Villa Paolina: un nuovo progetto devastante
Autore : Redazione
villa Paolina maggio 2018 (foto ambm)
Nonostante l’apposizione di un vincolo da parte del Ministero dei Beni culturali, pubblicato dalla Direzione Generale il 2 settembre 2019 (1), l’edificio storico continua ad essere oggetto di progetti che ne alterano le peculiarità, con profonde modifiche dell’assetto interno e anche dei prospetti esteriori: secondo il comunicato diffuso dal Comitato Salviamo Villa Paolina(2), sono stati infatti depositati nuovi elaborati che prevedono l’apertura di nuove finestre e balconi sulle facciate e l’eliminazione di un monumentale scalone esterno, oltre alla demolizione dei muri interni e dei solai, e anche di un pregiato scalone ligneo interno. Inoltre si effettuerebbero scavi nel giardino per trasformare il seminterrato in piano terra, e si ricaverebbero dei superattici sopraelevando e aumentando le volumetrie.
Trasformazioni che sarebbero state presentate con una semplice SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) in Municipio, mentre per le ristrutturazioni di edilizia pesante sarebbe necessario richiedere un permesso di costruire (3) e la richiesta, presentata ai sensi dell’art. 6 della Legge di Rigenerazione urbana del 2017, non sarebbe in conformità con la circolare esplicativa della legge stessa, in cui si riporta che ‘tale tipologia di interventi deve naturalmente essere esclusa con riferimento ad immobili sottoposti a vincolo diretto (4)
Ma soprattutto il nuovo progetto descritto dal Comitato sarebbe decisamente in contrasto con le prescrizioni del Decreto di Vincolo sulla Villa (1), che prescrivono ‘il mantenimento dell’assetto planimetrico attuale, la conservazione dei prospetti, la conservazione della tipologia strutturale interna, mantenendo inalterati i principali rapporti tra gli elementi della stessa, con particolare riferimento alle quote di calpestio, e il mantenimento del giardino’”.
Ciò nonostante, riferiscono i comitati, “tale progetto è stato dichiarato ‘ammissibile’ dalla Direzione Generale, e poi autorizzato con qualche prescrizione di rito dalla Soprintendenza di Roma“.
Per questo il Comitato Salviamo Villa Paolina, insieme a Cittadinanzattiva Trieste e Cittadinanzattiva Nomentano, ha presentato un esposto al Ministero dei Beni Culturali, al ministro Dario Franceschini, alla Direzione Generale ABAP e alla Soprintendenza Speciale di Roma, chiedendo di annullare in autotutela con la massima urgenza l’Autorizzazione emessa dalla SS-ABAP sul progetto di restauro di Villa Paolina di Mallinckrodt. Sul punto è intervenuta anche Italia Nostra Roma che ha inviato unn esposto sia al Ministero dei Beni Culturali che alla Procura della Repubblica.
25 febbraio 2020
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
Vedi anche:
NOTE
(1) scarica 2681352Decreto villa Paolina
(2) agcult 25 febbraio 2020)Villa Paolina, Comitato: annullare con urgenza autorizzazione sul progetto di restauro”Scongiurare la perdita del valore identitario che caratterizza il bene monumentale e il pericolo di crollo a seguito della demolizione dei muri portanti interni“( > vai all’articolo)
(3)dell’art.6 della legge di rigenerazione urbana (L.R.Lazio 7/2017), quindi non in conformità con la circolare esplicativa della legge stessa, in cui si riporta che ‘Tale tipologia di interventi deve naturalmente essere esclusa con riferimento ad immobili sottoposti a vincolo diretto ai sensi del titolo II del d.lgs. 42/2004’ (per questo motivo i Comitati hanno chiesto al Municipio di rigettare la pratica).
Art. 6 (Interventi diretti)
- Per le finalità di cui all’articolo 1 previa acquisizione di idoneo titolo abilitativo di cui al d.p.r. 380/2001, sono sempre consentiti interventi di ristrutturazione edilizia o interventi di demolizione e ricostruzione con incremento fino a un massimo del 20 per cento della volumetria o della superficie lorda esistente ad eccezione degli edifici produttivi per i quali l’incremento massimo consentito non può superare il 10 per cento della superficie coperta.
- Nell’ambito degli interventi di cui al comma 1, oltre al mantenimento della destinazione d’uso in essere, sono altresì consentiti i cambi di destinazione d’uso nel rispetto delle destinazioni d’uso previste dagli strumenti urbanistici generali vigenti indipendentemente dalle modalità di attuazione dirette o indirette e da altre prescrizioni previste dagli stessi. Sono, altresì, consentiti i cambi all’interno della stessa categoria funzionale di cui all’articolo 23 ter del d.p.r. 380/2001
Circolare esplicativa ARTICOLO 6 – Interventi diretti
6.1 Tipologia degli interventi, titoli abilitativi e cambio delle destinazioni d’uso (art. 6, commi 1 e 2)
(…)”Tale tipologia di interventi deve naturalmente essere esclusa con riferimento ad immobili sottoposti a vincolo diretto ai sensi del titolo II del d.lgs. 42/2004″ scarica la legge 7/2017 con inseriti i brani della circolare esplicativa e i rifrimenti normativi
(5) Villa Paolina, Italia Nostra Roma: non molliamo, Mibact non venga scavalcato
Italia Nostra Roma, dopo aver appreso che un nuovo progetto su Villa Paolina è stato presentato, ha inviato, sulla base della documentazione in suo possesso, un esposto sia al Ministero dei Beni Culturali che alla Procura della Repubblica per “evidenziare le difformità del progetto approvato rispetto al Vincolo del 7 giugno 2019 e pubblicato il 2 settembre 2019”. Lo rende noto Italia Nostra Roma in un comunicato. Un vincolo, prosegue, “con il quale si dichiara l’interesse culturale della Villa ai sensi dell’art.10 comma 3 lettera d del D.Lsg 42/2004 e che prescrive:
- Mantenimento dell’assetto planivolumetrico attuale senza alterazione dei rapporti tra spazi aperti e chiusi con particolare riferimento al giardino e alle altezze dell’edificio.
- Conservazione dei prospetti nella loro sostanziale consistenza materica e tipologica
- Conservazione della tipologia strutturale interna mantenendo inalterati i principali rapporti tra gli elementi della stessa con particolare riferimento alle quote di calpestio
- Il mantenimento degli spazi aperti con il trattamento a giardino.
“Quanto presentato – prosegue la nota – non è coerente con le prescrizioni sopra citate pertanto Italia Nostra Roma chiede al Ministro dei Beni Culturali che verifichi il rispetto negli incontri avvenuti tra la proprietà degli immobili e la DG Archeologia Belle Arti e Paesaggio a settembre e ottobre 2019 e alla Procura della Repubblica di valutare, con l’attenzione che le è propria, eventuali profili di illegittimità del nuovo progetto, che invoca anche l’articolo 6 della Legge Regionale sulla rigenerazione urbana. Italia Nostra Roma chiede all’Assessore all’Urbanistica di verificare le procedure, con la quale la Società ha ottenuto i pareri e fa presente che la Suprema Corte di Cassazione ha sancito nel settembre del 2019 che per le ricostruzioni cosiddette “pesanti” occorre il permesso a costruire e non la SCIA come in questo caso. Italia Nostra Roma non molla, affinchè il Ministero non venga scavalcato”.
Vedi anche
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