Cittadinanzattiva Lazio: Zingaretti spieghi scelte su nomine DG sanità
Autore : Redazione
Pubblichiamo il comunicato di Cittadinanzattiva Lazio, a proposito delle nomine dei DG di alcune ASL di Roma, che da notizie di stampa finirebbero di affidare la responsabilità della ASL RM5, una realtà disastrata da tempo seguita dall’Associazione anche nota come Tribunale dei Diritti del malato, a un commissario si torverebeb a gestire due ASL, in quanto già DG della ASL RM4. Nomine di Dirigenza apicale così rilevanti che oltretutto arrivano a scarsi 4 mesi dalle elezioni…
Cittadinanzattiva Lazio su nomine DG sanità: il Presidente Zingaretti ci spieghi il perché di queste scelte.
Roma, 12 novembre 2017 “Se le notizie riportate da alcuni organi di stampa fossero confermate, ci troveremmo a dover chiedere ragione delle scelte fatte al Presidente della Regione Lazio.“ Ha dichiarato Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio. “Ci riferiamo”, ha proseguito Elio Rosati, “alla ventilata ipotesi di spostare alla ASL RM3 il dottor Vitaliano De Salazar dalla ASL RM5 e di inviare in qualità di Commissario della ASL RM5 il dottor Quintavalle attuale Direttore Generale della ASL RM4 che manterrebbe l’incarico e, sarebbe a mezzo servizio su due ASL territoriali molto delicate. In particolare, Cittadinanzattiva Lazio nel 2015 ha presentato un dettagliato esposto alla Procura della Repubblica circa lo stato in cui versava (e versa tutt’ora) la ASL RM5. Inoltre, nel settembre del 2016 a seguito di un incontro con il DG della ASL RM5 si era concordato di avviare un lavoro di collaborazione tra la nostra organizzazione e la ASL RM5 al fine di migliorare le criticità che le nostre realtà territoriali raccolgono quotidianamente da parte di cittadini, operatori sanitari e professionisti”. “La nostra organizzazione”, ha aggiunto Rosati, “ha inviato una bozza di Protocollo. Ma nulla è accaduto. Tanto che a marzo 2017, solo in prossimità di una manifestazione a Tivoli per la salute pubblica e contro il non governo del territorio della ASL RM5, totalmente desertificato in quanto a servizi socio-sanitari, quindi per evitare che tale manifestazione si facesse, si è tentato di aprire un canale di comunicazione con il referente locale che ha nettamente ricordato che restiamo aperti a qualsiasi collaborazione, ma che la manifestazione si sarebbe comunque realizzata. E da allora tutto tace”. “Inoltre”, ha aggiunto Rosati, “giova ricordare che nel febbraio di quest’anno è stata emessa una sentenza di primo grado da parte della Corte dei Conti dove il DG ASL RM5 è stato condannato al pagamento di 2.700.000 per danno erariale quando era dirigente presso ARES 118 di Latina. Inoltre a marzo 2017 al PS di Tivoli esplode un caso nazionale con lo scambio di due pazienti: uno doveva andare in rianimazione, l’altro in chirurgia. Risultato: muoiono tutti e due. Infine ci siamo costituiti come parte civile per un procedimento di omicidio nei confronti di un sanitario operante presso l’ospedale di Palestrina che nel giugno 2016 ha diagnosticato una bronchite a persona che tornata a casa ha avuto un infarto ed è morta. La prima udienza è stata fissata a febbraio 2018. A seguito della notizia di questo ennesimo caso, Cittadinanzattiva Lazio ha chiesto il Commissariamento della ASL RM5 per evidenti motivi di non governo della salute pubblica. Proprio lunedì scorso si è tenuta una riunione dei referenti di Cittadinanzattiva di Tivoli, Palestrina, Subiaco e Colleferro, il segretario regionale di Cittadinanzattiva e la consigliera regionale Bonafoni sulla delicata situazione della ASL RM5. In quella sede avevamo espresso tutte le preoccupazioni del caso. Oggi apprendiamo dalla stampa che il Commissario dovrebbe gestire due ASL, una delle quali è “in default” dal punto di vista dei diritti e l’altra ha bisogno di attenzione e cura. Quindi si comprende in tutta la sua drammaticità che la tanto decantata attenzione al territorio è una solenne finzione. Inoltre chi ha gestito la ASL RM5 viene spostato alla ASL RM3. Se tutto ciò risponde al vero chiediamo ora in questa sede, per iniziare e in altre a tempo debito, se il Presidente Zingaretti era a conoscenza di quanto sopra esposto? Se si, quale è la sua attenzione istituzionale alla salute come complesso di servizi da fornire ai cittadini e in particolare a coloro che sono in condizioni di maggiore difficoltà? Se appare logico che un DG debba governare una ASL come DG e un’altra, che è già affondata dal punto di vista dei diritti e che avrebbe bisogno di persone a tempo pienissimo, come Commissario straordinario? Se appare logico che un DG che ha oggettivamente mancato il suo vero obiettivo, che è quello di erogare servizi di qualità, venga spostato in un’altra ASL? Se a scarsi 4 mesi dalle elezioni sia normale procedere a nomine di Dirigenza apicale così rilevanti?” “Ma è tempo che alcune cose cambino radicalmente”, ha quindi concluso Rosati, “per questo stiamo elaborando un documento da sottoporre a tutti i prossimi candidati alle elezioni regionali sulla salute, e non solo, sulla governance della salute. E il tema dei Direttori Generali delle nomine, dei poteri, del sistema complessivo di relazioni e interlocuzioni ne farà parte. Con questi atti, se confermati, è evidente che non importa cosa si faccia e importa meno che i cittadini siano coloro ai quali si deve alla fine rispondere del proprio operato. Ne prendiamo atto e ci regoleremo di conseguenza.”