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Un problema di rimozione sociale: i gabinetti pubblici a Roma

Fig. 1 Le tre tipologie di bagno pubblico, Stato attuale degli impianti

Fig. 1 Le tre tipologie di bagno pubblico, Stato attuale degli impianti

Un problema di rimozione sociale: i gabinetti pubblici a Roma

di Maria Spina

Privatizzare lo spazio urbano dei bagni significa renderli un lusso, quindi non accessibili a tutti. Eppure la necessità di un wc è qualcosa che ci rende tutti uguali: è la nostra anima primitiva che emerge…

Harvey Molotch, Toilet: Public Restrooms and the Politics of Sharing,

New York University Press, 2010.

Secondo i resoconti ufficiali, Roma dispone di un patrimonio di ben 57 bagni pubblici contraddistinti da tre differenti tipologie: interrati, per un totale di 12 (con struttura ipogea fornita di ascensore per disabili); in muratura, per un totale di 13 (con l’edificato a livello strada); prefabbricati, per un totale di 32 (completamente in cemento, con sistema di pulizia automatizzata) [Fig. 1]. Mentre i primi due tipi di impianto – che appartengono oltretutto al patrimonio a uso istituzionale del Comune di Roma – dovrebbero erogare un servizio gratuito, i moduli prefabbricati sono a pagamento.

Negli ultimi dieci anni, l’intero blocco dei WC pubblici – peraltro affidato ad Ama SpA[1] – ha funzionato solo in parte e a fasi alterne. Nonostante il Comune abbia pagato un notevole importo per i costi di gestione, un gran numero di bagni, soprattutto di  quelli con servizio gratuito, è stato progressivamente chiuso, per poi essere lasciato all’incuria e al degrado [Fig. 2 e Fig. 3]. E così, alla data odierna, Roma Capitale con i suoi 25 milioni di turisti all’anno[2], le oltre 8000 persone senza fissa dimora[3] e il carico stabile dei suoi abitanti, non dispone di alcun servizio igienico pubblico. Unica eccezione, il WC aperto a giugno 2017 nella “casetta liberty” del giardino di Piazza Vittorio, frutto della collaborazione fra Municipio 1, Ama SpA e Comitato piazza Vittorio partecipata[4].

: Fig. 2 Largo di Villa Peretti (di fronte al Museo Nazionale Romano)

: Fig. 2 Largo di Villa Peretti (di fronte al Museo Nazionale Romano)

Fig. 3 Porta Maggiore Ubicazione degli impianti

Fig. 3 Porta Maggiore
Ubicazione degli impianti

Eppure in una delibera del 2011[5] si legge che, in virtù della Convenzione stipulata fra Ama S.p.A. e il Dipartimento X (oggi Dipartimento Tutela Ambientale) – rinnovata sino al 31 dicembre 2011 –, per la gestione delle strutture fisse esistenti, fra interrate e in muratura, il Comune di Roma avrebbe speso ogni anno la cifra di 1.474.168,70 euro (Iva inclusa) con un costo medio per ogni singola struttura pari a circa Euro 55.000,00 annui (valori riferiti al 2010). Con questo tipo di esborsi, com’è stato possibile lasciar deteriorare un bene pubblico fino a renderlo inservibile? Con la suddetta delibera del 2011, proprio al fine di contrarre gli ingenti costi di gestione e migliorare i servizi di accoglienza ai turisti, l’Amministrazione decide di procedere «attraverso l’utilizzo della concessione mediante procedura aperta (ai sensi del D.Lgs. n. 163/2006), alla ristrutturazione di n. 11 bagni pubblici interrati ubicati nel centro storico di Roma [in Fig. 4, gli impianti scritti in rosso] unitamente alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli stessi e alla loro successiva gestione, nonché procedere, nell’ambito della suddetta concessione, alla realizzazione di apposite strutture di accoglienza da realizzarsi in superficie rispetto alla parte interrata (chioschi), concepite quali costruzioni a basso impatto ambientale, in linea con lo stile architettonico e il paesaggio circostante, dotate di apposita segnaletica volta ad una identificazione agevole ed immediata dei servizi igienici e che offrano soluzioni tecnologiche di ultima generazione».

Il bando di gara, con il disciplinare più vari allegati, viene pubblicato il 30 novembre 2012. Circa un anno dopo, con una determina del Dipartimento del Turismo[6], il raggruppamento formato da “COGEIM SpA – Team Service Soc. Consortile a r.l. – COGECO7 Srl” si aggiudica la concessione. Come cittadini interessati al decoro urbano e all’accoglienza, abbiamo inoltrato istanza per conoscere i contenuti di tale documento ma, nonostante siano passati quattro anni da allora, e nessuno di quegli 11 impianti interrati risulti funzionante, l’accesso agli atti non ci è stato accordato[7].

In agosto 2015, per il Giubileo della Misericordia, la giunta Marino stanzia 970.000 euro per il ripristino e l’attivazione dei bagni pubblici in muratura [8]. Con quella cifra se ne ristrutturano 8, scelti fra i 13 del centro storico [in Fig. 4, gli impianti scritti in giallo]. Aperti a giugno 2016, i nuovi bagni vengono però “sigillati” dal commissario Tronca, all’indomani della chiusura della Porta Santa[9]. Una drastica decisione dovuta, secondo quanto affermato il 18 settembre 2017, nel corso della seduta della Commissione Permanente Lavori Pubblici: «alla grande fragilità degli impianti e alla necessità della loro continua manutenzione»[10].

Fig. 4 In rosso, i bagni interrati; in giallo, i bagni in muratura

Fig. 4 In rosso, i bagni interrati; in giallo, i bagni in muratura

Sorprende davvero come nel Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2015[11], fra le voci inserite nella tabella dei “Ricavi da Roma Capitale”, Ama S.p.A. metta ancora in elenco l’importo di ben 745.704,00 Euro quando, da almeno due anni i bagni interrati sono a carico del raggruppamento COGEIM e quelli in muratura, chiusi per la mancata manutenzione, sono in via di ristrutturazione con i fondi giubilari. Ma questa è un’altra storia! A noi cittadini resta il rammarico di non poter disporre di un servizio pubblico. Ci piacerebbe però se, anche a Roma – come già successo a Cagliari nel 2014, durante la giunta di Massimo Zedda –, un gruppo di consiglieri comunali, rivolgendosi al Sindaco, formulasse la seguente richiesta: «Dotare la città di un numero adeguato di servizi igienici pubblici, oltre che di “punti acqua” potabile, costituisce un elemento fondamentale per l’affermazione di una città turistica. Inoltre l’installazione di un numero adeguato di servizi igienici non risponde a una mera esigenza igienico sanitaria, ma rappresenta una concreta forma di tutela della dignità delle persone, soprattutto di anziani, disabili e bambini, maggiormente soggetti ai disagi derivanti dalla carenza di tali servizi»[12].

Maria Spina

ROMA, 2 GENNAIO 2018

Post Scriptum

Dopo aver registrato il disinteresse dell’Amministrazione comunale e delle Aziende nei confronti di questo fondamentale servizio, aggiungiamo – e non senza amarezza – che nella “Direzione Gestione Territoriale, Ambientale e del Verde” di Roma Capitale esiste un Ufficio Controllo gestione Bagni Pubblici. In base a quanto riportato nel sito, tale struttura si dovrebbe dedicare a: «Monitoraggio e controllo necessari per la quantificazione danni al patrimonio verde e agli arredi; gestione e controllo dei bagni pubblici, con particolare riguardo per quelli situati in aree verdi, in coordinamento con società appaltatrice». Inoltre: «predispone gli atti amministrativi e le convenzioni per l’affidamento del servizio; assicura la relativa attività di controllo; Assicura la partecipazione a tavoli tecnici e conferenze di servizio».

Siamo forse in presenza di un ossimoro istituzionale di rara genialità?

https://www.comune.roma.it/pcr/it/newsview.page?contentId=NEW1561736

NOTA: Questo articolo, con lettera di accompagnamento, è stato  inoltrato il 2 gennaio alla Sindaca, agli Assessori,  ai Presidenti delle Commissioni capitoline interessate, ai capigruppo dei Consiglieri capitolini, alla Presidente del I Municipio Alfonsi, e in particolare all’Assessora alla trasparenza Marzano, per quanto riguarda l’accesso agli atti negato.

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

Vedi anche:

Parliamo di gabinetti pubblici

La qualità dello spazio pubblico e la possibilità per i cittadini di viverlo collettivamente passa anche dal numero e dalla qualità dei bagni pubblici. Roma è una delle poche città…5 novembre 2015 Continua#

Appello per i bagni pubblici a Roma

Una Petizione per i gabinetti pubblici a Roma di Maria Spina* Per celebrare la giornata mondiale del gabinetto[1] (19 novembre World Toilet Day), quest’anno, oltre alla mostra “Scusi dov’è il…22 novembre 2016 Continua#

 

e l’articolo del farodiroma 16 Dic 2017  Scusi, dov’è il bagno?” Un “grido d’allarme” che a Roma rimane inascoltato 

“Scusi, dov’è il bagno?” è il titolo del catalogo, con sottotitolo, vero e proprio appello alla civiltà, “workshop per una nuova cultura dei bagni pubblici a Roma”, presentato nella capitale il 15 dicembre dalla APS Embrice 2030.http://www.farodiroma.it/scusi-bagno-un-grido-dallarme-roma-rimane-inascoltato/

[1] L’affidamento è regolato dal Contratto di servizio del 2004, e successive proroghe, e dalla Deliberazione n. 191 della Giunta Capitolina del 25 giugno 2010. Si veda anche http://www.amaroma.it/public/files/pdf/elenco-bagni-pubblici-040613.pdf

[2] Vedi Movimento turistico in Italia, «Report Statistiche Istat», 30 ottobre 2017, p. 9.

[3] http://www.istat.it/it/files/2015/12/Persone_senza_dimora.pdf?title=Le+persone+senza+dimora+-+10%2Fdic%2F2015+-+Testo+integrale.pdf Questa indagine dell’Istat risale al 2014 ma, a partire dal 2015, il valore è notevolmente cresciuto per la presenza di migranti richiedenti asilo (cfr. Christian Raimo, A Roma i senza fissa dimora sono invisibili nel dibattito politico, «L’Internazionale», del 18 Febbraio 2016).

[4] https://embrice2030.com/2016/05/13/notizie-dai-cantieri-del-giubileo-2/

[5] Deliberazione n. 350 della Giunta Capitolina del 19 ottobre 2011 (prot. n. 74496/2010) con la quale viene approvata «la progettazione preliminare per la realizzazione e la gestione di strutture di accoglienza turistica, integrate con servizi igienici pubblici interrati». scarica DGCDelib. N 350 del 19.10.2011 gabinetti

[6] Determinazione dirigenziale rep. n. 437 del 15 novembre 2013 (prot. n. QA/11913) con la quale il Dipartimento Turismo aggiudica definitivamente la gara (a procedura aperta e con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa) alla costituenda RTI “COGEIM S.p.A. – Team Service Soc. Consortile a r.l. – COGECO7 S.r.l.” per la durata di anni 19, di cui 1 anno per le procedure autorizzative ed esecutive dei lavori e 18 anni per la gestione economica e funzionale delle strutture.

[7] Nel corso del 2017, sono state presentate, due istanze di accesso agli atti: la prima (del 19.04.2017, f.ta Maria Spina) al Direttore del Dipartimento Turismo, non è stata accolta perché la motivazione in base alla quale avevamo esercitato il diritto di accesso è stata reputata non valida (risposta del 21.04.2017, a firma Selloni, prot. QA 16583); la seconda (del 25.10.2017, f.ta Maria Spina) al Direttore del Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana (S.I.M.U.) e al Presidente della Commissione II Lavori pubblici, non ha ricevuto alcuna risposta.

[8] scarica  delibera 282/2015

[9] http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/orina_villa_borghese-3224824.html http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/07/03/news/roma_cosi_cari_e_cosi_inutili_i_vespasiani_ristrutturati_le_cifre_dello_sperpero-169830263/

[10] http://www.romatoday.it/politica/bagni-pubblici-centro-storico-bando.html

[11] Presentato da Ama SpA all’Assemblea del 2016, il Bilancio riporta a pagina 26: «Nel corso del 2015 ha visto il prosieguo delle attività integrative al contratto di servizio tra AMA e Roma Capitale. Nel dettaglio: … omissis … gestione gabinetti pubblici»; mentre la cifra di 745.704,00 Euro, inserito nella tabella dei “Ricavi da Roma Capitale”, appare a pagina 177.

[12] http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=42392

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