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Qui vive Jeeg: un progetto che vuole raccontare le storie di Tor Bella Monaca

Pubblichiamo una proposta che Fabio Moscatelli, fotografo e abitante di Tor Bella Monaca, animatore del blog e della omonima pagina Facebook Qui vive Jeeg lancia agli abitanti del suo quartiere.

(dal blog Qui vive Jeeg)

Questo progetto ha l’intento di restituire una diversa rappresentazione della periferia, nel luogo che a Roma accoglie la sua immagine più negativa, Torbellamonaca.

Enorme quartiere di edilizia residenziale pubblica degli anni ottanta, è l’emblema stesso del massiccio intervento pubblico, della concentrazione del disagio sociale e urbanistico, della periferia degradata e quindi anche dello stigma e della ghettizzazione.

A questo immaginario contribuiscono in maniera determinante anche i canali di informazione, dai mass media ai social network, che fanno dell’immagine negativa e del degrado lo scoop e la notizia che si vende bene; in questo tendono a rafforzare i luoghi comuni rispetto al quartiere.

Guardando oltre gli enormi problemi del quartiere, emerge tuttavia una grande vitalità , un contesto di persone normali e straordinarie al tempo stesso, un’importante produzione culturale, un laboratorio variegato di innumerevoli progettualità e personalità.

Torbellamonaca come punto di partenza per un ripensamento della periferia nel suo complesso, un vero universo concentrazionario, raccontato attraverso storie che restituiscono un’immagine completamente diversa ed un riscatto sociale che i residenti meritano.

Queste le informazioni per partecipare al progetto (dalla pagina FB):

La Festa è finita. Consci di quello che sta accadendo nel nostro quartiere, vogliamo chiarire che non nascondiamo la realtà, o parte di queste, semplicemente preferiamo concentrare la nostra attenzione su una narrazione diversa, insolita e speriamo sorprendente; con la speranza che chi di dovere si adoperi per risolvere gli inguaribili problemi di questo quartiere. Per questo 2023 abbiamo deciso di instaurare un rapporto vero, non solo digitale, con chi ci segue e ci supporta. Ci rivolgiamo a tutti coloro che vogliono raccontare una storia o il loro rapporto con Torbellamonaca e hanno voglia di condividerla con noi. Scriveteci una mail all’indirizzo: quivivejeeg@gmail.com oppure inviate un messaggio direttamente qui sulla pagina FB. Fisseremo un incontro per una chiacchierata che diventerà una storia da divulgare sulla nostra pagina e sul sito che sta nascendo. Finora, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di dare voce al nostro quartiere, ma crediamo che un coro abbia molta più forza.Vi aspettiamo!

Foto Fabio Moscatelli

Così lo racconta l’amico Luciano Blasco PIANETA BELLAMONACA

Fabio Moscatelli, l’autore, lo rivendica. Non è nato in questa città satellite ma vuole continuare a viverci e soprattutto è la città di sua figlia, che invece qui è nata.

Tor Bella Monaca è speciale.

Fabio, devo necessariamente avere confidenza con l’autore per parlare delle sue immagini, sottolinea la quotidianità e nel frattempo ci mostra una straordinaria condizione, che è comune a tutte le collettività umane, si esprime sempre e comunque ed è in grado di piegare il degrado, di riplasmare l’abbandono, di ricreare il possibile, di insufflare vita per allontanare la morte.

L’acqua presente nelle immagini quale specchio, sipario o luce riflessa oltre a entrare quale elemento compositivo fa riaffiorare una nostalgia a volte straziante: quella che l’autore stesso non dichiara ma afferma nel rivendicare la normalità.

L’eroismo del quotidiano, che Fabio manifesta e mostra con sapienza e grande dignità, è il senso e la struttura di queste immagini e di ciò che rappresentano, eppure Tor Bella Monaca non è ‘normale’, è un pianeta e si rivela immediatamente, al primo sguardo, come sufficiente a sé. Nata affinché fosse bastante. Torri gigantesche a guardia delle abitazioni più basse come in una città antica, su una altura che domina il mondo conosciuto ma, quello sì, diverso. Strade ampie e squadrate come in una city che nulla ha a che vedere con Roma, neanche con le sue periferie.

 Torbella non è periferia, è città. Case con terre da giardino, chiese futuribili innalzate verso il cielo, parchi ormai boschi dove la natura ha finito per escludere l’uomo, scuole ampie e ordinate, residenze mai terminate, teatri per immagine velleitaria e non per convinzione, luoghi del commercio con arredi fastosi a volte hollywoodiani ed avventori ‘coatti’, commerci legali e non; è una città che non vuole Roma così come la capitale non sa di lei.

I contrasti si moltiplicano come dinanzi a due specchi posti di fronte ma con immagini sempre diverse, sempre infedeli. Come i vetri che Fabio Moscatelli scruta e ritrae da cui si scorgono sguardi e riflessi che si sommano in costruzioni fantastiche e significative.

Mentre l’autore ci spinge a considerare la normalità delle vite di questa città ci mostra ambiti straordinari quasi irreali, vite di chi ha visto e vissuto altri mondi e ne ha plasmato ogni dove di casa, ed, a fronte, quotidiani vivibili con Torbella sullo sfondo con una donna che ‘sposta il sipario’ delle sue tende a mostrarcela; un gesto che evoca la straordinaria poesia narrante di Fabio.

Torbellamonaca è segno: di lotte, di contrasto ad uno stato che non c’è, di territori contesi, di leggi del vivere ‘ora et nunc’ come se non ci fosse domani.

 Dicotomie razionalmente insanabili sono lì, esistono, convivono perché è necessario e ci danno lezioni.

Luoghi abbandonati e luoghi sottratti all’abbandono per volontà di due mani, senza che nessuno scandisca le regole se non quelle contrattate con il vicino, con il negoziante, con chi detta legge attraverso la forza del proprio potere locale come in una romana Scampia, oppure dell’ impensabile capacità di ascoltare ed agire tra le bandiere di Cuba ed il ritratto del Che.

 Torbellamonaca è esempio, Torbellamonaca è scempio.

La testata della pagina FB qui vive Jeeg

per osservazioni e precisazioni laboratoriocarteinregola@gmail.com

12 gennaio 2022

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