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Apriamo Piazza Vittorio e l’Esquilino!

La grande foto di Piazza Vittorio 2016 (foto ambm)

Un gruppo di cittadini del rione Esquilino ha inviato una diffida alla sindaca Virginia Raggi, al corpo di Polizia locale di Roma Capitale, al Prefetto di Roma, alla Questura, al I Municipio, all’Ama, chiedendo di intervenire riguardo la situazione sotto i portici di piazza Vittorio, occupati dai clochard che vi trovano riparo (1). Con l’azione legale si chiede di applicare il nuovo regolamento di Polizia urbana in vigore dal 2019 che prevede l’adozione di specifiche misure per evitare bivacco e degrado (2). Pubblichiamo la risposta di un altro gruppo di Abitanti e residenti dell’Esquilino.

(Da Il Manifesto 4 febbraio 2021) Siamo residenti e abitanti che vivono e attraversano l’Esquilino, luogo di passaggio fra un centro storico svuotato di abitanti e il resto della città. Terreno di conflitto dunque, non immune dai problemi del centro: molti condomini sono pieni di Airbnb, case-vacanze, dormitori affollati in affitto, se non totalmente vuoti, e – fatte le dovute differenze – non immune dai problemi delle periferie abbandonate dalle istituzioni. In questo contesto, diverse associazioni e movimenti si impegnano per rendere il quartiere e la città meno violenta.

La diffida – firmata da tante e tanti con le migliori intenzioni – non è riuscita e non riuscirà a risolvere i problemi della percezione dell’insicurezza, effetto delle campagne di alcuni media e della propaganda elettorale della destra.

La diffida non si è posta il tema della situazione abitativa che affligge tutta la città e, in particolare, le persone che abitano i portici di Piazza Vittorio. Né si è posta il tema di contribuire ad arginare la povertà sistemica, ancora più acuita dalla pandemia attuale, se non con alcune individuali forme di carità, che suppliscono ma non risolvono i veri problemi. Così come non si è posta il tema dello spazio pubblico in modo rispettoso della dignità di tutti – con l’adeguata cura psicologica, attenzione ai bisogni individuali, al benessere e al reddito delle persone. Purtroppo, a partire da alcuni temi presenti – e ingigantendone altri -, la diffida formula delle richieste incentrate su un approccio meramente securitario.

Se inizialmente alcuni tra i suoi estensori si sono impegnati in prima persona nel cercare soluzioni adeguate, una volta finito il clamore, a presidiare i portici sono rimaste le forze dell’ordine – in quantità invero sproporzionata rispetto alla già ingente presenza nel quartiere. Purtroppo, da alcuni, gli stranieri sembrano essere accolti e rispettati come esseri umani solo se turisti e benestanti. Non da oggi, le forze dell’ordine, supportate da parte della cittadinanza e dei media, si concentrano contro le persone senza reddito e razzializzate.

Non sono i poveri, che bisogna combattere, ma i processi di impoverimento che li generano. Bisogna senz’altro denunciare l’insufficienza della macchina amministrativa, la progressiva erosione delle risorse destinate al welfare, il ritardo perenne del governo della città, della
mobilitazione dell’opinione contro senza tetto e migranti, gli interessi della rendita immobiliare e della destra radicale.

Dobbiamo pensare tanto al Rione, quanto alla città: casa e welfare in generale, percorsi individualizzati per senzatetto – già in parte attivi nel I Municipio -, apertura e sostegno ai centri culturali e sociali della zona, in particolare. Dovremmo attivarci in percorsi di partecipazione civica e chiedere più risorse, al welfare, per creare luoghi aperti e iniziative che generino socialità e condivisione, per riaprire i molti negozi sfitti e dotarli di maggiore illuminazione, nella piazza e nelle vie limitrofe. Bisogna accrescere la capacità di sostenere le diverse domande di città pubblica, offrendo più servizi per tutte le componenti sociali – a partire da dei bagni pubblici dove potersi lavare e dove poter andare dopo l’orario di chiusura del parco. È urgente favorire processi in grado di generare servizi e iniziative aperti alla diretta partecipazione di bambini, giovani e adulti, che domandano cultura, ambienti pubblici per il tempo libero e la socialità, spazi di co-working.

Incontriamo i tanti studenti che studiano qui, ripensiamo il mercato, via Giolitti e le ferrovie laziali in un unico grande spazio pubblico, creiamo una Biblioteca, rilanciamo l’Apollo 11 e l’Ambra Jovinelli, apriamo tutte le scuole (non solo la Di Donato) al quartiere. Riuniamoci nei nuovi bei giardini, potenziamo la rete solidale che anima i portici e apriamo ancora e come sempre Piazza Vittorio e l’Esquilino!

Per discutere di questi temi vi aspettiamo intanto venerdì 19 Febbraio negli spazi del mercato, nel cortile della facoltà di Scienze della Formazione dell’università Roma Tre, in occasione della presentazione della ricerca Esquilino/Esquilini.

4.2.2021

abitantiresidentiesquilino@gmail.com

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

Materiali

Movida, decoro, sicurezza urbana: il bisogno di ripoliticizzare la questione a partire da Roma di minima&moralia pubblicato domenica, 31 Gennaio 2021 di Christian Raimo

NOTE

(1) ROMA TODAY Piazza Vittorio, 500 cittadini diffidano Virginia Raggi: “Portici nel degrado, situazione invivibile”
„nel rione Esquilino i cittadini diffidano la sindaca Virginia Raggi perché ripristini il decoro sotto i portici di piazza Vittorio, occupati dai clochard che cercano disperatamente un riparo. Con l’azione legale si chiede di applicare il famoso regolamento di Polizia urbana che prevede l’adozione di specifiche misure per evitare bivacco e degrado.“ https://www.romatoday.it/politica/esquilino-piazza-vittorio-clochard-diffida.html

(2) Il nuovo Regolamento della Polizia Urbana può scaricare qui.

La diffida si appella al comma 2 dell’articolo 4 del Regolamento urbano:

in caso di comportamenti tenuti in violazione del divieto di bivacco di cui al 1° comma, lett. b), commessi all’interno di una delle aree indicate nell’articolo 20 e perimetrate nell’allegato A del predetto Regolamento (ove rientra l’Esquilino), costituendo gli stessi impedimento alla fruizione delle medesime aree, si applicano oltre le sanzioni di natura pecuniaria anche le sanzioni e le misure di cui all’art. 9 del D.L. 20 febbraio 2017 n.14, ovvero l’allontanamento dal luogo in cui il fatto è stato commesso

e alla nuova formulazione del concetto di bivacco

il bivaccare, intendendosi per “bivacco” lo stazionare in luogo pubblico in modo scomposto e/o contrario al decoro, nonché sedersi anche consumando cibi e/o bevande, sui beni del patrimonio storico, artistico, archeologico e monumentale (fontane e scalinate di pertinenza, reperti archeologici) e sul suolo pubblico (vie, vicoli, piazze) o privato (soglie di entrata di civili abitazioni e di esercizi commerciali) anche intralciando il passaggio o recando qualsivoglia disagio e, comunque, al di fuori degli spazi all’uopo attrezzati e consentiti per la somministrazione

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