PD e M5S del terzo Municipio contro il Presidente Caudo ma anche contro la partecipazione dei cittadini
Autore : Redazione
sopralluogo al TMB (da pagina Fb Caudo Presidente)
(21/22 giugno 2019) Nel corso del Consiglio del III Municipio di giovedì 20 giugno, la maggioranza PD (più un consigliere di LEU) ha proposto un emendamento a una Delibera e l’ha votato (1) insieme a M5S, Lega, FDI, nonostante il parere negativo del Presidente Giovanni Caudo (2).
Il quale l’ha definito “un atto ostile”, postando un amaro commento su Facebook: “A qualcuno del PD in consiglio municipale piace la Lega di noi con Salvini, pur di andare contro il Presidente. Succede qui nel terzo municipio, in questa città piena di problemi, in questa Italia di oggi. Ma come ha scritto qualcuno “ci vuole tanto coraggio e ottimismo, e in Terzo municipio a Roma ne abbiamo da vendere“. (3)
E si tratta effettivamente di un fatto (di un atto) che merita di essere approfondito, nel merito e nel metodo. Nel merito, rispetto al contenuto della delibera e dell’emendamento, e alla relativa presa di posizione che accomuna parte dei consiglieri municipali PD (e uno di LeU) a quelli pentastellati e al centrodestra, ed è l’oggetto del presente articolo. Il metodo riguarda l’aspetto politico, che comprende le modalità, i motivi e il sottotesto del comportamento della maggioranza di centrosinistra del III Municipio (e di un pezzo del Partito Democratico della Capitale), che commenterò a parte, a titolo personale.
Di cosa si occupava la Delibera? Il titolo era “Casa dei diritti e delle differenze Carla Zappelli Verbano” e prevedeva l'”attivazione di una rete territoriale per le politiche di genere” aprendo un spazio a servizio della cittadinanza in un immobile municipale in largo Gerolamo Rovetta angolo Via Tilgher, per attuare un progetto a sostegno “alle donne attraverso azioni diverse” “per riconoscere le discriminazioni di genere“, “promuovere la cultura delle pari opportunità, la socialità e l’organizzazione delle donne“, a sostegno delle persone che subiscono pregiudizi a causa della propria identità di genere o il proprio orientamento sessuale, alle persone e alle famiglie che vivono un malessere per gli stereotipi di genere e “all’esperienza della genitorialità e dell’infanzia in difficoltà“.
Il conflitto scoppiato in Consiglio riguarda uno dei passaggi in cui dagli obiettivi si passa all’elencazione della attività concrete da realizzare nella Casa dei diritti, al punto 4:
Alla lettera d) interviene la proposta dell’emendamento presentato da PD e LeU, che sarà poi approvato con i voti delle opposizioni:
“al punto 4) lettera d) del dispositivo dopo le parole “soggetti associativi” aggiungere le parole: “o enti costituiti che presentino documentazione comprovante esperienza e competenze pluriennali nel settore di specie o negli ambiti delle c.d. scienze sociali“’.
Cosa significa?
Il testo è sibillino, perchè aggiunge a “soggetti associativi” le parole “o enti costituiti” e di seguito la frase “che presentino documentazione comprovante esperienza e competenze pluriennali nel settore di specie”, che non è chiaro se si riferisca solo agli enti costituiti o anche ai soggetti associativi. Ma, visto il conflitto nato dopo la dichiarata contrarietà del Presidente Caudo, e soprattutto gli interventi in Consiglio (vedi il video dello streaming, link in calce) è evidente che l’emendamento segue la logica della seconda ipotesi, ed è quindi un tentativo di escludere dai servizi e dalle attività del nuovo centro tutti quei soggetti civici che non abbiano una comprovata e pluriennale esperienza e competenza negli ambiti indicati.
E se fa davvero specie che un partito che nella sua lunga storia ha sostenuto esperienze come quelle dei consultori, dove l’aiuto delle donne alle donne ha fatto la differenza nelle vite individuali e anche nella presa di coscienza collettiva sulla parità di genere, non fa meno impressione anche l’ennesima mutazione genetica del M5S.
Tutti gli avversari della partecipazione dei cittadini
Nel febbraio marzo del 2014 infatti si creò una grossa frattura tra alcuni comitati di quartiere del III Municipio e l’allora Presidente del Consiglio municipale del PD, perchè quest’ultimo voleva imporre, come condizione per aderire all’albo della associazioni e poter quindi ottenere il riconoscimento di interlocutori del Municipio, lo status di associazione formalizzata, con tanto di codice fiscale. Allora anche Carteinregola si schierò con i cittadini che consideravano quella mossa un tentativo di escludere la maggior parte dei comitati spontanei che da tempo si occupavano dei problemi dei loro territori (3). E alla successiva vittoria pentastellata nel 2016 ha sicuramente contribuito anche questa incapacità di ascolto – se non ostilità – del Partito Democratico rispetto alla partecipazione dei cittadini (4). Il fatto che oggi il M5S, che oltretutto ha come cavalli di battaglia partecipazione e democrazia diretta, si nasconda a sua volta dietro analoghi cavilli burocratici, invocando supposti specialismi , competenze decennali e attestazioni ufficiali per limitare l’accesso a uno spazio collettivo dedicato all’accoglienza, è l’ennesima dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanto molti appartenenti al MoVimento non prendano più le posizioni che ritengono giuste per i cittadini, ma quelle dettate da opportunismi e calcoli politici di bassissimo livello.
Il miglior commento nel merito di tutta la vicenda è quello pubblicato su La Repubblica nella rubrica di Concita De Gregorio, che dà voce a Gianna Urizio dell’Associazione “III In Genere”, che metto in calce. (continua, con una riflessione prettamente politica)Il giorno prima, 21 giugno, si è svolto un incontro tra Marco Miccoli, capo segreteria politica di Nicola Zingaretti, Enzo Foschi, vice segretario del Lazio e Giovanni Caudo, nel corso del quale i due esponenti del PD hanno assicurato il pieno sostegno e stima nei confronti del presidente Caudo e della sua azione di governo. (5) Stesso tenore per un comunicato di LEU (6)
Anna Maria Bianchi Missaglia
_________________________________________
Questo l’intervento del Presidente Giovanni Caudo all’ Assemblea pubblica di Sabato 22 alle 19 in Piazza Sempione al III Municipio . (aggiunto il 24 giugno 2019)
> Vai al video della prima parte https://www.facebook.com/caudopresidente/videos/1315352941956523/
> vai al video della seconda parte https://www.facebook.com/caudopresidente/videos/865019413866919/
Nell’intervento in Piazza, il Presidente Giovanni Caudo, ha così ricostruito le tappe della vicenda:
– L’idea, fin dall’inizio, era destinare un intero immobile alle cure a chi ha bisogno di aiuto, a chi è discriminato, a chi è vittima. La Casa dei diritti e delle differenze è un villino con una sala grande al centro che comunica con un terrazzo e ha un giardino intorno, che quindi si può usare in orari diversi da quelli dei servizi offerti. La Casa quindi è nata a partire da questo pensiero inclusivo, anche per parlare e per parlarsi, occuparsi delle implicazioni di cosa vuol dire una “postura” femminile nella ciura delle cose che riguardano la cosa pubblica
– la Casa sarà gestita direttamente dal Municipio e non data in gestione con un bando: è stata una scelta precisa che fosse il pubblico a gestire i servizi, la sfida è riprendere il primato del publico sul privato, la sfida della città pubblica per limitare l’invadenza dei mercati e delle logiche economicistiche, soprattutto sul tema della cura, dei diritti e delle differenze
– Il lavoro sulla Delibera è cominciato nel mese ottobre, con un sopralluogo dell’assessore alòle Pari opportunità Pratelli, insieme all’assessore Romano al sociale e all’assessore Pieroni ai lavori publbici: da subito è stato deciso che nell’immobile, su diretta attivazione del municipio, si potessero ospitare servizi a progetto proposti da imprese e operatori sociali, cooperative e associazioni accreditate, ma che fosse anche un luogo di discussione e confronto e di costruzione di una rete territoriale delle politiche di genere
– Nei mesi successivi la condivisione con i consiglieri di maggioranza non è mai mancata, la proposta abbozzata è stata oggetto di una definizione puntuale: prima si è formato un gruppo di lavoro, tra novembre e dicembre, che ha continuato la riscrittura di una delibera seguendo isuoi i principi ispiratori. Nei mesi di febbraio e marzo Caudo stesso ha ripreso il testo della Delibera per accogliere altre precisazioni e puntualizzazioni che provenivano dai consiglieri di maggioranza e deciso il nome, a quello defintiivo, proposto ai consiglieri e all’Assessore Pratelli.
– Un ulteriore passaggio con i consiglieri di maggioranza è stato fatto dall’assessore Pratelli nel mese di aprile, piccole correzioni e sostituzioni di parole, sembrava che andasse tutto bene. Tutto, tranne che per la questione posta da alcuni consiglieri di maggioranza sulle attività temporanee, quelle culturali, gli incontri e le iniziative che si sarebbero potuti ospitare in quella casa. Infatti i consiglieri hanno chiesto che si potessero limitare solo ad alcuni soggetti con particolari requisiti la possibilità di organizzare incontri nella Casa: in una riunione di maggioranza a fine aprile, il Presidente aveva avuto modo di affermare la sua totale contrarietà a questa limitazione, dicustendone a lungo, anche con i consiglieri più giovani, “soprendentemente più sensibili e propensi a restringere piuttosto che ad aprire“. Tale problematica è stata poi portata in Giunta dai due assessori del Pd, che in fase di votazione hanno chiesto la modifica della delibera , modifica che la Giunta ha ritenuto di non accogliere, e quindi la delibera è andata al consiglio con la loro astensione.
– Caudo ha ribadito che i passi successivi “sono tutti interni alle scelte e all’autonomia dle consiglio, come dev’essere“: in aula, la mattina del voto, quando è stato presentato l’emendamento che riportava , seppure in misura un po’ più annacquata,le limitazioni sulle quali il Presidente aveva già espresso la sua contrarietà, Caudo ha preso la parola facendo una dichiarazione di voto contrario all’emendamento. A quel punto, tra la decisione di sospendere la seduta prendendo atto di un dissidio tra la posizione di parte della maggioranza e il voto espresso dal presidente e decidere cosa fare, e la scelta di proseguire come se niente fosse, è stata scelta la seconda opzione, e il presidente dell’aula ha preso la parola a favore dell’emendamento.
Per osservazioni e precisazioni : laboratoriocarteinregola@gmail.com
Roma, 22 giugno 2019
Qui il video del Consiglio Municipale https://m.youtube.com/watch?v=4Zmi5Y-4oak
scarica Delibera 3 6 2019 casa dei diritti e delle differenze III Municipio (versione arrivata in Consiglio)
Vai a Grosso guaio a PDTown (a proposito dell’ “atto ostile” al Terzo Municipio) di Anna Maria Bianchi Missaglia 22 giugno 2019 http://www.carteinregola.it/index.php/grosso-guaio-a-pdtown/
“Ma perché il Pd non è capace di cogliere realtà nuove, di gioire di queste novità nella palude politica, per non dire peggio, in cui ci troviamo? Scusami ma mi devo proprio sfogare: stamani dopo tre ore seduta tra il pubblico, sono uscita dalla sala del consiglio del III Municipio di Roma affranta. Rabbia, sconforto, indignazione, senso di sconfitta; mi dicevo ma allora è proprio inutile provare a immaginare un nuovo modo di pensare la politica, che si costruisca dal basso, senza leader e pagliaccioni?”.
“Ecco il film: il Consiglio del III Municipio di Roma doveva votare una delibera della giunta, costruita dopo mesi di discussioni (o di tentativi di insabbiamento?) per aprire una casa, messa a disposizione del Municipio per i ‘diritti e le differenze’ con l’intento di ‘…implementare le politiche a sostegno delle pari opportunità, per diffondere una cultura del rispetto, dell’accoglienza e dello scambio fra persone e culture diverse, per prevenire e contrastare la violenza, le discriminazioni e i pregiudizi basati sul genere e sull’orientamento sessuale’. L’ipotesi è quella di far incontrare i diversi soggetti che si occupano del tema: istituzioni, associazioni e cittadinanza. Una scelta pericolosa?”.
“La delibera prevede che in questa casa si integrino dialetticamente, in una sorta di nuovo welfare partecipato, le istituzioni (sempre più in difficoltà ad erogare servizi ai cittadini), le proposte dell’associazionismo del territorio che lavorano sui temi di genere, peraltro molto ricco, e i gruppi che partecipano a questo grande laboratorio creato dalla giunta di Giovanni Caudo che governa un Municipio che l’assessore alla Cultura Christian Raimo ha chiamato: ‘Grande come una città’”.
“Tra le centinaia di cittadini mobilitati si è creato anche il gruppo ‘III In Genere” , composto da donne e uomini che in pochi mesi ha coinvolto gli istituti superiori del Municipio sui temi della identità e violenza di genere. Bello no? Può tutto ciò fare paura? Eppure la maggioranza Pd – pur votando la delibera – ha voluto cancellare proprio la partecipazione, la Casa deve erogare solo servizi, pubblici o privati, non offrire spazi di partecipazione. La delibera è passata, ed è importante, ma con un emendamento presentato dal PD e votato con l’appoggio della Lega e della destra. Servono commenti?”.
NOTE
(1) Sull’emendamento due consiglieri del PD si sono astenuti (in dissenso dal gruppo), insieme alla Lista civica, mentre l’esponente di Centro solidaleè stato l’ unico ad aver votato contro come il Presidente. Dei due consiglieri di LEU, uno è uscito dall’aula l’altro ha votato a favore come la maggioranza del PD.
(2) (ANSA) – ROMA, 20 GIU Roma:spaccatura in maggioranza Caudo. Lui,”da Pd atto ostile” Dem-Lega-Fi a favore emendamento sgradito al presidente (ANSA) – ROMA, 20 GIU – Spaccatura nella maggioranza del municipio III di Roma presieduto da Giovanni Caudo, l’ex assessore della giunta Marino eletto solo un anno fa alla guida dell’ex circoscrizione del Salario con una coalizione di centrosinistra. La grossa crepa tra il minisindaco e i dem si è aperta su un provvedimento sulla ‘Casa dei Diritti e delle Differenze di Genere’. “La maggioranza del consiglio, con una parte dei consiglieri del Pd che ha votato insieme alla Lega di Salvini e Fratelli d’Italia, ha modificato con un emendamento il contenuto della delibera, votando in difformità palese con il voto del presidente”, spiega Caudo. In consiglio, prima della spaccatura, la discussione sarebbe stata tesa e dai toni accesi. “Da oggi il Municipio III ha una Casa dei Diritti e delle Differenze di Genere, sarà in via Rovetta, nel quartiere Talenti, ci abbiamo lavorato mesi, prima fra tutti l’assessora Claudia Pratelli a cui va il mio ringraziamento per la tenacia e la pazienza – spiega Caudo alla fine -. Lì saranno offerti dal municipio i servizi sociali dedicati alle politiche di genere, alcuni servizi del consultorio offerti dall’ASL Rm1, saranno inoltre ospitati progetti di cooperative e associazioni a sostegno delle donne, dei minori e dell’inclusione. Ma avrebbe dovuto essere anche un luogo aperto a incontri per favorire una Rete territoriale per le politiche che riguardano questi temi. Tuttavia, la maggioranza del Consiglio ha modificato con un emendamento il contenuto della delibera. Si tratta di un atto politico ostile nei confronti del Presidente e della sua Giunta”, la conclusione amara di Caudo.
(ANSA). YJ4-TZ 20-GIU-19 15:00 NNN
(3) vedi La vicenda del Codice Fiscale al III Municipio (febbraio marzo 2014)
http://www.carteinregola.it/index.php/persone/partecipazione-materiali-riflessioni-e-esperienze/la-vicenda-del-codice-fiscale-al-iii-municipio/
(4) seppure poi sul punto del codice fiscale alla fine fu fatta una retromarcia
(5) ROMA TERZO MUNICIPIO: PD, DAL NAZARENO PIENO SOSTEGNO A CAUDO
Si è svolto oggi al Nazareno un incontro tra Marco Miccoli, capo segreteria politica di Nicola Zingaretti, Enzo Foschi, vice segretario del Lazio e Giovanni Caudo, presidente del Terzo municipio di Roma. L’incontro era stato concordato per analizzare i fatti accaduti in Consiglio municipale ieri, dove una parte del PD ha votato a favore di un emendamento di fronte al quale il presidente Caudo aveva già espresso la sua contrarietà. L’incontro per volontà dei due esponenti PD ha voluto anche essere un momento per assicurare il pieno sostegno a Caudo e scongiurare l’eventualità di una crisi politica. A seguito di ciò sia Marco Miccoli sia Enzo Foschi hanno ribadito il sostegno e la stima nei confronti del presidente Caudo e della sua azione di governo che rappresenta oggi a Roma un’esperienza positiva e innovativa e che insieme a quella degli altri presidenti municipali di centrosinistra, Sabina Alfonsi, Francesca Del Bello e Amedeo Ciaccheri, incarnano oggi l’alternativa al malgoverno di Virginia Raggi. Sia Miccoli che Foschi hanno fortemente censurato il comportamento degli esponenti del Partito Democratico, che si sono resi responsabili di un atto che lo stesso presidente Caudo ha valutato come ostile. L’incontro si è concluso con la volontà comune di mettere in campo tutte le iniziative possibili per assicurare che si verifichino tutte le condizioni per dare continuità all’esperienza amministrativa anche per il suo indubbio valore cittadino. Al termine dell’incontro Miccoli e Foschi hanno invitato il presidente Caudo a proseguire convintamente l’azione di governo.
(6) MUNICIPIO III, LEU: “PIENO APPOGGIO A CAUDO”
“Non abbiamo condiviso la sfiducia al sindaco Marino e non ci sarà un episodio simile nel terzo municipio.
Abbiamo sostenuto fin da subito il progetto di discontinuità e radicalità nei contenuti che si era creato un anno fa intorno alla figura del presidente Caudo e riteniamo importante non disperdere quanto di buono fatto fino ad oggi.
Liberi e Uguali si è sempre confrontata sul merito delle questioni amministrative. Ribadiamo pertanto il nostro sostegno a questa giunta e domani saremo in piazza per ribadire tale appoggio”.
È quanto sostengono i consiglieri e i coordinatori dell’area Metropolitana di Roma e del Municipio III di Liberi e Uguali.