferimenti di legge alla base della scelta di mantenere aperto lo stesso procedimento di un progetto già bocciato dalla CdS per un progetto “adeguato”, non solo alle obiezioni e le prescrizioni, ma a una diversa line apolitica – quella della nuova amministrazione M5S – che ha chiesto al proponente di cambiare completamente il progetto dello Stadio e dei suoi annessi, comprese le infrastutture pubbliche previste. (> vai al nostro articolo Stadio della Roma: la Regione convoca una nuova conferenza dei servizi, le associazioni chiedono trasparenza sulle procedure)
La prima pagina delle 173 della Relazione Generale con l’indice degli elaborati a settembre 2017
Dopo pochi giorni dall’indizione della c.d.s., alcuni degli elaborati della versione del progetto definitivo consegnata in data 08.09 con prot. dell’11.09 vengono pubblicati, assieme all’ “elenco degli elaborati generale” di 176 pagg. (circa 4.000 elaborati) ( scarica la Relaz generale stadio sette 2017 170905 DEF_G_GEN_00_GE_0000_1000_G00,00_LEL_02) nel sito trasparenza Stadio. Vengono però rimossi o comunque resi non più separatamente consultabili gli elaborati consegnati in precedenza. Le associazioni scrivono di nuovo alla Regione, facendo presente che “risulta impossibile un confronto tra gli elaborati progettuali relativi alle diverse fasi del procedimento, così come è impossibile ricostruire quali siano stati i successivi aggiornamenti. Ed è evidente che tale scelta deprime notevolmente il diritto del cittadino di poter verificare direttamente le modifiche introdotte e in quale fase procedurale da parte dal proponente”. Il giorno dopo, 28 settembre, sul sito riappaiono gli elaborati richiesti.
Nel documento regionale con cui si indice una nuova conferenza dei servizi sul nuovo progetto dello Stadio della Roma senza fargli ricominciare l’iter, il “burocratese” utilizzato non esplicita …Continua#
Vista l’enorme difficoltà di consultazione degli atti pubblicati sul cosiddetto sito “trasparenza Stadio” della Regione Lazio, cerchiamo di dare qualche strumento in più ai cittadini interessati. Con una premessa su…Continua#
Un simultaneo scambio di Pec tra la Regione Lazio e le associazioni: la direzione urbanistica regionale annuncia l’inizio di una nuova conferenza dei servizi sul nuovo progetto dello Stadio della Roma Continua#
In questi giorni si dovrebbe finalmente sapere quali saranno le prossime tappe della procedura, dopo che il 9 agosto la Regione Lazio ha annunciato che il nuovo progetto dello Stadio… Redazione –2 settembre 2017Continua#
Sono stati pubblicati sul sito della Regione Lazio dedicato alla trasparenza sul progetto dello Stadio della Roma (http://www.regione.lazio.it/rl/trasparenzastadio/) nuovi elaborati: il “Progetto allegato alle Osservazioni del proponente” e il “Progetto…6 agosto 2017Continua#
Dopo l’approvazione da parte di Roma Capitale della Proposta di Delibera di “Conferma di dichiarazione del pubblico interesse alla Proposta di realizzazione del Nuovo Stadio a Tor di Valle di…17 giugno 2017Continua#
Pubblichiamo un estratto della Delibera approrovata (pubblicata dal Comune il 15 giugno 2017( Deliberazione Assemblea Capitolina n. 32-2017 (stadio della Roma) con le osservazioni avanzate dal Municipio IX dopo il…17 giugno 2017Continua#
L’Assemblea Capitolina alle 16.50 circa di oggi 14 giugno ha approvato la Delibera di “Conferma di dichiarazione del pubblico interesse alla Proposta di realizzazione del Nuovo Stadio a Tor di…Redazione –14 giugno 2017Continua#
LUNEDI’ 12 giugno, è cpminciata LA DISCUSSIONE IN AULA DELLA DELIBERA CHE CONFERISCE L’INTERESSE PUBBLICO ALLO STADIO, che come da ODG dovrebbe concludersi entro oggi mercoledì a oltranza. Scarica la…Redazione –14 giugno 2017Continua#
Mentre l’Amministrazione M5S procede a tappe forzate all’approvazione della delibera che dichiara il pubblico interesse del “nuovo- come-se-fosse-quello-vecchio” progetto dello Stadio della Roma, un’operazione privata, la stessa Amministrazione ferma – con il rischio di mandarla su un binario morto – un’operazione di altissimo interesse pubblico, portata avanti con un processo molto partecipato dai cittadini. Ma soprattutto l’ interesse pubblico dello Stadio resta tutto da dimostrare: a forza di voler portare avanti l’operazione a tutti i costi, è stato smarrito il senso di quello che si sta facendo…(LEGGI TUTTO)
Se andremo allo stadio con il treno, arriveremo tutti alla stazione di Tor di Valle. Quella attuale è in pessime condizioni e non è adeguata nemmeno per il normale utilizzo… Redazione –14 giugno 2017Continua#
Pubblichiamo un post dell’ex Assessore all’urbanistica Giovanni Caudo, che denuncia i rischi economici che la nuova delibera comporterebbe. Secondo Caudo, i conti non tornano: infatti il surplus che ricaverà il privato dalle previste palazzine (sempre cubature per pagare infrastrutture), in proporzione è assai più alto di quello che avrebbe ricavato dalle Torri
Pubblichiamo l’ODG del Partito Democratico presentato l’8 giugno in una conferenza stampa (posizione: Sì allo Stadio ma Delibera da cambiare), e i comunicati di Sinistra Italiana (No allo Stadio, è una speculazione mascherata) e Fratelli d’Italia (non si esprime nel merito ma solo nel metodo). (LEGGI TUTTO)
OTTO PUNTI PER CINQUE STELLE di Paolo Gelsomini Ha cominciato la maratona in aula Giulio Cesare la delibera per confermare il pubblico interesse sugli interventi collegati al progetto Stadio. Ma…
Lo sappiamo che questa Delibera passerà, in fretta e a qualunque costo, perchè neanche un’Amministrazione Cinque Stelle può permettersi di dire di no allo Stadio della Roma. In un’epoca e…
(Scarica la Stadio chiusura cds_DETERMINAZIONE-G04342-del-05042017) alle pag. 52/53 contiene il dispositivo finale con la sintesi della motivazione da cui si evince che il proponente avrà tempo fino al 15 giugno non…
Pubblichiamo l’articolo del giornalista del Tempo Fernando Magliaro, che ha approfondito gli studi dei flussi di traffico effettuati dal proponente e allegati al nuovo progetto, che si riferiscono solo al…
OGGI, LUNEDI’ 12 giugno, DALLE 17 COMINCIA LA DISCUSSIONE IN AULA DELLA DELIBERA CHE CONFERISCE L’INTERESSE PUBBLICO ALLO STADIO, che come da ODG dovrebbe concludersi entro mercoledì a oltranza. clicca…
Pubblichiamo l’analisi comparata delle planimetrie del progetto dello Stadio del giornalista del Tempo Fernando Magliaro, che ha scoperto che nel nuovo progetto si spende meno ma la via del Mare…
La vicenda Stadio della Roma riguarda ormai molto di più dell’operazione Stadio: è la prova del fuoco del MoVimento Cinque Stelle, e non solo a Roma. Un test della sua…
Pubblichiamo articolo e specchietto repilogativo che l’Osservatorio municipale nato nell’autunno 2015 ha realizzato confrontando Delibera 132/2014 e Decisione 18/2017 Con la Decisione n. 18 del 6 giugno 2017, la Giunta…
Proponiamo la lunga disamina della Proposta di delibera per l’interesse pubblico del nuovo progetto dello Stadio di Tor di Valle che l’ex Assessore all’Urbanistica Giovanni Caudo ha inviato l’8 giugno…
E’ stato finalmente pubblicato sul sito del Dipartimento Urbanistica il progetto consegnato da Eurnova il 22 maggio, su cui l’Assemblea Capitolina dovrà pronunciarsi, votandone il pubblico interesse. In calce i…
Stamattina è stato pubblicato sul sito del Dipartimento Urbanistica il progetto depositato da Eurnova il 22 maggio. Ringraziamo l’Assessore Montuori e anche il Presidente De Vito, a cui ieri Carteinregola…
Basterebbe già considerare le modalità con cui la Giunta Raggi sta cercando di portare a termine a tappe forzate l’approvazione della delibera che conferisce l’interesse pubblico al nuovo progetto dello…
Novità sul fronte Stadio della Roma: dopo la pubblicazione della Memoria di Giunta del 12 maggio scorso, con le indicazioni in base alle quali gli uffici stanno predisponendo una…
Pubblichiamo il comunicato dell’Osservatorio Stadio della Roma dopo la pubblicazione della Memoria di Giunta del 12 maggio scarica la Memoria di Giunta Memoria della Giunta Capitolina n.27 del 12 maggio 2017…
rendering dal sito AMA group del progetto Stadio delle Aquile (della Lazio) Molti gli aspetti discutibili dei 5 commi sugli stadi inseriti nel decreto legge 50/2017, a partire dal rientro…
Pubblichiamo una prima disamina dell’articolo inserito nella “manovrina” del Governo di un dottore di ricerca in diritto pubblico e costituzionale. Cosa prevede esattamente l’articolo 62 “Costruzione di impianti sportivi”del decreto-legge…
5 commi in un articolo contenuto nella bozza della cosiddetta “manovrina” licenziata dal Governo che riguarda la costruzione di impianti sportivi mettono mano ai precedenti 3 commi della Legge 147/2013.…
Publichiamo la Delibera n.48 del 30 marzo scorso, con cui la Giunta Capitolina ha deliberato l’interesse alla realizzazione dell’intervento urbanistico denominato progetto Nuovo Stadio della Roma e ha conferito il…
Leggiamo una nuova dichiarazione rilasciata dall’Assessore regionale Civita all’ANSA (1) che conferma che, al contrario di come riferito da quasi (2) tutti i giornali a caratteri cubitali – che per…
Roma 5 aprile ore 17 L’Assessore regionale Michele Civita ha diffuso una nota* sull’esito finale della conferenza decisoria sul progetto dello Stadio della Roma, che in verità è assai…
Pubblichiamo il primo di una serie di approfondimenti sulla vicenda del progetto dello Stadio della Roma, che confluiranno in un dossier di confronto tra la Delibera Marino/Caudo, le osservazioni e …
Roma, 5 aprile ore 10 Oggi, 5 aprile, dovrebbe chiudersi la conferenza decisoria sullo Stadio della Roma. Ma come nel gioco in cui i due sfidanti sovrappongono i…
Il Video della seduta straordinaria dedicata allo Stadio della Roma inizio 1h 20′ – interventi di: 1h 46′ ca Luca Montuori – Assessore all’urbanistica (introduzione) 2h 03′ Fabrizio Ghera (FdI)…
Una riflessione sulla annunciata Delibera di Giunta impropriamente definita da alcuni “delibera di novazione” facendo riferimento alla possibilità di innestare nella procedura ormai in conclusione sul progetto scaturito dalla Delibera…
Il Video della seduta straordinaria dedicata allo Stadio della Roma inizio 1h 20′ interventi di: 1h 46′ ca Luca Montuori – Assessore all’urbanistica (introduzione) 2h 03′ Fabrizio Ghera (FdI) 2h…
Una riflessione sulle regole e su due scenari aperti a margine dell’Assemblea Capitolina sullo Stadio della Roma in cui è intervenuto il neo Assessore all’urbanistica Luca Montuori Roma, 23 marzo.…
Pubblichiamo i pareri unici rilasciati dalla Regione Lazio (parere contrario) e Stato (parere favorevole con prescrizioni) sul progetto relativo alla Delibera 132/2014 Marino/Caudo*, oggetto della Conferenza dei Servizi decisoria,…
E’ sorprendente verificare come la maggior parte dei soggetti che interviene nella vicenda “Stadio della Roma” non metta quasi in conto la dovuta autonomia dei pareri tecnici – che dovrebbero…
Si è appena concluso l’incontro in Campidoglio tra La Sindaca e i rappresentanti di Eurnova e AS Roma, con l’annuncio che lo Stadio a Tor di Valle si farà. Sul…
Inauguriamo con questa prima domanda una pagina “vero/falso”, dove inseriremo man mano una serie di quesiti sul progetto Stadio della Roma cercando di dare delle risposte. Con una premessa. I…
Il Ministero dei Beni culturali ha inviato la comunicazione di avvio di procedimento di dichiarazione culturale “dell’immobile denominato Ippodromo di Tor di Valle”(1) per apporre un vincolo diretto all’impianto costruito nel…
Ma lo Stadio Tor di Valle è una torta da cui si può togliere una fetta di cubature? L”Amministrazione deve prendersi le sue responsabilità. Le scelte sono solo 3: andare…
Il progetto dello Stadio va avanti, si cancella, si cambia? Sembrava che il verdetto finale dovesse arrivare il 31 gennaio, ultimo appuntamento della Conferenza dei servizi decisoria in Regione. Invece…
Anticipiamo, in attesa di pubblicare a breve un’analisi più approfondita con il nostro commento, il parere dato dal Comune (dal sito della regione Lazio) > Vai alla pagina Conferenza dei…
Mentre sta per concludersi, tra molte polemiche, la Conferenza dei servizi decisoria sul progetto del nuovo Stadio della Roma a Tor di Valle e sull’annesso Business center, Cittadinanzattiva Lazio Riparte il…
Carteinregola apre questo spazio ai contributi al dibattito sullo stadio che vorranno inviarci amministratori, assessori, associazioni e comitati e tutti i soggetti coinvolti (1), che inauguriamo con una lettera invitaci…
(aggiornato al 24 gennaio 2017) Sta per concludersi la conferenza dei servizi sul progetto del nuovo Stadio della Roma e sull’annesso Business center (1), tra molte polemiche sulle varie ipotesi…
L’operazione Stadio della Roma sta diventando l’emblema e il concentrato di tutte le difficoltà che sta attraversando la Capitale e la sua nuova maggioranza di governo. Un progetto ereditato dalla…
Mentre il dibattito ruota intorno alla sostenibilità urbanistica, trasportistica, ambientale e paesaggistica, un articolo di Maurizio Geusa* che approfondisce anche la sostenibilità economico finanziaria. Le ultime due righe dello “Studio…
“Stadio della Roma Bene Comune” il titolo del video che illustra lo Studio di Impatto Economico e Sociale del progetto Stadio della Roma – Tor di Valle, prodotto dalla…
Pubblichiamo i video dell’incontro “Conversazioni su Roma con Giovanni Caudo: Dallo stadio della As Roma a una “romanella” di stadio” che si è svolto il 10 Novembre 2016 presso Università…
AGGIORNAMENTO DEL 31 AGOSTO: Il Comune ha trasmesso alla Regione il progetto di fattibilità del nuovo stadio della Roma per dare inizio alla conferenza decisoria, ma a quanto pare senza…
E’ andato in onda il 26 giugno su Radio Radicale nel programma “Fatto in Italia” un dibattito (video qui sotto) sul progetto del nuovo stadio della AS Roma a Tor…
Nell’ambito del ciclo di incontro che si terranno alla Casa della Città insieme all’Osservatorio Cittadino Tor di Valle, pubblichiamo il video dell’intervento dell’’architetto Andreas Kipar, paesaggista tedesco che lavora in…
E’ a disposizione del pubblico il progetto del nuovo Stadio della Roma di Tor di Valle alla Casa della Città, dove si trova la versione cartacea degli oltre 600 elaborati,…
Anche se sul progetto dello Stadio abbiamo già scritto 2 dossier e 15 articoli* in 5 mesi… Sul suo blog su ilfattoquotidiano.it (1), l’urbanista Paolo Berdini il 14 gennaio ha attaccato Carteinregola a proposito dello Stadio della Roma, lanciando accuse … Continua a leggere →
22 dicembre ore 20.30. E’ stata approvata in Assemblea Capitolina la dichiarazione di pubblico interesse della “Proposta dello Stadio della Roma a Tor di Valle” – Studio di fattibilità”. 29 i voti favorevoli, 8 i contrari, 3 gli astenuti. Nella … Continua a leggere →
Lunedì 22 dicembre dalle 9 alle 14 continua il dibattito all’ Assemblea Capitolina sulla Proposta “Stadio della Roma a Tor di Valle” – Studio di fattibilità. Dichiarazione di pubblico interesse della proposta”. Una riflessione a margine dell’invito del Sindaco ai … Continua a leggere →
Carteinregola pubblica le slides della presentazione dell’Assessore alla Trasformazione Urbana Giovanni Caudo, il 17 dicembre in Aula Giulio Cesare, della Delibera relativa allo Stadio a Tor di Valle, il cui pubblico interesse è in discussione all’Assemblea Capitolina. Un progetto … Continua a leggere →
Due riflessioni sulla candidatura della Capitale alle Olimpiadi 2024. Mentre in Assemblea Capitolina si decide il pubblico interesse dell’operazione “Stadio Tor di Valle”. Il ragionamento corre sui giornali e nei notiziari: come si può parlare di Olimpiadi in un paese … Continua a leggere →
Le risposte di Giovanni Caudo Assessore alla Trasformazione Urbana > Vai alla biografia sul sito del Comune 2 dicembre 2014 Obiettivi di mandato e prime realizzazioni Che cosa abbiamo fatto e che cosa stiamo facendo I singoli atti e interventi … Continua a leggere →
L’INU Lazio (Istituto Nazionale di Urbanistica) ha pubblicato qualche giorno fa un documento in cui fa una dettagliata disamina di molte problematiche legate al progetto dello Stadio della Roma e soprattutto al “Business Park”, che nascerebbe come “compensazione” dei costi … Continua a leggere →
Pubblichiamo il testo dell’intervento dell’Assessore alla Trasformazione Urbana Giovanni Caudo a conclusione delle commissioni congiunte del 2 ottobre 2014 sul progetto del Nuovo Stadio della Roma. Ascolta l’intervento audio assessore Caudo L’apertura è una risposta alle richieste di Carteinregola e … Continua a leggere →
Riflessioni a margine della dichiarazione di interesse pubblico del progetto del nuovo stadio della Roma di Carteinregola 2 ottobre 2014 scarica la versione stampabile Carteinregola sullo stadio roma 3 ottobre 2014 Una premessa Difficile entrare nel dibattito in corso sul … Continua a leggere →
Il 2 ottobre si sono svolte le Commissioni congiunte Urbanistica, Mobilità, Ambiente, Sport, in vista del parere che dovranno dare sull’ “interesse pubblico” della Delibera del nuovo Stadio della Roma(> vai alla pagina con la Delibera). Pubblichiamo il testo dell’intervento … Continua a leggere →
PIU’ STADI PER TUTTI. 10 SETTEMBRE 2014. Come era prevedibile, partendo dal dibattito sul nuovo stadio della Roma, si sta aprendo un nuovo fronte: il nuovo Stadio della Lazio. Secondo Fabrizio Panecaldo (PD, coordinatore della maggioranza capitolina), “se noi riuscissimo … Continua a leggere →
In questo agosto di serrato e rovente dibattito sul nuovo stadio della Roma, abbiamo raccolto accorati appelli per la prevalenza del pubblico interesse anche da fronti piuttosto inaspettati. Parliamo del “Messaggero” , editore l’ Ing. Caltagirone, ma anche di politici … Continua a leggere →
(Il testo è stato pubblicato sul sito del quotidiano IL TEMPO, nella sezione SPORT il 6 settembre 2014) Premesso: che in data 1 gennaio 2014 èentrata in vigore la legge 27 dicembre 2013 n. 147 che stabilisce, al comma 304, … Continua a leggere →
Pubblichiamo il testo della Delibera approvata il 4 settembre all’unanimità dalla Giunta di Roma Capitale (ma assente l’assessore Improta), che riconosce la pubblica utilità al progetto presentato per la realizzazione dello stadio della A.S. Roma a Tor di Valle. In … Continua a leggere →
Aggiornamento ore 20.15 (dal sito Inside Roma) La riunione si è conclusa da poco portando un esito favorevole. La giunta ha deliberato l’interesse pubblico relativo allo stadio della Roma.Il progetto è stato approvato all’unanimità. Il sindaco Marino si è mostrato … Continua a leggere →
Carteinregola chiede ancora una volta al Sindaco Marino e all’Assessore Caudo di mantenere la parola data in campagna elettorale e di estendere il confronto sul nuovo stadio della Roma e annessi alla cittadinanza, mettendo on line tutti i materiali relativi … Continua a leggere →
Riflessioni sugli oneri aggiuntivi e sull’ammontare delle somme concordate per le opere di pubblica utilità. Ma chi paga? di Paolo Gelsomini* “Il 4 settembre sarà dato l’ok della giunta alla pubblica utilità delle opere relative allo Stadio di Tor di … Continua a leggere →
Si avvicina il termine (4 settembre) in cui il Comune di Roma dovrà esprimersi sul progetto dello Stadio della Roma a Tor di Valle, dopo la “bocciatura” dello studio di fattibilità presentato a luglio da James Pallotta, presidente della A.S … Continua a leggere →
Mancava Marroni… (Aggiornamento 27 agosto): Ieri mattina, con un comunicato all’Agenzia “Dire”*, Tommaso Giuntella, presidente del Pd di Roma, ha fatto un intervento che echeggia molto la nostra ironica nota del giorno prima (vedi sotto) : “Il Partito democratico di Roma non ha nessuna intenzione di essere … Continua a leggere →
AGGIORNAMENTI 11 agosto 2014: La Regione Lazio prescrive di cercare una soluzione diversa e alternativa per lo svincolo della Roma-Fiumicino “Ci si è posto un problema: nel parere della Regione, che ci è giunto venerdì scorso e con il quale … Continua a leggere
Scarica le Riflessioni di Carteinregola a margine della dichiarazione di interesse pubblico del progetto del nuovo stadio della Roma Appunti per le Commissioni Capitoline congiunte il 2 ottobre 2014 Carteinregola sullo stadio roma 3 ottobre 2014
Riflessioni a margine della dichiarazione di interesse pubblico del progetto del nuovo stadio della Roma
Appunti per le Commissioni Capitoline congiunte di Carteinregola
2 ottobre 2014
Una premessa
Difficile entrare nel dibattito in corso sul progetto del nuovo Stadio: perché è un tema complesso, in cui si accavallano, confondendosi, molti aspetti che invece andrebbero affrontati separatamente, e soprattutto perché è difficilissimo distinguere i dati oggettivi dalle opinioni, oltretutto avendo a disposizione informazioni decisamente insufficienti.
Proveremo lo stesso ad affrontare il tema e a prendere una posizione, soprattutto perchè siamo consapevoli che il nostro gruppo di lavoro è diventato in qualche modo un riferimento per chi vuol sapere e capire, e si aspetta che non ci tiriamo indietro quando si presentano nuove e spinose questioni. Ci accolliamo la responsabilità, scegliendo come sempre la linea della serietà e della “saggezza”, senza lasciarci condizionare dalle convenienze né dalle facili demagogie. Fermo restando che anche noi siamo perennemente alla ricerca della verità, e non diamo mai per scontato di averla in tasca.
E siccome il tema è a “tanti strati”, di cui molti vanno ben al di là del caso specifico, e aprono scenari assai più generali e complessi, e poiché diverse sono le esperienze e i punti di vista dei comitati e delle persone aderenti a Carteinregola, metteremo “in chiaro” sul sito il nostro dibattito interno, così quelli che ci seguono avranno anche modo di farsi un’idea di chi siamo e cosa pensiamo.
Pubblichiamo il testo della Delibera approvata il 4 settembre all’unanimità dalla Giunta di Roma Capitale (ma assente l’assessore Improta), che riconosce la pubblica utilità al progetto presentato per la realizzazione dello stadio della A.S. Roma a Tor di Valle. I
Ora vedremo come il Sindaco, l’Assessore e l’amministrazione in genere sapranno condividere l’iniziativa con la città, al di là dei trionfalismi e della retorica calcistica…
Se non fosse in ballo la costruzione di un consistente pezzo di città, il suo impatto sulla vita di migliaia di cittadini che vivono o utilizzano quel quadrante, e un’operazione privata da centinaia di milioni di euro la cui pubblica utilità è tutta da dimostrare (nel vero senso della parola), la vicenda dello stadio si potrebbe definire una telenovela, che si arricchisce ogni giorno di nuovi personaggi (anche del mondo dello spettacolo, come gli attori Ghini e Banfi e il cantautore Venditti) e soprattutto di nuovi colpi di scena. La “serie” si svolge soprattutto sulle pagine del “Messaggero”, che nella “messa in onda” quotidiana tira fuori sempre nuovi spunti, anche sotto forma di “flash back”: è il caso della dichiarazione della Regione Lazio riportata il 31 agosto – “Tor di Valle, altolà della Regione” – come “fresca di giornata”, mentre il parere ci risulta sia stato espresso in occasione della conferenza dei servizi avvenuta a fine luglio. E, come in ogni feuilleton che si rispetti, c’è la suspence finale, a un passo dall’approvazione della delibera in giunta, prevista oggi alle 17, che, a quanto riportato dai giornali, potrebbe essere rimessa in discussione per la mancata disponibilità del Presidente Pallotta ad accettare alcune condizioni (vedi sotto).
Carteinregola chiede ancora una volta al Sindaco Marino e all’Assessore Caudo di mantenere la parola data in campagna elettorale e di estendere il confronto sul nuovo stadio della Roma e annessi alla cittadinanza, mettendo on line tutti i materiali relativi al progetto e convocando al più presto un’assemblea pubblica, per allargare il discorso avviato con le conferenze urbanistiche nei Municipi anche a questa trasformazione di portata metropolitana.“La qualità è anche aprirsi alla partecipazione. I Laboratori di Città e l’Agenzia di rigenerazione urbana serviranno anche a costruire nuovi percorsi di partecipazione informata dei cittadini alle scelte urbanistiche della città. Vanno poi aperti nuovi canali di comunicazione e dibattito pubblico, gestiti dall’amministrazione pubblica, che devono svolgersi sia in maniera decentrata, nei luoghi della città dove le cose avvengono, ma anche in uno spazio da creare al centro, un “forum” dedicato, perché molte di queste trasformazioni interessano l’intera comunità urbana.” Così si conclude il capitolo dedicato all’urbanistica del Sindaco Marino, scritto dall’Assessore Caudo. E noi, nel giorno in cui – ormai è cosa certa – la giunta dichiarerà l’interesse pubblico del progetto dello stadio e dei suoi annessi (alle nuove condizioni dettate dal Comune e integrate – a quanto pare – dai summit con le forze politiche capitoline), ci chiediamo quale sarà il ruolo della cittadinanza in tutto ciò.
Riflessioni sugli oneri aggiuntivi e sull’ammontare delle somme concordate per le opere di pubblica utilità. Ma chi paga?
diPaolo Gelsomini*
illustrazione del sito Lo stadio della Roma
“Il 4 settembre sarà dato l’ok della giunta alla pubblica utilità delle opere relative allo Stadio di Tor di Valle” – dice il coordinatore della maggioranza in Campidoglio Fabrizio Panecaldo. Questa delibera di giunta sarà subordinata alla certificazione dell’esistenza di integrazioni al progetto che la proprietà ha però già depositato in Campidoglio lo scorso 29 agosto.
Le opere aggiuntive di pubblico interesse formalizzate nell’accordo raggiunto a New York tra il sindaco Marino ed il presidente della Roma Pallotta consistono nella realizzazione di una tratta della metropolitana tra la fermata Magliana della linea B e Tor di Valle, il ponte pedonale sul Tevere che collegherà la stazione ferroviaria Magliana con l’area sportiva, un parco fluviale, lavori sulla rete fognaria, manutenzione del verde, per un totale di 320 milioni di investimenti contro i 270 inizialmente previsti. Quindi 50 milioni in più di opere chiesti ed ottenuti dal Comune. Ma come è stato stabilito il quantum?
Si avvicina il termine (4 settembre) in cui il Comune di Roma dovrà esprimersi sul progetto dello Stadio della Roma a Tor di Valle, dopo la “bocciatura” dello studio di fattibilità presentato a luglio da James Pallotta, presidente della A.S Roma,e dal costruttore Parnasi, e le condizioni “sine qua non” consegnate alla Newco, la settimana scorsa a New York, dal Sindaco e dall’Assessore Caudo, che dovrebbero essere state accettate dai proponenti (1).
Un progetto che resta fortemente osteggiato da un fronte decisamente eterogeneo, che spazia dai “competitors” Caltagirone e Bonifaci, che dalle colonne dei quotidiani di proprietà sparano a zero sulla proposta della A.S Roma e della Eurnova di Parnasi, ai politici soprattutto di centrosinistra, alle associazioni ambientaliste (2). E se noi continuiamo a non essere affatto convinti dell’operazione, dobbiamo dire che non ci convincono neanche le tante “conversioni” alla causa, a partire da quella dell’editore del Messaggero. E, come al solito, continuiamo a ragionare sui fatti e sui dati, sgombrando il campo dalle strumentalizzazioni, e soprattutto ponendo le domande indispensabili per capire come stanno davvero le cose.
Ma fin da ora rivolgiamo un nuovo appello al Sindaco affinchè “fermi la macchina” e sospenda la decisione sul pubblico interesse della proposta, avviando immediatamente un confronto con tutte le istituzioni – compresi i Municipi – e soprattutto con la città, intesa come cittadini e realtà dei territori. In ballo non c’è la messa in sicurezza di un impianto sportivo di provincia, ma un’operazione urbanistica e immobiliare di grande portata, che interessa una consistente fetta di territorio della Capitale d’Italia. E che è anche il primo “banco di prova” di unainiziativa legislativa del Governo Letta assolutamente inaccettabile, che consiste in due commi ambigui e generici, che sono già stati interpretati in maniera opposta da diversi esponenti della stessa maggioranza.
Un appello perché:
È impensabile che due commi di una legge che tratta di tutt’altro possano permettere la costruzione a tappe forzate di un consistente pezzo della Capitale per “compensare” i costi di uno stadio, che è comunque un’opera privata
Non si può ridurre l’indispensabile regia pubblica per una rilevante trasformazione urbana alla semplice decisione di quali opere infrastrutturali siano necessarie per rendere vantaggiosa la realizzazione dello stadio
Non si può decidere una trasformazione così gravida di conseguenze in pochi giorni, senza dare il tempo per svolgere un dibattito con la città e aprire alla partecipazione dei cittadini.
Chiediamo a Ignazio Marino di utilizzare tutta la sua autorevolezza di Sindaco di Roma Capitale per chiedere al Presidente Matteo Renzi di garantire l’interesse della nostra città: per regolare un progetto complesso come quello della costruzione e della sostenibilità economica di uno stadio è necessaria una legge dedicata, esaustiva e soprattutto univoca. Sul fronte dell’urbanistica, Roma ha già pagato altissimi prezzi, con focolai di insostenibilità sparsi in ogni municipio, a cui l’assessore Caudo lavora instancabilmente da più di un anno, per rilanciare un’altra idea di città. Continuiamo su questo percorso. Cambiamo tutto, insieme ai cittadini.
Da quanto riportato dai giornali – e in particolare dal “Messaggero” – le condizioni poste dal Sindaco e dall’Assessore, e accettate da Pallotta e Parnasi, per spostare l’ago della bilancia nella direzione dell’interesse pubblico, dovrebbero essere le seguenti (3):
1) Portare allo stadio almeno il 50% delle persone con i mezzi pubblici, aumentando il contributo a carico dei proponenti con i seguenti interventi:
METRO B: vengono aggiunti 50 milioni di euro di investimenti privati per il prolungamento della metro B da EUR Magliana a Tor di Valle
PONTE PEDONALE : sarà realizzato un ponte pedonale per chi arriverà allo stadio usando la linea ferroviaria FL1, Roma-Fiumicino.
ADEGUAMENTO DELLA FERROVIA ROMA LIDO
(a cui si aggiunge la modifica prescritta dalla Regione Lazio relativa allo svincolo autostradale della Roma Fiumicino, inizialmente previsto nell’area vincolata del Parco dei Massimi (4)
2) Realizzare nell’area un parco del Tevere
3) Modificare la ripartizione dell’investimento totale di “opere pubbliche” sul quadrante tra privato e pubblico (quest’ultimo senza alcun finanziamento diretto ma attraverso la autorizzazione alla realizzazione di nuove cubature direzionali e commerciali), con la conseguenza di diminuire di circa il 10% il milione di cubature previsto nello studio di fattibilità intorno allo stadio (-102.400 metricubi).
ANCORA “SULL’INTERESSE PUBBLICO”
La centralità delle scelte urbanistiche deve tornare nella potestà del pubblico e non rispondere più alla sola logica dell’offerta.
Da “Roma è vita”, il programma elettorale di Ignazio Marino, esattamente l’opposto di quanto previsto dai commi sugli stadi della legge nazionale
Prima di entrare nel merito delle modifiche e delle nostre obiezioni al progetto, aggiungiamo ancora qualche considerazione sull’ “interesse pubblico”, un concetto inevitabilmente arbitrario, dato che in suo nome si possono promuovere le iniziative più diverse, da quella promossa dall’Amministrazione Veltroni, Assessore Morassut (5), del nodo di scambio Marconi, che assomiglia in modo impressionante a quella dello stadio, ma senza lo stadio (6) a quella dell’Amministrazione Rutelli, Assessore Cecchini , di autorizzare la costruzione di quattro milioni di metri cubi di edifici nell’area verde di Tor Marancia(7), a quella successiva, sempre Assessore Morassut, di spostare altrove quelle edificazioni, moltiplicandole esponenzialmente in base alla distanza dal centro, anziché cancellarle semplicemente, dando inizio così alla famigerata pratica delle “compensazioni” (8).
In questo caso però sono i commi sugli stadi della legge di stabilità (9), a parlare di “interesse pubblico”,che evidentemente a uno stadio non viene attribuito di per sé (altrimenti il Comune non dovrebbe dichiararlo), e che quindi per essere riconosciuto deve portare vantaggi alla collettività che vadano oltre le semplici infrastrutture al servizio dei tifosi o dei clienti/frequentatori delle strutture sportivo/turistico/direzionali/commerciali connesse, come del resto sempre ricordato più volte dall’Assessore Caudo (10). Tuttavia la formula di compromesso nella stesura dei commi, raggiunta in Parlamento, dopo molte polemiche, nel dicembre scorso, e consegnata alla Gazzetta ufficiale (11), è assolutamente inadeguata – se si pensa che a poche righe sono affidate le sorti di importanti “pezzi di città” – e soprattutto ambigua. Infatti già due deputati dello stesso schieramento, sostengono due diverse interpretazioni: l’on. Marroni, PD, della Commissione Urbanistica della Camera, sul “Messaggero” (12) sostiene che « le cubature aggiuntive non rientrano nello spirito della legge» perché «Tolti i volumi per lo stadio, questa tecnicamente è una variante urbanistica bella e buona, non prevista dal Piano regolatore» e che quindi «A Tor di Valle si sta tentando di fare un’operazione ordinaria attraverso una legge straordinaria ». Invece il collega di partito Morassut (a cui va peraltro riconosciuto il merito di aver segnalato i rischi della legge già a suo tempo) in una intervista a “Repubblica” (13) sostiene che la legge «consente di compensare tutte le opere previste per lo stadio con un’ambigua espressione su “l’equilibrio economico e finanziario”» con il risultato che «tutte le opere, anche quelle pubbliche, possono essere pagate dal Comune rilasciando concessioni edilizie per i relativi valori», con la conseguenza che «le concessioni aumentano a dismisura i metri cubi da costruire oltre lo stadio». L’ex Assessore conferma quindi che, anche se la decisione di pubblico interesse spetta al Comune, i margini stabiliti dalla legge sono a favore dell’ “iniziativa” privata: «Naturalmente il privato fa il suo gioco appoggiandosi ad una legge approvata, una legge voluta dal gruppo di potere che si è impadronito del calcio italiano…» e le sue conclusioni – «tra il Comune e la Roma si creino le condizioni per un confronto esplicito e serio che garantisca alla collettività un vantaggio pubblico non astratto, ma quantificabile» – sono le stesse a cui ci sembra siano giunti Marino e il suo assessore: se la legge nazionale consente e favorisce questo tipo di operazioni, il compito del Comune è portarsi a casa il risultato più vantaggioso per la città.
Ma noi che siamo semplici cittadini, possiamo dire ancora una volta che questa legge è profondamente sbagliata e dovrebbe essere respinta al mittente, in quanto dà una corsia preferenziale a opere non necessarie come uno stadio di calcio, mentre dovrebbero avere somma priorità interventi di autentico interesse pubblico come la messa in sicurezza di ospedali e scuole, e soprattutto del territorio, per la prevenzione dei dissesti idrogeologici, per non parlare della tutela del nostro patrimonio archeologico e culturale. Ed è soprattutto è sbagliata perché è l’ennesimo marchingegno che permette di regalare cubature ai privati, e bypassando di fatto l’amministrazione nel governo dei territorio: secondo noi non dovrebbe essere il privato a scegliere dove realizzare lo stadio – e soprattutto le cubature aggiunte – lasciando al Comune solo il compito di esprimersi sul vantaggio pubblico sulla base delle opere che riesce a ottenere, per di più in buona parte attraverso “compensazioni” edilizie. Per questa, come per ogni opera che comporta trasformazioni urbanistiche rilevanti,la regia dovrebbe essere completamente pubblica: dovrebbe essere il Comune a indicare l’area, valutando “a monte” dove il nuovo stadio e le strutture connesse (cioè al servizio dello stadio) possono essere più sostenibili, dove si può usufruire di infrastrutture per la mobilità già esistenti, dove le nuove strutture sportive possono contribuire allo sviluppo dell’area stessa e dell’intera città. E soprattutto le eventuali edificazioni per “compensare” i costi delle opere di pubblica utilità dovrebbero derivare da un’attenta pianificazione, che i due miseri commi – abbastanza ambigui per permettere di fare “di tutto di più” – non prospettano neanche lontanamente (basterebbe la somma fretta con minacce di intervento governativo se non si rispettano le tabelle tempistiche prefissate!). Un’opinione che a giudicare da quanto riportato da fonti giornalistiche (14) è condivisa anche dall’Assessore Caudo: «…In linea generale, ritengo che l’azione della legge sugli stadi che consente ai privati di trovare forme di finanziamento innovativo per le strutture sportive non possa essere vista solo dal punto di vista urbanistico e che metta in difficoltà la regia pubblica. A Roma però – commenta l’Assessore – abbiamo ottenuto di far emergere un più chiaro interesse pubblico».
Una consolazione a nostro avviso però piuttosto magra, che non mette al riparo dal rischio che in un futuro più o meno prossimo altri soggetti privati (magari gli stessi che oggi strillano a gran voce contro la speculazione dei concorrenti) possano avanzare analoghi progetti per altre società di calcio (e, perché no? di baseball, rugby etc) e continuare indisturbati a costruire pezzi di città che rispondono più alle leggi del profitto che a quelle di una vita decente per i suoi abitanti.
Chiediamo quindi ai tanti politici di centrosinistra che in questi giorni si sono eretti a paladini dell’interesse pubblico sulle pagine dei giornali, di dimostrare che non si tratta dell’ennesima partita sotterranea tra la maggioranza capitolina e partiti annessi e il suo Sindaco, prendendo una posizione forte rispetto alla legge sugli stadi, e chiedendo l’intervento del Presidente Renzi per fare chiarezza sui commi e rimettere l’interesse pubblico al centro dell’azione del governo nazionale (e magari, già che ci sono, facendosi sentire anche con il Presidente Zingaretti (PD) e il vicepresidente Smeriglio (SEL) per quanto riguarda il “Piano casa”, in dirittura di arrivo e di proroga al Consiglio Regionale del Lazio, che ha effetti ben più devastanti delle edificazioni previste dallo stadio, e senza alcuna possibilità di dibattito) (15)
LE COMPENSAZIONI IN EDIFICI DIREZIONALI/COMMERCIALI
E a nostro avviso, il vero problema del progetto dello Stadio, non è tanto lo stadio con il suo contorno di infrastrutture commerciali e turistiche (comunque la si pensi, non va dimenticato che su quell’area insiste già un ippodromo e che la nuova struttura sportiva è compatibile con la destinazione del Piano Regolatore) (16), quanto le nuove cubature previste “a compensazione” di parte delle infrastrutture pubbliche che dovrebbero essere realizzate al servizio di tutta la città. Diamo per scontata l’obiezione alla costruzione di nuovi edifici in un desolante panorama di cubature residenziali/direzionali/commerciali invendute e deserte (17), e andiamo oltre, consapevoli della difficoltà ad affrontare in modo equilibrato argomenti che toccano nervi giustamente scoperti dopo decenni di speculazioni.
IL PUBBLICO INTERESSE DEVE COMPRENDERE ANCHE LE NUOVE EDIFICAZIONI
La domanda a cui bisognerebbe rispondere a monte è: se non si costruisse lo Stadio, sarebbe utile alla collettività realizzare in quell’area quelle infrastrutture per la mobilità e soprattutto quelle torri con uffici e centri commerciali? E anche: dotando quell’area maggiori infrastrutture per la mobilità (per lo stadio), è nell’interesse generale costruire uffici che possano “sollevare” il centro da funzioni che attraggono persone e mezzi privati?
È chiaro l’interesse privato a realizzare un nuovo pezzo di città che graviti intorno a un “pezzo forte” come lo stadio, le strutture connesse e le infrastrutture previste. Ma potrebbe essere sensato anche dal punto di vista dell’interesse pubblico creare una nuova “centralità” in un’area che sarà ben collegata, e più periferica. Però il ragionamento dovrebbe essere fatto alla rovescia: cioè non pensando a cosa/quanto costruire per permettere all’ “operazione stadio” di andare in porto, ma verificando se lo stadio possa offrire la possibilità di costruire un pezzo di città che sia nell’interesse generale realizzare (18). Cioè l’asse dovrebbe spostarsi da “quante cubature per compensare le infrastrutture dello stadio”, a “quali costruzioni”, “fatte come” e “con quale vantaggio pubblico”. Ed è fondamentale che i cittadini siano portati a conoscenza di ogni dettaglio del progetto, che tutto sia disponibile on line, nella totale trasparenza (19), e soprattutto che siano portati a conoscenza dei cittadini le destinazioni commerciali e gli standard previsti (parcheggi, verde pubblico, servizi etc). E anche per quanto riguarda la realizzazione delle nuove infrastrutture per la mobilità, devono essere forniti i numeri, i dati, i flussi etc a giustificazione delle esigenze e dei vantaggi che porterà anche a chi non va allo stadio e non frequenta il nuovo quartiere direzionale.
Infine deve essere consentito alla cittadinanza e alle realtà territoriali di potersi esprimere sul progetto, dibatterlo pubblicamente, far pervenire le proprie osservazioni. Che la legge nazionale lo preveda o no, il programma per l’urbanistica del Sindaco (e dell’assessore Caudo) si conclude così: “La qualità è anche aprirsi alla partecipazione. I Laboratori di Città e l’Agenzia di rigenerazione urbana serviranno anche a costruire nuovi percorsi di partecipazione informata dei cittadini alle scelte urbanistiche della città. Vanno poi aperti nuovi canali di comunicazione e dibattito pubblico, gestiti dall’amministrazione pubblica, che devono svolgersi sia in maniera decentrata, nei luoghi della città dove le cose avvengono, ma anche in uno spazio da creare al centro, un “forum” dedicato, perché molte di queste trasformazioni interessano l’intera comunità urbana.” Mantenere la parola data ci sembra un buon motivo per chiedere più tempo al Governo.
I CONTI IN TASCA
Dice l’Assessore Caudo (20) “Avevamo ricevuto una proposta … l’abbiamo esaminata e abbiamo chiesto delle modifiche. La cordata AS Roma pensava di spendere 270 milioni investendo solo il 4% in trasporti su ferro, e abbiamo ottenuto che ne spendano 319, di cui 60 (il 20%) andranno ai trasporti su ferro”…“pensavano di vedersi compensati tutti i 270 milioni di opere e invece …nonostante l’incremento delle opere a 319 gli riconosciamo di interesse pubblico solo 195 milioni, di cui 60 appunto sono per i trasporti pubblici”
Ma a parte gli argomenti sopra riportati, che rimangono per noi gli aspetti dirimenti per la valutazione dell’interesse pubblico dello stadio, è necessario affrontare la questione anche con un approccio economico/quantitativo, facendo un po’ di “conti in tasca” ai proponenti e al Comune, per chiarire:
– quali opere “standard” (parcheggi, servizi, mitigazioni ambientali etc) sono previste dalle normative vigenti per la realizzazione dello stadio e delle strutture annesse (come per qualsiasi altra edificazione)
– quali infrastrutture siano necessarie a garantire la sostenibilità dello stadio per i tifosi e i frequentatori delle strutture annesse e anche per i territori contermini, soprattutto in termini di mobilità, e di queste quale percentuale sia destinata alla sola fruizione dello stadio e quale comporti invece un beneficio per la città, per il quadrante interessato ma soprattutto per i tanti cittadini che vengono dalle periferie o da fuori città e che possono sfruttare i nuovi segmenti intermodali realizzati per lo stadio.
Si tratta poi di calcolare il costo delle opere ritenute indispensabili dal Comune (escluse quelle il cui costo rientra negli standard urbanistici obbligatori), e stabilire quale sia la giusta ripartizione dei costi tra privato e pubblico (21). E questo è il punto, conti alla mano: quanto deve essere messo dal privato e quanto dal Comune, che ne cederebbe il valore corrispondente attraverso l’autorizzazione alla realizzazione di cubature direzionali/commerciali?
Se la compensazione prevista corrispondesse solo al costo delle opere di utilità generale, non si capirebbe quale sarebbe il vantaggio offerto dalla realizzazione dello stadio, dato che il Comune per realizzare quelle opere potrebbe cedere i diritti edificatori a qualsiasi altro soggetto privato interessato a realizzare quelle opere in cambio di cubature. È quindi evidente che l’interesse pubblico scatta solo oltre una certa soglia, che prevede in prima battuta che anche per le opere al servizio della città una fetta consistente sia pagata “cash” da chi costruisce lo stadio, e in seconda battuta che – trattandosi dello stesso soggetto – sia garantita la totale simultaneità della realizzazione dell’impianto e delle infrastrutture necessarie.
Un conteggio che secondo Cecchini dovrebbe essere ricavato dalle norme del PRG (22) e che secondo l’Assessore Caudo prevede un contributo pubblico ancora superiore…
MA QUANTO COSTA LA METRO?
Ultimamente lo sport comunale (e non solo) sembra diventato quello di sparare cifre sui presunti costi del prolungamento della metro B EUR Magliana- Tor di Valle per dimostrare che i 50 milioni chiesti dal Sindaco e dall’assessore sono una miseria. E se anche noi vorremmo sapere più dettagliatamente i parametri usati dell’Assessore Caudo, vorremmo anche sapere su che basi abbiano fatto i loro calcoli i più o meno “addetti ai lavori” intervenuti sull’argomento (23) considerando che il tratto in questione è lungo circa 2 km in linea d’aria (24).
Discorso diverso, ma collegato, è la necessità di non ripetere gli errori del passato, con un accordo sulla realizzazione della metropolitana “blindato”, per non dare la possibilità di levitazione di costi e conseguente levitazione di diritti edificatori…
Per quanto riguarda le infrastrutture per la mobilità, riservandoci di valutare i progetti che saranno presentati, bisogna dire che sicuramente nella zona, a prescindere dallo stadio, è oltremodo necessario un invetsimento per migliorare i collegamenti intermodali di trasporto pubblico. Ma anche su questo è necessario elaborare un progetto discusso con i comitati e con i cittadini dell’EUR, che da tempo chiedono il prolungamento della metro B sul lato Laurentina (direzione Trigoria /tor Pagnotta) e che con lo “sfioccamento” a Magliana per arrivare a Tor di Valle subirebbero anche un diradamento dei treni in direzione Laurentina (e a cui il prolungamento della metro alla sola stazione di Tor di Valle sembra una scelta a esclusivo vantaggio dello stadio). D’altra parte è doveroso ricordare che il sindaco Alemanno aveva promesso agli abitanti di Decima e di Torrino il filobus, il corridoio di trasporto Eur /Tor de’ Cenci, che sappiamo come è andato a finire. E, in generale, le nuove infrastrutture per la mobilità, previste dalle modifiche del Comune al progetto del proponente, dovrebbero servire una parte di città cresciuta negli ultimi venti anni tra L’Eur e il raccordo anulare, che è ancora a piedi. E anche l’ adeguamento di via Ostiense /via del Mare è previsto da lustri, in tutti i piani triennali delle opere pubbliche del comune degli ultimi 40 anni , e non è mai stato realizzato…
IL RISCHIO “PIANO CASA” Anche se i commi sugli stadi escludono le compensazioni in edifici residenziali (ma dopo un lungo braccio di ferro: inizialmente erano previsti anche in aree non contigue agli impianti sportivi!), non si possono escludere sviluppi di cubature imprevisti grazie al “Piano casa Zingaretti” in approvazione a settembre (25) che consente, come nel precedente Piano Polverini, il cambio di destinazione da non residenziale a non residenziale e aumenti di cubature anche su edifici ancora da costruire, in barba alle previsioni del Comune e del PRG. E non è detto che qualche “manina” in parlamento, in uno dei prossimi decreti “blindati” dal voto di fiducia, cancelli il divieto di costruire case per garantire “l’equilibrio economico” della costruzione degli stadi. È quindi indispensabile che sia inserito nell’accordo con Pallotta/Parnasi una precisa clausola che escluda il rischio dell’applicazione del Piano casa al “Business District”.
UN DISCORSO SINCERO
Quello che nessuno ha il coraggio di sostenere apertamente, ma che si intravede nel sottotesto di tutto il battage, è una domanda che porremo in modo crudo: questa amministrazione (Sindaco Marino e Assessore Caudo) sta facendo i soliti regali ai costruttori?
Domanda particolarmente angosciosa soprattutto per i cittadini, i comitati e le associazioni (Carteinregola compresa) che in questi mesi hanno seguito passo passo il lavoro dell’Assessore e apprezzato il suo approccio completamente diverso dai suoi predecessori, a partire dal lungo viaggio nei Municipi a incontrare e coinvolgere le istituzioni, i cittadini e le realtà territoriali per raccontare le trasformazioni di cui intendeva renderli protagonisti.
Un lavoro fortemente improntato nel perseguimento dell’interesse pubblico, come quello sulle convenzioni urbanistiche, per fare in modo che non succeda mai più quello che a Roma succede da sempre – interi quartieri di case costruite e vendute che restano senza strade, fognature e servizi- avversato dal fronte bipartisan di quei tanti a cui vanno strette regole e garanzie a tutela dell’interesse pubblico perché “impediscono il superamento della crisi edilizia”…
E poiché siamo convinti che l’Assessore Caudo non sia uomo da favori (tanto meno da regali), riteniamo che si possa essere contrari al progetto dello Stadio e criticare duramente anche la filosofia di utilizzare una legge sbagliata per portare a casa il massimo risultato pubblico, ma senza che venga meno il rispetto dovuto a chi ha finora dimostrato di sapersi prendere le proprie responsabilità davanti ai cittadini. E che ha posto condizioni che – se saranno confermate – dovrebbero distribuire in interventi per la città quasi il 30% dell”investimento privato (200M€ su 700M€) (26). Si muova quindi battaglia, ma alla luce del sole, sui fatti e con gli argomenti, senza sottotesti e soprattutto senza insinuazioni. Se lo meritano.
LE NOSTRE DOMANDE ALL’ASSESSORE CAUDO
Le norme sugli stadi prevedono l’obbligo di compensazione – per l’equilibrio economico – in cubature di destinazione direzionale che nulla hanno a che fare con le strutture sportive/commerciali al servizio dello stadio stesso?
Le infrastrutture necessarie per la pubblica utilità dello stadio, secondo le norme sugli stadi, possono rientrare in tali compensazioni?
Le norme sugli stadi prevedono varianti “in automatico” al Piano Regolatore?
Le norme sugli stadi consentono al Comune di indicare ai proponenti un’altra area di maggiore interesse pubblico? Se sì, sono state prese in considerazione delle alternative?
Quali criteri sono stati utilizzati per conteggiare la parte di finanziamento dei privati delle opere pubbliche?
Se lo stadio (privato) genera nuova rendita fondiaria solo per un operatore privato non lede il principio di uguaglianza anche dal punto di vista commerciale?
La parte di infrastrutture a “carico del Comune” – in termini di “compensazioni” – per realizzare le infrastrutture pubbliche, non dovrebbe essere deve affidata con una gara pubblica?
Come sono stati conteggiati i 50 milioni per il prolungamento della metro B Eur Magliana/ Tor di Valle? Che fine ha fatto l’inizialmente previsto prolungamento a Muratella?
QUALE ALTERNATIVA PER QUELL’AREA? Un’ultima considerazione : se il progetto dello stadio venisse cancellato o ricollocato, quali sarebbero i vantaggi per l’interesse pubblico? Fare una battaglia per mantenere lo “status quo” non ci sembra nell’interesse dei cittadini. A chi giustamente avanza proposte di locations alternative per lo stadio, chiediamo di lavorare anche su proposte di alternative (e sostenibili economicamente) per l’ippodromo (privato) oggi in rovina e per l’area (privata) tutto intorno (27), che permettano e prevedano in primis la messa in sicurezza della situazione idrogeologica che oggi, senza fare nulla, mette a rischio una consistente fetta di territorio. Forse basterebbe ripartire dai progetti e dalle proposte su cui si lavorava per il Velodromo, prima che la precedente amministrazione lo facesse saltare in aria per dare avvio a una sciagurata speculazione immobiliare che fortunatamente non si è fatta e che la nuova amministrazione ha cancellato…
(in pubblicazione :
nota sul contributo starordinario a cura di Paolo Gelsomini
(1) entro la fine della settimana i proponenti dovrebbero presentare un aggiornamento dello studio di fattibilità in cui sono inserite le modifiche richieste
(2) La campagna mediatica che ogni giorno si arricchisce di nuovi volti e nuovi interventi, da Consiglieri della maggioranza capitolina, a Presidenti di commissione, ad ex Assessori come Cecchini e Morassut, all’ex capogruppo del PD capitolino Marroni, oggi deputato, al Prefetto Pecoraro, cui forse sarebbero più confacenti vie esclusivamente istituzionali.
(4) Meridiana Notizie 11 agosto 2014: La Regione Lazio prescrive di cercare una soluzione diversa e alternativa per lo svincolo della Roma-Fiumicino “Ci si è posto un problema: nel parere della Regione, che ci è giunto venerdì scorso e con il quale si sono chiusi i pareri dei 18 enti esterni, ci viene prescritto di ricercare una soluzione diversa e alternativa per lo svincolo della Roma-Fiumicino“. Così l’Assessore alla Trasformazione urbana di Roma Capitale Giovanni Caudo, durante il punto stampa in Campidoglio sul progetto dellostadio dell’A.S. Roma (> vai alla pagina di Meridiana notizie 11 agosto)
(5) Roberto Morassut, oggi deputato PD, responsabile dell’Urbanistica del Partito Democratico, è stato Assessore all’urbanistica delle Giunte Veltroni dal 2001 al 2008,
(6) la giunta Veltroni aveva varato il progetto del “Nodo di scambio Marconi”, poi portato avanti, seppure parzialmente ridimensionato, dalla giunta Alemanno, che prevedeva la realizzazione di un nodo di scambio in corrispondenza della fermata della metro B Marconi (area dell’attuale deposito delle auto rimosse), e di un tunnel per la circolazione automobilistica a 4 corsie che avrebbe dovuto essere scavato lungo l”ansa del Tevere fino al Ponte Marconi, in una zona che ci risulta ricca di preesistenze archeologiche, vincolata sia dal punto di vista paesaggistico/naturalistico che idrogeologico. Inoltre per reperire le risorse necessarie alla costruzione del tunnel, l’ISVEUR che aveva avanzato il progetto di finanza, avrebbe potuto costruire due torri di uffici, residenze e strutture commerciali, nonché parcheggi sotterranei al servizio di queste nuove cubature immobiliari. Un’operazione che sarebbe stata, a nostro avviso, a somma negativa per quanto riguarda l’interesse pubblico, e volta alla sola speculazione privata, che avrebbe deturpato un’area attualmente occupata da verde e campi sportivi, nell’area di rispetto del fiume Tevere, per realizzare un’infrastruttura – il tunnel – che va nella direzione opposta alla linea sempre sbandierata dalle amministrazioni di centro sinistra rispetto alle scelte che riguardano la mobilità, in quanto sarebbe stato dell’ennesimo incentivo all’utilizzo dei mezzi privati, e alla ulteriore trasformazione dei lungo Tevere in autostrade urbane, aumentando il traffico di attraversamento del centro storico. Ci risulta che fosse stata già addirittura effettuata la conferenza dei servizi nel 2013, ma nella recente conferenza urbanistica nell’VIII Municipio l’assessore Caudo e il Presidente Catarci hanno assicurato che il progetto è decaduto
(7) Domenico Cecchini, Professore di Urbanistica presso La Sapienza, oggi Presidente INU Lazio, è stato Assessore alle politiche del Territorio della Giunta Rutelli, dal dicembre 1993 al gennaio 2001 ed ha promosso il nuovo Piano Regolatore tuttora vigente.
In seguito alla pubblicazione del nostro articolo, il porf. Cecchini ha inviato al seguente precisazione, relativa ai quattro milioni di metri cubi di edifici a Tor Marancia che noi abbiamo riportato, traendolo da un articolo del Corriere della Sera dell’8 dicembre 2006: Parco di Tormarancia, per «compensazione» una colata di cemento Undici palazzi di 27 metri a Grotta Perfetta, a firma Carlo Brogi, in cui era riportato: “…non è stato possibile «colare» quattro milioni di metri cubi di cemento [nell’area di Tor Marancia] com’ era previsto dieci anni fa nel progetto della giunta Rutelli e dell’ assessorato Cecchini, quel piano è stato bloccato e al suo posto è nato un parco di 200 ettari che ancora non è stato però minimamente messo a punto e che giace lì abbondanato a se stesso, ma ora ecco la beffa….”. In ogni caso faremo le verifiche necessarie e correggeremo il testo al più presto (AMBM)
Gentile redazione di Carte in regola,
nell’articolo “Stadio della Roma: fermate la macchina e discutiamone con la città” pubblicato oggi leggo la seguente frase “… a quella dell’Amministrazione Rutelli, Assessore Cecchini (7), di autorizzare la costruzione di quattro milioni di metri cubi di edifici nell’area verde di Tor Marancia, …” Né io né l’amministrazione di cui ho fatto parte, abbiamo mai autorizzato la costruzione di quattro milioni di metri cubi nell’area verde di Tor Marancia. Al contrario, già con le controdeduzioni alla Variante di Salvaguardia, fermate dalla precedente Amministrazione e che noi invece fortemente volemmo e portammo in Consiglio che le approvò (CC n. 40 del 22/2/1995 e CC n. 20/ 1996), avevamo più che dimezzato la vecchia previsione del PRG del 1962/65 (da 4 a 1,9 milioni di metri cubi). Negli anni successivi avviammo i lavori per un accordo istituzionale con Regione Lazio e Soprintendenza archeologica per garantire interesse pubblico, ulteriori riduzioni e qualità progettuale. L’accordo non si concluse per l’anticipata chiusura della seconda Amministrazione Rutelli; la successiva Amministrazione Veltroni scelse una strada diversa.L’intera vicenda è stata dettagliatamente descritta da Maurizio Marcelloni in un ampio articolo (Urbanistica Informazioni n 185 del 2002) e da me ripresa in una lettera aperta a Italo Insolera, nella quale ho anche ricostruito la vicenda delle “compensazioni” (Urbanistica Informazioni n 239-240 del 2011).Speravo (illudendomi ?) che la stagione delle polemiche costruite su false informazioni fosse finita. Cordiali saluti. Domenico Cecchini
(17) lasciamo da parte per il momento le obiezioni, che verificheremo, mosse da varie associazioni ambientaliste sui vincoli e le problematiche idrogeologiche (ma vogliamo dare per scontato che non verranno autorizzate costruzioni in zone con vincolo di inedificabilità assoluta, o in aree a rischio esondazione, quantomeno senza le necessarie misure di sicurezza!)
(18) Sempre nel programma “Roma è vita” del Sindaco Marino, in vari passaggi si “mette in conto” la possibilità di densificare e riorganizzare la città intorno a nodi del trasporto pubblico. Tuttavia le modalità dei commi sugli stadi non sono certo adatti a mettere in pratica, se non “di rimessa” e a tappe forzate, quanto potrebbe essere invece pianificato e valutato insieme alla città.
Si vedano i seguenti paragrafi:
5.3. UNO SVILUPPO URBANO PIÙ CONCENTRATO
La città è ormai diffusa su un territorio sempre più vasto che va ben oltre il grande raccordo anulare e si estende verso i comuni confinanti. Realizzare uno sviluppo urbano a maggiore concentrazione di funzioni e di edificato in alcune aree strategiche è fattore essenziale per uno sviluppo della città ordinato e meno dissipativo in termini di risorse.
L’armatura di questa strategia sarà il sistema di trasporto su ferro, a partire da quello già esistente, sia interno al territorio comunale che a scala di città metropolitana. Uno sviluppo urbano più ordinato e un sistema di trasporto pubblico più efficiente non possono che essere conseguiti attraverso la loro integrazione, soprattutto in una città come Roma già particolarmente estesa.
(…)
Densificare nei nodi del ferro è la strategia di sviluppo urbano che intendiamo perseguire per ottenere un duplice vantaggio: l’efficienza della rete di trasporto pubblico su ferro e il rafforzamento della struttura policentrica della città.
(…)
Roma-Fiumicino. La direttrice tra Roma, l’Eur, e l’Aeroporto di Fiumicino è infrastrutturata dalla Ferrovia regionale (la FR1) e dall’omonima autostrada. Negli ultimi venti anni questa direttrice è stata oggetto di un progressivo consolidamento edilizio e funzionale (Commercity, la Fiera di Roma, Parco Leonardo) che ha portato alla formazione di quello che è l’asse direzionale-produttivo- commerciale più importante della città. Alcune di queste realizzazioni e alcune previsioni di sviluppo, a distanza di tempo e in uno scenario economico profondamente mutato, richiedono la messa in campo di un nuovo progetto di rifunzionalizzazione e di ristrutturazione insieme alla salvaguardia dell’importante sistema ambientale fluviale e del litorale romano.
(19) Finora lo studio di fattibilità presentato a luglio dai proponenti era consultabile solo nella Casa della Città, alla Garbatella, su alcuni tablet messi a disposizione del pubblico. E’ una scelta suggestiva, ma che taglia fuori la maggior parte della popolazione romana: ci auguriamo che tutto il materiale venga al più presto, e man mano, messo sul sito del Dipartimento Urbanistica e dei Municipi interessati…
(20) Si dovrebbero considerare anche le conseguenze sull’economia della città, che in tempi di crisi è come una coperta che tiri da una parte e diventa corta dall’altra: la costruzione di nuovi uffici infatti potrebbe comportare prima o poi l’abbassamento del valore degli altri già costruiti e invenduti/inaffittati. E i nuovi centri commerciali potrebbero stornare clientela a centri commerciali già esistenti con rischio chiusura/perdita posti di lavoro.
(22) La questione è comunque complessa: se da un lato il Comune non può certamente chiedere ai proponenti, in cambio della dichiarazione di pubblico interesse, opere spropositate che graverebbero sui costi dello stadio talmente tanto da renderne non conveniente la costruzione, dall’altro c’è da dire che nessuno obbliga la Roma e il suo presidente Pallotta a costruire lo stadio proprio lì, in una zona della città con scarse infrastrutture per la mobilità e con varie problematiche ambientali, e quindi con la necessità di investimenti molto consistenti per non renderlo drammaticamente impattante. Se ad esempio la società scegliesse un’area già maggiormente infrastrutturata – ad esempio a minore distanza da tracciati metro già esistenti – i costi potrebbero essere decisamente inferiori. E il pubblico interesse potrebbe essere ben maggiore in altre situazioni come tante periferie in cerca di riscatto dal degrado…
(23) secondo l’art. 20 delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG, il “contributo straordinario, da sommare agli oneri ordinari che devono essere versati dal soggetto attuatore al Comune” è “pari al 66% del plusvalore immobiliare conseguibile a seguito della trasformazione”. ‘Tale misura può essere ridotta fino ad un minimo del 60% al fine di incentivare la qualità progettuale degli interventi’ > vai al comunicato di Cecchini dell’INU Calcio: Inu Lazio, su nuovo stadio Roma applicare regole prg http://www.liberoquotidiano.it/news/sport/11676364/Calcio–Inu-Lazio–su.html
Roma, 22 ago. (Adnkronos) – “Secondo le dichiarazioni rilasciate in questi giorni dall’Assessore Caudo le sorti del progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle dipenderebbero dalla disponibilità o meno dei promotori a pagare un contributo di 50 milioni di euro, necessario (e sufficiente ?) a realizzare un nuovo tratto di metropolitana in superficie per collegare lo stadio alla fermata Eur Magliana della linea B. Sempre secondo notizie di stampa a questa cifra si dovrebbero aggiungere 270 milioni già destinati a opere pubbliche nel settore urbano, a carico dei promotori, per un totale complessivo di 320 milioni. È tanto? È poco? La valutazione non può essere soggettiva. Il Piano regolatore vigente dà una risposta chiara: il contributo straordinario, da sommare agli oneri ordinari che devono essere versati dal soggetto attuatore al Comune, è pari al 66% del plusvalore immobiliare conseguibile a seguito della trasformazione. ‘Tale misura può essere ridotta fino ad un minimo del 60% al fine di incentivare la qualità progettuale degli interventi’ (art. 20 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano)“. Lo afferma Domenico Cecchini presidente sezione Lazio Istituto Nazionale di Urbanistica Daniel Modigliani membro del Direttivo INU Lazio.
«La regola è chiara – aggiunge – Il Comune ha tutti gli strumenti per calcolare il plusvalore conseguibile e applicare la norma del Piano. Naturalmente tutto ciò a prescindere dalle garanzie indispensabili sotto i profili ambientali e funzionali che dovranno esser attentamente valutati. In una vicenda così complessa e importante per la città non sarebbero ammissibili né valutazioni soggettive né omissioni di verifiche e di controlli».
(24) La Presidente della Commissione Mobilità Anna Maria Cesaretti (SEL) sul “Messaggero” del 24 agosto: «Aspettiamo di vedere il progetto di fattibilità, ma da una prima analisi 50 milioni di euro non basteranno per collegare la fermata Eur-Magliana a Tor di Valle. Personalmente ho più di un dubbio». Lorenza Bonaccorsi, deputata del Partito democratico e presidente del Pd Lazio, dice che «a fronte dei 50 milioni in più chiesti dal Comune, si parla di costi totali ben più alti, fino a 110 milioni di euro con tempi di realizzazione fino a cinque anni». http://www.ilvelino.it/it/article/2014/08/25/stadio-roma-bonaccorsi-pd-su-costi-opere-mobilita-sindaco-chiarisca/91d7592f-5eba-4150-8391-6f47eb3d8eaf/…
(25) Va controcorrente invece il consigliere Panecaldo, che in tempi di appelli alla “cura del ferro”, preferisce gli spostamenti in automobile: «chiediamo un ulteriore sforzo di 50 milioni, non la luna, per la messa in sicurezza della via del Mare e per il ricongiungimento con l’Ostiense, da Tor di Valle a ponte Marconi», “Roma Today” del 25 agosto.
(26) questo almeno in base a quanto riportato dalla stampa, ci riserviamo di analizzare e commentare il nuovo progetto che sarà presentato dai proponenti in questi giorni
(27) Fanno giustamente presente i comitati del territorio che si potrebbe farne un parco, affidandolo al WWF, come in altre analoghe situazioni, mentre l’ippodromo d Tor di Valle potrebbe essere riutilizzato lasciandone inalterate (o con lieve incremento) le cubature (come appunto prevedeva l’ipotesi che era stata fatta per il Velodromo dalla stessa amministrazione di sinistra in situazione assai simile). Oppure si potrebbe adottare una soluzione come quella che i comitati dell’Eur con AIAPP avevano prospettato sempre per il Velodromo: al posto delle palazzine private una location per esposizione pubblica di giardini temporanei (cosa diffusissima nel reato del mondo). Tutte soluzioni che non si basano su speculazioni edilizie ma sull’uso del territorio compatibile con la vocazione dell’area. Tuttavia – non dimentichiamolo – anche su quell’area, in cui il PRG prevede verde privato attrezzato, incombe lo spettro del Piano Casa Polverini /Zingaretti, con cambi di destinazione e moltiplicazione di cubature che non sono soggette ai dettami del PRG…
Lo Stadio si deve fare solo se porta vantaggi all’interesse pubblico. Senza se e senza ma. Ma sul progetto si è creata – ad arte – troppa confusione. Carteinregola cerca di fare chiarezza, per distinguere nella battaglia in corso le ragioni dei cittadini e delle associazioni da quelle delle cordate dei costruttori. E soprattutto per denunciare gli effetti devastanti che una furbesca interpretazione delle norme della legge di stabilità potrebbe avere sulla città: infatti nei commi che riguardano la ristrutturazione o la costruzioni degli stadi non c’è traccia nè di “moneta urbanistica” per finanziare le opere private nè di deroghe al PRG, anche se ormai abbiamo capito che una normativa poco dettagliata è la base di partenza per molte “mutazioni genetiche” urbanistiche… All’indomani della conferenza dei servizi che si è svolta il 31 luglio (il Comune però si esprimerà sulla pubblica utilità della proposta entro il 27 agosto) Carteinregola lancia un appello al Sindaco Marino, perchè le ragioni della città non vengano superate dalla logica della speculazione.
[questo dossier è un “work in progress” che sarà man mano integrato con nuovi approfondimenti, a partire dalle problematiche della mobilità e uno studio dei costi- siamo a disposizione per pubblicaretutte le precisazioni e i contributi che si rendessero necessariper una più corretta informazione] SCARICA IL PDF CON LO STUDIO DI FATTIBILITA’ consultabile alla Casa della Città (via della Moletta 85 Roma) studio fattibilità stadio luglio 2014
Scarica la versione PDF del dossier Nuovo stadio della Roma 3 AGOSTO 2014
La partita che si sta giocando sul nuovo Stadio della Roma è diventata una sorta di polverone in cui succede e si dice di tutto, e tutti combattono contro tutti. Come quelle risse disegnate nei fumetti, un turbine da cui emerge un pugno, un calcio, scritte e stelle. Così Legambiente, che pone sacrosante questioni sull’ipotesi della costruzione dello Stadio nell’area dell’ex Ippodromo di Tor di Valle e quel quasi milione di metri cubi che sorgerebbero in un’ansa del Tevere a sud ovest dell’EUR (1), trova un inaspettato alleato nel quotidiano Il Messaggero (2) dell’imprenditore–costruttore- editore Francesco Gaetano Caltagirone (3), “competitor” del proponente costruttore Parnasi (4). E il PD capitolino, che da mesi avanza alla Giunta Marino critiche di immobilismo nel campo urbanistico, invocando soccorsi per l’edilizia romana, a partire da provvedimenti per “snellire e velocizzare le procedure di attuazione del Piano Casa” – una normativa che ha la caratteristica di bypassare qualunque pianificazione pubblica e qualunque valutazione di interesse pubblico degli interventi (5) – adesso lancia comunicati proprio in difesa dell’interesse pubblico (6). Il Movimento Cinquestelle – dall’opposizione – accusa l’assessore Caudo di nascondere che i costi dello stadio graverebbero per buona parte sulle finanze pubbliche (7), mentre Italia Nostra lancia l’allarme sui vincoli paesaggistici e archeologici e i problemi idrogeologici (8). Dal canto suo l’assessore Caudo – in varie occasioni e in un’intervista sul Corriere della Sera del 14 luglio – continua a ripetere che “l’amministrazione non può ridursi al ruolo di passacarte, nell’operazione deve esserci spazio per l’utilità pubblica” e che “il progetto…non può ridursi a dare un magnifico stadio alla squadra ma deve incontrare un definizione più chiara dei tanti vantaggi che Roma deve avere”, in primis arrivare allo Stadio in metropolitana (9). Ma il turbine di dichiarazioni si arricchisce ogni giorno di un nuovo capitolo…(10)
In tutto ciò, come al solito, noi facciamo il nostro lavoro. Cioè cerchiamo di ricostruire la verità e porre le domande che servono a fare chiarezza. Cominciando a dare alcune risposte dell’Assessore Caudo che abbiamo raccolto direttamente in occasione del primo incontro della Conferenza Urbanistica del IX Municipio il 14 luglio (11).
E soprattutto distinguendo tutti gli aspetti in gioco – troppo mescolati per poter essere affrontati adeguatamente – per trovare le risposte alle domande collegate:
Uno stadio privato è un’opera di interesse pubblico? Cosa stabilisce la “legge degli stadi” – due commi inseriti nella legge 147 del 2013, “di stabilità” nel dicembre scorso – che è alla base della proposta? Il Comune può bocciare o cambiare la proposta del privato? E’ lo stadio dei romani, della Roma o dell’investitore privato?
Chi paga lo stadio e le infrastrutture necessarie? Ci saranno costi a carico della collettività? Ci saranno vantaggi per la città e il quartiere o l’operazione sarà “a somma zero”, cioè permetterà la costruzione delle sole infrastrutture al servizio dello stadio?
La scelta del luogo: pro e contro dal punto di vista dell’ambiente e della sostenibilità del territorio
Chi garantisce che i patti saranno rispettati (sopratutto rispetto al rischio “Piano casa”)?
Quali potrebbero essere le alternative? E come sarebbero praticabili?
Ma all’estero fanno così?
Come sono stati/verranno coinvolti i cittadini?
Che si riassumono in un’unica domanda fondamentale: l’attuale proposta risponde all’interesse pubblico?
Più oltre analizziamo punto per punto tutte le questioni, ma fin da ora diciamo chiaramente che, se valutiamo lo studio di fattibilità presentato del proponente qualche settimana fa, la risposta è no. E vogliamo anticipare una premessa e un appello finale.
Rendering tratto dal sito www.nuovostadiodellaroma.it
La premessa: nell’intervento al IX Municipio l’assessore Caudo è stato molto chiaro (11): “non c’è nessun progetto che l’amministrazione approva, c’è una proposta, uno studio di fattibilità che un privato ha presentato in virtù di una legge nazionale e l’amministrazione valuterà quali sono le condizioni perché questa possa essere approvata”. Ma soprattutto per Caudo se “l’interesse del tifoso è chiaro, l’interesse del proponente privato è altrettanto chiaro, dobbiamo fare emergere quello che è l’interesse dei cittadini” e “se si fa un’operazione in quell’area (e ci tiene a sottolineare “ammesso che sia fattibile, dopo tutte le prescrizioni, comprese quelle per i rischi idrogeologici etc”) il sistema delle infrastrutture deve risolvere parte dei problemi che oggi ha quell’area, non deve essere funzionale solo allo stadio”. Una conferma che il progetto è ancora tutto da discutere e da rivedere, e che il percorso sarà gestito in modo totalmente trasparente .
Foto da Giornalettismo
L’appello lo inoltriamo al Sindaco Marino, affinchè respinga al mittente la moltiplicazione delle cubature edilizie come “moneta urbanistica” per finanziare la costruzione dello Stadio privato, che non ha alcuna giustificazione nei commi della legge riguardanti la costruzione degli stadi. E vogliamo ricordare, a lui che ha messo al primo punto del suo programma elettorale per l’urbanistica “trasformare la città esistente”(12), che il coraggio di un Sindaco spesso non si vede da cosa fa, ma da cosa non fa. I suoi predecessori sono tristemente ricordati per grandi ambizioni trasformatesi in giganteschi fallimenti pagati a duro prezzo dai romani, come le Vele di Calatrava, le opere farlocche per i mondiali di nuoto, le torri smantellate diventate un pezzo di Beirut conficcato nel cuore dell’EUR, la distruzione di un capolavoro architettonico come il Velodromo per una speculazione (fortunatamente) abortita, la moltiplicazione delle cubature private alla Bufalotta, i tanti nuovi quartieri lanciati da fantastici rendering che oggi non hanno neanche le fognature perché nessuno si è premurato di controllare che i costruttori rispettassero i patti. L’epoca delle operazioni di immagine è passata da un pezzo. Ai cittadini non importa un fico secco delle “grandi opere”, che troppo spesso si sono rivelate contenitori di varie illegalità, né delle roboanti promesse di nuovi posti di lavoro, che troppo spesso si sono rivelate la foglia di fico della speculazione privata. Le persone oggi hanno esigenze minimali: non passare due ore al giorno in macchina per il tragitto casa-posto di lavoro; non avere le strade piene di buche e di immondizia; servizi pubblici che rendono la vita un po’ più facile (asili, assistenza agli anziani etc); spazi comuni dignitosi, dove sia garantita la giusta dose di verde, un’ aria respirabile e soprattutto il rispetto delle regole, che vuol dire anche sicurezza e una nuova solidarietà sociale.
Quindi, lo stadio si deve fare solo in un luogo che non comporti danni o rischi, con un progetto che non preveda abnormi carichi urbanistici per finanziare l’equilibrio economico di un’impresa privata, con infrastrutture che portino vantaggi al quartiere e alla città e non solo ai frequentatori dello stadio. In pratica, si deve fare solo se risponde a un interesse pubblico. E se non ci sono le condizioni e le garanzie, si deve avere la serietà e il senso di responsabilità di rimettere tutto in discussione, prendere il tempo che serve, e se necessario dire che non è un’opera utile per la città.
dal sito lo stadio della Roma
TUTTI I PUNTI IN DISCUSSIONE
“Immaginiamo per un momento di abitare in un paese normale, dove si vuole costruire un nuovo stadio che sia in grado di garantire adeguati guadagni di esercizio alla società di gestione. Il piano regolatore della città o dell’area metropolitana ne ha stabilito la localizzazione in stretto coordinamento con un programma di investimento nei trasporti, tenendo conto di sinergie e possibili conflitti con altre attività. Il nuovo stadio ha tutti i requisiti per diventare una parte della città, collegandosi a un sistema di parchi ed essendo ben servito dai mezzi pubblici. I progetti, presentati in accordo con il piano regolatore, sono discussi con la partecipazione dei cittadini; i tempi sono rispettati perché tutto avviene secondo programmi e regole … in un paese normale.
In un paese anormale, dove vige sempre l’eccezione, l’emergenza come metodo per affrontare gli investimenti in grandi opere – ma ormai qualsiasi trasformazione urbana di qualche entità – si approva invece una “legge degli stadi”, due commi inseriti nella legge 147 del 2013, “di stabilità”. Secondo la legge, i nuovi stadi non nasceranno da soli, ma saranno accompagnati da interventi “strettamente funzionali alla fruibilità dell’impianto e al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa…” (comma 304). Quali siano questi interventi ce lo spiega il Commissario Straordinario dell’Istituto per il Credito Sportivo; sono:” bar, ristoranti, musei dello sport, fun shop, ma anche alberghi o centri commerciali, il tutto per ottenere ricavi integrativi e diversificati, funzionali al conseguimento del complessivo equilibrio economico finanziario dell’iniziativa”. La legge stabilisce un percorso di approvazione dei progetti a tappe forzate, se questi sono presentati da società sportive e costruttori associati tra loro e d’accordo con il Comune; ne prevede, inoltre, la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza – sollecitudine che non ha uguali nelle opere di difesa del territorio da alluvione e catastrofi…”
Il progetto del nuovo stadio è stato presentato dal Presidente della Roma, James Pallotta, il 26 marzo scorso. Ideato dall’architetto statunitense Dan Meis, dovrebbe essere costruito da Eurnova, la società immobiliare dell’imprenditore Luca Parnasi, nella zona di Tor di Valle, a sud ovest della città, dove esiste l’omonimo ippodromo attualmente abbandonato (13) Il progetto prevede una struttura (acciaio e vetro) sollevata e con un muro esterno che richiama il profilo del Colosseo, che oltre allo Stadio da 60.218 posti ospita la sede della Roma AS, un centro tecnico per gli allenamenti, un maxistore Nike, un “Roma village” con 245 negozi, boutique, ristoranti; uno spazio per eventi con un monitor a 360 gradi. E questa è la parte che potremmo chiamare zona “A” , con il mix funzionale che ormai troviamo in tutti i nuovi grandi impianti sportivi, che ne garantiscono la fruibilità, ma soprattutto la sostenibilità economica.
Tuttavia in occasione della presentazione dello studio di fattibilità, il 4 luglio scorso, alla Casa della Città, è improvvisamente spuntata una zona “B”, chiamata “Business park”, costituita da una serie di torri destinate ad uffici sul lato Via Ostiense/Via del Mare, che non avrebbero nulla a che fare con lo stadio, ma sarebbero necessarie a “compensare” i costi che devono sostenere i privati per le opere di urbanizzazione e le infrastrutture previste.
Questa la “lista della spesa” dello studio di fattibilità:
270 milioni costi complessivi per le opere di urbanizzazione funzionali alla costruzione dello stadio
93 milioni per le opere stradali
60 milioni per i parcheggi
64.5 milioni per i collegamenti esterni
Eurnova però intende coprire solo 50 milioni come “contributo massimo” per la realizzazione di queste opere, chiedendo “a titolo di compensazione” per la differenza di 220 milioni, la realizzazione appunto del Business Park, con una volumetria aggiuntiva di quasi 1 milione di metri cubi.
Le tribune dell’Ippodromo Tor di Valle, opera di Julio Lafuente
2) Uno stadio privato – con tutte le strutture annesse – è un’opera di pubblica utilità? Uno stadio è sicuramente una struttura che interessa una parte consistente della cittadinanza, ma a nostro avviso questo non è sufficiente per dichiararla un’opera di “pubblica utilità” (allora dovrebbero esserlo anche i cinema, i teatri e magari i parchi a tema) . E infatti la legge stabilisce che sia il Comune a valutarne “l’interesse pubblico”. Che, per quanto sia un concetto arbitrario, è tanto più individuabile quanto più la proposta del nuovo impianto affronta e risolve questioni di rilevanza strutturale che non si limitino solo alla fruizione dello stadio. L’unica possibilità è quindi indirizzare la legge nazionale nella direzione dei vantaggi e soluzioni – non solo alle infrastrutture, ma ad esempio anche a problemi ambientali preesistenti – che la costruzione dello stadio può portare senza costi per l’amministrazione pubblica.
Resta il fatto che ci sono decine di tipologie di strutture altrettanto importanti per la città – e anche di più – che necessiterebbero di provvedimenti e normative a sostegno. Invece da anni in Parlamento ciclicamente si tirano fuori leggi per ” favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi” con lo scopo – secondo le circostanze – del “sostegno della candidatura dell’Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale” (2012)(14) o di “favorire… l’ammodernamento o la costruzione di impianti sportivi, con particolare riguardo alla sicurezza degli impianti e degli spettatori” unendo interventi “per la valorizzazione del territorio in termini sociali, occupazionali ed economici“(commi sugli stadi della Legge 27 dicembre 2013, n. 147) (15), mentre non si muove foglia per incentivare la ristrutturazione delle scuole e degli ospedali, risollevare le iniziative culturali, tutelare e valorizzare il patrimonio archeologico . E scriveva Vezio De Lucia nel 2009, intervenendo nel dibattito su una delle tante proposte di legge avanzate per costruire stadi: “… Gli europei di calcio, i tifosi, lo sport sono un paravento, il cuore del provvedimento sono i “complessi multifunzionali” che si possono costruire insieme agli stadi e possono comprendere interi pezzi di città: attività commerciali, residenziali, ricettive, direzionali, di svago, culturali e di servizio. Perfino in aree non contigue allo stadio che dovrebbe legittimarle. Tutto ciò con procedure derogatorie, come al solito e più del solito. A promuovere le iniziative sono le società sportive o soggetti a esse collegati che presentano uno studio di fattibilità, il sindaco promuove un accordo di programma che determina le necessarie varianti urbanistiche e, nientemeno, la “dichiarazione di pubblica utilità e di indifferibilità e urgenza”, quasi fossero opere pubbliche…”(16).
Nei due commi sugli stadi di cui parliamo, approvati a dicembre 2013 dopo una lunga serie di polemiche, sono poi cadute le ipotesi più “a rischio speculazione” ed è stata esplicitamente introdotta l’“esclusione della realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale”(17). Ma resta il fatto che sembra incredibile che sia stata affidata a due commi di poche righe la funzione di regolare operazioni economiche gigantesche con fortissimi impatti sul territorio, che avrebbero meritato un ben diverso dispositivo normativo, organico e concreto. La cosa giusta da fare sarebbe cancellare i tre commi e fare una legge come si deve…
La normativa a nostro avviso è quindi fortemente carente, ma nel caso dello studio di fattibilità dello Stadio Tor di Valle, è necessario sgombrare subito il campo dagli equivoci su due punti fondamentali:
1) i limiti e le condizioni per garantire l'”equilibrio economico: secondo il comma 304 ” l’ammodernamento o la costruzione di impianti sportivi” deve avvenire anche “attraverso la previsione di modalita’ innovative di finanziamento” , però “Lo studio di fattibilità non può prevedere altri tipi di intervento, salvo quelli strettamente funzionali alla fruibilità dell’impiantoe al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa e concorrenti alla valorizzazione del territorio in termini sociali, occupazionali ed economici”. Che secondo noi vuol dire che chi costruisce lo stadio deve avere la possibilità – come accade in tutti gli stadi del mondo – di costruire strutture sportive collegate, qualche ufficio, qualche albergo, un bel po’ di spazi commerciali, per non creare un’isola nel deserto, ma soprattutto per rendere più remunerativo l’investimento. In pratica tutto quello che rientrerebbe nella “zona A”. Invece a noi sembra che i proponenti dello studio abbiano inteso come “equilibrio economico” la possibilità di costruire un surplus di cemento – il Business Park , la “zona B” – con cui coprire tutti i costi delle infrastrutture necessarie allo stadio e magari delle stesse opere di urbanizzazione.
Una sorta di nuova versione della sciagurata “moneta urbanistica”, che però questa volta non serve a pagare metropolitane e infrastrutture pubbliche, ma opere private realizzate da privati(18). E che si tratti di una interpretazione piuttosto paradossale lo si intuisce facilmente se si pensa che a qualsiasi altro imprenditore privato non verrebbe mai concessa dallo Stato e dal Comune la possibilità di costruire torri di uffici per ripagarsi dei soldi investiti in una multisala o in un parco divertimenti. E anche che se altre squadre di calcio (o di altro sport) decidessero di avvalersi degli stessi incentivi – milioni di metri cubi per finanziare nuovi stadi – le conseguenze per la città potrebbero essere disastrose , con interi nuovi complessi edilizi sorti con l’esclusiva finalità di finanziare le edificande strutture sportive…
2) La difformità da quanto stabilito dal Piano Regolatore. Abbiamo letto e riletto quei commi, ma non c’è scritto da nessuna parte che per costruire gli stadi si può cambiare “in automatico” la destinazione delle aree prevista dal PRG. E’ vero che si dice che “il provvedimento finale” sostituisce “ogni autorizzazione o permesso comunque denominato necessario alla realizzazione dell’opera e determina la dichiarazione di pubblica utilita’, indifferibilita’ e urgenza dell’opera medesima”. Ma il riferimento è ai tempi contingentati della procedura, non a deroghe alle normative e ai piani vigenti. Che poi sarebbero di assai difficile giustificazione, trattandosi di opere private. E a maggior ragione appare del tutto arbitrario prevedere che si possano applicare varianti al PRG non per costruire lo stadio e le strutture connesse (“zona A”), ma addirittura per costruire un nuovo “centro direzionale” fuori da ogni pianificazione pubblica, da approvare in quattro e quattr’otto per rispettare i tempi procedurali fissati dalla legge degli stadi. E’ quindi assolutamente urgente sciogliere questi due nodi stabilendo le regole, considerando – come si dovrebbe sempre fare – che non saranno applicate solo per lo Stadio della Roma, ma su tutto il territorio nazionale…
Facciamo comunque notare che, nel caso dello Stadio della Roma, la “zona A” sorgerebbe su un’area già destinata dal PRG a verde sportivo, addirittura in parte al posto di una struttura sportiva già edificata, mentre la “zona B” – verde privato attrezzato – richiederebbe una variante pesante..
Vogliamo infine rilevare che secondo il comma 305, gli impianti “laddove possibile,sono realizzati prioritariamente mediante recupero di impianti esistenti o relativamente a impianti localizzati in aree già edificate”. Un “prioritariamente” che – come al solito – è assolutamente pleonastico.
Ma la legge permette all’amministrazione che non ravvisasse il pubblico interesse della proposta di respingerla, magari a favore di un’alternativa che si basi sul recupero e sulla rigenerazione urbana? Su questo punto il testo della legge non lascia dubbi: “Il comune, previa conferenza di servizi preliminare convocata su istanza dell’interessato [il proponente privato NDR] in ordine allo studio di fattibilità,ove ne valuti positivamente la rispondenza,dichiara, entro il termine di novanta giorni dalla presentazione dello studio medesimo, il pubblico interesse della proposta, motivando l’eventuale mancato rispetto delle priorità di cui al comma 305 [la rigenerazione di strutture esistenti NDR] ed eventualmente indicando le condizioni necessarie per ottenere i successivi atti di assenso sul progetto”.
E’ quindi il Comune il soggetto decisore, che può valutare positivamente e approvare, o valutare negativamente e respingere, o valutare positivamente con prescrizioni. Addirittura dovrebbe giustificare – in caso di parere positivo a una nuova costruzione – il fatto di non scegliere “prioritariamente” la strada del recupero degli stadi già esistenti.
E secondo le parole dell’assessore Caudo, l’amministrazione intende verificare attraverso la conferenza dei servizi le eventuali controindicazioni al progetto e soprattutto definire le condizioni che possono rendere l’opera di interesse pubblico: “Se il privato reputerà che, nonostante le prescrizioni, il progetto si può fare, prosegue, se dice che è troppo complicato per lui, ci rinuncia”(11)
Nel ragionamento sulla pubblica utilità dello stadio non può mancare una riflessione su chi ne sarebbe il proprietario: certo non i romani, e neanche la Roma, ma la società che detiene le quote di maggioranza della squadra, che, nel caso di un cambio di proprietà, potrebbe anche “sfrattare” la Roma (19)
Rendering tratto dal sito www.nuovostadiodellaroma.it
3)Chi paga lo stadio e le infrastrutture necessarie? Ci saranno costi a carico della collettività? Tutti i costi dovrebbero essere a spese del privato, non solo quelli dello Stadio, ma anche delle opere di urbanizzazione (20). Ma è evidente che se l’intervento deve garantire un interesse pubblico, le opere e le infrastrutture realizzate non possono essere “a somma zero”, cioè solo funzionali alla gestione del nuovo stadio e delle nuove strutture, ma anche e soprattutto al servizio del quartiere e della città già esistente. Ed è comununque altrettanto evidente che, se il privato pretende “moneta urbanistica” per pagare una parte delle strutture, pur non trattandosi di un esborso diretto da parte della città, i risvolti economici dell’operazione avrebbero comunque ricadute dirette e indirette sull’economia della città: non solo sui “costi” dell’impatto sulla città (ad esempio se le infrastrutture per la mobilità fossero inadeguate), ma anche sull’economia generale, dato che l’immissione sul mercato di nuove cubature, in un momento di crisi dell’edilizia, a poca distanza da altri nuovi complessi, rischia di aumentare la forbice tra domanda – nel caso degli uffici ancora più scarsa delle abitazioni – e offerta (21)
Nella marzo scorso lo stesso Pallotta aveva assicurato che “il nuovo stadio sarà finanziato interamente da privati, non ci saranno fondi pubblici” (22) E così è ancora, ma anche se la collettività non sborserà un euro, dovrà concedere molte più cubature per ottenere delle infrastrutture della mobilità che attualmente non prevedono neanche più il prolungamento della Linea B della metro alla stazione Muratella, con l’interscambio con la linea FM. Alla presentazione dello studio di fattibilità alla Casa della Città infatti si sono appresi i particolari economici del progetto già ricordati: 270 milioni i costi complessivi per le opere di urbanizzazione; 93 per le opere stradali, 60 per i parcheggi, 64.5 per i collegamenti esterni, di cui circa 40 per il nuovo ponte sul Tevere che dovrà collegare l’autostrada Roma-Fiumicino e via Ostiense (23) Ma Caudo ha ribadito(24), che – ammesso che l’operazione sia considerata fattibile all’esito della conferenza dei servizi – il sistema delle infrastrutture deve risolvere parte dei problemi che oggi ha quell’area, non deve essere funzionale solo allo stadio. E il collegamento conl a metropolitana è una “conditio sine qua non” dell’interesse pubblico dell’operazione.
Resta il problema che a Roma troppo spesso sono state costruite prima le opere e mai le infrastrutture, abbandonando i cittadini a se stessi. L’amministrazione deve in ogni caso garantire che non sarà inaugurata neanche una palestra del nuovo stadio senza che siano stati terminati i programmati interventi, specialmente sulla mobilità (25).
4)La scelta del luogo: rispetta il Piano Regolatore? L’ambiente? La sostenibilità del territorio? L’assessore assicura che nella conferenza dei servizi verranno analizzati tutti gli aspetti dagli enti competenti, che formuleranno divieti e prescrizioni. Tuttavia è molto difficile per i cittadini che hanno toccato con mano la spregiudicatezza con cui spesso sono stati aggirati vincoli e normative (basti l’esempio di tante edificazioni per i mondiali di nuoto) fidarsi del parere degli uffici. Su questo fronte in particolare l’amministrazione dovrà fare la massima chiarezza… E soprattutto sarebbe stato indispensabile che fosse avviata la procedura di VIA VAS (19). Ci aspettiamo che utte le questioni ambientali siano risolte in maniera convincente (e diffuse in modo trasparente)
Rispetto alla scelta della collocazione vi sono argomenti a favore e argomenti contro.
La tavola del PRG
CONTRO:
Viene consumato Agro Romano ? Nel PRG l’area della “zona A”non è classificata come agricola, ma “verde sportivo”, nella “zona B” verde privato. Quindi ha una destinazione compatibile con lo stadio, ma non con le cubature aggiuntive. E dove oggi c’è un ippodromo immerso nel verde, domani potrebbe erigersi – anche a prescindere dal centro direzionale – uno stadio circondato da una landa di parcheggi e strade.
Vincoli paesaggistici e archeologici: Cosa dice il PTPR?
Criticità idrogeologiche : Molte obiezioni riguardano il rischio esondazione (26) che dovrebbe essere approfondito nel relativo stralcio del PAI (n. 5). Restiamo in attesa della conferma del parere dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere espresso nella conferenza dei servizi del 31 luglio, anticipato da fonti di stampa: “il rischio esondazione, scongiurato nella zona di Tor di Valle, è invece concreto nella fossa di Valleranello, uno degli affluenti del Tevere, all’altezza della Roma-Fiumicino, e il problema sarebbe aggirabile impermealizzando la zona o innalzando la strada“(27) facendo presente che ci risulta che la proposta preveda misure di messa in sicurezza del rio che dovrebbero portare benefici anche al quartiere circostante, riducendo il rischio ( con incidenza di queste opere in termini di costi del tutto marginale).
La proprietà dell’area: è in corso un contenzioso sulla proprietà su cui dovrebbe pronunciarsi il TAR Lazio: la precedente proprietaria dell’area – Soc. Sais Spa di proprietà di Papalia – è fallita e secondo alcuni potrebbe essere revocata la vendita dell’area alla Eurnova(8). L’udienza per verificare la consistenza della situazione debitoria della Soc. Sais è fissata per il 14 dicembre 2014 (la Eurnova ha già fatto sapere che non comporta alcun rischio rispetto al progetto) (28). Invece non è neanche sicuro che l’intervento si limiti all’area di proprietà di Eurnova.
L’impianto di depurazione ACEA: un grande impianto di depurazione sorge a breve distanza dall’area e alcuni hanno sollevato obiezioni non è chiaro se per i miasmi o per l’estetica. In ogni caso sembra che la presenza del depuratore non influisca sul progetto (29). In ogni caso se dovessero essere fatti interventi deve essere chiaro che eventuali lavori di adeguamento non devono gravare sulle casse pubbliche
Per quanto riguarda la costruzione di nuovi uffici e nuovi centri commerciali a parte le obiezioni già esposte, l’invenduto e inaffittato in tutta Roma di uffici e locali commerciali non dà alcuna garanzia che il nuovo quartiere risponda a un bisogno della città, e non solo a una speculazione che porterà ulteriori cubature inutilizzate. Per quanto riguarda i centri commerciali, un settore anch’esso in crisi, ci chiediamo: è sopportabile per l’economia romana un ulteriore polo? Se le famose “famiglie” che dovrebbero frequentare lietamente lo stadio e il suo centro commerciale tutta la settimana effettuano lì i loro acquisti, non li effettueranno più negli esercizi da cui si servivano in precedenza. E ciò significa che se il nuovo centro funziona e crea nuovi posti di lavoro, si rischiano di perdere posti di lavoro altrove (la solita storia della “coperta”…)
La mobilità (su questo argomento il gruppo di lavoro di Carteinregola sta predisponendo un approfondimento a parte)
PRO:
la vicinanza con l’autostrada Roma-Fiumicino, con l’aereoporto e la Nuova Fiera di Roma
I quartieri di Roma Nord e soprattutto il Foro Italico non subirebbero più l’insostenbibile impatto delle partite e dei grandi eventi (vedi oltre)
DA DEFINIRE:
Le nuove costruzioni potrebbero incentivare il decentramento di alcune funzioni contribuendo al decongestionamento della città storica: ma una nuova centralità terziaria così rilevante (1 milione di metri cubi) sposterebbe i pesi terziari verso sud, con la conseguenza di “entrare in competizione con altre previsioni direzionali (SDO di Pietralata, in primis). Ma è anche vero che la linea Metro B potrebbe diventare il connettore tra due poli direzionali (SDO e EUR). In ogni caso, con i tempi strettissimi fissati dai commi citatiper la procedura approvativa , non ci sarebbe modo e tempo per valutare i pro e contro di questa soluzione.
5)Chi garantisce che i patti saranno rispettati (rischio “Piano casa”)? E’ particolarmente difficile da credere che saranno rispettati i vincoli imposti dalla legge rispetto al’impossibilità di realizzare interi quartieri residenziali per pagare i nuovi stadi, dato che una legge regionale del Lazio tuttora vigente prevede l’applicazione del cosiddetto “piano casa”, con aumento di cubature e cambio di destinazione da uffici a residenze anche di edifici non ancora costruiti e senza alcuna discrezionalità pianificatrice del Comune interessato(e la nuova maggioranza, dopo una strenua battaglia contro il “piano casa Polverini” si accinge a modificarlo mantenendo pressoché inalterati i punti più contestati.) e succede continuamente che il Governo e/o qualche parlamentare infilino un piccolo comma in leggi che non c’entrano niente per dare sempre nuovi benefit cementificatori. Ma in ogni caso un articolo del Piano Polverini (confermato anche dalla nuova versione Zingaretti) permette già ora il cambio di destinazione anche da “non residenziale a non residenziale”, che vuol dire che gli eventuali uffici potranno trasformarsi praticamente subito ( anche con premi di cubatura ?) in centri commerciali o altro.
6)Quali potrebbero essere le alternative? E come sarebbero praticabili ? Alcuni critici dell’operazione “Stadio a Tor di Valle” hanno giustamente fatto notare che un nuovo stadio della Roma anziché in quel quadrante potrebbe essere realizzato altrove, magari in quartieri periferici e degradati che potrebbero avere un’occasione di rinascita grazie all’inclusione fisica e sociale che deriverebbe dall’insediamento della nuova struttura. Senza contare il fatto che in altre zone più marginali i nuovi collegamenti per lo stadio potrebbero risolvere sensibilmente la situazione delle mobilità. Per noi è un’ipotesi interessante, che speriamo l’amministrazione intenda valutare e, soprattutto, che quegli esponenti della società civile con le necessarie competenze vogliano concretamente avanzare.
sosta selvaggia sul Lungo Tevere durante le partite (foto AMBM)
Mosaico del Foro Italico (foto AMBM)
Invece rispetto all’ipotesi di non costruire nessuno stadio, apriamo il dibattito con alcune osservazioni. Alla città serve un nuovo stadio? Dei due stadi già esistenti, il Flaminio da qualche anno versa nel degrado, e ci risulta che si sia arenata la trattativa tra Comune e CONI per il suo rilancio…Quanto allo Stadio Olimpico, molti comitati e associazioni, non solo dei quartieri limitrofi, da tempo chiedono che non venga più utilizzato per i grandi eventi sportivi (o grandi eventi in generale), a partire dal campionato di calcio: intanto perché per la stessa confromazione dell’area – l’Olimpico si trova in uno stretto lembo di terra chiuso tra la collina di Monte Mario e il Tevere, circondato da quartieri densamente abitati come Prati e il Flaminio –la rende totalmente inadatta a ospitare grandi masse di persone e a garantire la sicurezza degli stessi tifosi e dei residenti (15). Ma soprattutto perché lo Stadio Flaminio è incastonato nel Foro Italico, un luogo di grandissimo pregio, con mosaici riportati nei libri di storia dell’arte che ogni domenica vengono progressivamente distrutti dalle spazzole dei mezzi dell’AMA nel dopo partita. Uno sperpero di bellezza che non può continuare. E bisogna ricordare che l’area da tempo è a rischio speculazione: qualche anno fa – epoca Veltroni – era stato avanzato un progetto che prevedeva la realizzazione di centinaia di parcheggi interrati sotto il Foro Italico, e l’inserimento di centri commerciali a gogo. Un’ipotesi che rispunterebbe sicuramente se qualcuno decidesse incautamente di “riqualificare” lo Stadio Flaminio. Con il rischio di un’operazione “dalla padella alla brace”.
7) Ma all’estero fanno così?
Stadio Bayern di Monaco
Uno stadio che tutti considerano un esempio virtuoso sia per il risultato sia per il percorso con cui è stato raggiunto è il Bayern di Monaco(30): nel 1997 il Consiglio di amministrazione della FC Bayern Monaco decide di realizzare un nuovo stadio. La proposta apre una discussione politica sulla necessità di realizzare un nuovo stadio dedicato al calcio nella città. Il Consiglio comunale delibera di approfondire la questione, fissando dei criteri. Nel frattempo le due società di calcio di Monaco (FC Bayern e TSV 1860) si consorziano per la costruzione e gestione del nuovo stadio. Nel 2001 tra le cinque aree individuate come più adatte viene scelta l’area di Frottmaning, come la più adatta per l’accessibilità su ferro e l’immediata vicinanza all’autostrada. A quel punto, viene addirittura realizzato un referendum tra i cittadini di Monaco dove prevale con il 65% dei voti una maggioranza favorevole alla realizzazione. A questo punto per la scelta del progetto viene indetto un concorso di architettura che vede vincere lo studio svizzero Herzog and DeMeuron. Nel 2002 termina la fase di adeguamento della pianificazione urbanistica comunale e regionale e iniziano i lavori che termineranno nel 2005n più… Riporta Legambiente in un dossier di qualche tempo fa: “a Monaco nessuna speculazione edilizia (area occupata dall’intervento 14 ettari, parcheggi di auto, pullman compresi), nessun’altra destinazione urbanistica (niente case e centri commerciali, insomma), nessun investimento pubblico, ma ritorno dell’investimento privato attraverso la gestione e la sponsorizzazione, 500 metri dalla fermata Metro “Frottmaning” della U-bahn “
Anche lo Juventus Stadium, costruito a Torino al posto dello Stadio delle Alpi (31) non ha comportato finora spargimenti di cemento che non fossero quelli delle strutture in qualche modo funzionali all’impianto sportivo.
Il modellino dello stadio esposto alla Casa della città (foto AMBM)
8)Come sono stati/verranno coinvolti i cittadini? Rendiamo merito al Sindaco e all’Assessore Caudo di aver messo la proposta del privato a disposizione dei cittadini, offrendo così il fianco alla valanga di critiche che sono arrivate all’amministrazione. Tuttavia l’informazione non è sufficiente, è necessario che i cittadini e i comitati di quartiere siano attivamente coinvolti nel progetto come soggetto interessato, come del resto più volte ribadito nel programma elettorale del Sindaco (32)
In ogni caso il progetto, oltre che alla Casa della città, dovrebbe essere messo on line, e soprattutto dovrebbe essere offerta una possibilità ai cittadini e alle associazioni di esprimere le proprie osservazioni in uno spazio che non siano le pagine del Messaggero…
Secondo il resoconto di Romadailynews il 31 luglio si sono svolte due conferenze dei servizi: “la prima, che si è conclusa nel primo pomeriggio, ha visto confrontarsi i tecnici del dipartimento del Comune alla presenza di quelli della Eurnova di Parnasi. La seconda, ha visto invece la partecipazione di soggetti “esterni”, a partire dai rappresentanti dei municipi interessati (IX e XI), la soprintendenza del ministero per il Comune di Roma, la direzione regionale beni architettonici e paesaggistici e la soprintendenza per i beni archeologici di Roma. Per la Regione Lazio: la direzione urbanistica e la direzione ambiente e infrastrutture. Per la Provincia: la direzione governo del territorio e mobilità; Autorità di bacino fiume Tevere; Ardis; Consorzio di bonifica Tevere, Asl Roma C; Acea Ato 2; Acea energie; Atac; Roma Natura ed Enac.
La Conferenza dei servizi servirà a raccogliere le osservazioni dei tecnici sul progetto preliminare, questi ultimi dovranno poi verificare l’esistenza, sulla base della documentazione disponibile, di elementi preclusivi della realizzazione del progetto e/o indicare le condizioni necessarie per ottenere, in sede di presentazione del progetto definitivo, gli atti di consenso del Comune.
Il 27 agosto è il termine entro il quale queste prime conferenze dei servizi potranno esprimere il loro parere sullo studio di fattibilita’ e dovrà essere approvata l’eventuale delibera che definisce lo stadio “opera di interesse pubblico”, così come previsto dalla normativa nazionale vigente sugli stadi, predisposta dal Segretariato generale.
In seguito il progetto dovrebbe passare alla Regione Lazio e successivamente alla conferenza dei servizi decisoria che dovra’ esprimersi entro ulteriori sei mesi. Infine l’ultimo passaggio (minimo tra a 8 mesi), che sara’ quello della convenzione urbanistica in cui verranno definiti gli step della realizzazione definitiva del progetto.
> vai agli interventi e alle slides della Presentazione della Conferenza urbanistica al IX Municipio gli interventi dell’Assessore Caudo dal sito del Dip. Urbanistica
(1) scarica il comunicato di Legambiente comunicato legambiente 10 luglio 2014 stadio_roma Secondo l’associazione ambientalista rispetto alla presentazione del progetto del marzo scorso sono cambiate due condizioni assai rilevanti. La prima riguarda la dimensione urbanistica, dove accanto allo stadio e alle sue attrezzature, sono “spuntate” previsioni edificatorie a destinazione uffici per 920mila metri cubi e turistico/alberghiere per 48mila. (escludendo le previsioni commerciali, per ristoranti e bar, pari a 62mila metri cubi proprie dello stadio), “960mila metri cubi di nuove previsioni che nulla hanno a che fare con lo stadio; la seconda la “sparizione” del prolungamento della Linea B della metro alla stazione Muratella, con l’interscambio con la linea FM3, di cui avevano parlato sia l’assessore Caudo che l’imprenditore Parnasi. Così l’accessibilità pubblica prevista sarà solo quella possibile con la Linea Roma-Lido alla fermata Tor di Valle, tant’è che si stima che il 75% sarà con mezzi privati.
(2) Il Messaggero 11 luglio 2014 «Fermate l’ecomostro di Tor di Valle» Legambiente boccia il nuovo stadio della Roma di Lorenzo De Cicco http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/stadio_roma_tor_di_valle_legambiente_luca_parnasi/notizie/792384.shtml Nota sapendo come funzionano i giornali, che molto spesso “mettono in bocca” agli intervistati parole non esattamente uguali a quelle pronunciate, ci auguriamo che Zanchini non abbia davvero espresso considerazioni come quella riportata sul fatto che “questo imprenditore[Parnasi ndr] sta avendo troppi benefici”, dato che il tema non può essere che quello del rispetto delle regole uguali per tutti e della legalità: se Zanchini ritiene che all’imprenditore siano stati concessi benefici non dovuti ci aspettiamo una denuncia agli organi competenti [AMBM]
(3) si veda l’articolo de Il Tempo del 18 luglio 2014 che ricostruisce con una certa precisione il “back stage”: Immondizia, pallone e palazzine Guerra mediatica all’ultimo stadio di Matteo Vincenzoni, in cui è scritto senza giri di parole: “…Può il giovane Parnasi realizzare il sogno della Curva sud senza mettersi a tavolino con il vecchio Caltagirone? Oppure: ha la forza economica per mettere in campo quest’operazione? Secondo indiscrezioni di palazzo, tra l’altro, il suo ascendente sui democrat sarebbe al minimo storico. E ancora. Permetterà Caltagirone, che deve ancora realizzare più di mezzo milione di metri cubi di appartamenti a Tor Pagnotta (un chilometro da Tor di Valle) la concorrenza di una nuova cittadina in vendita a pochi passi dallo stadio e da una fermata della metropolitana? Un particolare, questo del metrò, sottolineato ancora dal Corsera, in un fondo pubblicato mercoledì proprio sul duro braccio di ferro tra Parnasi e Caltagirone. Nell’articolo si ricorda come l’Ingegnere abbia realizzato a Tor Pagnotta «migliaia di appartamenti senza dover allestire la tratta di metrò che aveva richiesto il Comune per collegare il quartiere» [NOTA: a continuare il gioco si potrebbe ricordare che anche IL tempo è un quotidiano “targato costruttori”]
(5) si veda il nostro post “Mozione “bipartisan” sull’urbanistica” del 10 aprile 2014 che riporta le richieste inserite in una mozione – poi ritirata – a firma di alcuni consiglieri di maggioranza e opposizione, di misure per “avviare nella città progetti, risorse ed interventi” la cui “attuazione è indispensabile per rivitalizzare l’economia cittadina e per portare qualità urbana e riqualificazione territoriale” a partire dai Programmi urbanistici previsti dal PRG vigente”, da un “piano di valorizzazione del Tevere per la bonifica, la navigabilità e l’utilizzazione delle sponde” , per proseguire con una “deliberazione per snellire e velocizzare le procedure di attuazione del Piano Casa”…
(6)Agenzia Dire – 16 luglio 2014 “Il progetto del nuovo stadio della Roma, cosi’ com’e’ stato presentato, “non va”. E il motivo e’ semplice: secondo i consiglieri della maggioranza in Assemblea capitolina – che oggi hanno spiegato la loro posizione in una riunione riservata con l’assessore comunale all’Urbanistica, Giovanni Caudo – l’interesse pubblico dell’opera non e’ evidente, o meglio “proprio non c’e’”. Perche’ “e’ chiaro ed evidente che non si puo’ raggiungere un interesse pubblico effettuando i necessari interventi in cambio di 1 milione di metri cubi di cemento”. Il vulnus infatti non e’ l’impianto in se’ ma la questione infrastrutture, che i proprietari americani della Roma (e il costruttore proprietario del terreno di Tor di Valle, Luca Parnasi) sono disposti a finanziare cash solamente per 50 milioni sui 270 totali necessari gli interventi riguardanti il solo stadio e la connessa viabilita’, e chiedendo per coprire la restante parte cubature pari a 1,2 milioni di metri cubi di nuovo cemento – che per i consiglieri di centrosinistra sono “un’enormita’” – con l’intento di realizzare un centro direzionale, sempre in quell’area, creando cosi’ una nuova centralita’. E, di fatto, un ulteriore fabbisogno di infrastrutture. Il risultato e’ che ora il progetto potrebbe subire un brusco rallentamento, visto che la maggioranza capitolina ha chiesto di effettuare ulteriori approfondimenti. E, ha lamentato qualcuno, di farlo “in maniera trasversale e interassessorile, e non solo con l’Urbanistica”.
(7)Comunicato stampa M5S Roma 17 luglio 2014 : SI allo stadio, NO alla speculazione in cui si dice tra l’altro che “I costi dell’opera in questione non saranno interamente a carico dei privati, come ha cercato di lasciar intendere l’Assessore Giovanni Caudo in più occasioni, ma saranno (in buona parte) sostenuti dalla collettività”
(8)COMUNICATO ITALIA NOSTRA 15 LUGLIO 2014 Le criticità dello stadio della Roma a Tor di Valle Aumentano le criticità ed è sempre più evidente la vera operazione immobiliare . Italia Nostra Roma ha sostenuto la necessità di liberare il complesso monumentale del Foro Italico dalle funzioni devastanti delle partite di calcio delle due società romane, ma il pasticcio della costruzione del nuovo stadio a Tor di Valle è insuperabile. La Soc. Sais Spa di proprietà di Papalia è fallita e nessuno parla dei problemi che potrebbero sorgere se venisse revocata la vendita dell’area alla Eurnova. L’udienza per verificare la consistenza della situazione debitoria della Soc. Sais è fissata per il 14 dicembre 2014. Come è possibile decidere con tanta fretta? L’operazione ha contorni opachi e poco trasparenti. L’area è la più infelice tra le scelte possibili. E’ un cul-de-sac completamente intercluso tra l’ansa del Tevere e la via del Mare-via Ostiense senza vie di fuga con 22 ettari inedificabili e gravata da vincoli paesaggistici e archeologici che sembrano non interessare nessuno. Inoltre il terreno risulterebbe presentare le stesse caratteristiche di quello che ha provocato i cedimenti del Palazzaccio a Piazza Cavour. Sono state prodotte serie indagini idrogeologiche? Per ottenere le necessarie opere pubbliche si tornano a prevedere le famigerate “compensazioni”per ben 220 milioni di euro per un centro direzionale o comunque per uffici che oggi a Roma vengono trasformati in abitazioni dal “Piano casa” regionale senza neanche potere avere l’avvallo dall’Assemblea capitolina. A giugno in un incontro a New York nel quale era presente l’arch. Daniel Libeskind si sono proposti ben tre grattacieli in un’area adiacente allo stadio. L’operazione si presenta sempre più come una bella ben confezionata speculazione con la ricerca disperata, per giustificarla, di un”pubblico interesse”. Il “pubblico interesse” deve essere dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio e non può invece servire per privilegiare gli interessi grandi e potenti che stanno governando senza “paletti” questo progetto.
(9) Corriere della Sera 14 luglio 2014 Stadio della Roma, così non va Le condizioni di Caudo: stazione metro e uffici per le multinazionali > scarica l’articolo Corriere della sera Caudo Cs_Rm_14_7_14_ stadio
(12)Da il programma di Marino per l’Urbanistica: 5.11. GLI STRUMENTI DELL’URBANISTICA Negli ultimi anni l’amministrazione pubblica è apparsa debole dinanzi alle pretese del mercato e talvolta ha subito le regole della trasformazione urbanistica dettate dagli interessi di pochi. La centralità delle scelte urbanistiche deve tornare nella potestà del pubblico e non rispondere più alla sola logica dell’offerta. Lo scambio tra pubblico e privato è stato ineguale, le infrastrutture necessarie per i nuovi quartieri costano molto di più degli oneri ricevuti e hanno come effetto l’aumento del deficit comunale alimentando una spirale perversa e sempre più dannosa. Occorre che l’amministrazione pubblica sappia valutare con rigore e senza ambiguità l’utilità sociale che ci deve essere in ogni trasformazione urbanistica per costruire la città pubblica (attrezzature pubbliche, infrastrutture ecc.). SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO Programma_MarinoSindaco
(13) da DO.CO.MO.MO: IPPODROMO DI TOR DI VALLE, ROMA
L’Ippodromo di Tor di Valle è stato realizzato in occasione dei Giochi Olimpici del 1960 da Julio Lafuente, Aicardo Birago, Gaetano Rebecchini, Paolo Vietti Violi, Calogero Benedetti.
Caratterizzato dall’espressiva struttura in cemento armato delle tribune, è inserito nella ‘Carta per la qualità’ del Piano regolatore generale in vigore, ed è compreso tra le opere di rilevante interesse storico-artistico realizzate dal dopoguerra alla contemporaneità, e censite in base a un progetto curato dalla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee, PaBAAC del MiBACT al fine di promuovere e avviare su di esse operazioni di protezione e valorizzazione.Esperti e studiosi hanno più volte espresso perplessità di fronte all’ipotesi di abbattimento di quest’opera romana del secondo Novecento. Clara Lafuente, figlia del progettista, ha lanciato un appello contro la demolizione delle tribune dell’ippodromo, e a favore della loro integrazione all’interno del più piccolo campo di calcio destinato agli allenamenti, previsto nel nuovo impianto sportivo: “Le tribune, progettate da Julio Lafuente nel 1957, sono uno degli esempi più brillanti di architettura del novecento romano, perderle sarebbe un delitto, trasformarle invece, come proposto dall’architetto Clara Lafuente, figlia di Julio, nelle tribune dei futuri campi di allenamento della Roma, previsti vicino al nuovo stadio, consentirebbe di salvaguardare quest’opera e allo stesso tempo di costruire sia il nuovo impianto sia la nuova cittadella della società giallorossa che sarebbe arricchita da questa splendida opera funzionale all’attività sportiva” (> vai all’appello)
(18) Una pratica che nel programma citato del Sindaco Marino è esplicitamente criticata: “La giunta Alemanno ha utilizzato l’espansione urbanistica solo come “moneta”, continuando a consumare suolo”
(19) I “soggetti attuatori” dello Stadio, cioé le società che prenderanno parte alla costruzione dell’impianto sono: la Associazione Sportiva Roma e la società che ha presentato il progetto, la Eurnova S.r.L, proprietaria di una fetta consistente dei terreni di terreno di Tor Di Valle, del Gruppo Parsitalia, il cui amministratore delegato è Luca Parnasi. Dice ad esempio la deputata del Partito democratico e presidente del Pd Lazio, Lorenza Bonaccorsi “…è opportuno che ci siano certezze anche sul fronte societario. Lo stadio deve appartenere alla As Roma e non alla società che detiene le quote di maggioranza della squadra oppure ad altre società. I tifosi devono avere la garanzia che lo stadio diventa patrimonio della società sportiva, non sarebbe comprensibile autorizzare una struttura del genere per darla ad un semplice privato. Nel caso in cui la proprietà della Roma dovesse cambiare, lo stadio deve rimanere alla squadra. Su questo è opportuno che il Comune introduca clausole chiare nell’operazione” (Gazzetta giallorossa) Si veda anche: Sole24ore 2 luglio 2014 As Roma: per il nuovo stadio (per ora) si profila una proprietà Pallotta-Parnasi; dalla Nike una “base” annua di 4/5 milioni
(20 La Nota 26/2013 del Senato (pp 89-90) afferma che la Relazione Tecnica non prevede effetti di spesa pubblica, quindi non c’è possibilità di alcuna “contropartita” economico-patrimoniale obbligatoria da parte degli enti pubblici, altrimenti l’articolo avrebbe dovuto prevedere una copertura finanziaria ex art. 81 Cost:
Commi 304 e 305 (Ammodernamento e sviluppo dell’impiantistica sportiva)I commi in esame introducono una nuova procedura per la realizzazione el’ammodernamento degli impianti sportivi, nonché per assicurare l’equilibrio economico e finanziario degli interventi anche sulla scorta di quanto previsto dalla disciplina vigente in materia di finanza di progetto. In particolare, si interviene in materia di presentazione dei progetti da parte di soggetti proponenti nonché di tempistica per le necessarie delibere da parte degli enti locali interessati. Si stabilisce inoltre che gli interventi siano realizzati prioritariamente mediante recupero di impianti esistenti o relativamente a impianti localizzati in aree già edificate. La RT afferma che le disposizioni definiscono le procedure amministrative per l’ammodernamento e la costruzione di nuovi impianti sportivi a fini di semplificazione e non determinano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Al riguardo, non vi sono osservazioni da formulare.
(21) Forse anche a questo aspetto è da attribuire la campagna in corso da parte dei quotidiani di proprietà dei “concorrenti”…
(24) “Se lo stadio ci risolve anche dei problemi che noi oggi abbiamo, e che facendo lo stadio li risolviamo, allora comincio a intravvedere l’interesse pubblico, altrimenti… Ad esempio il collegamento con l’autostrada e l’aeroporto di Fiumicino che consenta di avere un immediato collegamento con l’altra parte del fiume, è sicuramente un aiuto, oggi tutti si mettono in coda su quel ponticello della Magliana che risale agli anni ’50, questo in parte risolve quel problema ovviamente bisogna rifare tutta l’Ostiense e la via del Mare e ristruttura. E’ sufficiente? No perché noi abbiamo detto che allo stadio ci si deve andare anche con la Metropolitana, come in molti paesi d’Europa. Su questo ci hanno ascoltato fino a un certo punto [gli autori dello studio di fattibilità ndr], vedremo nel prosieguo se riescono a fare uno sforzo e ad ascoltarci un po’ di più…(14)
(25)Tuttosport 26 marzo 2014 Serie A Roma, Pallotta: «Il nuovo stadio della Roma costerà un miliardo» …Non si aprirà lo stadio se non verranno completate tutte le opere infrastrutturali che noi chiediamo assieme allo stadio. Forse non si è capito, noi abbiamo cambiato pagina”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Ignazio Marino, interpellato durante la presentazione del progetto del nuovo stadio della Roma, in Campidoglio.
In prossimità del luogo in cui lo stadio dovrebbe sorgere, il Tevere fa un’ampia ansa. “Nel Piano di Stralcio numero 5 al Piano di assetto idrogeologico – spiega al fattoquotidiano.itGiorgio Cesari, segretario generale dell’Autorità di bacino del fiume Tevere – per Tor di Valle si parla di ‘possibili rincolli del livello del corso d’acqua’”. Il che significa che se aumenta la portata d’acqua del fiume, l’area rischia di essere inondata. “Ma non c’è una possibilità significativa che accada – precisa Cesari – i dati di cui disponiamo sono vecchi di un decennio: a giugno presenteremo un nuovo studio sul reticolo idrografico minore di cui quell’area fa parte e sapremo dire se il rischio esiste ancora”. Intanto il dubbio rimane.”Sarà rialzato di 7 metri”, spiegava Meis mercoledì, sollevando il velo che copriva il plastico. “Il problema è che un intervento di rinforzo degli argini – risponde Edoardo Zanchini, vicepresidente e responsabile dei settori energia e trasporti di Legambiente – e gli interventi urbanistici previsti nell’area possono creare un aumento del rischio”. I fatti dicono già che l’intera zona si allaga facilmente. A inizio febbraio quel tratto della via del Mare era finito sott’acqua dopo l’ondata di maltempo che aveva paralizzato diverse zone della Capitale, con gli abitanti che hanno vissuto giorni di terrore con gli occhi fissi sul fiume. “Non nego che l’area di Tor di Valle è più delicata delle altre – spiegava Andrea Santoro, presidente del IX municipio, alla Gazzetta dello Sport – quando vedremo il progetto dello stadio dovremo tenere di più conto dell’aspetto idrogeologico”.
E’ uno dei più grandi d’Europa. Averlo in prossimità di quello che è stato annunciato come il più bello e avveniristico degli stadi italiani non è una bella prospettiva, specie dal punto di vista visivo. Eppure l’impianto di depurazione gestito da Acea sorge a breve distanza dal “nuovo Colosseo”, come lo chiama già qualcuno. Il toto-soluzioni è scattato da tempo. “Andrà interrato”, suggeriva il 26 marzo Luciano Ciocchetti, ex assessore forzista alle Politiche del Territorio e dell’Urbanistica della Regione Lazio, perché è “causa continua di miasmi e cattivi odori subiti dai cittadini del Torrino sud”. C’è la possibilità che l’impianto possa essere spostato?”, è stata la domanda rivolta lo stesso giorno in Commissione Bilancio a Paolo Grillo, direttore generale di Acea Spa. “Ritengo sia complicato- la risposta – bisogna considerare che quell’impianto tratta i reflui di un milione di abitanti, quindi circa un terzo di Roma. Sicuramente abbiamo questo progetto in mente, ovvero oltre a migliorare ulteriormente da un punto di vista fisico il trattamento, anche un miglioramento in termini di impatto visivo facendo degli interventi per renderlo più gradevole, più accettabile visivamente”.
(32) Dal programma urbanistico del Sindaco Marino: “I processi di rigenerazione devono avvenire promuovendo il più ampio coinvolgimento dei soggetti interessati al fine di assicurare che gli interventi migliorino la vivibilità e la qualità delle parti di città coinvolte e ne sia garantita la sostenibilità sociale ed economica. A tal fine istituiremo i Laboratori di Città che descriviamo più avanti con i quali promuoviamo non la solita partecipazione ma il protagonismo di cittadini e anche delle imprese che in forme civiche prendono parte ai processi di rigenerazione” “La qualità è anche aprirsi alla partecipazione. I Laboratori di Città e l’Agenzia di rigenerazione urbana serviranno anche a costruire nuovi percorsi di partecipazione informata dei cittadini alle scelte urbanistiche della città. Vanno poi aperti nuovi canali di comunicazione e dibattito pubblico, gestiti dall’amministrazione pubblica, che devono svolgersi sia in maniera decentrata, nei luoghi della città dove le cose avvengono, ma anche in uno spazio da creare al centro, un “forum” dedicato, perché molte di queste trasformazioni interessano l’intera comunità urbana”