Delibera Piazza dei Navigatori: i consiglieri dicono SI al Piano casa
Autore : Redazione
Piazza dei Navigatori (foto AMBM)
Aggiornamento: IL MOVIMENTO CINQUE STELLE NON HA ESCLUSO IL PIANO CASA DA PIAZZA DEI NAVIGATORI Questo articolo si intitolava “Consiglieri dite NO al Piano casa“. Purtroppo invece la maggioranza pentastellata ha votato contro l’emedamento che chiedevamo a gran voce > Vai al nostro commento Delibera Piazza dei Navigatori, questo non è un film a 5 stelle del 21 marzo
(20 marzo, ore 10) Arriva oggi 20 marzo in Assemblea Capitolina la Proposta n. 30/2018, che prevede l’approvazione di una convenzione “novativa” del “Piano di Assetto e di Riqualificazione Urbana degli ambiti di Piazza dei Navigatori e Viale Giustiniano Imperatore” (1). Una vicenda davvero molto complicata, di cui proponiamo una sintesi, giusto per arrivare al punto più urgente, che è questo: chiediamo ai consiglieri capitolini chiamati ad approvare una Delibera invisa a comitati e associazioni che nel corso di quattordici anni si sono battuti tenacemente contro quattro diverse amministrazioni per fermare l’attuazione di un intervento segnato da molteplici criticità giuridiche oltre che urbanistiche, di impegnarsi quantomeno all’inserimento, nella “novata” Convenzione, di una clausola che imponga al privato la rinuncia ai cambi di destinazione concessi dal cosiddetto “Piano casa” regionale* (il famigerato art.3 ter introdotto dalla Polverini e prorogato fino al maggio 2017 da Zingaretti con pochi ritocchi ). Non inserire questa condizione comportebbe un doppio regalo al costruttore: il consistente aumento dei profitti, grazie alle maggiori cubature e al maggior valore degli appartamenti rispetto agli uffici finora previsti, e il pagamento di oneri inferiori, in quanto calcolati sulla destinazione direzionale anzichè residenziale. E comporterebbe anche un carico urbanistico assai più pesante per gli abitanti della zona. Un aspetto che, se si vuole percorrere la contestata strada della “novazione”, si può ancora correggere, visto che al rinnovo della convenzione sono interessati in primo luogo i privati.
Proviamo a raccontare la storia, mettendo in calce due interventi (da Facebook): il primo dell’Assessore Montuori in risposta al crescendo di polemiche culminate nel corso della Commissione urbanistica del 16 marzo, quando molti cittadini e anche attivisti M5S hanno contestato le scelte dell’Amministrazione (1); il secondo dell’ex assessore della Giunta Marino Caudo, in risposta a Montuori, che solleva la questione dell’applicazione del “Piano Casa”, che, da assessore, aveva concordato con il privato di escludere (2). E aggiungiamo il Comunicato dei Comitati “Ex Fiera di Roma” “Piazza dei Navigatori” “Parco Scott” (3)
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Rendering del progetto iniziale
La vicenda di Piazza de Navigatori è l’ennesima rappresentazione del rapporto distorto tra pubblico e privato in cui da decenni si dibatte la Capitale, con il risultato che spesso, a opere private ultimate, quelle pubbliche siano ancora tutte da costruire.
Quattrodici anni fa – Sindaco Veltroni – viene stipulata una convenzione tra il Comune di Roma e alcune imprese costruttrici che prevede la costruzione di 3 immobili in Piazza dei Navigatori (di cui solo due saranno poi costruiti, il comparto Z1 – edificio Piazza dei Navigatori – e il comparto Z3 – immobile su Via di Santa Petronilla) più un immobile dall’altra parte della Colombo (poi battezzato “bidet”), e la parallela realizzazione di varie opere pubbliche – 2 sottopassi, uno sotto Via Giustiniano Imperatore, uno sotto piazza dei Navigatori – più altre opere come un asilo e altri servizi. Le società sono Acqua Marcia (Caltagirone Bellavista) e soc. Federici e Igliori Costruzioni (facente capo al gruppo Mezzaroma), Peschiera srl e altre. Non entriamo nel dettaglio delle complesse vicende che seguono, con il Comune che non dà l’agibilità dell’immobile edificato per le mancate opere di urbanizzazione, vari contenziosi tra privati e con il Comune, fino al novembre 2012, quando Acqua Marcia e Peschiera srl vengono ammesse al concordato preventivo e affidate a due amministratori giudiziali. E quando si scopre che le fideiussioni che avrebbero dovuto garantire le opere pubbliche non realizzate sono carta straccia.
L’amministrazione Marino subentra a quella di Alemanno e avvia un confronto con i curatori del concordato, nella direzione, poi seguita anche dall’attuale amministrazione, volta a ripristinare le garanzie per il Comune, ottenere dalle società in concordato il corrispettivo in denaro degli obblighi non mantenuti, e, dalla società del gruppo Mezzaroma, che come previsto dalla convenzione del 2004 avrebbe dovuto edificare il terzo palazzo di uffici, le previste opere ” a scomputo”, cioè opere pubbliche realizzate direttamente dal costruttore.
La proroga delle convenzioni introdotta dal cosiddetto “Decreto del fare” del marzo 2014, ha riallungato i tempi, facendo sì che la convenzione arrivasse a scadenza in questo periodo.
Non ci addentreremo nella questione, assai complessa, della scelta del Comune di “novare” la Convenzione anzichè farla decadere per le molte inadempienze, nel tempo, delle società costruttrici, e se vi siano gli estremi per evitare l’edificazione del terzo edificio, come sostengono sia possibile i molti comitati cittadini, forti degli esiti di una sentenza del Consiglio di Stato che nel 2012 ha dichiarato (4) che il “comparto Z1”, costruito per primo e indebitamente utilizzato, non aveva diritto al rilascio del certificato di agibilità a causa del mancato adempimento della Convenzione.
E’ in ogni caso avvilente per i cittadini che si continui a citare, tra i motivi delle scelte del Comune, la necessità di evitare il rischio di contenzioso, rischio che, vogliamo ricordarlo, deriva anche dai carenti e contradditori comportamenti del Comune stesso.
Oggi però possiamo almeno chiedere che l’Amministrazione impedisca, trovandosi in una posizione di forza e quindi nella possibilità di fare scelte differenti – vedi l’intervento dell’ex assessore Caudo – lo sciagurato “Piano casa”, che regala la possibilità di aumentare le cubature e cambiare destinazione a edifici ancora da costruire. Una mutazione genetica ereditata dalla Polverini e prorogata da Zingaretti, che consente di bypassare Piani regolatori e pareri di merito degli uffici comunali per assecondare logiche di puro profitto.
Ecco, in questo periodo in cui, con le demolizioni dei villini nei quartieri storici di Roma, il Piano casa si è mostrato in tutte le sue devastanti conseguenze, noi ci siamo battuti ogni volta che qualcuno ha strumentalmente tentato di addossare alla Giunta Raggi poteri decisionali che non ha.
Ma in questo caso, ci aspettiamo che la Sindaca, il suo Assessore e la maggioranza M5S dimostrino con i fatti che stanno dalla parte dei cittadini e non degli speculatori.
Basta un emendamento. Che però sarà una cartina di tornasole più di tanti discorsi.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
*il testo pubblicato il 20 marzo indicava anche un possibile aumento di cubature che nel corso dell’Assemblea la Presidente Iorio ha dichiarato non essere state richieste dal costruttore)
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(E’ in elaborazione una scheda cronologica della vicenda – vedi anche la ricostruzione della vicenda di Fabio Grilli (Roma Today 16 marzo 2018): Piazza dei Navigatori: l’origine e gli sviluppi della controversa operazione urbanisticaLa storia: dall’Accordo di programma all’attuale delibera della Raggi)
Assessore Luca Montuori: Riqualificazione di Piazza dei Navigatori. Facciamo chiarezza
.https://www.facebook.com/MontuoriLuca/posts/1654348004658529
Governare significa prendere decisioni che vadano a tutela dell’interesse pubblico. In ambito urbanistico questo significa anche mettere ordine rispetto a questioni molto complesse che non partono da zero, non nascono con questa amministrazione ma che questa amministrazione non vuole rimandare ma risolvere.
A parte il clamore e le urla c’è bisogno di fare chiarezza. La questione di piazza dei Navigatori è molto complicata e tipica dell’urbanistica romana, nasce nel lontano 1996 si formalizza nel 2004 e, ancora oggi – tra accordi non rispettati, forzature politiche, fallimenti di imprese, denari virtuali, edifici abbandonati e vandalizzati, territori feriti, cittadini oltraggiati – il piano non è stato interamente realizzato e soprattutto non sono state completate le opere di urbanizzazione connesse: verde, strade, servizi.
Perché esplode oggi la questione? Perché sta scadendo la Convenzione, cioè il contratto che regola le modalità e gli obblighi reciproci, tra Comune e costruttori, per poter costruire gli edifici previsti nell’area.
Che cosa dicono alcuni? Che basterebbe far scadere, decadere, la Convenzione per prendersi, riacquisire al Patrimonio, gli edifici realizzati e non far costruire il palazzo che ancora non è stato realizzato.
E’ vero? NO. Lasciando decadere la convenzione si aprirebbero nuovi contenziosi che lascerebbero il degrado dell’area, il quartiere senza i servizi promessi e, visto il fallimento in corso delle imprese coinvolte, probabilmente ci ritroveremmo tra anni senza alcun risultato. Il terzo palazzo sarebbe comunque realizzato, anche in questo caso.
Con la decisione di fare una nuova convenzione arriva nuovo cemento in più del previsto? NO. Con la nostra decisione si stabilisce come si debba fare da oggi in poi per realizzare quello che è stabilito dagli strumenti urbanistici. Nell’area esistono dei diritti a costruire che derivano da scelte fatte nel passato e che non si cancellano con la decadenza della Convenzione: “La decadenza dello strumento attuativo non determina di per sé l’inedificabilità dell’area”.
Perché in passato nessuno ha fatto decadere la convenzione a fronte della mancata realizzazione dei servizi? Perché In questi anni tutti, dalla destra alla sinistra, avevano chiara l’unica soluzione ma nessuno ha avuto il coraggio di portarla avanti. Perché è stato più facile promettere o illudere i cittadini senza entrare nel merito reale dei rischi che tutta l’operazione comporta. Perché è facile sbandierare un successo e far ricadere poi le problematiche legali, i debiti fuori bilancio e i danni su chi governerà dopo di noi, intanto si ha un effimero successo.
Solo parole? SI. Un problema di consenso elettorale, aggravato dalla difficoltà di comunicare in pochi slogan la verità: la decadenza della Convenzione, con conseguente acquisizione al patrimonio del Comune di ogni volumetria già realizzata, è una strada con mille ostacoli scappatoie, contenziosi legali, cui si è sovrapposto il fallimento degli operatori e quindi si sono moltiplicati gli interessi dei soggetti al tavolo.
Detto in altre parole? I soliti anni di contenziosi, aumento dei costi Pubblici, nessun tornaconto per la collettività. Noi invece abbiamo scelto di risolvere. La vicenda è molto complessa e per questo lo ripeto non si può ridurre a slogan. Chiunque lo faccia sta strumentalmente usando la fiducia dei cittadini per fini personali.
A questo punto entriamo un po’ più nel dettaglio per capire cosa succede agli edifici già costruiti e al “terzo palazzo” ancora non realizzato.
L’edifico per uffici e l’albergo erano di Acqua Marcia Imobiliare srl che oggi è posta in liquidazione. L’Amministrazione comunale oggi non è neanche tra i creditori prioritari di Acqua Marcia. Quando c’è un fallimento i beni del fallito garantiscono i crediti. Quindi, scegliendo di lasciar decadere la Convenzione, come vorrebbero alcuni, il Comune di Roma non avrebbe riacquisito automaticamente gli edifici ma sarebbe stato insieme agli altri creditori del fallimento ad attendere le decisioni del Giudice.
Questo è importante perché l’accordo raggiunto oggi dalla nostra Amministrazione, con il consenso anche del curatore del fallimento, garantisce invece al Comune di Roma il recupero dell’intera somma dovuta dalla Acqua Marcia, si parla di 16,8 milioni di euro in contanti, cui sia aggiungono 3,7 milioni di opere già realizzate.
IN TOTALE RECUPERIAMO 20,5 milioni di euro da una società in fallimento. Ed è la prima volta in assoluto che il comune incassa soldi, non promesse o fidejussioni, ma soldi alla firma della convenzione per di più anteponendosi a banche e creditori. A questi 20,5 si aggiungeranno opere e servizi per 10,5 milioni dovuti per la realizzazione del terzo palazzo. In totale 31 milioni di oneri mai riscossi in passato.
Quindi riepilogando:
La decadenza della Convenzione avrebbe punito i costruttori inadempienti? FALSO, sono falliti, quindi avrebbe trasportato il Comune con tutti i creditori nel fallimento.
La decadenza della Convenzione ci avrebbe fatto acquisire al Patrimonio gli edifici? FALSO, si sarebbe aperto un contenzioso insieme a tutti i creditori del fallimento. Un contenzioso che si sarebbe chiuso tra anni con spese tutte da lasciare ai futuri amministratori. Qui sta il gioco del vantaggio politico di cavalcare le ipotesi della decadenza: un sicuro effetto mediatico senza alcun sicuro risultato reale, anzi.
La decadenza della Convenzione avrebbe evitato la costruzione del terzo palazzo il cui proponente è la Federici Igliori? FALSO. Anche in questo caso è necessario chiarire subito che la decadenza della Convenzione non avrebbe fatto decadere i diritti edificatori, quindi i famosi 15mila metri quadri che nascono dal Prg non sarebbero “spariti” per magia, ma sarebbero rimasti in quell’area con una nuova procedura da avviare.
La cubatura che autorizziamo è maggiore di quella prevista? FALSO. Sull’area, per tutelarsi, Federici Igliori ha presentato una richiesta di permesso per Piano casa che è valida (art. 3 ter) anche in caso di strumenti urbanistici decaduti. Con il Piano casa hanno richiesto la trasformazione dell’edificio da uffici a residenziale senza aumenti di cubatura. Quindi, decadendo la Convenzione, la procedura sarebbe stata anche più “snella”, cioè realizzata con un semplice permesso di costruire. Tra l’altro nella trasformazione una parte del residenziale va ad Housing Sociale e grazie alla convenzione proposta per un tempo superiore a quello previsto dalla norma.
Le opere pubbliche sono meno di quelle previste? FALSO. Abbiamo analizzato e valutato le singole opere necessarie attualizzandone il valore. Abbiamo deciso di scegliere le nuove garantendo la partecipazione dei cittadini alle scelte per destinarle sul territorio. Questo significa partecipare, non promettere ai cittadini opere che si sa di non poter garantire perché superano i costi previsti.
Abbiamo fatto un regalo ai costruttori? FALSO. Il regalo ai Costruttori lo hanno fatto quelli che governavano nel 1996 e poi nel 2004 stipulando una convenzione che non tutelava il pubblico ma solo i privati. Chi erano? Quelli che oggi urlano di più.
Qualcuno ha anche detto: “le leggi si possono non applicare”, certo, poi se ne risponde in Tribunale e magari non si risponde solo in prima persona perché a pagarne le conseguenze sono anche tutti i cittadini che perdono servizi e vedono il debito di questa città aumentare.
Avremmo potuto fare splendidi annunci per poi lasciare la città con un pugno di mosche in mano. Non lo abbiamo fatto (vedi anche il comunicato sul sito istituzionale) (5)
Ex assessore Giovanni Caudo: Piazza dei Navigatori, il frutto avvelenato nella proposta di novazione della convenzione.
https://www.facebook.com/giovanni.caudo/posts/10215032640756726
NO AL PIANO CASA, si a ristabilire le garanzie per la realizzazione delle opere pubbliche, no ai regali al privato. Si agli uffici no agli appartamenti.
Su piazza dei Navigatori mi è stato girato il post pubblicato dall’Assessore Montuori, dove sono ribadite le ragioni per procedere con la novazione della convenzione. Coincidono con quanto ho scritto e le condivido perché riaffermano l’interesse generale (lascio stare il fatto che nella ricostruzione si omettono atti e documenti che risalgono all’amministrazione Marino, ma abbiamo capito da tempo che i Cinque Stelle con l’onestà intellettuale hanno qualche problema). Nel chiarire i diversi aspetti l’assessore Montuori svela però (vedi lo stralcio del post) che l’accordo per la novazione contempla l’accettazione della proposta di Piano Casa, ai sensi della legge regionale, presentata dal privato con la quale si cambia la destinazione d’uso del terzo edificio, quello ancora da realizzare, da UFFICI a RESIDENZA.
E’ vero che non si aumenta la cubatura ma non ci vuole molto a capire quali plusvalori economici consegue il privato se gli si consente di realizzare appartamenti invece di uffici! Non c’è alcun obbligo di accettare nella novazione della convenzione questa modifica, è vero il contrario: la si può escludere.
La novazione della convenzione è un patto che regola i rapporti tra il Comune e i privati e nel caso in questione, in un contesto che mostra chiare inadempienze degli obblighi assunti dal privato sebbene accompagnate da altrettante incertezze del pubblico, ci sarebbero tutte le condizioni per far valere la volontà dell’amministrazione. Si deve quindi escludere categoricamente la possibilità di dare seguito al piano casa e al cambio di destinazione, si riaffermi la realizzazione del progetto originario, nella consistenza e negli usi privati come nelle opere pubbliche. Il Comune nel ristabilire le condizioni di garanzia per la realizzazione delle opere pubbliche (peraltro nello stesso ammontare del 2004, seppure attualizzate) non può acconsentire a realizzare un vantaggio economico così evidente al privato che determina per altro un carico urbanistico ben maggiore e che richiederebbe anche altre attrezzature.
Un atteggiamento questo in totale contraddizione con il taglio di cubature, tanto sbandierato dalla Raggi quanto illogico, deciso sulla contigua area della ex fiera. Stiamo assistendo al paradosso di una giunta che da un lato danneggia una società partecipata dallo stesso Comune e dalla Regione e dall’altro, a poche decine di metri, favorisce un operatore privato.
Si può rimediare: In Assemblea Capitolina si emendi il testo della delibera prevedendo esplicitamente la rinuncia del privato a procedere con il Piano Casa, rinuncia che sarà sancita nel momento in cui anche i privati apporranno la firma alla convenzione.
C’è ancora tempo per dimostrare che le scelte urbanistiche della giunta Cinque Stelle di Roma non sono fatte nel solo interesse dei privati.
Roma, 13 marzo 2018 https://www.facebook.com/Comitati-Ex-Fiera-di-Roma-Piazza-dei-Navigatori-Parco-Scott-1574197206191615/
Uova di pasqua del M5S agli imprenditori inadempienti e schiaffo alla battaglia della legalità intrapresa 15 anni fa dai cittadini riuniti in comitati e associazioni ambientale insieme agli amministratori locali.
Il comunicato entusiasta della sindaca Raggi nasconde e mistifica la scelta di un mega regalo ai costruttori e alle casse comunali con:
– L’EDIFICAZIONE INSOSTENIBILE DI UN TERZO PALAZZO, un enorme edificio a Piazza dei Navigatori di ben 66.760 metri cubi, di cui 15.000 conseguenza diretta del Piano Casa, per un’altezza di 13 piani – che supererebbe quindi di ulteriori 4 piani l’edificio in vetro esistente, stravolgendo pertanto l’attuale skyline;
– LA SPARIZIONE DELLE PIU ONEROSE OPERE PUBBLICHE quali l’adeguamento della viabilità con la realizzazione di un sottopasso in Viale Cristoforo Colombo, l’esecuzione di impianti di illuminazione delle aree pubbliche e la costruzione di un asilo nido;
– LA SPARIZIONE DELLE FALSE FIDEJUSSIONI a garanzia degli obblighi assunti dagli stessi attuali costruttori, che avevano prodotto carta straccia per la corretta esecuzione delle opere pubbliche;
– LA RADICALE MODIFICA DELLA NUOVA DELIBERA che stravolge la finalità della originale Convenzione: infatti l’Amministrazione Comunale ha ceduto aree e diritti edificatori ai privati – mutando peraltro la destinazione d’uso di aree pubbliche e private, incrementandone l’indice di edificabilità e rinunciando ai contributi obbligatori milionari relativi ai costi di costruzione, necessari per il rilascio dei Permessi di Costruire – affinché questi provvedessero alla realizzazione diretta delle opere pubbliche.
I CITTADINI NON POSSONO ESSERE PRESI IN GIRO.
La Sindaca Raggi, il suo Assessore all’Urbanistica Montuori ed il M5S capitolino scelgono di tutelare gli interessi forti e condannano il territorio a subire anche la beffa, dopo gli innumerevoli danni arrecati, con il contentino di piantumazione di alberi aree giochi e fogne nuove!
(1) La Proposta n. 30/2018. Piano di Assetto e di Riqualificazione Urbana degli ambiti di Piazza dei Navigatori e Viale Giustiniano Imperatore, approvato con Accordo di Programma ex art. 34 del D.Lgs 267/2000, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 10 del 10 aprile 2003·e oggetto di convenzione Urbanistica stipulata in data 25 marzo 2004 rep. 32206 Approvazione dello schema di convenzione novativa, delle Opere Pubbliche da realizzare e dellle conseguenti modifiche urbanistiche, ai sensi dell’art. 1 bis, comma 2 lettere a) e o) della legge Regione Lazio n. 36/87 è nell’ODG dell’Assemblea per le sedute del 20 MARZO 2018 (dalle ore 14 alle ore 21) e del 22 MARZO 2018 (dalle ore 12 alle ore 17) (> vai alla diretta http://www.comune.roma.it/web/it/assemblea-capitolina-in-diretta.page)
(2) vedi Repubblica Roma 14 marzo 2018, Piazza dei Navigatori: rissa sfiorata in commissione Urbanistica. Il voto slittaAl centro della contestazione la delibera su un edificio gemello che sorgerà sulla Colombo accanto a uno già esistente. Montuori: “Non stiamo regalando nulla – Urloweb 16 marzo 2018: Piazza Navigatori: anche la commissione urbanistica approva la Delibera – Romatoday 16 marzo Piazza dei Navigatori spacca il M5s: il voto sulla delibera è da resa dei contiI penstastellati “talebani” trovano una sponda nella “dissidente” Grancio (M5s) Contro la Delibera si sono espressi anche il Tavolo della Libera Urbanistica formato da attivisti ed ex attivisti M5S, e al Consigliera M5S Cristina Grancio
(3) si veda in proposito il nostro articolo del dicembre 2015 in cui riportavamo un intervento dell’Assessore che aveva appena lasciato il suo incarico Caudo: Piazza dei Navigatori, come sanare un emblematico caso di urbanistica “dopata” vedi anche La Repubblica 14 marzo 2018 , Intesa su piazza dei Navigatori: via a un altro palazzo di 10 piani Arriva in commissione urbanistica il testo della delibera con cui la giunta ha stipulato la nuova convenzione con una cordata di impresedi PAOLO BOCCACCI
(4)Vedi http://lexambiente.it/urbanistica/64-consiglio-di-stato64/8696-urbanistica-presupposti-certificato-di-agibilita-prescrizioni-di-convenzioni-urbanistiche.html
(5) dal sito del Comune di Roma 12 marzo 2018 Riqualificazione piazza dei Navigatori. Opere pubbliche per 30 milioni di euro
Opere pubbliche per 30 milioni di euro nel quadrante dell’VIII Municipio con la realizzazione da parte dei costruttori dei servizi pubblici previsti; un aumento di aree verdi e di parcheggi pubblici. Questi i punti principali della nuova convenzione per la riqualificazione dell’area di piazza dei Navigatori e viale Giustiniano Imperatore, contenuti nella delibera della Giunta capitolina.
In particolare, il nuovo accordo – tra Roma Capitale e le società proponenti – obbliga queste ultime:
– al pagamento di oltre 16 milioni di euro, contestuale alla stipula, per le opere non realizzate entro i termini previsti dal primo atto di convenzione e ormai scaduti;
– alla realizzazione a carico dei costruttori delle opere previste (tra cui la viabilità interna ed esterna circostante) e il completamento di quelle già avviate;
– alla realizzazione del comparto Z2, ovvero l’ultimo ancora da realizzare che prevede, oltre alle urbanizzazioni funzionali, un giardino attrezzato per il tempo libero dei bambini e la sostituzione del vecchio centro bocciofilo con una nuova struttura.
“Finalmente anche questa ferita della città verrà chiusa. Con la nuova convenzione – dichiara la sindaca Virginia Raggi – saranno garantite e realizzate le opere pubbliche previste e completate quelle già avviate in un municipio che ha sofferto per anni di danni provocati da progetti trasformatisi in simbolo di inefficienza. Questa Amministrazione continua nel percorso di ritorno alla normalità chiesto dai cittadini a partire proprio dal chiudere definitivamente questioni trascinatesi e mai giunte a risoluzione”.
“Siamo soddisfatti dell’approvazione in Giunta di questa delibera perché è il risultato del lavoro degli ultimi mesi, servito a raggiungere due obiettivi. Da un lato a garantire l’effettiva realizzazione delle opere pubbliche mancanti, dall’altro a recuperare risorse che altrimenti avremmo potuto perdere a causa di fallimenti e contenziosi in atto, che ci permetteranno di realizzare opere importanti sviluppando progetti in condivisione con i cittadini. Opere che rispondano alle attuali e reali necessità del quadrante soprattutto in termini di semplificazione della circolazione, realizzazione di spazi pubblici e di servizi”, aggiunge l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori.