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Continua il percorso dei nuovi poteri a Roma Capitale, senza alcun dibattito con la città

Titolano i giornali oggi 26 maggio 2022 che la riforma per i poteri di Roma Capitale è molto vicina: secondo Il Tempo dovrebbe arrivare in aula alla Camera il 20 giugno prossimo. Il testo è stato predisposto dai relatori Annagrazia Calabria (FI) e Stefano Ceccanti (Pd) sulla base di quattro proposte di legge, riassunte due articoli. (> vai alla pagina con il testo (1).

Il primo prevede che all’articolo 114 della Costituzione-“Roma è la Capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento“- sia aggiunto un comma, “Roma Capitale dispone di poteri legislativi definiti nelle materie di cui all’articolo 117, terzo e quarto comma(2) . Tutte quelle di competenza esclusiva delle Regioni e quelle di competenza concorrente tra Stato e Regioni esclusa la sanità e “altre materie stabilite d’intesa con la Regione Lazio e lo Stato (3). Il secondo stabilisce che “il trasferimento dei poteri legislativi” a Roma Capitale “decorre dopo due anni dall’entrata in vigore della presente legge costituzionale“.

Il 23 maggio si è tenuta la Commissione capitolina Statuto Innovazione Tecnologica con ODG: “Discussione sul testo della proposta di legge “Modifica all’articolo 114 della Costituzione, in materia di ordinamento e poteri della città di Roma, capitale della Repubblicaaperta dall’ intervento del Sindaco Gualtieri (4) che ha parlato di tre binari complementari su cui sta viaggiando l’acquisizione di nuovi poteri per Roma Capitale. Il primo è la legge costituzionale che sta appunto per approdare in parlamento, ma che per la complessa procedura di approvazione ha un orizzonte di attuazione più lungo, mentre gli altri due potrebbero invece attribuire poteri e competenze (e finanziamenti) in un arco di tempo assai più breve: un intervento di natura legislativa, sulla base del citato comma dell’art. 114, e una legge regionale – da tempo è stato avviato un lavoro bilaterale di Roma Capitale – Regione Lazio – per il trasferimento di alcune competenze dalla Regione a Roma Capitale. In particolare, riferisce il Sindaco, “la disponibilità espressa dal Presidente della regione Lazio Zingaretti di adottare norme che disciplino più specificamente materie  di propria spettanza volte a  conferire  a Roma maggiori poteri“.

E il Sindaco sottolinea più volte l’importanza che la Capitale acquisisca poteri legislativi e, “per fare un esempio di quanto la dimensione legislativa possa essere rilevante“, cita il “recente “Decreto aiuti” del Governo, che con un intervento di tipo legislativo attribuisce, in  questo caso al commissario [al Sindaco stesso NDR] una competenza molto importante come quella che riguarda il regime dei rifiuti“, anche se specifica che “si tratta naturalmente di una competenza di un commissario“, “quindi di una cosa diversa“. Ma la strada che si vuole intraprendere con il passaggio di nuovi poteri a Roma Capitale ci sembra andare nella stessa direzione, come quando parla di: “una responsabilizzazione per Roma a fare meglio, attraverso un insieme di misure che riguardano anche la semplificazione delle  procedure burocratiche, la razionalizzazione di atti e provvedimenti“, e, più avanti, del “grande  tema  della programmazione e della realizzazione delle  opere pubbliche, per cui occorre consentire a Roma di poter contare su procedure certe nei tempi e negli esiti, e quindi con riferimento all’approvazione dei progetti,  alla realizzazione dei lavori, occorre un  meccanismo che eviti il rischio che autorizzazioni, visti, pareri e nullaosta blocchino opere di interesse prioritario per la Capitale“.

Un leitmotiv, quello della semplificazione delle procedure, che per quanto condivisibile sul piano generale, ci spinge a essere vigili nelle sue applicazioni particolari, soprattutto per il rischio che il travaso di poteri regionali diventi una gestione solipsistica di decisioni e procedure su temi molto delicati, come appunto quello dei rifiuti (5) e dell’urbanistica.

Uno scenario da monitorare anche rispetto alla trasparenza e alla partecipazione dei cittadini, che sono i grandi assenti dal dibattito sull’ordinamento di Roma ( e dei Municipi), un tema cruciale per la città, che finora è rimasto confinato nelle audizioni parlamentari e nelle commissioni capitoline, oggetto di confronto e trattativa tra istituzioni e tra forze politiche, senza alcuna risonanza pubblica.

Ci auguriamo che il Sindaco Gualtieri e la sua maggioranza rispolverino le promesse elettorali e si facciano carico dell’informazione e della consultazione della cittadinanza: la partecipazione non è un pranzo di gala ma è il termometro della qualità di un’Amministrazione. E’ vero che ormai i romani pur di vedere risolti gli annosi problemi della Capitale, a partire dai cassonetti debordanti e maleodoranti, sono disposti ad accettare tutto. Ma un governo della città che cala dall’alto decisioni prese nelle segrete stanze non è esattamente quello che era stato ventilato fino a qualche mese fa.

(In calce la trascrizione integrale dell’intervento del Sindaco Gualtieri alla Commissione).

Anna Maria Bianchi Missaglia

Post scriptum: ci auguriamo che oltre ai poteri Roma Capitale acquisisca dalla Regione anche i “doveri”, come quello di pubblicare le proposte di legge prima dell’approvazione (e anche il resoconto stenografico delle sedute del Consiglio, che permette un vero accesso agli interventi) , due richieste che da tempo avanziamo a tutte le amministrazioni che si sono succedute (anche all’attuale, vedi Le richieste Per una città pubblica trasparente)

post scriptum 2: Il Presidente della Commissione Corbucci nel suo intervento parla di un Dossier sul tema che mette a disposizione dei colleghi consiglieri. Ma perchè non pubblicarlo sul sito istituzionale, mettendolo a disposizione di tutti i cittadini?

Intervento Sindaco Gualtieri a Commissione su riforma ordinamento Roma Capitale 23 5 2022

Buongiorno,  ringrazio la Commissione di Roma Capitale per questa opportunità di confronto un tema di così grande rilevanza, soprattutto in un momento così importante:  come sapete ci troviamo in un momento abbastanza cruciale della discussione sul regime giuridico di Roma Capitale,  una questione strategica non solo per Roma ma per tutto il Paese, vista l’incompiutezza del regime giuridico attuale e soprattutto il fatto che come conseguenza di questo Roma non dispone di strumenti adeguati per il governo del suo territorio e per lo svolgimento delle sue funzioni di Capitale. Oggi c’è la possibilità di compiere dei passi avanti importanti e questo naturalmente richiede di non perdere questa opportunità di fare, di fare presto ma anche  di fare bene perché appunto non è solamente importante che si modifichi il regime giuridico attuale, ma anche che ciò sia fatto bene. Noi,  questa amministrazione, ha  scelto fin dall’inizio di affrontare questo tema insieme agli altri, di cercare di dare un carattere costituente a questa consigliatura,  come riportato nelle linee programmatiche approvate dall’assemblea capitolina, con il metodo della massima collaborazione istituzionale cioè con un rapporto di collaborazione molto stretto con il Governo, con il Parlamento, con la Regione Lazio e qui internamente, a Roma capitale, con il  dialogo e il confronto con tutte le forze rappresentate in Consiglio. Come sapete, c’è un testo oggi depositato presso la Commissione Affari costituzionali di riforma dell’articolo 114 e c’è poi anche un lavoro invece sull’attuazione del 114, cioè su un intervento di natura legislativa. Infine è anche in corso dopo l’annuncio  da parte di Zingaretti  e del sottoscritto di un lavoro bilaterale di Roma Capitale  – Regione Lazio per il trasferimento di alcune competenze della Regione a  Roma Capitale attraverso legge regionale.

Si tratta di tre strade che non vanno considerate in alternativa ma che sono tutte complementari una all’altra e che quindi, come avuto modo di dire anche durante l’audizione alla Commissione Affari costituzionali, sono complementari e sono fondamentali e vanno quindi perseguite tutte e tre. Per quanto riguarda la modifica del dettato costituzionale naturalmente essa ha lo scopo, come recita il testo base,  di attribuire funzioni legislative a Roma capitale, e questo naturalmente è un elemento importante, che io stesso ho ritenuto utile nella mia audizione, e che quindi rende importante e positivo il percorso di questo testo. Naturalmente il percorso di una riforma costituzionale, giustamente, è complesso, perché richiede dei passaggi parlamentari  rafforzati e quindi  è fondamentale che si parta con un testo che, diciamo,  che sia stato limato al meglio, proprio per evitare di dover ricominciare questo tragitto; quindi attualmente stiamo lavorando insieme alla Commissione Affari costituzionali perché con il voto degli emendamenti si arrivi al testo più efficace possibile,  soprattutto rispetto all’importante necessità di lasciare anche nel testo a legislazione ordinaria vigente –  lo è  ovviamente finché non cambia la Costituzione, ma è importante che anche politicamente questa base giuridica non venga eliminata e quindi si affianchi alle prerogative legislative, quella dell’ordinamento che oggi all’articolo 114 consente di disciplinare con legge dello Stato, è  molto importante che si faccia riferimento al tema delle adeguate  risorse finanziarie, perché poteri senza risorse rischiano di essere non esercitabili, persino controproducenti.  Infine è fondamentale che sia ben chiaro il ruolo di iniziativa di Roma Capitale rispetto alle competenze legislative che ritiene utile e possibile esercitare, fatto salvo giustamente come il testo base dice,  che non è pensabile – tanto è vero che il testo esclude la sanità e potenzialmente altre materie –  che tout court  Roma si trasformi in una regione come le altre; si tratta di capire quali competenze legislative,  affiancandosi ad altre forme di autonomie,  possono utilmente concorrere a ottimizzare il governo di Roma capitale,  e questo esattamente è il percorso che adesso  deve vedere un lavoro condiviso che deve essere di qualità,  deve raggiungere il massimo livello possibile di condivisione politica nella Commissione  Affari costituzionali,  perché il testo che inizia il suo percorso bicamerale rafforzato sia la prova di bomba.

Allo stesso tempo – per questo è utile che questa possibilità resti nel testo del futuro art. 114 –  che l’attuale comma 3 consente anche  interventi di tipo legislativo che disciplinino l’ordinamento, ed è comunque un ambito non minore, e, diciamo, questa competenza va ben oltre le materie che l’articolo 117 comma 2 lettera P assegna alla legge statale, cioè legislazione elettorale,  organi di governo, funzioni fondamentali, comuni, province,  città metropolitane, perché,  come si capisce intuitivamente, essendo queste materie già di competenza statale per tutti gli enti territoriali  diversi da Roma, è ovvio  che la previsione dell’art. 114 comma 3 intende fare qualcosa di più,  altrimenti sarebbe stata inutile, sarebbe stata una semplice ripetizione di un passaggio che già esiste in un altro articolo costituzionale.

Tra l’altro la disponibilità espressa dal Presidente della regione Lazio Zingaretti di adottare  norme che disciplino più specificamente materie  di propria spettanza volte a  conferire  a Roma maggiori poteri, è  un terzo canale, che oltre essere importante in sé –  basti pensare al tema dell’urbanistica su cui abbiamo discusso anche in un  convegno recente  –  aiuta anche nella specificazione delle materie di propria spettanza anche a superare quel certo grado di indeterminatezza dell’articolo 114,  e quindi è a sua volta complementare a un intervento di tipo  legislativo e non costituzionale significativo. Quindi noi abbiamo queste tre dimensioni:  quella costituzionale, quella legislativa e quella di legge  regionale, che non solo non sono in contraddizione, ma che si possono rafforzare reciprocamente;  quindi è molto importante che tutti i testi siano scritti avendo chiaro l’insieme di questi  interventi e consentano una riforma dell’ordinamento di Roma capitale di qualità, e nello stesso tempo evitino il rischio di limitarsi a rinviare a un futuro non troppo vicino la possibilità concreta di interventi per un rafforzamento della governance di Roma che oltre che necessaria è anche particolarmente  urgente. Per fare un esempio di quanto la dimensione legislativa possa essere rilevante, basti pensare al recente “Decreto aiuti” del Governo, che con un intervento di tipo legislativo attribuisce, in  questo caso al commissario, però una competenza molto importante come quella che riguarda il regime dei rifiuti, che chiaramente in una città della dimensione e dell’importanza di Roma Capitale si capisce  bene perché possa essere esercitato con  rapidità ed efficacia, attribuendo  quella competenza  a un  livello cittadino,  in questo caso è naturalmente una competenza di un commissario, quindi  stiamo parlando di una cosa diversa,  non confondiamo, dal punto di vista istituzionale, è importante però per fare degli esempi degli ambiti su cui questo lavoro  può portare dei risultati significativi; naturalmente la modifica costituzionale consentirebbe un ulteriore rafforzamento del regime di Roma Capitale  proprio attraverso un’attribuzione di funzioni legislative, che sono di tipo diverso rispetto  a quelle di cui abbiamo fatto riferimento, per quanto riguarda l’urbanistica e rifiuti , ma possiamo parlare di tanti altri ambiti, dal  turismo al governo del territorio,  ma che sono competenze molto forti e molto significative.

Allora, perché tutto questo sia necessario credo sia abbastanza evidente, e forse è opportuno anche superare la semplice definizione di questo tema sulla base della richiesta di maggiori e più ampi poteri, noi penso che dobbiamo abbiamo avere in mente non tanto questo, quanto un approccio differenziato, che prenda sul serio quanto indicato nell’articolo 118 della Costituzione che sancisce il principio di differenziazione e non è che trasforma Roma in una regione,  questo principio,  ma ci consente di capire e comprendere che un comune,  una città come Roma, è  evidentemente diversa  da comuni  di  dimensioni e funzioni diverse, minori,  e quindi richiede un regime specifico cioè la chiave per noi è il i concetto di differenziazione; e questo riguarda non solo i poteri ma anche la dotazione finanziaria che oggi sapete è problematica sotto alcuni ambiti, come la spesa per il  personale, che vede Roma ricevere 333 € per abitante contro ad esempio i 704 di Milano,  o il tema del trasporto pubblico locale, e  tutto ciò di fronte al peso demografico ufficiale di circa 2.800.000 residenti,  ma anche al fatto che Roma ha una doppia unicità: non solo è la capitale del Paese, e come tale svolge funzioni aggiuntive che non si svolgono in nessun altra città italiana,  ma  Roma, non solo per il suo essere la capitale ma anche per il suo essere al centro di un’area vasta, ,l’unica città al mondo che ha dentro i suoi confini  un altro Stato, per essere un  centro mondiale della cristianità per essere una meta turistica di grandissimo rilievo è  una città in cui  le persone che quotidianamente vengono in città sono molto di più dei residenti;   una recente stima della Camera di Commercio, studio molto analitico, conta le persone presenti quotidianamente in città in 4 milioni e mezzo di persone, sensibilmente di più dei 2.800.000 residenti.

Quindi tutto questo rende fondamentale non disgiungere mai il tema dei poteri in senso astratto dal tema delle risorse; non esiste nulla di più controproducente di avere poteri senza risorse sottostanti,  risorse e poteri devono andare di pari passo, e questo è un tema che io sottolineo particolarmente  nel corso di un processo di riforma come questo.  Io però non mi limito a riferirmi al tema delle risorse come più risorse, punto; secondo me l’approccio  che noi stiamo cercando e che ho illustrato nella mia audizione  è quello di un accordo  tra Stato e  Roma Capitale, una sorta di contratto di servizio che i due enti adottano allo scopo di favorire un pieno adempimento delle funzioni  di capitale e al tempo stesso consenta di migliorare la qualità dell’azione amministrativa e dei servizi che Roma offre alla collettività nazionale, con ricadute per l’intero Paese;  non tanto di più,  dare di più a Roma ma consentire a Roma di fare meglio;   anche una responsabilizzazione per Roma a fare meglio, attraverso un insieme di misure che riguardano anche la semplificazione delle  procedure burocratiche, la razionalizzazione di atti e provvedimenti;  ci sono tantissimi possibili esempi,  io ho fatto alla Camera l’esempio del Tevere,  che vede oggi  nella sua manutenzione e negli eventuali interventi di valorizzazione  coinvolte una pluralità di soggetti statali regionali e locali che rendono  difficile fare del fiume una leva di sviluppo  di coesione sociale, superando il modello di frammentazione delle competenze; oppure c’è il grande  tema  della programmazione e della realizzazione delle  opere pubbliche, per cui occorre consentire a Roma di poter contare su procedure certe nei tempi e negli esiti, e quindi con riferimento all’approvazione dei progetti,  alla realizzazione dei lavori occorre un  meccanismo che eviti il rischio che autorizzazioni, visti, pareri e nullaosta blocchino opere di interesse prioritario per la Capitale; quindi fare meglio implica anche che l’intervento del legislatore nazionale  potrebbe prevedere non solo lo spostamento di  funzioni a Roma ma anche, in alcuni casi, lo spostamento in  capo allo Stato di alcune funzioni di Capitale, penso al tema della manutenzione delle grandi vie di comunicazione, in questo caso mi riferisco al successo, il risultato di un emendamento parlamentare che ha consentito di avvalersi del contratto di  programma  TRANS e MIMS  per la  manutenzione di alcuni tratti urbani delle grandi  consolari, è un modello che vorremmo estendere, a  partire dal Giubileo,  valorizzando la capacità di ANAS  di svolgere bene con efficienza  lavori di  manutenzione della grande viabilità di Roma.

Sono casi questi che ben rappresentano la necessità di un regime differenziato per Roma anche attraverso l’esercizio della funzione legislativa statale,  e quindi in questo quadro noi immaginiamo che tutti i tre i binari procedano in modo coordinato: innanzitutto il lavoro della legge regionale –  su cui si sta andando avanti molto bene, e ringrazio davvero il presidente Zingaretti per il positivo impegno –  l’altro, l’utilizzo della delega legislativa e dello strumento legislativo previsto dalla Costituzione attuale che consentirebbe fin da subito un conferimento di alcune competenze oggi statali a Roma Capitale, per step successivi in un orizzonte temporale breve,  perché l’importanza di usare in parallelo tutti e tre gli strumenti  non  è solo quello della  coerenza ma anche la possibilità di avere risultati  anche in tempi rapidi e poi c’è naturalmente la stessa riforma costituzionale che costituirebbe il coronamento di un percorso condiviso, con la sua entrata in vigore e con  i suoi effetti che non possono che essere differiti nel tempo,  ma coronamento di  un percorso condiviso trasparente efficace, il cui merito sarebbe ascrivibile a tutte le situazioni interessate,  diventerebbe patrimonio comune del Paese e della città.

Concludo signor presidente con un appello che tutti noi sentiamo la responsabilità di questo passaggio, la sua importanza per vincere le sfide impegnative che abbiamo davanti a noi,  e l’importanza di un coinvolgimento attivo dell’Assemblea capitolina, a partire dall’impegno di questa Commissione, e nello spirito di un dialogo con il governo, con la  regione e con tutte le forze politiche rappresentate in parlamento che sono ora  impegnate nella limatura del testo di riforma costituzionale. Siamo in un passaggio cruciale, vi ringrazio dell’attenzione,   da parte mia non mancherò di mantenere costantemente informato il Consiglio tramite questa commissione.  Sono fiducioso che tutti insieme potremmo finalmente dotare la Capitale di un una governance adeguata al suo ruolo, alle sue funzioni alle sue potenzialità.  Grazie

> Guarda la registrazione della Commissione, con l’intervento introduttivo del Presidente Corbucci e il dibattito dei consiglieri

(> Vai a Modifiche dell’ordinamento di Roma Capitale – aprile 2022)

ì26 MAGGIO 2022

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

NOTE

(1) vedi Ordinamento e poteri di Roma Capitale, la Commissione della Camera ha adottato il testo base della riforma costituzionale Pubblichiamo il testo approvato il 19 aprile 2022 dalla I Commissione Affari costituzionali della Camera, in sede referente, che modifica l’ordinamento e i poteri di Roma Capitale. 23 Aprile 2022 Continua#

(2) Art. 1 Il secondo periodo del terzo comma dell’articolo 114 della Costituzione è sostituito dai seguenti: «Roma Capitale dispone di poteri legislativi definiti nelle materie di cui all’articolo 117, terzo e quarto comma*, esclusa la tutela della salute e le altre materie stabilite d’intesa con la Regione Lazio e lo Stato, secondo legge dello Stato approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti. Roma Capitale può conferire con legge le proprie funzioni amministrative a municipi. La legge dello Stato, sentiti gli enti interessati, stabilisce forme di coordinamento tra la Regione Lazio e Roma Capitale.». (…)

(3) art. 117

COMMA 3: Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei princìpi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.

Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.

(4) vedi la registrazione della Commissione, con l’intervento introduttivo del Presidente Corbucci e il dibattito dei consiglieri)

(5) vedi Il testo del Decreto legge che conferisce al Sindaco poteri speciali per la Gestione dei rifiuti a Roma 25 maggio 2022

Rifiuti, poteri speciali o superpoteri? Da sempre come Carteinregola ci battiamo contro i poteri speciali che possono derogare alle leggi ordinarie, spesso poste a tutela dell’ambiente, dei beni culturali, e anche della salute e della sicurezza …-2 Maggio 2022Continua#

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