Patto per la Salute, accolto l’appello di Cittadinanzattiva
Autore : Redazione
Foto repertorio (da riparteilfuturo)
Patto per la salute, accolto nostro appello con l’accordo in Conferenza Stato-Regioni. Un traguardo importante per i diritti dei cittadini e per la salvaguardia del SSN. In calce il testo e una sintesi con le schede del Quotidiano Sanità (AMBM)
scaricail testo Testo patto sanità dice 2019 allegato1732438
(dal sito di Cittadinanzattiva) “Esprimiamo soddisfazione perché le Regioni hanno accolto l’appello rivolto dalla nostra organizzazione insieme a decine di realtà del mondo civico, sottoscrivendo il Patto per la Salute e evitando così il rischio di vedere sfumare 3,5 miliardi di nuove risorse”. “Sono tre i punti fondamentali contenuti nel testo per garantire l’esigibilità dei diritti di salute dei cittadini e per salvaguardare i principi cardine del Servizio Sanitario Nazionale”. Questo il commento di Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva.
“Tra gli elementi importanti, la previsione di linee guida per migliorare la comunicazione, la trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini in ambito sanitario. È stata infatti da noi più volte avanzata la necessità di ridare centralità alla partecipazione dei cittadini, anche attraverso la condivisione di una Matrice specifica per la messa a punto di processi partecipativi di qualità ed efficaci. In secondo luogo, il Patto punta a promuovere una maggiore omogeneità ed accessibilità dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria a livello territoriale. Chiediamo che si avvii subito il lavoro sulla definizione di un modello di riferimento per i servizi territoriali perché è la sfida centrale del SSN su cui si gioca una concreta ed efficace lotta alle disuguaglianze in ambito sanitario. In terzo luogo, un significativo traguardo del nuovo Patto è previsto nel superamento di una logica ottusa e limitante dei tetti di spesa, a cominciare dalle risorse per il personale, per le quali è previsto un incremento della percentuale di spesa dal 5% al 10% nel triennio 2020-2022, con la possibilità di un graduale aumento sino al 15 per cento”.
“Sarà nostro impegno”, ha quindi concluso Gaudioso, “a partire da domani, verificare che il Patto venga poi effettivamente applicato”
Cittadinanzattiva
(da quotidiano sanità 18 dicembre 2019)
la sintesi del Patto:
Scheda 1. 3,5 mld per il biennio 2020-2021.
Vengono fissate le risorse per il triennio 2019-2021: 114.474.000.000 euro per l’anno 2019, 116.474.000.000 euro per l’anno 2020 e in 117.974.000.000 euro per l’anno 2021.
Governo e Regioni convengono inoltre sulle necessità di ricondurre le quote vincolate del Riparto del fabbisogno sanitario standard all’interno del riparto relativo alla quota indistinta del fabbisogno sanitario standard fermi restando i criteri di assegnazione come definiti nelle ultime proposte di riparto. Resta ferma la facoltà del Ministero della salute, di indicare, annualmente, specifici obiettivi da raggiungere su progetti ritenuti meritevoli di distinta evidenziazione. Le Regioni forniranno apposita rendicontazione al Comitato LEA dei progetti effettuati.
Governo e regioni si impegnano a semplificare la procedura di attribuzione degli obiettivi di piano con particolare riferimento alle modalità di rendicontazione basate su indicatori che dovranno valorizzarne i risultati
Scheda 2. Arrivano i piani di potenziamento Lea. Commissariamento solo come soluzione estrema.
In premessa Governo e Regioni convengono sulla necessità di completare al più presto il percorso di attuazione del DPCM 12 gennaio 2017 “Nuovi LEA”, attraverso l’approvazione del decreto che fissa le tariffe per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di assistenza protesica che consente l’entrata in vigore dei relativi Nomenclatori sull’intero territorio nazionale.
Detto ciò il nuovo meccanismo di affiancamento funzionerà così:
Dall’anno 2020 per il monitoraggio dell’erogazione dei livelli di assistenza a livello regionale e sub-regionale, il Comitato Lea effettuerà annualmente la valutazione basata sul Nuovo sistema di garanzia, inerente la qualità, appropriatezza ed efficienza dei servizi sanitari regionali dando evidenza delle criticità eventualmente presenti con riferimento all’erogazione dei Lea. Sulla base di tale monitoraggio, da effettuarsi perentoriamente entro il 31 maggio dell’anno successivo a quello di riferimento:
a) anche in situazioni di sufficienza nei 3 macro-livelli, il Comitato Lea, nell’ambito del sistema adempimenti, segnala le eventuali carenze rilevanti da qualificare come impegni;
b) ove si rilevino gravi criticità in almeno due macro-livelli di assistenza, il Comitato LEA invita la regione a presentare, entro un termine congruo in relazione alla criticità e comunque non superiore a 30 giorni, un piano di risoluzione delle predette criticità che riporti gli interventi da porre in essere in un arco temporale coerente con la complessità dei problemi da risolvere.
Il piano dovrà prevedere gli interventi di risoluzione delle criticità nell’ambito della sostenibilità economica del Servizio sanitario regionale interessato. Tale piano, denominato “Intervento di potenziamento dei Lea”, è valutato nei successivi 30 giorni dal Comitato Lea in ordine alla coerenza degli interventi proposti, ai modi e ai tempi previsti. In caso di mancata presentazione del piano da parte della regione o di non adeguatezza dello stesso sulla base delle valutazioni del Comitato Lea, il Ministro della salute, anche avvalendosi degli Enti vigilati, previa diffida ad adempiere alla regione entro i successivi 15 giorni e ove persista l’inadempimento, provvede entro i successivi 30 giorni a predisporre un piano e a sottoporlo all’approvazione del Comitato Lea. La valutazione da parte del Comitato Lea deve in ogni caso avvenire entro il termine utile a consentire la chiusura della valutazione complessiva degli adempimenti annuali entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello di riferimento.
Fermo restando che le Regioni dispongono della facoltà di scegliere come assegnare i singoli obiettivi alle proprie aziende sanitarie e come valutare di conseguenza i direttori delle medesime, e che spetta alla Direzione sanità delle regioni l’obiettivo generale di potenziamento dei LEA, l’attuazione del piano è obiettivo prioritario del Direttore regionale e dei Direttori generali delle aziende sanitarie e/o ospedaliere interessate.
La Regione è tenuta alla realizzazione degli interventi nei tempi e nei modi previsti dal piano approvato dal Comitato LEA, attraverso le aziende e gli enti del SSR e con il necessario affiancamento e supporto tecnico-operativo messo a disposizione da Agenas.
Gli obiettivi di miglioramento dei livelli assistenziali individuati dal piano si intendono ottenuti con il raggiungimento, alle scadenze previste, degli intervalli di garanzia previsti dal NSG negli ambiti di criticità. La valutazione è effettuata dal Comitato Lea. La valutazione positiva, da parte del Comitato LEA, del piano di potenziamento comporta il riconoscimento di adempimento con impegno a realizzare le attività previste dal piano. La mancata realizzazione nei tempi e nelle modalità previste delle attività del piano comporterà una valutazione di inadempienza.
Qualora si registri nel medesimo anno una valutazione insufficiente in tutti e tre i macro-livelli la regione, valutata inadempiente, è tenuta alla elaborazione di un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale e operano tutte le norme vigenti in materia di piani di rientro.
Commissariamento come extrema ratio e nuove linee guida per l’uscita. Governo e Regioni confermano che il Commissariamento costituisce un rimedio ultimo dettato da circostanze eccezionali. Verranno elaborate apposite linee guida adottate di concerto dai Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze da sottoporre all’intesa della Conferenza Stato-Regioni. Tali linee guida dovranno fornire indicazioni operative per la valutazione dei parametri ai fini della cessazione dell’esercizio dei poteri commissariali basati su criteri relativi all’equilibrio di bilancio, l’adempimento del mandato commissariale e la garanzia dei livelli essenziali di assistenza al di sopra della soglia di sufficienza. Le stesse linee guida dovranno dettare i requisiti per uscire dal Piano di rientro.
Previsto anche un meccanismo di allerta sul rischio di entrare in Piano di rientro. Qualora il disavanzo sia pari al 5% come da normativa vigente scatta il Piano ma se la soglia dovesse essere del 3% scatta una sorta di alert per la Regione
Stabilito che entro 180 giorni il Governo proceda al riesame d’intesa con le Regioni interessate dei commissari ad acta dopo la sentenza della Consulta che ha dichiarato l’illeggitimità dell’incompatibilità tra presidente di Regione e commissario ad acta.
Scheda 3. Tetto di spesa per il personale sale al 10% per 3 anni con possibilità di crescere al 15%.
Nel triennio 2020-2022 è previsto che la percentuale di incremento della spesa di personale- fissata in misura pari al 5 per cento salga al 10 per cento. Previsto poi, per il periodo di vigenza del patto, la possibilità di graduale aumento, sino al 15 per cento, della percentuale di incremento della spesa qualora emergano oggettivi ulteriori fabbisogni di personale rispetto alle facoltà assunzionali, valutati congiuntamente dal Tavolo tecnico per la verifica adempimenti e dal Comitato LEA, fermo restando il rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del servizio sanitario regionale;
Formazione-lavoro. Nel Patto si prevede di proporre uno schema di accordo tipo da parte del Ministero della salute, al fine di uniformare le modalità di svolgimento della formazione specialistica a tempo parziale e delle attività formative teoriche e pratiche previste dagli ordinamenti e regolamenti didattici della scuola di specializzazione universitaria e di valutare il superamento anche temporaneo dell’applicazione dell’art. 1, comma 361, della legge n. 145/2018 alle graduatorie di personale sanitario del SSN con l’obiettivo di garantire il tempestivo reclutamento del personale del SSN ed assicurare il turn over necessario per la continuità dei servizi, nonché per consentire risparmi nella spesa connessa all’organizzazione delle procedure concorsuali;
Prevista anche la revisione, in accordo anche con il MIUR, del sistema di formazione dei medici specialisti, valorizzandone il ruolo all’interno delle strutture sanitarie regionali pubbliche facenti parte della rete formativa, con progressiva autonomia e responsabilità coerenti con il grado di conoscenze e competenze acquisito
Formazione in medicina generale. Prevista anche la revisione dei contenuti del corso regionale di formazione specifica in medicina generale, in ragione dei mutati scenari sanitari e sociali, ribadendo il ruolo dei MMG nell’azione di prevenzione e contrasto delle malattie croniche, al fine di realizzare sul territorio nazionale una formazione che, pur tenendo conto delle specificità territoriali, assicuri un set minimo omogeneo di requisiti formativi qualiquantitativi, ritenuti indispensabili a garantire livelli uniformi di assistenza.
Valorizzazione professioni sanitarie ma a costo zero. Nel documento si punta alla valorizzazione e sviluppo delle relative competenze professionali delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, nonché del servizio sociale tenendo conto dei livelli della formazione acquisita nell’ambito di quanto previsto nei CCNL di settore relativamente al conferimento degli incarichi professionali senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica.
Trattamento accessorio. Per le Regioni con i conti e i Lea in ordine sarà possibile la graduale perequazione del trattamento accessorio fra aziende ed enti del servizio sanitario delle predette regioni nonché per valorizzare le professionalità dei dirigenti medici, veterinari e sanitari e degli operatori delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e del servizio sociale del comparto sulla base di criteri definiti da linee di indirizzo regionali, anche tenendo conto delle attività svolte in servizi disagiati e in zone disagiate, destinare alla contrattazione integrativa risorse aggiuntive, nel limite del 2 per cento del monte salari regionale al netto degli oneri riflessi, rilevato nell’anno 2018, da definirsi nell’ambito del tavolo di verifica per gli adempimenti.
Prevista anche l’ammissione degli specializzandi al 3° anno di poter accedere ai concorsi. Fino al 2022 sarà possibile mantenere i medici in servizio fino a 70 anni.
Scheda 4. Programma nazionale per la Mobilità sanitaria.
Si evidenzia la necessità di mettere in campo alcune azioni, fra cui:
1. elaborare un programma nazionale Governo-Regioni, al fine di valutare e migliorare i processi di mobilità nell’ottica di salvaguardare una mobilità “fisiologica” e recuperare, a tutela di un più equo e trasparente accesso alle cure, fenomeni di mobilità dovuti a carenze locali/regionali organizzative e/o di qualità e quantità di prestazioni. Istituire un gruppo di lavoro Ministeri/regioni per una lettura del fenomeno. In particolare, il gruppo di lavoro dovrà individuare procedure idonee a rendere vincolanti e a garantire l’operatività dei citati accordi;
2. elaborare e attuare specifici programmi regionali rivolti alle aree di confine nonché ai flussi interregionali con particolare riferimento al flusso sud/nord per migliorare e sviluppare i servizi in loco al fine di evitare problemi di accesso, rilevanti costi sociali e finanziari a carico dei pazienti;
3. rendere tali piani funzionali in ragione dei processi di attuazione delle nuove procedure e degli obbiettivi del piano nazionale liste attese (PNGLA);
4. valutare la definizione di specifici piani di sviluppo sulle strutture pubbliche e private accreditate al fine di potenziare i servizi in loco, sempre nel rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del servizio sanitario nazionale.
5. valutare altresì la compatibilità dei tetti vigenti in coerenza con i piani di recupero della mobilità, sempre nel rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del servizio sanitario nazionale.
Controllo privato accreditato. Governo e Regioni condividono inoltre l’esigenza di avviare un percorso di armonizzazione dei sistemi di controllo di appropriatezza degli erogatori accreditati. Sarà istituito un gruppo di lavoro Ministeri/regioni con il compito di sviluppare un sistema di valutazione omogeneo sul territorio nazionale tramite un set di indicatori oggettivi e misurabili
Scheda 5. Riforma Aifa, Iss e Agenas e unica cabina di regia per Hta.
Si prevede di riordino di AIFA, ISS e Agenas, al fine di superare la frammentazione operativa che si è stratificata nel corso degli anni e la potenziale duplicazione di funzioni e compiti tra soggetti in numerose aree di attività. L’obiettivo prioritario, in questo senso, è quello di ridefinirne la governance e rivedere i meccanismi operativi di funzionamento di tali Enti al fine di garantirne la funzione sistemica e di supporto nell’ambito delle funzioni assegnate al Ministero della salute ed alle Regioni.
Sarà valutata anche l’opportunità di accorpare tutte le funzioni oggi frammentate tra più soggetti in un unico soggetto che opera in rete con i centri regionali, a cui affidare la governance complessiva dell’intero processo di HTA in coerenza e a supporto delle attività di competenza della Commissione LEA e delle politiche di innovazione in generale.
Scheda 6. Governance farmaceutica e dei dispositivi medici.
Previsto lo sviluppo dei due documenti di governance già elaborati dai gruppi di lavoro Ministero-Regioni. Sarà poi adottata una codifica unica nazionale dei dispositivi medici che dovrà costituire la base per un inserimento dell’informazione relativa ai dispositivi impiantati nei flussi informativi correnti.
Scheda 7. Iter più veloce per accesso a risorse per edilizia sanitaria.
Velocizzare l’iter di ammissione a finanziamento al fondo da 32 mld per l’edilizia sanitaria. In tal senso il Ministero della salute effettuerà una ricognizione straordinaria dello stato di attuazione degli interventi approvati ed all’esito, elaborerà una proposta di semplificazione dell’iter amministrativo e normativo.
Si conviene di valutare, in relazione a particolari esigenze straordinarie e/o alla situazione di emergenza di alcune aree geografiche soggette a calamità naturali, il superamento della legislazione ordinaria, per consentire interventi urgenti di edilizia sanitaria
Scheda 8. Riorganizzazione cure primarie: arrivano nuove linee indirizzo.
Previsto nell’ambito dell’assistenza territoriale di concordare indirizzi e parametri di riferimento per promuovere una maggiore omogeneità e accessibilità dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria, garantendo l’integrazione con i servizi socio-assistenziali. A tal fine si conviene di definire linee di indirizzo per l’adozione di parametri di riferimento, anche considerando le diverse esperienze regionali in corso, con l’obiettivo di promuovere:
– le modalità e gli strumenti per favorire l’effettiva continuità assistenziale e la presa in carico unitaria della persona nelle diverse fasi della vita e in relazione alle diverse tipologie di bisogno;
– il completamento del processo di riordino della medicina generale e della pediatria di libera scelta, favorendo l’integrazione con la specialistica ambulatoriale convenzionata interna e con tutte le figure professionali, compresa l’assistenza infermieristica di famiglia/comunità, per garantire la completa presa in carico integrata delle persone;
– specifiche politiche attive di promozione e tutela della salute con particolare attenzione all’infanzia e all’adolescenza, alle persone con disturbo mentale, al sostegno dell’autonomia delle persone con disabilità e non autosufficienza. Saranno inoltre potenziate politiche a favore dell’area materno- infantile, delle patologiecroniche, delle dipendenze patologiche, dei disturbi del comportamento alimentare, delle cure palliative e della terapia del dolore;
– valorizzazione delle professioni sanitarie, in particolare di quella infermieristica, finalizzato alla copertura dell’incremento dei bisogni di continuità dell’assistenza, di aderenza terapeutica, in particolare per i soggetti più fragili, affetti da multi-morbilità;
– valorizzazione del ruolo del farmacista in farmacia che è un presidio rilevante della rete dei servizi territoriali per la presa in carico dei pazienti e per l’aderenza terapeutica degli stessi e non solo per la dispensazione dei medicinali, al fine di rafforzare l’accesso ai servizi sanitari. Tale processo trova la prima attuazione nell’ambito del percorso di definizione e attuazione della Farmacia dei servizi e della nuova convenzione nazionale.
Scheda 9. Riordino dei fondi sanitari integrativi.
Sarà istituito un gruppo di lavoro per l’ammodernamento e la revisione della normativa sui fondi sanitari, e sugli altri enti e fondi aventi finalità assistenziali, al fine di tutelare l’appropriatezza dell’offerta assistenziale in coerenza con la normativa nazionale, di favorire la trasparenza del settore, di potenziare il sistema di vigilanza, con l‘obiettivo di aumentare l’efficienza complessiva del settore a beneficio dell’intera popolazione e garantire un’effettiva integrazione dei fondi con il Ssn. Sarà fatta anche un’analisi degli oneri a carico della finanza pubblica.
Scheda 10. Rendere il Ssn più hi-tech.
L’obiettivo è quello di realizzare strumenti informativi e modelli previsionali, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie ICT, e l’infrastruttura tecnologica di analisi dei dati del Sistema Tessera Sanitaria.
Sempre sul tema si vorrebbe definire una normativa che abiliti il Ministero della salute, le Regioni, le Aziende Sanitarie pubbliche e gli enti del servizio sanitario nazionale alla raccolta, interconnessione ed elaborazione dei dati, su base individuale, relativi alla salute degli assistiti dal Servizio sanitario nazionale, per finalità previsionali, di programmazione, per la gestione condivisa dell’assistenza sanitaria all’interno di reti di professionisti e strutture sanitarie e per lo sviluppo della medicina di iniziativa.
Scheda 11. Più coordinamento per la Ricerca.
Vengono definite le priorità per la Ricerca tra cui la promozione di una governance condivisa della ricerca rafforzando il ruolo congiunto del coordinamento interregionale e del Ministero della salute con l’obiettivo di armonizzare le reti assistenziali e le reti scientifiche. E la definizione delle priorità della Ricerca sanitaria per snellire le procedure per una più rapida attribuzione delle risorse, con particolare riferimento ai fondi della ricerca finalizzata. Previsto anche di valutare congiuntamente la vigente normativa sugli IRCCS, al fine di delineare azioni di “manutenzione” del sistema, che tenga conto dell’evoluzione scientifica e tecnologica intervenuta nell’ultimo decennio.
Scheda 12. Più investimenti in Prevenzione.
Governo e Regioni convengono di implementare gli investimenti in promozione della salute e prevenzione, quali elementi cruciali per lo sviluppo della società e la tutela della, favorendo l’integrazione delle politiche sanitarie e il raccordo funzionale tra Piano Nazionale Prevenzione e Piano Nazionale Cronicità e gli ulteriori strumenti di pianificazione nazionale. Convengono altresì, secondo i principi della “Salute in tutte le politiche” e in collegamento con gli indirizzi internazionali in materia di prevenzione (Agenda 2030).
Previsto anche l’aggiornamento del Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico-resistenza (PNCAR).
Confermato l’impegno alla realizzazione del Piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia. Rafforzamento delle attività di vigilanza sui luoghi di lavoro prevedendo uno standard di dotazione del personale: medici, tecnici della prevenzione, chimici, ingegneri, ecc.;
Previsto anche di valorizzare l’impegno a rafforzare una visione di salute pubblica in un’ottica “One Health”, che si basa sulla progettazione e attuazione di programmi, politiche, legislazione e ricerca, in cui più settori comunicano e collaborano per ottenere migliori risultati di salute pubblica, mediante un metodo collaborativo, multidisciplinare, multi-professionale.
Scheda 13. Revisione della disciplina del ticket e delle esenzioni.
Sarà rivista la normativa sui ticket attraverso una revisione della disciplina che preveda la graduazione dell’importo dovuto in funzione del costo delle prestazioni e del “reddito familiare equivalente” al fine di ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari garantendo l’inclusività del servizio sanitario nazionale.
Scheda 14. Strumenti di accesso partecipato e personalizzato del cittadino ai servizi sanitari.
Si punta a favorire lo sviluppo di progettualità su base regionale e/o aziendale (attraverso la definizione di linee guida e nell’ambito delle risorse a legislazione vigente) che abbiano come obiettivo quello di migliorare la comunicazione e la trasparenza sull’efficienza dei percorsi clinici e amministrativi e il coinvolgimento dei cittadini. Si conviene inoltre sulla necessità di favorire l’empowerment del cittadino verso un corretto, appropriato e responsabile utilizzo dei Servizi sanitari, anche attraverso l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico;
Previsto anche il superamento del dualismo tra SPID e CIE, la gestione delle deleghe (ivi incluso la certificazione della responsabilità genitoriale per ottenere l’abilitazione ad accedere, per conto dei propri figli minorenni, ai servizi telematici disponibili), l’adozione di regole, standard e codifiche condivise per l’interoperabilità e l’integrazione degli ecosistemi, l’istituzione dell’anagrafe nazionale degli assistiti (ANA), l’eliminazione del consenso all’alimentazione del FSE per applicazione del GDPR 2016/679.
Scheda 15. Revisione del DM 70/2015.
Si conviene sulla necessità di revisione del Decreto sugli standard ospedalieri, aggiornandone i contenuti sulla base delle evidenze e delle criticità di implementazione individuate dalle diverse Regioni, nonché integrandolo con indirizzi specifici per alcune tipologie di ambiti assistenziali e prevedendo specifiche deroghe per le regioni più piccole.
Scheda 16 Regioni a Statuto Speciale e Province Autonome.
Sono fatte salve le competenze delle Regioni a Statuto Speciale e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, che provvedono alle finalità della presente Intesa, ai sensi dei rispettivi statuti di autonomia e le relative norme di attuazione.
Scheda 17. Impegni reciproci
Governo e Regioni s’impegnano ad aprire un tavolo di confronto al fine di individuare altri ambiti di convergenza sugli argomenti ancora aperti
Luciano Fassari
Ester Maragò