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Flaminio: le Associazioni chiedono il rispetto delle regole per la struttura a pochi metri da Ponte Milvio

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Dal sito de Il Messaggero il titolo dell’articolo del 4 luglio 2019 sul rave al Flaminio

Le proteste degli abitanti riportate dal Messaggero il 4 luglio scorso (1) per gli eventi notturni a tutto decibel organizzati della  struttura a viale degli Olimpionici, nei pressi di Ponte Milvio, hanno riportato l’attenzione su questo angolo, in una zona centrale di pregio della Capitale, dove sembra esserci una sospensione delle regole vigenti. Ma le criticità non riguardano solo il rumore insopportabile contestato dai residenti, causato da feste private  come  il  recente rave del 22 giugno  di Casa Pound “Tana delle Tigri” proseguito  fino a notte inoltrata  e da altri eventi altrettanto rumorosi, per i quali, riporta il quotidiano,  il gestore  non avrebbe le necessarie autorizzazioni, a partire da quelle per  la somministrazione di alimenti e di alcolici, anche se l’articolo riferisce di’ “una determina dirigenziale del Comune, datata 25 febbraio 2019” “del dipartimento cultura” che avrebbe disposto nei confronti del titolare responsabile dello spazio «la cessazione dell’attività di pubblico spettacolo (intrattenimento musicale), svolta senza le prescritte autorizzazioni».

Infatti Cittadinanzattiva Flaminio, Cittadinanzattiva Lazio, Carteinregola, AMUSE  e Associazione Cittadini Flaminio  hanno scritto a Roma Capitale e al Municipio II chiedendo di fare le opportune verifiche, non solo  del  rispetto delle normative e delle procedure per eventi musicali e per le attività di somministrazione,  ma soprattutto  sulla legittimità dell’uso  da parte di privati di un’area  di proprietà comunale   e  vincolata (vincolo paesaggistico, in quanto ricade nella Valle del Tevere), e su una struttura oggetto di ingiunzione alla demolizione delle opere abusive da parte di una  una determina dirigenziale del Municipio II del 16 ottobre 2015. Secondo la determina di 4 anni fa,  l’ingiunzione avrebbe dovuto  essere notificata dalla Polizia locae del Gruppo Parioli, che avrebbe dovuto anche verificarne l’ottemperanza.

Non abbiamo notizie di quanto poi effettivamente accaduto, ma, stante la situazione, la determina  non pare aver avuto, a oggi, alcun seguito.

Le associazioni hanno quindi chiesto agli enti preposti di effettuare gli opportuni accertamenti e prendere gli opportuni provvedimenti per la struttura del civico 7,   e anche  di attivarsi al fine di conoscere l’esito dell’indagine giudiziaria  su un altro  manufatto –  una casetta in legno – sorto il 18 marzo 2014 a pochi metri dal civico 7 di via degli Olimpionici,   che grazie al tempestivo intervento dell’allora Presidente del Municipio Giuseppe Gerace e del suo assessore alle attività produttive Emilia La Nave era stato segnalato e successivamente posto sotto sequestro dalla magistratura. Anche su questa costruzione abusiva è calato il sipario  da 5 anni.

La dignità di una città non si misura solo dai rifiuti nelle strade, ma anche dalla  serietà e dalla  trasparenza dell’amministrazione nell’applicare e nel far rispettare  la legalità. E nel dare tempestive risposte alle legittime domande dei citttadini.

Cittadinanzattiva Flaminio

Cittadinanzattiva Lazio

Associazione Carteinregola

Associazione AMUSE (Amici del Secondo Municipio)

Associazione Cittadini Flaminio

Roma, 8 luglio 2019

(1) vedi  https://www.ilmessaggero.it/roma/news/flaminio_rave_abusivi_casapound_sudamericani_oggi_ultime_notizie-4596765.html

 

 

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