Una riflessione a margine della querela per diffamazione avanzata dal Sindaco di Firenzea Tomaso Montanari, sul diritto di critica delle decisioni e delle politiche delle Amministrazioni.
AGGIORNAMENTO DELL’8 MAGGIO 2021: Il Sindaco Nardella e la sua Giunta hanno rinunciato alla richeista di risarcimento a Tomaso Montanari. Questo il commento di Montanari: “Sono felice che il sindaco e la giunta della mia città, Firenze, abbiano rinunciato all’azione risarcitoria nei miei confronti che avevano annunciato dopo la mia intervista a «Report» dell’8 giugno 2020. Ho accettato la proposta di addivenire ad una definizione stragiudiziale della controversia «senza alcun riconoscimento delle rispettive ragioni»: e dunque senza presentare delle scuse, cosa che avrei ritenuto inaccettabile. Ho invece accettato di buon grado di dirmi «dispiaciuto» di aver usato una terminologia che il sindaco e la giunta hanno ritenuto diffamatoria. Rivendico la mia analisi politica, convinto che questa città sia da molto tempo abbandonata agli interessi privati, e tradita nel suo pubblico interesse. E preferisco dedicare il mio tempo e il mio patrimonio non a dovermi difendere in un tribunale, ma a combattere, insieme a tanti fiorentini che non si rassegnano, contro questo insostenibile e distruttivo modello politico e sociale, contribuendo ad elaborarne uno radicalmente alternativo. Tomaso Montanari”
E’ di qualche giorno fa la notizia, pubblicata su Il Fatto Quotidiano dallo stesso Tomaso Montanari (1), che il Sindaco di Firenze Dario Nardella e i membri della sua Giunta gli hanno chiesto i danni in sede civile, per un totale di 165 mila euro, per una sua intervista al programma di Raitre Report dell’ 8 giugno scorso(2). La querela, avanzata da ciascuno a titolo personale, riguarda una frase di 34 parole: “Firenze è una città in svendita. È una città all’incanto, è una città che se la piglia chi offre di più, e gli amministratori di Firenze sono al servizio di questi capitali stranieri”, estratta da un ragionamento assai più ampio, che citava come (ultimo) esempio il progetto che sta per calare sull’ex monastero medioevale di San Giorgio alla Costa, poi ex caserma Vittorio Veneto, acquistato da un magnate argentino per trasformarlo in luxury hotel. Un complesso nel cuore dell’area UNESCO che prevede 85 camere standard, 20 suite, 18 appartamenti, 300 posti letto, 3 turni di servizio con 100 addetti per turno, ristorante, cucine e dispense, bar, centro benessere, tunnel carrabile, parcheggi e altri servizi interrati. Nella scheda della variante urbanistica c’è anche la prescrizione di una “Verifica della possibilità di collegamento con il Giardino di Boboli e con Forte Belvedere, oggetto di apposito atto separato” che, secondo quanto riportato da varie testate e da associazioni ambientaliste (3), potrebbe tradursi nell’inserimento di un ascensore verticale dai Giardini di Boboli fino al resort, e di lì di una funicolare orizzontale a cremagliera sino al Forte Belvedere. Il tutto al servizio dei clienti dell’hotel, con tanto di ingresso convenzionato da palazzo Pitti (anche i fiorentini dovrebbero poterne usufruire, ma, sembra, da un ingresso posteriore) (4).
Montanari è uno storico dell’arte, ma soprattutto è un intellettuale in prima fila nell’impegno per la difesa della Costituzione e del nostro patrimonio culturale, e da tempo è una voce critica rispetto alle politiche del Paese e alle politiche urbanistiche della sua città, Firenze.
La mossa giudiziaria di Nardella ha provocato una forte reazione in tanti ambienti della cultura, persino da parte di personaggi che con Montanari sono stati spesso in dissaccordo (5). Un coro di voci che si è levato per chiedere al Sindaco di ritirare la denuncia (6) e di riportare il conflitto nell’ambito del confronto politico a cui è sempre appartenuto.
Come Carteinregola, vogliamo aggiungere alcune riflessioni su una vicenda che riteniamo non riguardi solo Montanari e la Giunta Nardella, ma che, al di là della valutazione delle dichiarazioni a Report, sulle quali si esprimerà il giudice – contestualizzandole all’interno dell’intervista e del tema del servizio televisivo -, rappresenti uno snodo fondamentale rispetto al diritto dei cittadini a criticare gli orientamenti e le scelte dei propri amministratori.
Il punto è capire se si tratti di una critica che lede la reputazione delle singole persone o di una critica alla linea politica della Giunta. Nel primo caso si può rispondere con una richiesta dei danni in sede civile, nel secondo sarebbe invece doveroso dare risposte politiche.
In realtà a noi sembra che il conflitto rientri tutto nel perimetro politico della contrapposizione tra due visioni della città – del mondo – che si fronteggiano, che un tempo coincidevano, almeno teoricamente, con la demarcazione sinistra/destra, o centrosinistra/centrodestra. La prima vede il governo del territorio come uno strumento nelle mani dell’Amministrazione pubblica, per imprimere allo sviluppo una direzione basata sull’equità sociale, sul benessere dei cittadini e sulla tutela del Paesaggio, dei beni culturali e dell’ambiente. La seconda visione mette invece al primo posto lo sviluppo economico e le “realtà produttive”, con il presupposto che più si facilita l’iniziativa dei privati, più vantaggi otterrà la collettività, sotto forma di investimenti e di posti di lavoro. Vantaggi che possono anche rendere necessario “venire a patti” con le esigenze di tutela del Paesaggio, dei beni culturali e dell’ambiente. Anche se spesso si tratta di vantaggi a nostro avviso molto generici e poco quantificabili, che in molti casi non arrivano mai a riscontri, nè in corso nè ex post, delle effettive ricadute per l’interesse pubblico.
Da un pezzo, rispetto al governo del territorio, questa distanza tra schieramenti non esiste quasi più. Basta vedere il recente emendamento “Sblocca Stadi” approvato in Parlamento da centrodestra e centrosinistra che consente l’abbattimento di impianti sportivi storici tutelati in nome della loro “modernizzazione” che deve rispondere alla “sostenibilità economica” delle operazioni private (7). Emendamento fortemente voluto dall’ex Sindaco Matteo Renzi e da altri parlamentari fiorentini, che si attaglia perfettamente ai progetti per lo Stadio Franchi di Firenze (8). Ma è soprattutto nelle Amministrazioni regionali che le posizioni sono ormai indistinguibili: è di questi giorni la notizia che la Giunta siciliana, in seguito al ricorso alla Consulta della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha approvato dei correttivi alla legge urbanistica approvata ad agosto (9), mentre sarà forse parzialmente corretta prima della sua imminente approvazione la legge fortemente avversata dalle associazioni (compresa Carteinregola) che rischia di cementificare le coste della Sardegna (10). Questo accade in Regioni a guida centrodestra, ma anche in Regioni a guida centrosinistra. In Campania è stata appena approvata l’ennesima proroga del “Piano Casa” (11) e nell’Emilia Romagna stava per essere votato un progetto di legge della Giunta Bonaccini, che molti hanno denunciato contenere una sanatoria edilizia (12). Poche settimane fa la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso del MIBACT per il Piano Territoriale Paesaggistico (PTPR) approvato dalla Regione Lazio (13), ed è ancora pendente quello che riguarda la LR Misure per lo sviluppo economico l’attrattività degli investimenti la semplificazione, sempre avanzato dal MIBACT (14).
Come Carteinregola nel 2014 abbiamo inutilmente contestato la continuità tra il cosiddetto “Piano casa” della Giunta Polverini e quello della Giunta Zingaretti, che l’ha anche prorogato per più di 2 anni (14), e nel 2019 abbiamo criticato le modalità di approvazione del citato PTPR (15), sulle quali la sentenza della Consulta ha confermato che avevamo ragione.
E più volte ci siamo espressi su leggi, delibere e provvedimenti che a nostro avviso non erano rispondenti all’interesse pubblico. E se fosse diffamatorio affermare che alcune scelte dell’Amministrazione non sono a favore dell’interesse generale della città e che premiano soprattutto interessi privati a fronte di vaghe contropartite di investimenti, occupazione, attrattività turistica, allora la maggior parte del nostro lavoro non potrebbe essere pubblicato. E non potremmo neanche mettere in discussione il modello culturale ormai imperante, che sottomette le ragioni della tutela dell’ambiente e del patrimonio storico allo sviluppo economico.
Ma un’ Amministrazione sicura della bontà del proprio operato risponde alle critiche dei cittadini con la trasparenza, l’informazione e la partecipazione. Soprattutto quando sono in ballo trasformazioni urbane assai impattanti sulla città, sulla sua storia e sulla sua identità. E se difficilmente un Comune può impedire il passaggio di importanti luoghi storici in mani private a causa di sciagurate politiche nazionali (16), ha comunque il controllo di molte decisioni che possono sottoporre i progetti privati – che puntano leggittimamente al proprio profitto – a regole stringenti al servizio della città pubblica.
Promuovere un’azione civile di richiesta dei danni è un atto che sembra più volto a silenziare un cittadino che contesta la linea politica della Giunta che a difendere la reputazione di Sindaco e Assessori. Anche perchè il Sindaco e gli assessori hanno tutti gli strumenti necessari per rispondere nel merito, ad esempio spiegando ai cittadini il progetto di Costa San Giorgio, le intenzioni e le ragioni. Anche con spiegazioni sul perchè il progetto non sia stato sottoposto a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) (18), sia stata utilizzata la procedura accelerata della Variante ‘semplificata’ (con i giorni per le osservazioni ridotti da 60 a 30), non siano state accolte le richieste di un prolungamento dei tempi a causa dell’emergenza Covid. E magari potrebbero inserire sul sito del Comune informazioni accessibili e comprensibili che permettano a tutti di approfondire un progetto e un’operazione che vanno a toccare un bene culturale nell’area più importante del paesaggio e dell’identità fiorentina (19)
Ci auguriamo quindi che il Sindaco Nardella e i suoi assessori ritirino al più presto la richiesta dei danni, e che anzi, colgano l’occasione per aprire un dibattito pubblico il più ampio possibile sul progetto di Costa San Giorgio e soprattutto sulla visione della città (20).
Anna Maria Bianchi Missaglia
28 dicembre 2020 – ultimo aggiornamento 30 dicembre 2020
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(4) Commenta perUnaltracittà: “…Più volte abbiamo sollevato circostanziate obiezioni sull’uso strumentale a favore della valorizzazione della proprietà dell’albergo di Costa San Giorgio, sulla riduzione del Giardino Monumentale di Boboli a mera dependance della struttura ricettiva, alla reale necessità di tale collegamento, che non trova alcuna giustificazione se non nella ulteriore valorizzazione dell’investimento privato a detrimento della tutela del patrimonio storico e artistico della città“.
vedi anche La Nazione 29 gennaio 2020 – Un ascensore per Firenze: in futuro la città avrà quest’opera, che collegherà il Giardino di Boboli a Forte Belvedere. E adesso parte lo studio di fattibilità per l’opera, inserita nel piano per la costruzione di un nuovo hotel a cinque stelle in costa San Giorgio, con il recupero dell’ex caserma Vittorio Veneto. La Giunta ha approvato la variante per la costruzione dell’hotel, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re.( > leggi l’articolo)
Vedi anche il Comunicato di Italia Nostra Firenze Italia Nostra contro il progetto di Funicolare da Boboli-Pitti al Forte Belvedere di Italia Nostra Onlus – Sezione di Firenze il
(8) non è un caso che l’emendamento provenga da esponenti politici di Firenze, città di Renzi e di Nardella, ma anche di Caterina Biti , Presidente del consiglio comunale con il Sindaco Renzi, e città , letteralmente, di elezione, di Rosa Maria Di Giorgi, già assessore all’educazione nella Giunta del sindaco Matteo Renzi. , città dello Stadio Artemio Franchi la cui “ristrutturazione” è da tempo al centro di un confronto con il MIBACT. (vedi nota 7) Così il senatore Matteo Renzi, il 2 settembre 2020: “Stanotte abbiamo portato a casa molti emendamenti importanti, tra i quali uno a prima firma mia sulla possibilità di bypassare le sovrintendenze per gli stadi”. “Il fatto che anche altri partiti di maggioranza e opposizione abbiano firmato l’emendamento e votato dà il senso di una grande vittoria collettiva: lo sport è anche lavoro, lo sport è anche cantiere, lo sport è anche investimento. Questo emendamento vale per tutti gli impianti e naturalmente anche per lo Stadio Franchi di Firenze“ vedi 055firenze.it 2 sttembre 2020 Dl Semplificazione, approvati emendamenti per stadio e aeroporto di Firenze Franchi e Peretola, novità in arrivo. Nardella: ‘Grande giorno per Firenze’
(11) Il 23 dicembre “il Piano Casa della Campania, legiferato nel 2009 come “Misura temporanea e provvisoria per stimolare il settore edile” ha ottenuto l’unidicesima proroga annuale consecutiva”….prorogato quindi “l’ampliamento fino al 20% degli edifici residenziali e un premio volumetrico fino al 35% degli interventi di demolizione e ricostruzione o delocalizzazione degli edifici situati nelle aree a rischio sismico, idrogeologico e vulcanico” In Campania quasi ovunque“. (da Il Fatto Quotidiano 24 12 2020)
(12)Vedi PROGETTO DI LEGGE D’INIZIATIVA DELLA GIUNTA REGIONALE MISURE URGENTI PER PROMUOVERE LA RIGENERAZIONE URBANA DEI CENTRI STORICI, FAVORIRE GLI INTERVENTI DI QUALIFICAZIONE EDILIZIA CHE BENEFICIANO DELLE AGEVOLAZIONI FISCALI DI CUI ALL’ARTICOLO 119 DEL DECRETO-LEGGE 19 MAGGIO 2020, N. 34 E RECEPIRE LE NORME DI SEMPLIFICAZIONE IN MATERIA DI GOVERNO DEL TERRI- TORIO DI CUI AL DECRETO-LEGGE 16 LUGLIO 2020, N. 76 scarica bollettino 17 novembre 2020
Articolo 34 Misure per accelerare la conclusione dell’istruttoria dei condoni edilizi pendenti
1. Con atto di coordinamento tecnico ai sensi dell’articolo 12 della legge regionale n. 15 del 2013, sono definite modalità semplificate per la celere conclusione dell’istruttoria delle pratiche di condono edilizio giacenti presso le amministrazioni comunali, nel pieno rispetto della disciplina vigente. L’atto di coordinamento tecnico stabilisce altresì criteri uniformi per la regolarizzazione e integrazione della documentazione presentata, per la correzione dell’errata rappresentazione degli immobili oggetto della concessione in sanatoria, per il ricalcolo delle oblazioni dovute e per superare ogni altra carenza documentale che ostacoli la definizione dei medesimi procedimenti.
2. Fatta salva la diversa disciplina regionale prevista dall’articolo 27, comma 6, lettera b), della legge regionale n. 23 del 2004 per la definizione agevolata delle violazioni edilizie di cui al decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269 (Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell’andamento dei conti pubblici), convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, l’attestazione dell’avvenuta formazione del silenzio assenso sulle istanze di sanatoria edilizia presentate ai sensi dei Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47 (Norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia. Sanzioni amministrative e penali) e dell’articolo 39 della legge 23 dicembre 1994, n. 724 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica) è rilasciata entro sei mesi dalla presentazione di apposita istanza della parte interessata, se non ricorre alcuno dei seguenti casi ostativi:
a) la mancata presentazione, entro il termine stabilito dalla legge, della documentazione prescritta, ivi inclusa la carenza di rappresentazione fotografica dell’immobile che non renda possibile la valutazione dell’abuso rispetto alla preesistenza;
b) l’accertamento di rilevanti omissioni o inesattezze riscontrate nella domanda di condono o della falsità della documentazione di cui alla lettera a);
c) l’omesso pagamento degli oneri dovuti;
d) il contrasto con vincoli che comportino l’inedificabilità assoluta degli immobili;
e) la carenza del parere favorevole dell’autorità preposta alla tutela del vincolo, per le opere eseguite su aree soggette a vincolo paesaggistico, anche apposto successivamente alla realizzazione delle opere da sanare.
3. L’atto di coordinamento di cui al comma 1 stabilisce i contenuti delle istanze di cui al comma 2, la data a partire dalla quale le stesse possono essere presentate e la modulistica relativa alle medesime istanze e alle attestazioni comunali.
(17)Ma vogliamo ricordare che nel 2015 il Sindaco Nardella volò a New York per presentare il progetto Invest in Florence, Investire a Firenze, descritto sul sito comunale come “un’operazione di marketing territoriale che il Comune di Firenze ha ideato volta ad attrarre risorse ed a favorire la riconversione di aree ed immobili dando la massima visibilità alle opportunità presenti sul territorio, da destinare a nuovi e più funzionali scopi” (> leggi tutto sulla pagina) le schede e la presentazione sono aggiornati al febbraio 2020
(18) da wikipedia La Valutazione ambientale strategica (VAS) è un processo finalizzato ad integrare considerazioni di natura ambientale nei piani e nei programmi di sviluppo, per migliorare la qualità decisionale complessiva. In particolare l’obiettivo principale della VAS è valutare gli effetti ambientali dei piani o dei programmi, prima della loro approvazione (ex ante), durante ed al termine del loro periodo di validità (in-itinere, ex post). Ciò serve soprattutto a sopperire alle mancanze di altre procedure parziali di valutazione ambientale, introducendo l’esame degli aspetti ambientali già nella fase strategica che precede la progettazione e la realizzazione delle opere. Altri obiettivi della VAS riguardano sia il miglioramento delle informazioni fornite alle persone sia la promozione della partecipazione pubblica nei processi di pianificazione-programmazione.(> leggi tutto)
(20) scrive l’associazione IDRA onlus il 18 dicembre 2020 nell’articolo A proposito… che fine ha fatto poi a Firenze quella teleferica di servizio al resort Lowenstein? …Il danno principale nella gestione di tutta questa operazione sembra essere proprio quello democratico. Con la procedura accelerata della Variante ‘semplificata’ si sono ridotti da 60 a 30 – in piena era Covid – i giorni a disposizione dei cittadini, lasciati privi di informazione e di strumenti di partecipazione alle scelte, per formulare osservazioni, suggerimenti, proposte. Se poi aggiungiamo che a Palazzo Vecchio si è inteso cancellare anche l’estrema possibile finestra di intervento, quella della procedura di valutazione ambientale strategica, si capisce che il cittadino non ha avuto davvero la percezione di un’amministrazione amica.
1 Responses to Caso Nardella/Montanari, ci riguarda
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