Accade in Campidoglio il 9 luglio
Autore : Redazione
AGGIORNAMENTI 10 luglio 2014. L’Assemblea Capitolina ha approvato entrambe le deliber urbanistiche all’ordine dle giorno: quella che prevede le densificazioni dei Piani di Zona (Vedi articolo Romatoday) sia quella che concede ad alcuni privati che intendono avvalersi del Piano Casa (Polverini) di considerare come standard urbanistici (verde, servizi, parcheggi) aree che sono della collettività. UNA SOLA DOMANDA: DOV’E’ L’INTERESSE PUBBLICO?
Oggi 9 luglio Assemblea Capitolina in seconda convocazione con all’ordine del giorno due delibere urbanistiche, su cui proveremo a dare qualche informazione e a fare qualche riflessione.
(Si ringrazia il gruppo Cinquestelle per aver messo a disposizione i testidelle Proposte)
Proposta n. 72/2014. Proposte presentate ai sensi dell’art. 3 ter, comma 3 L.R 21/2009 e ss.mm.ii, cd. “Piano Casa”. Accettazione della cessione delle aree a standard urbanistici al fine di assicurare la dotazione minima inderogabile di spazi pubblici fissata dall’art. 3 del D.M. 1444/1968. scaricapiano casa 1-1 piano casa 2 piano casa 3 piano casa 4 piano casa 5 Proposta n. 22/2014. Attuazione del Piano Casa di Roma Capitale, approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 23/2010. Adozione delle varianti di PRG relative ai Piani di Zona: 834 (Casale Rosso), 85 (Rocca Fiorita), D5 (Romanina), 836 (Acilia Saline), 838 (Muratella), 825 (Massimina), C25 (8orghesiana Pantano), D6(Osteria del Curato 2), 850 (Monte Stallonara), 824 (Cerquetta), ai sensi del combinato disposto dell’art. 17 della L.RL. n. 21/2009 e dell’art. 1 della L.RL. n. 36/1987. scarica Proposta RC.2014.2459-Adozione PdZ B34-B5-D5-B6-B38-B25-C25-D6-B50-B24 Cominciamo dalla Proposta 22/2014. Non si tratta del “piano casa” regionale della Polverini ( tuttora vigente) che regala cubature ai privati in deroga a qualsiasi Piano regolatore, ma del Piano casa Alemanno, varato nel 2010 dall’ex sindaco, che comprendeva una serie di misure per fronteggiare l’emergenza abitativa, moltiplicando cubature con il pretesto dell'”housing sociale”. L’attuale giunta ha cancellato pochi giorni dopo il suo insediamento la delibera dei cosiddetti “Ambiti di riserva” che spargevano cemento nell’Agro, consumando suolo e condannando l’amministrazione a dissipare risorse per collegare con fognature, gas, elettricità e mobilità i nuovi quartieri. Questa delibera mantiene invece alcune “densificazioni” di Piani di Zona e varianti di destinazione, operate dopo una verifica puntuale delle varie realtà urbane interessate. In una situazione generale di crisi immobiliare e di edifici residenziali sparsi in tutta al città invenduti e sfitti, “densificazione” è una parola che genera automaticamente ostilità e sospetto. Ma secondo il Dipartimento all’Urbanistica queste densificazioni sono state mantenute per conseguire alcuni vantaggi pubblici che riguardano piani di zona già realizzati (e già abitati), ma che non sono mai stati completati, tanto che in alcuni casi sono sprovvisti addirittura dei servizi più elementari come le fognature. Problematiche che interessano decine di famiglie, che potrebbero essere affrontate con le risorse ottenute dalle densificazioni. Anche se una domanda sorge spontanea: non sarebbe stato meglio verificare puntualmente le responsabilità di chi non ha mantenuto i patti e i contratti, e costringerlo a realizzare tutti i servizi rimasti solo sulla carta? Per quanto riguarda la Proposta 72/2014, rimandiamo alla accurata spiegazione fornita dallo stesso Assessore Caudo in occasione del suo intervento al Convegno organizzato da Carteinregola lo scorso gennaio “Piano Casa Polverini Zingaretti” (> vai alla pagina). Qui ci limitiamo a ricordare in modo decisamente semplificato alcuni punti:
- Il Piano Casa Regionale esautora completamente il Comune da qualsiasi decisione, e permette ai privati di aumentare le cubature e cambiare detsinazione d’uso degli immobili in barba al Piano regolatore.
- L’unico flebile “paletto” è costituito dall’obbligo per i privati che si avvalgono del Piano casa di rispettare gli standard urbanistici, vale a dire che se vogliono aumentare le cubature residenziali su una determinata area, devono poter provvedere ai metri quadri prescritti per i parcheggi, il verde, i servizi.
- In alcuni casi però i privati che non hanno la possibilitá di garantire gli “standard” richiesti dalle normative, hanno pensato di avvalersi di parcheggi, verde e servizi già esistenti e pubblici. Ad esempio se io devo realizzare – in seguito all’incremento residenziale dell’area- un giardino pubblico di tot metri quadri, nel caso che io non abbia un’area disponibile nel perimetro della mia proprietá, ma abbia di fronte un parco comunale, considero ugualmente soddisfatto lo standard di verde per i nuovi ulteriori residenti.
- Tali standard pubblici non possono però essere concessi “in automatico” perchè, essendo per l’appunto pubblici, richiedono un’approvazione, che – trattandosi di materia urbanistica di competenza dell’Assembolea Capitolina – deve passare per il voto dell’Aula.
- Questa facoltà decisonale sugli standard pubblici è quindi un importante strumento che permette all’amministrazione (che non può esercitare alcuna discrezionalità sugli interventi) di valutare caso per caso che gli aumenti di cubatura o i cambi di destinazione siano compatibili con la realtà urbana in cui vengono calati.
Fermo restando quindi che riteniamo fondamentale che sia l’Assemblea Capitolina a prendersi volta per volta la responsabilità di scelte che riguardano il patrimonio pubblico e il suo utilizzo, chiediamo che l’Assemblea bocci questa delibera, come le eventuali altre che attribuiscono questa facoltà ai privati, in quanto non ci sembra corretto che un singolo proprietario possa ampliare le cubature senza avere all’interno delle proprie aeree gli standard obbligatori. Il patrimonio pubblico – parcheggi, verde, servizi – è di tutti, e non può esserne precluso – almeno in teoria – neanche un futuro uso come standard di edificazioni pubbliche per uso collettivo. Chiediamo quindi ai consiglieri comunali di bocciare questa e altre delibere di questa natura. O di prendersi la responsabilità di fronte alla collettività di avallare una scelta che non ha nessuna finalità pubblica ma solo vantaggi per i privati.
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