Carteinregola implementa informazioni e propone alcune riflessioni sulle vicende legate al Fosso delle Tre Fontane e all’edificazione I-60, che non investono solo l’ambiente e il territorio, ma anche la serietà delle istituzioni e il rispetto delle regole.
> vai alla Vicenda “collegata” del Parco di Tor Marancia
25 luglio 2104 REPUBBLICA Edilizia, accusa di danno ambientale: sequestrato il Fosso delle Tre Fontane Sigilli a una parte del cantiere di via Giuseppe Berto, a Tor Marancia, ricadente nella convenzione edilizia denominata Grotta Perfetta. Lavori sospesi e ripristino dello stato naturale dei luoghi. Sei avvisi di garanzia diretti a tre dirigenti del Comune di Roma
25 luglio 2014 NOTA DI CARTEINREGOLA: siamo fiduciosi nell’opera della magistratura e aspettiamo di sapere le motivazioni del GIP. Potrebbe essere la conferma di quanto da tempo affermano i comitati e il Municipio, ma potrebbe trattarsi del frequente caso in cui la verità giudiziaria (un vincolo mai rimosso) prevale sulla verità concreta (un fosso che non esiste più). Lasciamo aperta l’ipotesi perchè in questi mesi abbiamo fatto vari sopraluoghi, anche durante le “bombe d’acqua” , e non abbiamo mai visto un fosso all’altezza del cantiere in questione. Invece recentemente abbiamo scoperto che all’origine del canale acquitrinoso che si trova a valle del cantiere, c’è un tubo di plastica di circa 20 cm di diametro come quello degli impianti idraulici domestici , che spunta da sotto via Ballarin e butta acqua in continuazione (sarebbe interessante fare un’analisi per verificare se proviene dall’acquedotto) (> vedi sotto)
AGGIORNAMENTO 7 LUGLIO 2014: abbiamo individuato un tubo di plastica arancione che spunta da sotto via Ballarin, all’altezza di Via Berto, nel tratto dove tra la strada sopra i pilastri e il parco sottostante c’è uno sbalzo di vari metri. Dal tubo l’acqua scorre continuamente, e alimenta il fosso di acqua stagnante a valle. A monte, anche nel tratto precedente, non c’è traccia di fossi né di acqua…
GUARDA IL VIDEO
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L’area tra Via di Grotta Perfetta e Via Ballarin, a fianco del Parco di Tor Marancia
L’ANTEFATTO E’ difficile riuscire a capire come stanno le cose in quell’area di fronte al Parco di Tor Marancia, XI Municipio: da una parte c’è il Consorzio Grottaperfetta, che dovrebbe costruire 400 mila metri cubi di palazzi per 3.500 abitanti, come parziale “compensazione” per aver ceduto al Comune un’ampia superficie destinata a parco pubblico vicino al Parco dell’Appia, appunto il Parco di Tor Marancia; dall’altra il Comitato I-60, cittadini e consiglieri municipali che si battono strenuamente contro la “colata di cemento”.
Capitoli precedenti della storia (i più recenti), il sequestro da parte della Procura dell’area del parco (zona nord di Via di Grotta Perfetta) per presunte irregolarità nell’esecuzione dei parcheggi e dell’area giochi denunciate dal Corpo Forestale (vedi nostro articolo del 27/11/2013 e successivi) e il sequestro operato dalla Polizia di Roma Capitale per conto del Presidente dell’ VIII Municipio Catarci e del suo assessore all’urbanistica Massimo Miglio nel febbraio scorso, questa volta del cantiere del complesso in costruzione (tra Via di Grotta Perfetta e Via Ballarin), per il mancato rispetto della distanza degli interventi dal fosso delle Tre Fontane, un corso d’acqua vincolato, con divieto di edificazione per un’area fino a 150 metri dal fosso, che secondo il Municipio e i comitati era stato da poco interrato (o almneo, così risulta dai resoconti giornalistici). Sequestro poi confermato dalla Procura, che ha aperto un’indagine. Ma il Comune, in particolare il Dipartimento all’Urbanistica, afferma con sicurezza che il fosso è interrato da anni: “i sopralluoghi effettuati hanno messo in luce la presenza di infrastrutture che hanno sostituito la funzione idraulica del Fosso ormai da diversi anni“. Il 23 aprile scorso la Giunta Regionale del Lazio ha approvato una delibera che abolisce alcuni vincoli relativi a corsi d’acqua della Regione, tra cui quello del Fosso delle Tre Fontane, “in seguito alla ricognizione e alla rettifica del vincolo paesaggistico dei corsi d’acqua e relativa fascia di protezione, nella Tav. B del P.T.P.R. adottato, sulla base delle richieste presentate dalle Amministrazioni comunali“. Mossa che ha suscitato molte critiche tra comitati locali e associazioni come Italia Nostra. L’ Assessore alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale Caudo dal canto suo ha dato la sua disponibilità a mostrare la documentazione in possesso del Dipartimento Urbanistica, in un incontro sollecitato da Carteinregola che sarà organizzato a breve con alcuni rappresentanti dei comitati interessati. Carteinregola ha anche effettuato un sopraluogo il 27 maggio: “a vista” (e dalla documentazione fotografica qui di seguito) si direbbe che il Fosso, nel tratto in corrispondenza del cantiere, sia sicuramente interrato da un bel pezzo…
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CRONOLOGIA (in basso i post meno recenti)
Il mistero si infittisce: il Mibact in data 16 giugno (scarica la nota mibac fosso delle tre fontane a proposito della Delibera Regionale di rettifica del PTPR (> vedi articolo La vicenda del Fosso tre Fontane ) afferma invece l’assenza di errori nel PTPR e la persistenza del vincolo.
Tuttavia in un sopraluogo da noi effettuato il 18 giugno, il giorno dopo le abbandanti piogge cadute sulla Capitale, abbiamo constatato che una parte del ” fosso”, quello sotto via Ballarin, a valle dell’area I-60, effettivamente era piena d’acqua, anche se più che canale di scolo sembrava una grande pozzanghera, dato che , avanzando verso il tratto in corrispondenza dell’I-60, non c’era più acqua (vedi foto sotto, purtroppo sfocata). E poco dopo l’avallamento finisce dietro i muraglioni di sostegno della strada, da un lato, e al dislivello coperto di vegetazione dall’altro. A questo punto diventa urgente un chiarimento: si mettano tutte le carte in tavola – Mibact- Regione – Comune – Municipio – per capire, una volta per tutte, qual’è la “verità”. E se le verità fossero due, come spesso capita, con incongruenze tra la “verità delle carte” e la “verità della realtà”, si decida – pubblicamente – quale sia la cosa giusta da fare.
> vai all’articolo di Repubblica 18 giugno 2014 “Area vincolata”: Franceschini ferma la colata di cemento sull’Agro romano Sigilli al cantiere dove dovrebbe sorgere un nuovo quartiere da 5.000 abitanti, indaga la procura: “Tutelare il Fosso delle Tre Fontane” di MAURO FAVALE
Via Ballarin: poco oltre le strisce pedonali incomincia la barriera a protezione dell’improvviso dislivello di vari metri lungo la strada
29 maggio 2014 In seguito a un nostro sopraluogo nell’area sequestrata, non abbiamo trovato traccia di fossi a vista,ma abbiamo riscontrato un notevole dislivello tra la quota del terreno lungo il tratto di Via Ballarin all’altezza dell’area dell’I-60 e quella dell’area successiva, in corrispondenza del complesso scolastico di Via Giuseppe Berto, dove la strada è su viadotto e sul versante verso il parco e è stata posizionata un’alta barriera per evitare incidenti.
Immagine ripresa attraverso la barriera del parco posto sotto il livello stradale all’altezza delle scuole di Via Giuseppe Berto
Il tratto che corrisponde al cantiere, dove sono stati posti i “sigilli” del sequestro, è invece separato dalla via da un semplice muretto, poichè la terra e la vegetazione sono all’altezza del marciapiede.
Nessuna traccia visibile di fossi nemmeno più a monte, dove un muraglione di cemento armato divide la valletta dalle edificazioni sorte in Via Maestrelli/Via Bianchini.
da Via Ballarin verso i complessi edilizi di Via Bianchini/Via Maestrelli
Muraglione cemento verso via Bianchini
17 maggio 2014 La capitale dei conflitti:Interrata come il Fosso delle Tre Fontane? Non c’è traccia della DGR sui corsi d’acqua “irrilevanti ai fini paesaggistici” approvata il 23 aprile di Sergio Caldaretti scarica l’articolo articolo_interrata-come-il-fosso
15 maggio 2014 Asca Roma: Caudo, no fondamento notizie cambio progetto Fosso Tre Fontane In merito alle notizie apparse su alcuni organi di stampa che riguardano al Fosso denominato delle Tre Fontane, l’Assessore alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale Giovanni Caudo e gli uffici dell’amministrazione capitolina smentiscono ogni ricostruzione giornalistica sull’obbligo di modificare il progetto. La finalita’ della riunione tenutasi nella giornata di ieri era limitata ad ascoltare i rilievi del Municipio VIII sugli aspetti tecnici e procedurali della questione e ad individuare possibili percorsi procedurali per superare l’impasse. L’Assessore alla Trasformazione Urbana ribadisce che non c’e’ alcuna novita’ sul regime vincolistico del fosso delle Tre Fontane. Da gennaio l’Assessorato alla Trasformazione urbana e gli uffici del dipartimento hanno fornito ogni informazione utile al Municipio, hanno accolto l’audizione in Commissione Trasparenza, dove le tesi del Municipio sono apparse erronee, successivamente la Regione ha addirittura evidenziato che il Fosso non e’ tra quelli vincolati. I sopralluoghi effettuati hanno messo in luce la presenza di infrastrutture, che hanno sostituito la funzione idraulica del Fosso ormai da diversi anni, e che il Municipio ha continuato a negare. bet/sam/
14 maggio 2014 La Repubblica RomaCantiere Grottaperfetta supervertice in Campidoglio “Il progetto va modificato”La decisione del segretariato generale. “Deve essere rispettato il corso del Fosso delle Tre Fontane. I costruttori: “Nessun danno ambientale” PAOLO BOCCACCI scarica Repubblica Fosso Tre Fontane il progetto va modificato Rep.it del 14.05.14
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30 APRILE 2014 L’Assessore Caudo ha risposto nuovamente alle nostre richieste di approfondimento, confermando la sua disponibilità a mostrare la documentazione in possesso del Dipartimento Urbanistica. Carteinregola organizzerà quindi a breve un incontro con l’assessore, il cui video sarà messo on line insieme alla relativa documentazione. All’incontro saranno invitati anche alcuni rappresentanti dei comitati e di Italia Nostra
29 APRILE 2014 Essere o non essere. Il Fosso delle Tre Fontane dopo la Delibera Regionaledi Sergio Caldaretti e Rodolfo Tisi
Proseguiamo l’indagine sulla vicenda del Fosso delle Tre Fontane, avviata con l’articolo “Tutela sì, tutela no. Il Fosso delle Tre Fontane” (http://wp.me/p2prUx-i0). In questo secondo articolo ci riferiamo alla proposta di Delibera di Giunta Regionale, che ha l’obiettivo di eliminare il vincolo paesaggistico esistente su un tratto del Fosso; tratto che peraltro attraversa il sedime dell’area interessata dal progetto I-60. A quanto si apprende dal web, questa proposta è stata approvata il 23 aprile 2014. Un ulteriore elemento si aggiunge così alla vicenda, sollevando ulteriori polemiche e prese di posizione. La Magistratura indagherà e la vicenda probabilmente avrà un lungo sviluppo giudiziario, seguendo le possibili strade per fare ricorso. Intanto ci si chiede, soprattutto alla luce di venti anni di battaglie politiche sulla pubblicità dei corsi d’acqua e all’importanza che tale risorsa e tutto il suo ciclo comporta per l’umanità, quale tra le istituzioni coinvolte in questa vicenda abbia ottenuto un risultato positivo. Il nostro auspicio è che il Ministero dell’Ambiente svolga una seria indagine chiarifica-trice prima di avallare il provvedimento.
Link all’articolo: ARTICOLO_su proposta di DGR_Fsso delle Tre Fontane
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Il 23 aprile 2014 la Giunta Regionale del Lazio, ha approvato una delibera (> scarica la delibera giunta regionale vincoli fossi e fiumi) che abolisce alcuni vincoli relativi a corsi d’acqua della Regione, sia per “irrilevanza paesaggistica” sia – come per il Fosso delle Tre Fontane – in seguito alla ricognizione e alla rettifica del vincolo paesaggistico dei corsi d’acqua e relativa fascia di protezione, nella Tav. B del P.T.P.R. adottato, sulla base delle richieste presentate dalle Amministrazioni comunali. Tale delibera ha suscitato reazioni indignate da parte dei comitati e delle istituzioni municipali (si veda il Comunicato di Italia Nostra o le dichiarazioni di Catarci e Miglio (1), che accusano Regione e Comune di aver deliberatamente tolto il vincolo per permettere la cementificazione.
In realtà le cose sono un po’ più complesse, e come al solito, noi di Carteinregola cercheremo di separare la (comprensibile) opposizione alle edificazioni da parte dei cittadini, dalle illegittimità eventualmente commesse, separando i fatti dalle opinioni.
Perché in tutta la vicenda del Fosso, da come è stata raccontata da chi ha denunciato il danno ambientale e da come è stata riportata dalla stampa, è stato dato per scontato che il Fosso esista, ma noi non abbiamo trovato alcuna prova “oggettiva” di questo.
Soprattutto bisognerebbe appurare se il Fosso in quel tratto sia stato parzialmente interrato poco prima del sequestro, come sostenuto dal Municipio nelle interviste riportate dai giornali, come Repubblica del 12 febbraio: «I permessi poggiano
tutti sulla presunta avvenuta tombatura del fosso» spiegano il minisindaco Catarci e l’assessore Miglio «Invece il corso d’acqua è vivo e vegeto anche nell’area del cantiere dove in una serie di tratti è in corso l’interramento. Le sponde, nella parte attiva sono alte fino a cinque metri e nell’acqua che scorre ci sono molte specie” (2), o se sia stato interrato o tombato da molti anni, e se in questo caso sia corretto rimuovere il vincolo.
Dopo il sequestro del cantiere disposto dal Municipio, avevamo scritto all’Assessore Caudo, che ci aveva risposto personalmente assicurando che non esisteva alcun corso d’acqua nell’area dei lavori, dato che “le verifiche effettuate dal Dipartimento Programmazione ed Attuazione Urbanistica, hanno rilevato la veridicità degli atti prodotti … che ne decretavano la cessazione della sua funzione idraulica “ e che “il Fosso nel tratto prospiciente il programma urbanistico in questione è stato sostituito dal Collettore Tre Fontane già dal 1980” (3)
La mappa del WWF che nel 2006 ricostruisce il percorso del Fosso delle Tre fontane (in giallo la parte sotterranea)
Ma, al di là della parola dell’assessore – di cui peraltro non abbiamo motivo di dubitare – c’è tutta una serie di elementi da noi trovati che sembrerebbero confermarlo: su un sito del WWF (4), nel 2006 (quindi da una fonte “ambientalista” e molto prima di ogni possibile uso strumentale) abbiamo trovato una circostanziata ricostruzione del percorso del fosso (vedi sopra) con l’indicazione che – proprio nel tratto in corrispondenza delle aree di cantiere (primo tratto giallo a destra) – secondo l’autore del testo e delle foto, che abbiamo espressamente contattato dopo alcuni dubbi interpretativi sollevati da vari lettori, il fosso risultava “asciutto”, mentre ci è stato confermato che, almeno all’epoca, il WWF locale aveva rilevato l’esistenza “una risorgiva ed una sorgente, all’altezza del complesso scolastico di Via Berto, poste al di sotto di Via Ballarin, però garantiscono ancora l’esistenza di un ricco ecosistema fluviale in un tratto di questo fosso (tratto azzurro nella foto satellitare) . E anche uno sguardo alle mappe storiche di Istella, per quanto poco leggibili nel dettaglio, non sembrano evidenziare alcun fosso d’acqua (si veda in particolare la mappa del 2005) (5). E abbiamo anche raccolto indicazioni, che ci riserviamo di approfondire, sul fatto che il Fosso si troverebbe – in quel tratto – addirittura sotto Via Ballarin.
Se così fosse, la delibera che toglie il vincolo dal “Fosso di Tre Fontane” potrebbe essere stata accelerata proprio perché, avendo appurato che il Fosso è da tempo stato “intubato”, si è ritenuto necessario aggiornare la grafica del PTPR per consentire il prosieguo di lavori regolarmente autorizzati.
E qui torniamo al punto, posto fin dall’inizio: il fosso esiste o no? Quel tratto è stato tombato da anni o è stato interrato qualche settimana fa? Non dovrebbe essere difficile da appurare. Ci saranno documenti, foto, verbali di sopraluogo. Se si scoprirà che il Comune di Roma e la Regione hanno tolto la tutela a un bene esistente , dovranno risponderne davanti ai cittadini. Se invece è stato il Municipio a dare informazioni sbagliate, qualcuno dovrà fare marcia indietro e correre ai ripari.
Noi non ci accontentiamo delle tesi e delle parole, aspettiamo che qualcuno ci fornisca delle prove inoppugnabili e chiederemo al Presidente Catarci, all’assessore Miglio e all’Assessore Caudo di pubblicare tutte le carte in loro possesso.
Resta inteso che siamo lontani anni luce dalla mentalità “se sei contro il cemento devi schierarti per la tutela del fosso, se metti in discussione l’esistenza del fosso sei amico dei costruttori”. Come diceva Orwell, “nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”…
AMBM
Post scriptum: trattandosi di un tema delicato e controverso, pubblicheremo volentieri – come abbiamo sempre fatto – tutti i commenti critici, possibilmente corredati di dati e documenti a supporto, che ci verranno inviati.
(pagina in aggiornamento)
In acquisizione le perizie del Consulente tecnico d’Ufficio, Sapia, del PM Di Maio, che nel Giugno del 2015 ha dissequestrato l’area del fosso (sequestro richiesto dal Municipio) e la relazione del Consulente tecnico d’ufficio del Genio, Difesa, su incarico del TAR consegnata il 21 dicembre 2015
In quest’ultima, a pag.8 dsi afferma : “Nel tratto interessato nei provvedimenti gravati, quindi lungo via Aldo Ballarin all’interno del programma urbanistico Grottaperfetta, la traccia morfologica del Fosso non esiste.”
> Vai alla lettera inviata a Catarci da Anna Maria Bianchi il 27 agosto 2015
Partticolare di Google map attuale, Via Ballarin
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Per completezza di informazione inseriamo in download il minuzioso lavoro fatto da Sergio Caldaretti e Rodolfo Tisi: Tutela sì, tutela no. Il Fosso delle Tre Fontane
pubblicato il 7 aprile 2014 su www.lacapitaledeiconflitti.net articolo_fosso-delle-tre-fontane Tuttavia non comprendiamo come, partendo anche loro dal testo e dalla mappa pubblicata nel 2006 dal WWF (anzi, loro l’hanno trovata prima), diano per scontata l’esistenza del fosso “da tutelare paesaggisticamente” e soprattutto come possano escludere (ma l’articolo è precedente alla Delibera Regionale del 23 aprile 2014) che la rimozione del vincolo derivi non da una dichiarazione di ininfluenza paesaggistica ma – da come risulta nelle carte – dalla correzione di un errore di rappresentazione grafica. Infatti il loro stesso articolo si conclude con una cartina della zona, Tavola C24 (fig.6 del loro dossier, vedi sopra) , in cui il Fosso non appare nel reticolo idrografico, fatto che gli autori stessi – con grande onestà intellettuale – sottolineano, promettendo che “per valutare meglio circostanza è necessario un approfondimento” che effettueranno in seguito.
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> per il punto di vista del Comitato STOP I -60 vai al sito del comitato
> per approfondimenti sulla questione compensazioni vai alla pagina
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(1) COMUNICATO di ITALIA NOSTRA del 24 aprile 2014
FOSSO TRE FONTANE : UNA VERGOGNA AMBIENTALE. L’ASSESSORE MICHELE CIVITA OTTIENE DI TOGLIERE LATUTELA PAESAGGISTICA FACENDO VOTARE IERI UNA DELIBERA DALLA GIUNTA REGIONALE
L’Assessore alle Politiche del Territorio, Mobilità e Rifiuti, Michele Civita, che dovrebbe garantire sempre più un territorio ormai in continuo dissesto ambientale, e che vede ogni giorno scomparire sotto il cemento l’agro romano sia con l’abusivismo che con nuove convenzioni edilizie, dimostra invece una grande efficienza nel limitare o addirittura togliere le tutele esistenti.
E’ quanto è avvenuto ieri quando la Giunta ha approvato la sua proposta di delibera che ha considerato “irrilevanti ai fini paesaggistici” circa 30 corsi d’acqua della Regione Lazio sulla base delle segnalazioni delle Amministrazioni comunali.
Nell’elenco c’è il corso d’acqua che ci risulta essere il vero scopo della delibera e di tanta fretta : il Fosso delle Tre Fontane che fa parte del comprensorio edilizio noto come “ I 60”, fosso posto recentemente sotto sequestro da parte della Procura in quanto era in corso, abusivamente, il riempimento del suo alveo, per la distruzione del corso d’acqua e della sua vegetazione ripariale.
La denuncia di quanto è avvenuto è dovuta al coraggioso Presidente del Municipio VIII, Andrea Catarci e del suo Assessore all’Urbanistica Massimo Miglio che subito furono sommersi da attacchi mediatici che negavano la presenza della tutela paesaggistica che in origine prevedeva ben 150 metri di rispetto, poi ridotti a 50 dalla Regione quando interessano progetti edilizi.
Ma anche i 50 davano grande fastidio al Consorzio in quanto su quel tratto del fosso il loro progetto prevedeva strade e parcheggi come se addirittura fosse già stato intubato. Che la denuncia fosse valida e che lo storico Fosso è esistente trova conferma dalla stessa delibera di ieri della Giunta che ha deciso di levare proprio quella tutela avendo dovuto verificarne “obtorto collo” l’esistenza.
A pag. 13 della delibera è evidente il frenetico attivismo avvenuto, dopo il sequestro, tra la Regione e il Comune che insieme sono andati a trovare un “errore di graficizzazione” (tutto da verificare) nella misurazione dei limiti di pubblicità dell’ acqua pubblica su una mappa IGM della seconda metà dell’800.
Infatti per dimostrare il presunto errore l’Assessore Civita riesuma una Gazzetta Ufficiale del 1910, ma ne applica soltanto la parte necessaria alla esclusione del vincolo proprio nell’area interessata dal progetto edilizio, ci risulta omettendo di applicare la parte che obbliga a misurare tale vincolo sino alla presa d’acqua a monte del corso d’acqua dove esiste dal 1907 una azienda agricola con la relativa presa d’acqua.
La corretta applicazione del G.U. del 1910 comprenderebbe infatti tutta l’area del progetto edilizio. Meraviglia tanta solerzia vista la totale mancanza dei dovuti controlli sull’esistenza del vincolo da parte sia da parte del Comune che della Regione quando hanno approvato il progetto edilizio che, necessariamente, dovrà essere modificato visto che rimangono, comunque, validi i 10 metri di rispetto di acqua pubblica che non hanno potuto eliminare.
ITALIA NOSTRA per quanto riguarda l’inaccettabile delibera regionale non rinuncia ad esercitare tutte le azioni che la possano invalidare anche pretendendo un controllo e un intervento del Ministero dei Beni culturali e paesaggistici che ne ha il potere.
(1 bis)
La Repubblica 25 aprile 2014 “Cantiere a Grottaperfetta: la Regione leva i vincoli – “Regalo ai costruttori” di Paolo Boccacci scarica l’articolo Repubblica 25 aprile Grottaperfetta
http://garbatella.romatoday.it/ardeatino/catarci-attacca-pd-capitolino-su-fosso-tre-fontane.html Fosso Tre Fontane: “La voglia di cementificare gioca brutti scherzi al PD” Il Presidente Catarci e l’Assessore Miglio, smentendo le considerazioni del gruppo PD in Campidoglio, si chiedono come possa “un atto politico a posteriori cancellare un’inchiesta in corso”
http://www.urloweb.com/municipi/categorie/municipio-viii/5714-fosso-delle-tre-fontane-per-la-regione-nessun-vincolo Fosso delle Tre Fontane: per la Regione nessun vincolo La Giunta toglie la tutela Paesaggistica a 30 fossi con un Regio Decreto del 1910
(2) La Repubblica Roma 12 febbraio 2014 Tormarancia, sui sigilli scontro Comune-Municipio Il minisindaco Catarci sequestra il cantiere. Il Campidoglio: “Tutto ok”. Pd e Sel ai ferri cortiScarica l”articolo REPUBBLICA-ROMA 12 febbraio 2014 sequestro tre fontane
(3) LA RISPOSTA DELL’ASSESSORE CAUDO DEL 28 MARZO 2014
Qualche specificazione sulla vicenda inerente la trasformazione urbanistica “Grottaperfetta”.
È consuetudine, da qualche tempo a questa parte, opporsi alle trasformazioni del territorio senza riconoscere la storia che le ha prodotte. Nel caso specifico, la maggior edificazione prevista tra via di Grottaperfetta e via Ballarin è conseguenza della lotta cittadina – vinta in quel caso – per la salvaguardia del Parco di Tor Marancia. Ma ciò ora non interessa più. L’opposizione odierna all’intervento cosiddetto “I 60”, prende a pretesto il Fosso delle Tre Fontane ricompreso nell’area di progetto. Per la sua “salvaguardia”, circa un mese fa, su sollecitazione delle Autorità Municipali è stata sequestrata parte del cantiere avviato per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, nonostante le verifiche effettuate dal Dipartimento Programmazione ed Attuazione Urbanistica, avessero rilevato la veridicità degli atti prodotti dai diversi soggetti istituzionali coinvolti nell’approvazione del programma e nella sottoscrizione della relativa convenzione (2012) che ne decretavano la cessazione della sua funzione idraulica. In particolare, si è rilevato che il Fosso nel tratto prospiciente il programma urbanistico in questione è stato sostituito dal Collettore Tre Fontane già dal 1980. Inoltre si è verificato se il progetto presentato rispettasse le prescrizioni apportate dalla Regione Lazio nel parere favorevole rilasciato in seno alla Conferenza dei Servizi. La serie di verifiche condotte e fin qui richiamate, sono state motivate dalla volontà di accogliere le osservazioni e le perplessità sollevate dai cittadini all’inizio del mio mandato al fine di fugare ogni dubbio sulla legittimità della operazione in corso perché interesse del Dipartimento è stato quello di fare luce sulla vicenda e di dare certezza alle iniziative imprenditoriali, non di utilizzare strumentalmente la lotta degli abitanti.
Giovanni Caudo, Assessore alla Trasformazione Urbana
(4) http://www.wwfroma11.it/documenti/tre%20fontane/fosso%20trefont%20mag%2006.ht
“Attualmente ne rimane integro solamente un tratto di poco più di 1 km di lunghezza, che inizia dal piazzale del centro commerciale I Granai, (qui risulta pressoché asciutto), fino al recente svincolo delle Tre Fontane, dove fino a poco prima dei lavori era parzialmente visibile lo scatolare in cemento in cui le acque venivano convogliate in fognatura.
Una risorgiva ed una sorgente, all’altezza del complesso scolastico di Via Berto, poste al di sotto di Via Ballarin, però garantiscono ancora l’esistenza di un ricco ecosistema fluviale in un tratto di questo fosso (tratto azzurro nella foto satellitare), dalle acque molto pulite, con la presenza di alcune popolazioni animali interessanti anche sotto il profilo ecologico”
(5) Mappa del 1988
Mappa del 1998
Mappa del 2003
Mappa del 2005
Mappa del 2011
Google Map ultimo aggiornamento
L’area tra Via di Grotta Perfetta e Via Ballarin dove dovrebbe sorgere il nuovo complesso residenziale