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Dopo Macerata: l’invasione degli ultracorpi

foto da fn striscione fascista a Ponte MilvioSchermata 2018-02-07 alle 09.43.21di Anna Maria Bianchi Missaglia

Ieri 6 febbraio a Ponte Milvio, nel cuore storico di Roma Nord, si è consumato l’ennesimo macabro episodio  di orgoglio razzista e fascista, con l’esibizione, da parte di alcuni soggetti mascherati, di uno striscione che inneggiava a Luca Traini, il ventottenne di Macerata che  sabato scorso ha sparato contro  sei persone di colore.

Traini ha  giustificato il suo gesto con l’intenzione di  “vendicare” Pamela Mastropietro, la ragazza morta trovata  dentro due valigie, dopo l’arresto di un pusher nigeriano*. E il folle gesto del giovane che ha ferito cinque uomini e una donna, colpevoli solo di avere la pelle scura e di venire da altri parti del mondo,   è stato così commentato dal leader della Lega Matteo Salvini: “La responsabilità morale di ogni episodio di violenza che accade in Italia è di quelli che l’hanno riempita di clandestini“. Una lettura raccapricciante, se si pensa che Traini ha  un passato/presente nel partito di Salvini,   e che a  casa gli hanno trovato ‘Mein Kampf’ di Hitler e vari simboli e pubblicazioni  dell’armamentario fascista.

Fb saviano macerataMa ancora più terribile è la sfrontatezza della manifestazione di solidarierà inscenata a Ponte Milvio, ultima  di una  sequenza  di  episodi razzisti (a Roma sono in aumento i casi di stranieri pestati a sangue per divertimento da gang di ragazzi), un segnale inquietante  anche della disinvolta riappropriazione dei  territori  in atto a Roma. Ma ancora di più lascia atterriti e smarriti  l’agghiacciante chiacchiericcio di tante  persone “normali” sui social, ben poco  scandalizzate  dal gesto di Traini,  e pronte ad attaccare “le anime belle” che si scandalizzano.  Come quelli che hanno rilanciato una terribile vignetta contro Roberto Saviano, “reo” di aver risposto alle deliranti dichiarazioni di  Salvini. La riproduco qui accanto, insieme a un commento  di chi l’aveva postata,  in risposta al mio stupore.

Un commento  che mi ha lasciato basita, non solo per  la delusione rispetto a una persona che conoscevo come impegnato  cittadino attivo, ma soprattutto per   la spersonalizzazione a cui mi condanna, assegnandomi a un indistinto e nemico   “voi” –  plurale – che è un definitivo  e insuperabile solco, che non ammette più confronti e quindi ripensamenti.

Un solco che neanche troppo impercettibilmente sta cominciando ad attraversare i nostri mondi, come le faglie che dividono i continenti e ogni tanto provocano terremoti.

Una frattura anche con la nostra storia, sempre più rimossa in questa mucillagine di  rancoroso presente.

museo immigrazione Parigi IMG_1384Qualche mese fa, a Parigi, ho visitato la mostra “Ciao Italia!” al Museo della Storia e dell’Immigrazione di Parigi, dedicata agli immigrati italiani in Francia. Vorrei che tanti di questi cittadini del “non sono razzista ma” e del “prima gli italiani” vedessero quelle tavole della mostra che ricordano le vessazioni, le aggressioni, anche le stragi del passato, che dei  francesi – al grido di “prima i francesi” – hanno perpetrato ai nostri connazionali,  accusandoli  di rubare loro il lavoro, le case e l’assistenza. O di essere tutti delinquenti.

E  nessuno dovrebbe mai trovare normale  che si facciano ricadere le colpe di un singolo su tanti innocenti solo perchè – casualmente – hanno in comune il colore della pelle o la provenienza geografica.

Come esseri umani, di fronte a quanto successo, il nostro pensiero dovrebbe correre al dolore della famiglia di quella povera ragazza, ma anche a quegli uomini e quella donna che aspettavano tranquillamente l’autobus,   come  chiunque,  e  sono stati feriti senza nessun motivo da un aggressore a cui non avevano fatto nulla, che non conoscevano e che non li conosceva.

Forse,   se qualcuno raccontasse le loro storie*,  le loro vite, i loro affetti lasciati alle spalle, le loro paure, le  loro speranze,  quegli anonimi stranieri diventerebbero  persone in cui potersi rispecchiare e per cui provare solidarietà.

Ma probabilmente è già cominciata l’invasione.  Non degli immigrati nel nostro Paese, ma  degli “ultracorpi” nei nostri cervelli e nei nostri cuori.

Anna Maria Bianchi Missaglia

* il Giudice per le Indagini Preliminari il 6 febbraio ha convalidato il fermo solo per occultamento e vilipendio di cadavere, quindi non c’è accusa per omicidio

 

 

 

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