La legge di Murphy della legislazione dei beni e degli interessi pubblici potremmo declinarla così: i provvedimenti che pongono regole a tutela dell’interesse pubblico – diritti sociali, ambiente, Paesaggio, urbanistica, patrimonio pubblico, trasparenza ecc – anche quando approvati e vigenti sono sempre provvisori, perchè prima o poi qualcuno troverà il modo di non applicarli o di limarli un pezzo alla volta, fino all’annullamento dei benefici introdotti. Invece le norme, quand’anche provvisorie, che aprono praterie agli interessi privati, dalle proliferazioni edilizie alle pluridecennali concessioni di suolo pubblico, dalle privatizzazioni dei servizi sociali alle regole per gli appalti, quando non diventano definitive senza appello, prima o poi si ripresentano sempre. Come i cattivi dei film, che mentre gli eroi festeggiano la vittoria, nell’ultima inquadratura prima dei titoli di coda si scopre che sono salvi e/o liberi di fare di nuovo danni.
E per l’appunto ricorrenti sono i provvedimenti di proroga e di vantaggi a due categorie, balneari e ambulanti, accomunate dall’applicazione della cosiddetta “Direttiva Bolkestein”, a cui il Governo Meloni sembra voler riservare l’ennesimo trattamento di favore. Per quanto riguarda i balneari rimandiamo all’articolo Balneari, siamo alle solite. Per gli ambulanti pubblichiamo in calce un articolo di Diarioromano, con una premessa.
Carteinregola da tempo segue le vicende dell’applicazione della direttiva europea a Roma, chiedendo un preventivo riordino del settore, con una attenta programmazione e con regole stringenti per le modalità di assegnazione delle concessioni – distinguendo però le diverse categorie – anche per evitare ciò che accade molto spesso nel settore del commercio su strada, cioè che decine di licenze possano essere in mano a pochi soggetti che poi subaffittano a terzi, svolgendo di fatto un lavoro da imprenditore piuttosto che da ambulante.
Per questo due anni fa il gruppo di lavoro commercio e Difendiamoimercatirionali di Carteinregola aveva inviato alle istituzioni capitoline una serie di richieste, tra le quali quella di tenere conto delle opportune distinzioni tra le categorie che svolgono attività su sede fissa e quelle del commercio ambulante, e che fossero messi a punto adeguati criteri, a partire dalla premialità per le esperienze virtuose, “con l’obiettivo di garantire la prosecuzione ed il rafforzamento del servizio offerto dai mercati rionali, che già oggi sono in grande sofferenza e che sono valore aggiunto per il territorio“. Da allora poco è cambiato, e ancora una volta si parla di aggirare le regole anzichè prendersi la responsabilità di renderle giuste e nel perimetro dell’interesse pubblico (> vai al nostro articolo del 9 marzo 2021 Bolkestein, mercati e ambulanti, Carteinregola scrive alla Sindaca con le richieste del gruppo di lavoro) (AMBM)
Ambulanti. Slitta il decreto del Governo ma il rischio di cristallizzare la situazione attuale è alto
Dalla bozza del “DDL Concorrenza” anche le bancarelle nella Bolkestein. Ma le gare – se si faranno – avranno come vincitori gli attuali operatori. E Bruxelles potrebbe contestare
Il 28 marzo il Consiglio dei Ministri ha stralciato dal “Decreto Concorrenza” la questione ambulanti. Il decreto è un adempimento richiesto dalla Commissione Europea nell’ambito del Pnrr. Pur non essendo vincolante per la concessione dei fondi, è ritenuto comunque indispensabile approvarlo entro giugno di ogni anno. E l’Italia è in ritardo di nove mesi. Il testo di ieri, infatti, era a carico del governo Draghi che per le tensioni interne non lo approvò entro giugno 2022.
L’esecutivo a guida Meloni è certamente molto sensibile a due categorie che nel nostro Paese fanno il bello e il cattivo tempo da anni: i balneari e gli ambulanti. Per la prima l’Italia è sottoposta a procedura di infrazione da Bruxelles in quanto si procede a tenere ferme le concessioni che si tramandano di padre in figlio senza metterle sul mercato e sottoporle a una gara regolare. Una scelta, lo ricordiamo, che tiene fuori da questi mestieri giovani e nuovi imprenditori perché lo spazio pubblico è limitato e dunque chi è dentro resta dentro e chi è fuori resta fuori.
Per tentare di arginare le multe che l’UE vuole far pagare all’Italia, il governo Meloni ha ripreso il dossier ambulanti e li ha inseriti di nuovo nella direttiva Bolkestein che prevede le gare almeno ogni 10/15 anni. Il Governo Conte I aveva addirittura tenuto fuori gli ambulanti dalla Bolkestein ma l’Europa non aveva gradito affatto tanto da mettere in discussione la concessione dei fondi Pnrr. Ecco allora che Meloni li ha riportati nella Bolkestein ma nel contempo la bozza prevede tali e tante clausole di dettaglio da cristallizzare la situazione attuale.
Il sottosegretario alle Imprese, Massimo Bitonci, lo aveva già detto i primi di marzo quando aveva assicurato che le concessioni saranno affidate in base “alla professionalità e all’esperienza maturata da anni di duro lavoro e servizio ai cittadini“, come a dire che chi fa l’ambulante oggi lo continuerà a fare anche domani.
Per fare questo la bozza di decreto stabilisce regole diverse in base alle situazioni delle varie città. In quei comuni che hanno già effettuato gare, le concessioni resteranno in vigore fino al 2032. I comuni che hanno fatto le gare ma ancora non hanno rilasciato le concessioni, avranno tempo per farlo fino al 31 luglio del 2024.
Quelle città (e questo è il caso di Roma) che non hanno ancora avviato nessun procedimento di rinnovo, né una gara, potranno intanto decidere una proroga della situazione attuale fino al 31 dicembre 2024 e poi dovranno bandire una gara i cui criteri di assegnazione, però, terranno conto della “professionalità ed esperienza maturata negli anni“.
Vi ricorda qualcosa? A noi ricorda tanto il famigerato bando per il mercato della Befana di piazza Navona che assegnò praticamente tutti i banchi ai soliti noti che lo avevano gestito nei decenni precedenti. Un risultato sotto gli occhi di tutti, con una piazza ben lontana dagli standard qualitativi richiesti.
Insomma il governo Meloni sembra essersi ispirato a piazza Navona esportando quell’esempio al resto di Italia. Poveri noi! E’ probabile che un impianto siffatto non regga al vaglio di Bruxelles e che il risultato sia far indispettire ulteriormente le autorità europee che potrebbero avviare la procedura di pre-infrazione. Ma il problema non è solo far pagare ai contribuenti italiani una sanzione per mantenere lo status quo, quanto è quello di tenere fuori da questo mestiere tutti coloro che vogliono farlo con criteri nuovi, magari innovativi.
In una città come Roma significa lasciare per lo più intatto quello che è in buona parte un oligopolio di poche famiglie. Sarà per questo che ieri la premier ha voluto farne slittare l’approvazione? Non è chiaro. L’unica nota certa è una frase della Meloni che ha parlato di “equità di trattamento sugli ambulanti“. La parola equità può essere interpretata in due modi: uno secondo il quale il decreto sarebbe troppo generoso con gli attuali operatori. L’altro (assai più probabile) è che neanche le regalie previste nella bozza siano sufficienti e che quindi agli ambulanti vadano date ulteriori garanzie. Come andrà a finire lo vedremo tra pochi giorni. Bruxelles preme e una risposta va data entro la metà di aprile.
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