Questa volta la Sindaca ha tutta la nostra solidarietà. Se ne fa poco, lo sappiamo, ma l’incursione del Ministero dello Sviluppo Economico sulla questione bancarelle di viale Regina Elena è davvero troppo. E ci fa perfino diventare simpatica la Raggi, alla quale non lesiniamo critiche, che ieri ha detto parole di buon senso.Si tratta di un problema annoso: i marciapiedi che costeggiano il Policlinico e la Città Universitaria sono invasi da bancarelle come non se ne vedono nei peggiori mercati del sud del mondo. Merce appesa, gruppi elettrogeni inquinanti, stand che impediscono il passaggio dei pedoni. Un vecchio e combattuto progetto del II Municipio vuole spostarle in via Lancisi. Non è una soluzione ma almeno un piccolo miglioramento. I lavori sono completati e in quella povera strada sono già state previste 14 postazioni più gli spazi per i furgoni. Vi avevamo mostrato l’area lo scorso 25 giugno e giustamente i nostri lettori erano stati critici perfino con questo spostamento (guardate i commenti in calce all’articolo).
Fatto sta che Di Maio, come novello difensore della categoria si mette di traverso. E proprio il 1 luglio, quando la Raggi e la presidente del Municipio Del Bello fanno un sopralluogo nella nuova location, fa sapere che lui non è d’accordo. “Stiamo lavorando a nuove regole per il commercio su area pubblica” dicono dal MISE, per cui meglio aspettare!
Avete capito bene! Aspettare che loro finiscano di scrivere chissà quali regole per il commercio ambulante. Quindi non basta l’intimazione pervenuta dal Prefetto di Roma per spostare quelle orrende bancarelle che costituiscono intralcio per gli accessi di emergenza al Policlinico. Non basta che l’assessore regionale alla Sanità D’Amato abbia dichiarato incompatibili i banchi con i 100 mila accessi l’anno al DEA di primo livello del più grande Policlinico Universitario d’Italia. E non basta neanche il buon senso, il decoro ucciso, l’immagine di una città dove un terzo del commercio avviene su strada.
Non basta nulla di tutto questo. Occorre che il Ministero guidato da Di Maio scriva delle regole, che poi queste regole siano sottoposte all’approvazione del governo, che sia redatto un decreto, che il decreto sia approvato dai due rami del Parlamento e così via. Una difesa lobbistica che poche volte era stata così sfacciata e portatrice di interessi particolari, contro l’interesse della collettività.
Ecco che allora le parole di Virginia Raggi suonano come musica celestiale: “Il commercio ambulante nasce per portare questa attività nelle sedi in cui non c’è il commercio in sede fissa. Nel corso degli anni questa funzione è stata sostanzialmente annullata e troviamo banchi nelle stesse strade in cui ci sono i negozi. Questo crea una concorrenza sleale, che non vogliamo e non possiamo accettare. C’è la massima tutela per gli ambulanti che hanno le carte in regola, ma bisogna collocarli nei luoghi consoni“.
E’ proprio così: la concorrenza sleale che stanno facendo ai negozianti che pagano fior di tasse, dipendenti in regola e affitti salati non è più tollerabile. Solo a Roma si vedono bancarelle diffuse su tutte le strade commerciali come se fosse la normalità. Ovunque in Europa questo sarebbe inaccettabile.
E badate bene che in questo caso specifico non stiamo parlando di mandare gli ambulanti nei mercati rionali (come sarebbe corretto e consono alla loro reale natura), ma semplicemente di spostarli in una strada attigua, dove comunque è garantito un elevato passaggio perché c’è l’ingresso di molti reparti dell’ospedale. Evidentemente per Di Maio non è abbastanza. Se fosse per lui le bancarelle dovrebbero stare direttamente in via Condotti o in via del Corso.
Che poi gli ambulanti non mancano neanche lì!