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Adriano Labbucci: PMO, serve un’idea di centro storico fondata sul primato del pubblico rispetto al privato

PMO da dipartimento urbanistica

PMO da dipartimento urbanistica

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento di Adriano Labbucci, consigliere di Sinistra x Roma al I Municipio, a proposito dei Piani di massima occupabilità del suolo pubblico nel centro storico, su cui Carteinregola  ha richiamato l’attenzione nel luglio scorso, pubblicando un articolo di Paolo Gelsomini e un  intervento della consigliera Nathalie Naim.

E’ importante, come ha fatto meritoriamente Carteinregola, accendere un faro sui piani di massima occupabilità quale strumento per governare  l’occupazione di suolo pubblico derivante dalle diverse attività di ristorazione e somministrazione. Il tema, per evidenti ragioni, è particolarmente caldo per un territorio come il I municipio vista la  sua straordinaria vocazione turistica. Per questo sono rimasto sconcertato quando due anni fa, eletto consigliere del I Municipio, ho scoperto che da diversi anni  nessun piano di massima occupabilità era stato più approvato. Non si è trattato ovviamente di una dimenticanza, ma nel migliore dei casi di una paralisi dovuta a idee opposte all’interno della stessa maggioranza, di cui ne ha scritto la consigliera Naim che di quella maggioranza ha fatto e fa parte. Siccome ho considerato e considero questo fatto un’enormità politica e amministrativa,  presentai un’interrogazione per chiedere chiarimenti e sollecitare l’approvazione dei circa 50 piani non ancora approvati. Da quel momento si è ripartiti e la commissione ha approvato e portato in Consiglio tre piani ma, colpo di scena, il direttore del municipio si accorge durante la seduta che mancano delle firme degli uffici, cosa alquanto anomala, e quindi non si procede all’approvazione. Ora, dopo un’altra interrogazione e la risposta dell’assessora che comunica che tutto è a posto, alla ripresa dell’attività consiliare verranno portati nuovamente in aula i PMO e finalmente si spera votati. Mi auguro  che anche la mozione approvata in Consiglio a gennaio del 2017 che impegnava la Presidente a pubblicare online sul sito del municipio tutte le occupazione di suolo pubblico finalmente si realizzi, è uno strumento in più per i cittadini e un fattore di trasparenza. Ora, fatta questa breve cronistoria, una riflessione più generale che si richiama al bell’articolo scritto da Paolo Gelsomini ” Tavolini e spazi urbani:conflitto o armonia?”. Se vogliamo invertire la tendenza del centro storico di Roma a divertimentificio e a un consumo usa e getta, bisogna fare a mio avviso due cose: riportare la residenza, usando e riconvertendo gli immobili comunali o statali o demaniali presenti nel centro storico; e togliere le auto private e i pullman turistici. Senza queste due scelte, che richiamano ad un’ idea di città diversa da quella attuale, per il centro storico della città c’è solo un’ inevitabile e regressiva mutazione genetica, stile Venezia. Mi soffermo brevemente sul secondo punto che ha più attinenza con il tema dei PMO. Succede infatti che per paura di un aumento delle occupazioni di suolo pubblico ci si opponga a qualsiasi operazione di riduzione del traffico. Una scelta suicida perchè, come scrive giustamente Gelsomini,   “Non si possono mettere in alternativa le Osp alle automobili (“meglio i tavolini delle auto”). La risposta deve essere: “niente traffico di attraversamento nelle aree del centro storico (isole ambientali in tutti i Rioni), e tavolini secondo regole giuste, chiare e condivise.” Questo atteggiamento che io reputo sbagliato si fonda su elementi reali che vanno individuati e aggrediti. In primo luogo c’è l’assenza di controlli che alimenta paure e chiusure, perchè se vedi che non c’è nessuno in grado di far rispettare le regole diventa inevitabile che poi ognuno si chiuda nel suo fortino a difesa di ciò che conosce o a cui è abituato. In secondo luogo  la forza degli interessi economici, che influenza la politica e la piega ai suoi interessi. Il combinato disposto di questi due fattori fa sì che le isole ambientali o le pedonalizzazioni, tanto più quando non c’è neanche un percorso di ascolto e condivisione, non vengono viste più come l’occasione per migliorare la qualità della vita e del territorio, ma il grimaldello  per ottenere nuove occasioni di interesse privato che peggiorano la situazione. Per rompere questo circolo vizioso di  una contesa tra interessi privati e difesa dello status quo che è perdente per la città, serve avere un’idea di centro storico fondata sul primato del pubblico rispetto al privato,  proporla, discuterla e perseguirla; serve dare la  certezza delle regole, attraverso un investimento in personale e mezzi e lavorando contestualmente a modificare regolamenti e delibere ; coinvolgere la cittadinanza in questa opera di trasformazione che non è solo urbanistica ma culturale e sociale. A Barcellona ci stanno provando, a Roma ancora non si capisce quale idea di città hanno i 5 Stelle, con il risultato di una città che è e si sente abbandonata. Senza scelte radicali il destino è segnato: i residenti chiusi in una posizione di difesa e sempre più accerchiati  sopraffatti alla fine dalla forza e dalle dinamiche del mercato e del profitto. Una prospettiva da evitare.

Adriano Labbucci Consigliere “Sinistra x Roma” I Municipio
vedi anche :

Nathalie Naim: l’attacco ai Piani di Massima Occupabilità mette a rischio la tutela del centro storico (26 luglio 2018)

Tavolini e spazi urbani: conflitto o armonia? di Paolo Gelsomini (25 luglio 2018)

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