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Stazione metro a San Giovanni: dalla C alla A si cambia passando per la strada

cantiere metro colosseo light

Il film della metro C prosegue con continui colpi di scena e nessuno sa come andrà a finire nella migliore tradizione dei film d’azione. A settembre non arrivavano i soldi dal Comune per pagare le imprese della società Metro C, poi non arrivavano i circa 400 milioni dal Governo che avrebbero assicurato la realizzazione dei 700 metri dal Colosseo a piazza Venezia, poi viene  cambiata la posizione dello scambio a croce sui binari per permettere ai convogli di tornare indietro dopo San Giovanni, poi viene  esternata l’intenzione da parte dell’Amministrazione comunale di azzerare i vertici di Roma Metropolitane che è la società interamente partecipata da Roma Capitale, ed infine l’ultima notizia bomba: all’intersezione tra la linea A e la linea C a San Giovanni, bisognerà uscire dalla stazione, passare nel traffico, attraversare semafori, aprire l’ombrello se piove, ridiscendere le scale mobili fino a sprofondare sulla banchina dell’altra metropolitana per proseguire il viaggio. Alzi la mano chi conosce un caso analogo in Europa o nel resto del mondo.

La comunicazione di questa soluzione è stata fornita ufficialmente per lettera a tutti i soggetti istituzionali interessati, dall’ing. Andrea Sciotti, responsabile di Roma Metropolitane (1).

Tra i destinatari della comunicazione c’è anche la Società Metro C a cui il Comune ha affidato la realizzazione della gigantesca opera, Consorzio costituito dalle imprese Astaldi, Ansaldo, Cooperativa muratori e braccianti di Carpi, Vianini del patron Caltagirone proprietario del “Messaggero”.

Anche il Consorzio di imprese ha scritto testualmente che “al fine di rispettare la data di fine costruzione del 30 giugno 2015 le stazioni della linea A e della linea C non siano tra loro collegate direttamente a San Giovanni”.  A questo punto Roma Metropolitane ha dichiarato ufficialmente che “la stazione San Giovanni della linea C non sarà collegata mediante percorsi pedonali sotterranei con l’omonima stazione della linea A”.

Già era stata operata una variante di non poco conto quando si è deciso  che i binari della linea C sarebbero passati 17 metri al di sotto del piano del ferro della linea A esistente. Ma la stazione della linea A era stata  predisposta negli anni ’70 per un collegamento con una stazione di scambio realizzata sopra e non sotto.

staz metro light

Inoltre, a causa di questa radicale variazione lo scambio a croce dei treni della linea C per l’inversione di marcia a San Giovanni è stata trasportata da via La Spezia a via Sannio, cioè dopo la stazione San Giovanni allungando di fatto i tempi di percorrenza.

Infatti si erano accorti  presto che non si poteva scavare a quella profondità a via La Spezia perchè la presenza delle fondazioni dei palazzi rendeva impossibile questa operazione dello scambio a croce che avrebbe un’estensione ed una complessità di scavo ben maggiore di quello della singola galleria che si può scavare con la talpa. Allora si era pensato in effetti di rimandare indietro il treno fino allo scambio di Malatesta, addirittura dopo il Pigneto andando verso sud,  per poi immettersi nel binario di marcia giusto con frequenze di passaggio di 12/13 minuti. Ma la cosa era tanto folle che l’hanno corretta subito (ho avuto notizia diretta in una riunione ufficiale da Roma Metropolitane). Così ora lo scambio si fa a via Sannio nell’area che deve ospitare anche il pozzo di ventilazione da dove inoltre verrà calata ed estratta la talpa. Il fatto è che deve essere pronto per il 2015,  altrimenti la tratta T4 per San Giovanni (programmata appunto per la fine del 2015) si blocca e non va in esercizio. Inoltre i 792 milioni della tratta T3 San Giovanni-Colosseo non prevedevano questa opera ed ora invece sarà pagata proprio a valere su quei 792 milioni perché il pozzo di via Sannio appartiene funzionalmente alla tratta T4 ma finanziariamente è già tratta T3. Dove si prenderanno i fondi mancanti per fare la tratta prevista San Giovanni-Colosseo come da progetto che non prevedeva allora il binario di scambio? Mistero.

Paolo Gelsomini

Progetto Celio/Carteinregola

Nota del 19 febbraio: mettiamo in calce il comunicato di Romametropolitane LE OPERE DI COLLEGAMENTO TRA  LA LINEA C E LA LINEA A VERRANNO REALIZZATE  COME PREVISTO DAL PROGETTO APPROVATO  in cui si precisa che “le opere di ammodernamento della vecchia stazione della Linea A [indispensabili anche alla  realizzazione del collegamento sotterraneo delle stazioni delle due linee NDR] , la cui realizzazione è a carico del Contraente Generale, soggiacciono alla preventiva autorizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e al rilascio del “Certificato di Prevenzione Incendi” da parte dei Vigili del Fuoco” e che tale ammodernamento potrà “finalizzarsi” solo dopo l’emazione di un nuovo decreto ministeriale “recante regole tecniche di prevenzione incendi nelle metropolitane in sostituzione della norma in atto con cui è stato approvato il progetto di ammodernamento della stazione S. Giovanni della Linea A“, concludendo che “Nella remota ipotesi che la stazione della Linea C di San Giovanni entri in esercizio in pendenza del rilascio della suddetta certificazione, riguardante l’intera Linea A gestita dall’esercente Atac, le connessioni tra le due linee dovranno essere temporaneamente inibite al transito dei passeggeri. (2) A noi tale ipotesi non sembra affatto remota, visto che sulla nota Metro C 403.14 (1), si legge che “la stazione San Giovanni della linea C, al  completamento delle lavorazioni che ne consentirà l’apertura all’esercizio, non sarà collegata mediante percosi pedonali sotterranei con l’omonima stazione della linea A“. Una domanda si pone: visto che a quanto pare fin dall’inizio del  2011 sono stati definiti i nuovi criteri di sicurezza delle stazioni già in esercizio, come mai – a distanza di tre anni – il Ministero dell’Interno e il Ministero delle Infrastrutture, nonostante “abbiano da tempo intrapreso una serie di serrate [sic!] riunioni finalizzate all’emazione del decreto” con le prescrizione attuative per la prevenzione degli incendi nelle Metro, non abbiano ancora partorito un bel nulla? E come mai nel frattempo sono andati avanti speditamente tanti  altri provvedimenti che non solo non hanno a che fare con la sicurezza pubblica, ma nenche con la pubblica utilità?           AMBM

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(1) scarica Prot. RM 0001473 del 05.02.14 (s.Giovanni-linea A)x

(2) scarica140213 Comunicato – Linea C stazione S. Giovanni(1)

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Questo il comunicato del Presidente dell Commissione Ambiente di Roma Capitale Athos De Luca:

Con lettera del 5 febbraio 2014 Metro C comunica a Roma metropolitane che la famosa 46a variante di progetto che doveva collegare la Metro C alla Metro A a San Giovanni, come previsto dal progetto, non sarà più possibile farla, per cui i passeggeri della Metro C che vorranno prendere la Metro A per collegare due importanti quadranti della città, dovranno uscire dalla stazione della Metro C e andare a prendere la linea A.
“Una assurdità dal punto di vista trasportistico – dichiara il Consigliere Athos De Luca membro della Commissione Mobilità – che penalizza gli utenti, l’uso della metro e i collegamenti”.
“Questa incredibile situazione – continua De Luca – va ad aggiungersi ad altre e numerose disfunzioni, come lo spostamento della cosiddetta croce di scambio da San Giovanni alla tratta T3, che stanno caratterizzando Metro C, opera per altro già pagata al 90% da Roma Capitale”.
De Luca, alla luce di questa ennesima sconfitta, ritiene che sia urgente completare in modo funzionale Metro C fino a San Giovanni e assumere subito (alla luce delle gravi problematiche progettuali e finanziarie sperimentate nella tratta fino a San Giovanni) una decisione politica per ridiscutere con Metro C rapporti e garanzie sui tempi e i costi e fare una verifica sul tracciato e sul progetto da portare avanti.
“Mettendo in fila tutte le vicende negative che hanno caratterizzato la gestione dei cantieri della nuova metro – sostiene il Consigliere capitolino – il Comune avrebbe le motivazioni per pretendere il completamento fino a San Giovanni e rescindere il contratto in danno a Metro C.
“Una cosa è certa ed è oramai a tutti chiaro – prosegue il rappresentante del PD – che in queste condizioni, sarebbe irresponsabile andare avanti fino al Colosseo e P.zza Venezia come se non fosse successo nulla in questi anni, poichè ci troveremmo per 10 anni invaso il cuore del centro storico di Roma, senza nessuna certezza su tempi e costi delle opere da realizzare e il Comune sarebbe sotto il continuo ricatto di Metro C rispetto ad ogni variante di progetto e/o aumento dei costi”.
“Dal canto suo – conclude De Luca – Metro C non ha nessun problema rispetto a ritardi, negligenze ed eventuali errori gestionali e progettuali, poichè mette tutto in conto al Comune. Paradossalmente più ci sono ritardi e più si incassa, anche con i cantieri fermi”.

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