Cosa chiedono i costruttori ai politici
Autore : Redazione
Pubblichiamo le slides del “Manifesto della filiera per rilanciare il settore delle costruzioni” che Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), Legacoop produzione e servizi, Anaepa Confartigianato edilizia, Cna Costruzioni, Fiae Casartigiani, Claai, Aniem, Confapi Aniem, Oice e Consiglio nazionale degli ingegneri hanno presentato in modo unitario “alla politica e alla pubblica opinione il 14 febbraio scorso”. Il Manifesto è anche la base di un Libro bianco denominato “Cantiere Italia” – un programma dettagliato di rilancio del settore delle costruzioni da scrivere nella prossima legislatura – che le citate associazioni di categoria consegneranno agli esponenti dei partiti in vista del voto del 4 marzo. Hanno già cominciato con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi il 22 febbraio, che, a quanto riportato dal sito dell’ ANCE, ha garantito di aver già inserito nel programma di governo gran parte delle istanze avanzate dall’Ance e dalla filiera delle costruzioni, concentrando l’attenzione su codice appalti e split payment, entrambi, secondo il Cavaliere, da abolire al più presto. In attesa di conoscere il contenuto del Libro bianco – non disponibile sul sito dell’ANCE nè trovato con i motori di ricerca – pubblichiamo le slides, su cui possiamo già anticipare alcune osservazioni.
Il documento elenca 10 questioni, per certi aspetti anche condivisibili, anche considerato che si tratta di rivendicazioni “di parte”.
Le proposte, tuttavia, lasciano più di un dubbio. Cosa vuol dire “colmare il ritardo infrastrutturale”? Privilegiare la sicurezza del territorio? Oppure investire su grandi opere (per molti inutili) come TAV e l’aeroporto di Firenze?
Cosa vuol dire “semplificazione“? Seguire la strada delle deroghe del Piano casa del Lazio e di molte altre regioni che ne hanno seguito l’esempio? Oppure dare un sostegno per rendere più efficiente la Pubblica Amministrazione?
Le stesse domande si possono porre per questioni legate ad appalti, bonifiche, demolizioni/ricostruzioni, misure fiscali, contrasto alla criminalità…
Perchè il vero punto, quello su cui si “scoprono le carte”, è la declinazione delle proposte. L’esperienza dei “Piani casa” del Lazio della Polverini e di Zingaretti insegnano. Un obiettivo in partenza condivisibile (riqualificare il patrimonio edilizio obsoleto), viene poi perseguito con delle modalità di cui si vedono oggi le conseguenze : una deregulation senza pianificazione nè “paletti” pubblici, che lascia le mani libere alla speculazione.
In particolare desta preoccupazione l’affermazione nella slide della Rigenerazione urbana (pag 5):”serve una norma nazionale che consenta di riconoscere la pubblica utilità degli interventi, per conferire al Ccomune e al soggetto promotore del progetto particolari poteri d’azione“: in pratica si invocano gli ennesimi poteri speciali e deroghe alle normative per interventi edilizi privati. E più sotto: “introdurre un pacchetto di agevolazioni per promuovere processi di riconversione del patrimonio edilizio esistente, favorendo la demolizione e ricostruzione e le permute del vecchio con il nuovo“.
Iniziative che potrebbero essere positive – sempre con la guida pubblica – in quartieri e aree degradate, ma che a Roma si stanno traducendo in demolizioni di villini storici in quartieri immobiliarmente appetibili, perché se la logica è quella del profitto, le periferie non hanno chances.
E’ quindi necessario studiarli i programmi elettorali, prima di dare il voto. Perchè non tutte le promesse elettorali sono fuffa da dimenticatoio.
Mauro Baioni e Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
scarica Rilancio-edilizia_Manifesto_Ance 2018
vedi anche: Parisi (con Berlusconi) vuole cancellare l’ANAC e il Codice dei contratti (26 febbraio 2018)
*da ance.it
Elezioni 2018, le costruzioni chiedono alla politica un impegno per la crescita – 14 Febbraio 2018
Ance, Legacoop produzione e servizi, Anaepa Confartigianato edilizia, Cna Costruzioni, Fiae Casartigiani, Claai, Aniem, Confapi Aniem, Oice e Consiglio nazionale degli ingegneri hanno presentato in modo unitario alla politica e alla pubblica opinione il Manifesto della filiera per rilanciare il settore delle costruzioni.
Al centro del documento un elenco di priorità e di interventi necessari per rimettere in moto un’industria in grado di far crescere l’Italia di mezzo punto percentuale in più all’anno, di creare nuova occupazione – anche recuperando i 600 mila posti di lavoro persi negli anni della crisi – e di accelerare la ripresa economica.
L’obiettivo, come ha dichiarato il presidente dell’Ance Gabriele Buia , è creare le condizioni per superare una crisi che è ormai “una crisi di sistema”, e che ha impedito al settore di agganciare la ripresa che invece ha riguardato altri comparti produttivi. Proprio per questo, ha detto ancora Buia, “se il Paese vuole veramente tornare a crescere e si vuole creare occupazione sul territorio in modo stabile”, adesso è più che mai necessario, che “la politica e chi sarà chiamato a governare nei prossimi anni ci ascolti e traduca in provvedimenti operativi le nostre proposte”.
Dieci i grandi temi strategici sui quali la filiera delle costruzioni ha chiesto azioni e impegni concreti.
In primo luogo il rilancio delle infrastrutture, eliminando gli ostacoli che finora hanno impedito la trasformazione degli stanziamenti in cantieri, e la richiesta di rivedere il Codice degli appalti, che non è riuscito a imprimere il tanto atteso cambio di passo. E, ancora, sostenibilità, economia circolare e rigenerazione urbana, con progetti e visioni concrete, anche sul fronte fiscale, per favorire il recupero delle aree degradate e la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano.
Centrali anche gli interventi sollecitati in tema di lavoro e di sicurezza dei lavoratori ma, soprattutto, la richiesta forte che è venuta da parte di tutta la filiera è quella che venga finalmente varata una vera politica industriale per le costruzioni, capace non solo di restituire competitività al settore ma anche di favorirne i necessari processi di rinnovamento.
Vai al video della presentazione del Manifesto politico 2018