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16A. VILLA ADA: CHIESETTA DEL DIVINO AMORE

chiesetta del Divino Amore  (Foto AMBM)

 

CHIESETTA DEL DIVINO AMORE

Cappella votiva del XVIII secolo posta sul percorso dell’antica Via Crucis che portava i pellegrini da Porta Salaria al Monte delle Gioie e presso la quale veniva concessa l’indulgenza ai viandanti in cammino verso la Basilica di San Silvestro. È stata restaurata dalla Soprintendenza Comunale nel 2011. Inutilizzata. Versa in pessime condizioni.

(Fonte Osservatorio Sherwood – Circolo Legambiente “Sherwood” – Lorenzo Grassi)

Consulta la scheda di Roma2Pass a cura di Pietro Rossi Marcellihttp://www.roma2pass.it/divino-amore-a-villa-ada/

Sulle due lapidi ai lati della porta ancora si legge, in latino e in italiano, che “a chiunque visiti queste stazioni” è concessa indulgenza a nome di un “rescritto di papa Pio VII del 18 aprile 1817. E’ la Cappella del Divino Amore, una delle stazioni di sosta e preghiera della via crucis che i cristiani percorrevano verso le catacombe di Priscilla e il Monte delle Gioie.

L’attuale edificio, con la volta a botte, ha un aspetto neoclassico ed è costruito all’inizio dell’Ottocento su un impianto seicentesco con un’unica navata, con pavimento in tarsie marmoree, un altare con marmi e stucchi policromi e un crocefisso settecentesco. Ma la sua storia e ben più antica.

Antonio Bosio racconta, nel suo libro “Roma sotterranea”, che la chiesetta era dedicata ai santi martiri Daria Virgo e Crisanto, festeggiati il 12 agosto, data del loro martirio. Bosio ci dice anche di aver trovato, sotto la chiesetta, due due costruzioni circolari, una rettangolare e una circolare, forse anch’esse dedicate ai santi martiri.

Daria e Crisanto, santi martiri. Erano due giovani, marito e moglie o forse promessi (dato che Daria è ricordata come vergine) che furono sorpresi dai soldati imperiali, mentre stavano pregando in locali sotterrane insieme ad altri compagni di fede e sepolti vivi. Dei due martiri parla anche un antico libro del III secolo, detto il Martirologio Geronimiano, dal nome latino di San Girolamo scrittore e teologo, quando si parla della durissima persecuzione dell’anno 258, voluta dall’imperatore Valeriano in cui i cristiani furono uccisi, per ordine dell’imperatore, anche presso le tombe dei defunti, considerate sacre e inviolabili secondo le antiche leggi romane.

San Gregorio di Tours, altro scrittore cristiano, narra qualche secolo dopo che papa Damaso, vissuto ai tempi di San Girolamo, fece scavare nel sottosuolo ed aprire una piccola finestrella dalla quale si potessero vedere ed onorare le ossa di quei martiri. Papa Damaso scrisse anche un carme dedicato ai martiri Crisanto e Daria che è inciso nel marmo ma va perduto, un secolo dopo, quando i Goti occupano questa zona e occupano le catacombe durante l’assedio di Roma del 537 contro i Bizantini di Belisario che difendono la città.

E’ ormai superata l’ipotesi di ospitare nella cappella un piccolo museo dedicato all’opera del contestatissimo, quanto celebre, artista inglese Damien Hirst di proprietà del collezionista-mecenate miliardario Carlo Bilotti (vedi Villa Ada. I progetti).

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