Torri dell’EUR: per il TAR la riqualificazione era legittima (e adesso chi paga i danni?)
Autore : Redazione
Progetto di riqualificazione che avrebbe dovuto essere terminato a fine 2017
Secondo il TAR Lazio, il progetto di riqualificazione delle Torri dell’EUR avviato dalla Giunta Marino e sospeso dalla Giunta Raggi era assolutamente legittimo. Ma la decisione arriva quando purtroppo ormai i buoi (TIM, che doveva stabilirci il suo quartier generale) sono scappati dalla stalla e all’orizzonte si profilano cospicui risarcimenti del Comune alla società Alfiere…
Da anni nel cuore dell’elegante quartiere storico dell’Eur incombono le torri scorticate che ospitavano il Ministero delle Finanze e che, dopo la cessione a una cordata di privati che intendeva trasformarle in appartamenti di lusso, sono state lasciate a metà.
Nel 2015 (Giunta Marino, Assessore Caudo) sembrava che la vicenda avesse raggiunto finalmente una soluzione positiva: le Torri sarebbero state ripristinate in armonia con la loro architettura originaria, e tornavano uffici, sede centrale della TIM-Telecom. Nessuna cubatura aggiuntiva, nessun cambio di destinazione (fatta eccezione per 1400 mq da destinare a mensa), quindi nessun contributo straordinario legato alla demolizione e ricostruzione con cambio di destinazione d’uso per il Comune, ma nessuna speculazione a scapito della tutela del patrimonio artistico/architettonico e della sostenibilità per il territorio. La soluzione che cittadini e comitati dell’EUR, insieme ad alcune associazioni ambientaliste, chiedevano da tempo.
Con la Giunta Raggi però il Permesso di costruire, rilasciato durante il comissariamento di Tronca, viene ritirato. Secondo l’allora Assessore all’urbanistica Berdini mancano all’appello 24 milioni di euro come contributo starordinario che il Comune avrebbe dovuto pretendere da Alfiere.
Ora finalmente la sentenza del TAR, pubblicata il 24 novembre 2017 (1), conferma che nessun contributo straordinario era dovuto al Comune e che quindi il Permesso di costruire rilasciato nel dicembre 2015 era legittimo.
Dichiara il TAR:” la piena validità ed efficacia del permesso di costruire numero 347 del 2015″ e che “si deve ritenere fondata la domanda della ricorrente per l’accertamento della inesistenza dell’obbligo di corresponsione del contributo straordinario di valorizzazione di cui all’articolo 3, comma 15, del decreto-legge numero 351 del 2001 nella misura di euro 24 milioni, come determinata nell’atto d’obbligo del 22 dicembre 2009, numero di repertorio 9573, raccoltanumero 25348, trattandosi di atto d’obbligo oramai inefficace”
Ma non sarà la sentenza a riportare nelle torri TIM, che si è da tempo sfilata approfittando del ritiro del PDC (2), o a trovare un nuovo soggetto disposto a sobbarcarsi il costoso restauro. Anzi, la prospettiva è che la città debba scontare, oltre a 300 milioni di investimenti che non arriveranno più e allo squallore delle torri svuotate a pochi metri dal prestigioso nuovo Centro dei Congressi (la Nuvola) e dell’albergo lussuoso (pubblico) che non a caso non si riesce a vendere, un cospicuo risarcimento alla società Alfiere a spese del Comune (la somma richiesta è 328 milioni).
E adesso qualcuno chieda scusa ai cittadini romani.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Post scriptum: E adesso qualcuno chieda scusa anche a Giovanni Caudo, per questa vicenda oggetto di una feroce campagna denigratoria (AMBM)
> Vai alla scheda Torri dell’EUR
(1) leggi la sentenza del TAR pubblicata il 24/11/2017 https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=NNDV2766VIHPLKHWD7XHSNKULI&q= (scarica la sentenza sentenza TAR Torri Eur 24 novembre 2017
(2) Telecom, se si fosse ritirata dall’affare, avrebbe dovuto pagare una penale da 180 milioni di euro, che però non sarebbe scattata qualora i lavori nelle Torri non fossero iniziati il 30 settembre 2016