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Casal Bertone – IV Municipio Cenni storici

casal bertone via di Malabarba - Cenni StoriciCasal Bertone Cenni storici a cura di Emanuela Liverani

scaricaCasal Bertone – Cenni storici

Casal Bertone (zona urbanistica 5a) sorge su una zona un tempo di carattere collinare, i Colli di Portonaccio, un territorio agricolo tipico dell’Agro Romano.

Quattro casali testimoniano questa vocazione, due dei quali certamente scomparsi (l’Antica Vaccheria e il Casale del Borghetto Malabarba) e due esistenti: uno in via della Pietralatella, oggi privato e con data sul portoncino 1801, e uno in via Giuseppe Mirri, dove oggi c’è il circolo Arci il Monk.

Dell’antica toponomastica rimane via degli Orti di Malabarba (un tempo via di Malabarba), una strada di epoca medioevale ricostruita sopra e nei pressi di quello che rimaneva della via Collatia, ossia l’antica via Collatina.

Come vediamo da un’antica mappa la strada partiva da Porta San Lorenzo, percorreva trasversalmente l’attuale quartiere di San Lorenzo, costeggiava il luogo in cui sorge il cimitero del Verano e, passando nel tracciato interrotto dalla ferrovia, arrivava all’attuale Casal Bertone per poi raggiungere la Tenuta di Pietralata. Lungo la strada sorgeva l’Oratorio di S. Barbara provvisto di una mola da cui nasce il nome della via (con il tempo prima Mola di S. Barbara, poi Malabarba e infine via degli Orti di Malabarba). Una strada parallela a questa è via di Vigna Bertone, ulteriore testimonianza del carattere agricolo della zona.

Il nome di Casal Bertone nasce da un casale (indicato da molti nell’Antica Vaccheria che sorgeva in via Ettore Fieramosca fino ai lavori Tav, da altri nel casale che sorgeva in via degli Orti di Malabarba) e dal tipo di cavalli che vi si allevavano, detti Bertone, sicuramente una modifica dei cavalli Bretoni di origine francese utilizzati nei lavori agricoli.

Il luogo dove ci troviamo era però molto conosciuto durante la Roma Antica.
La via Prenestina, l’antica via Gabina che conduceva alla città di Gabii (i cui resti si trovano appena fuori il GRA), collegava Roma a Palestrina, un tempo chiamata Prenestae, e lungo il suo tracciato, come su altre strade consolari, si costruirono mausolei sepolcrali e colombari. Una di queste tombe è il cosiddetto Torrione Prenestino sito all’angolo tra la via Prenestina e via Ettore Fieramosca, un mausoleo sepolcrale a tumulo dell’ultimo quarto del I secolo a.C. composto da un tamburo circolare in calcestruzzo romano e dalla cella sepolcrale in travertino nel suo centro.
Numerosi i ritrovamenti archeologici nel quartiere, soprattutto in occasione dei lavori Tav iniziati nel 1997, quando nella zona del vecchio Borghetto Malabarba fu rinvenuta una villa che poggiava su un versante della collina e, nella stessa area, una zona destinata a mercato, i resti di una basilica e alcune statue, una acefala di satiro in marmo di circa un metro, una figura femminile di circa mezzo metro e una testa di Niobe in marmo.

Successivamente al completamento dei lavori, nel 2007, fu trovata una grande conceria composta di 97 catini e 3 enormi vasche in cocciopesto risalente al II-III secolo d.C., un’area di 1000mq i cui resti furono ove possibile trasferiti dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali poiché la loro convivenza con la TAV era impossibile.

Casal Bertone conceria

Casal Bertone conceria

Si parla di una delle più grandi concerie dell’antica Roma e l’unica ritrovata (foto dal sito www.autistici.org/zonarischio/).

Infine, durante gli scavi per la costruzione del mercato rionale, fu rinvenuto un tratto dell’antica via Collatina, appunto quella Collatia che dista pochi metri dal tracciato di via degli Orti di Malabarba (foto da www.facebook.com/CdqCasalbertone/ )

casal bertone via Collatina - Cenni StoriciPrima di arrivare alla nascita del quartiere è doveroso soffermarci sul Borghetto Malabarba.

Nel 1865 con la costruzione dello Scalo di San Lorenzo le aree di San Lorenzo e Casal Bertone furono divise dalla ferrovia troncando via di Malabarba. Il Borghetto, presumibilmente uno dei primi di Roma, era formato da un sottoproletariato urbano proveniente da queste aree (ricordiamo che l’attuale San Lorenzo fu edificata tra il 1884 e il 1888). In seguito altri eventi aumentarono il numero di abitanti della baraccopoli: la demolizione di intere zone del centro alla metà degli anni 30 e nel dopoguerra l’arrivo di sfollati e immigrati dal Meridione. L’esistenza della baraccopoli era conosciuta dal regime fascista che l’accettò ufficiosamente, sbarazzandosi così del problema, e nel dopoguerra le cose andarono allo stesso modo al punto che negli anni 50 l’Ufficio Toponomastica del Comune di Roma divise il Borghetto in tre parti, di fatto riconoscendo la sua esistenza. Nel 1968 un censimento compiuto dal Centro cittadino delle Consulte Popolari affermò che nella baraccopoli vivevano circa 200 famiglie. Negli anni Settanta il borghetto venne gradualmente smantellato, tranne per quanto riguardava alcune costruzioni in muratura, ma anche queste furono abbattute con l’inizio dei lavori Tav e l’area venne venduta dalle Ferrovie dello Stato a privati che vi costruirono unità abitative di varia tipologia privatizzando l’accesso alla zona (dell’antica via degli Orti di Malabarba rimane pubblica solo la parte che prosegue da via Giuseppe Arimondi). Il Borghetto Malabarba rimase nella Toponomastica di Roma sino al 2010.

Nel 1883 venne tracciata l’attuale via di Portonaccio, il cui nome originario era via Militare, secondo un progetto per la difesa di Roma voluto dal Ministro della Guerra Luigi Mezzacapo, congiungendo così la via Tiburtina alla via Prenestina. Con il Piano Regolatore di Saint Just di Teulada del 1909 il territorio fu destinato a zona industriale.

Alla metà degli anni 20 ci fu una variante al Piano Regolatore che cambiò la destinazione da industriale in urbana e tra il 1924/29 furono costruiti alcuni edifici commissionati dalle Ferrovie e dalla Società dei Tramvieri, i palazzi storici del quartiere.

Del periodo tra gli anni 20 e gli anni 30 risale anche la costruzione di un magazzino della Rinascente (successivamente dell’Upim) oggi occupato dal centro commerciale Auchan. Non esisteva una pianificazione precisa del quartiere, per cui le nuove edificazioni si svilupparono come una lunga linea grosso modo a misura della larghezza dell’intero quartiere, interrotta solo da uno spazio, l’odierna piazza S. M. Consolatrice.

casal bertone Palazzo dei Cervi - Cenni Storici

Il Palazzo dei Cervi (foto di Emanuela Liverani ©)

Un successivo P.R. del 1931 ampliò l’urbanizzazione del quartiere eppure la crescita continuò ad essere disomogenea, poiché tra le costruzioni rimanevano ampi e casuali porzioni di prati e collinette, o montarozzi come si dice a Roma.
Alle zone non edificate si alternavano alcuni edifici privati, ora non più esistenti, e magazzini/capannoni di vario tipo, alcuni dei quali falegnamerie, una delle caratteristiche del quartiere sino agli anni 60.

In questa foto d’epoca che ritrae l’arrivo degli alleati nel quartiere, vediamo come era piazza S. M. Consolatrice e una parte di via di Casal Bertone. Non inquadrata sulla destra c’è la chiesa che da il nome alla piazza, il cui inizio della costruzione è datato 1942 (ma alcune foto testimoniano la presenza di impalcature già nel 40) e il suo completamento nel 1945.

casal bertone arrivo alleati - Cenni Storici

Gli alleati in piazza S. M. Consolatrice

Solo nei primi anni ’50 venne costruita la scuola elementare Giovanni Randaccio in piazza Tommaso de’ Cristoforis e dello stesso periodo è il Cinema Puccini in via Baldassarre Orero. Alla fine degli anni 60 fu completata la A 24 e negli anni 80 lo svincolo della Tangenziale est, concludendo così l’isolamento di Casal Bertone con il resto della città, ciò che lo caratterizza ancora oggi, ossia una sorta di villaggio all’interno di una metropoli.

Emanuela Liverani