La riqualificazione del Parco del Celio, il progetto della Associazione Progetto Celio del 2019, la graduale attuazione
Autore : Redazione
di Paolo Gelsomini
PARCO DEL CELIO E PARCO DI SAN GREGORIO: Con il reticolo di vie, clivi, e vicus da ricomporre per una lettura storica dell’area, c’è una trama verde da ricucire e valorizzare per una piena fruizione dei luoghi e del paesaggio, dal Colle Oppio al Parco del Celio, a villa Celimontana, alla Passeggiata archeologica.
Abbiamo intrapreso questo percorso per ricucire tutti i frammenti di questo mirabile scenario che alle porte della valle del Colosseo e dell’area archeologica centrale dei Fori si estende dalla Domus Aurea e dalle Terme di Traiano del Colle Oppio fino al Parco del Celio e al Circo Massimo, da villa Celimontana alla Passeggiata archeologica fino all’Appia Antica passando per le Terme di Caracalla, da Porta Metronia a Porta San Sebastiano lungo il limite delle Mura Aureliane.
Lungo questi percorsi disseminati di chiese, conventi, oratori, edifici storici, giardini, grandi testimonianze archeologiche, oggi si perde il senso della meraviglia e della storia tra strade dissestate, sporcizia, cassonetti straboccanti di rifiuti, cantieri della metropolitana, depositi impropri, passaggi e parcheggi abusivi di auto, tavolini ed altri arredi fuori controllo.
L’indagine sul rione effettuata dall’Associazione Progetto Celio ha costituito un primo passo per portare all’attenzione delle Amministrazioni e delle Soprintendenze il problema di questa meraviglia dimenticata ma anche le grandi opportunità che quest’area può esprimere per la straordinarietà dei luoghi e per le risorse umane che può attivare.
Dopo la prima fase di partecipazione itinerante dei cittadini, il progetto dell’Associazione Progetto Celio è stato presentato in Campidoglio con una apposita delibera su iniziativa dell’allora consigliera comunale Svetlana Celli, oggi presidente dell’Assemblea capitolina.
La delibera fu approvata il 18 aprile 2019.
Il progetto, dopo un periodo di stasi, è stato ripreso su nostra sollecitazione, ed è stato incluso nel più ampio progetto di riqualificazione dell’area archeologica centrale da Walter Tocci, già vicesindaco ed assessore alla Mobilità del Comune di Roma negli anni ’90, su incarico del sindaco Roberto Gualtieri. Anche con il concorso della Sovrintendenza, l’attenzione del primo Municipio attraverso gli assessorati competenti, e grazie ai finanziamenti del PNRR, il progetto sta cominciando a decollare. Qualcosa è stato già fatto e molto ancora si dovrà fare. Ora è possibile.
COME E’ NATO IL PROGETTO PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL PARCO DEL CELIO
Oggetto: Riorganizzazione funzionale e riqualificazione dei percorsi pedonali, degli accessi, degli spazi verdi allo scopo di migliorare la fruizione-conoscenza dei monumenti, dei siti di interesse archeologico ed esaltare la qualità architettonica e paesaggistica dell’area. Definizione di linee guida per singoli interventi legati alle destinazioni d’uso di edifici civili pubblici oggi in abbandono e su ambiti specifici come quelli degli spazi verdi dell’area del Parco del Celio, del Parco di San Gregorio e di villa Celimontana.
PRIMO ATTO: LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI
SECONDO ATTO: UNA DELIBERA DI INIZIATIVA CONSILIARE PRESENTATA DALL’ALLORA CONSIGLIERA SVETLANA CELLI, OGGI PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA CAPITOLINA, VIENE APPROVATA IN AULA GIULIO CESARE IL 18 APRILE 2019.
Nella foto di PaolO Gelsomini cittadini dell’Associazione Progetto Celio raggianti insieme all’allora consigliera Svetlana Celli presentatrice della delibera, contenente il nostro progetto, approvata in aula consiliare il 18 aprile 2019.
COSI’ IL NOSTRO PROGETTO INCONTRO’ LE ISTITUZIONI
Nel testo della proposta di delibera comunale sulla riqualificazione del Parco del Celio presentata dalla consigliera dell’allora lista civica “Roma torna Roma” Svetlana Celli, successivamente approvata dall’Assemblea Capitolina il 18 aprile 2019, si legge tra l’altro: “si potrebbe ripensare al Parco del Celio organizzando un cuore pulsante di percorsi antichi e camminamenti, attraverso collegamenti disegnati tra chiese, monasteri, archeologie, edifici civili di rilievo architettonico e culturale (…) e che a tal fine si potrebbe procedere alla riqualificazione degli spazi, alla realizzazione di nuovi luoghi archeologici e paesaggistici, alla realizzazione di percorsi turistici contrassegnati, al fine di rivalutare la vocazione turistica, naturalistica e archeologica dell’area che l’antica topografia aveva individuato. In tale più ampio quadro rigenerativo, si potrebbero riaprire al pubblico antichi edifici civili, come l’Antiquarium, la Casina Salvi, e la Vignola Boccapaduli, chiuse ormai da decenni, anche mediante forme di intervento che prevedano il partenariato pubblico – privato”.
I LUOGHI DEL NOSTRO PROGETTO INIZIALE
L’area che va dai Fori, al Colosseo, al Colle del Celio con il Parco fino alla Passeggiata archeologica e alle Mura Aureliane, è segnata da una rete di nodi di edifici religiosi (cerchi rossi) e civili (rettangoli rossi), di percorsi antichi (in giallo), e da un continuum di tracce archeologiche e di trame arboree (cerchi pieni verdi) che lega la zona del Colle Oppio, di Esquilino e di Monti con quella del Celio fino alla via Latina e alla via Appia Antica lungo il percorso delle Mura Latine (in verde tratteggiato).
Ad edifici civili come l’Antiquarium, la casina Salvi e la Vignola Boccapaduli (tre quadratini rossi disegnati separati dal Clivo di Scauro in giallo posto sotto il rettangolo rosso del Tempio di Claudio a sud del Colosseo) chiuse da decenni, sono da attribuire nuove destinazioni d’uso compatibili con i luoghi.
Contemporaneamente le antiche strade mortificate da parcheggi abusivi ed usi impropri sono da riscoprire e da riportare a funzioni di collegamento di mobilità dolce o ciclopedonale. Queste strade (disegnate in giallo intero quelle esistenti e in giallo tratteggiato quelle da attivare) sono dall’alto verso il basso: la via Labicana (sotto il cerchio pieno verde che individua il Colle Oppio); la
via San Giovanni in Laterano antica via Papalis; la via Santi Quattro antica via Tusculana che porta alla chiesa dei Santi Quattro Coronati e al Laterano (indicata con un cerchietto rosso); la via Claudia asse ottocentesco che costeggia il versante orientale del Tempio di Claudio e che continua con la via della Navicella allargata nel 1931 fino a Porta Metronia; il Clivo di Scauro che con il suo tratto di via San Paolo della Croce confluisce all’incrocio tra la via Claudia e la via della Navicella e dall’altra parte arriva a San Gregorio Magno ed all’omonima via toccando la chiesa di San Giovanni e Paolo (cerchio rosso al vertice del Tempio di Claudio); la via di Santo Stefano Rotondo antica via Caelimontana che porta all’omonima chiesa in condizioni di grave pericolo per i pedoni, e da qui verso la confluenza con la citata via dei Santi Quattro antica via Tusculana, verso il Laterano.
Poi ci sono due strade che partono dal nodo tra le chiese di Santa Maria in Domnica (Navicella) e Santo Stefano Rotondo indicate con un tratteggio: quella blu tratteggiata è il Vicus Capitis Africae che passa sotto l’attuale cantiere della metro C di piazza Celimontana per dirigersi verso il Ludus Magnus (nel disegno il rettangolino rosso a destra del Colosseo); quella gialla tratteggiata è il Vicus Camenarum il cui tracciato passa dentro l’attuale Villa Celimontana per andare verso la Valle delle Camene, la Fonte e il Bosco sacro dove oggi è la via delle Camene che costeggia la Passeggiata Archeologica (strade gialle parallele appaiate in basso) . Quella strada boscosa oggi può essere riaperta come possono essere riaperte i percorsi indicati con lo stesso tratteggio giallo che circondano il rettangolo del Tempio di Claudio e che permetterebbero di entrare in sicurezza nel parco del Celio e dirigersi verso l’Antiquarium, la Casina Salvi, il Clivo di Scauro e da qui risalire fino alle Case Romane, alla chiesa di San Giovanni e Paolo, l’Arco di Dolabella, la Navicella; oppure scendere dalla chiesa di san Gregorio verso la Vignola Boccapaduli, la Porta Capena ed il Circo Massimo verso l’Aventino o verso le Terme di Caracalla (rettangolo grande in rosso in basso a sinistra); oppure ricongiungersi con un possibile collegamento sotterraneo all’area del Palatino e della Valle dei Fori (rettangolo rosso in alto a sinistra).
Infine registriamo sulla pianta tre vie che escono dalla cintura delle Mura Aureliane. A partire dal basso: la Regina Viarum, la via Appia Antica che nasce in prossimità della Fons Mercuri nella Valle delle Camene ed esce dalla Porta San Sebastiano; la via Latina che esce dalla Porta Latina e l’attuale via Gallia che esce dalla Porta Metronia e che portava a Gabi. Il tratto trasversale giallo dalle Terme di Caracalla a San Giovanni in Laterano è costituito dalle trafficatissime via Druso e via Amba Aradam affiancata dall’antica via della Ferratella (in giallo) che corre lungo il percorso delleMura segnato con un tratteggio verde.
OBIETTIVI E SINTESI DEL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DEL PARCO DEL CELIO
Il coinvolgimento del maggior numero di cittadini, di soggetti economici, culturali, professionali ed istituzionali dovrà continuare ad essere l’asse portante di un’operazione tesa a consolidare il tessuto sociale e culturale intorno ai temi della rigenerazione urbana, della riqualificazione di edifici e di percorsi storici, del recupero delle aree di pregio abbandonate situate in un luogo di straordinaria bellezza e di grande importanza all’interno dell’area archeologica più grande del mondo.
L’obiettivo principale è quello di valorizzare l’identità storica e ambientale dell’area del Celio quale anello di congiunzione fra l’Appia Antica e la valle del Colosseo con interventi materiali e immateriali compatibili, sostenibili, sistemici.
La proposta delle linee progettuali è partita dall’analisi della situazione reale dell’area del Celio e delle sue funzioni, dalla lettura dei suoi segni storici stratificati nel tempo, e dalla consapevolezza delle enormi potenzialità che il territorio suggerisce a partire dai percorsi antichi che, dalla trama ottocentesca del nucleo abitato fino al Parco del Celio, alle Mura Aureliane ed alla valle del Colosseo, costituiscono un reticolo urbanistico, storico ed archeologico da poter rileggere attraverso le loro assialità, i loro nodi, i loro insiemi.
Con il reticolo di vie, clivi, e vicus da ricomporre per una lettura storica del territorio, c’è una trama verde da ricucire e valorizzare per una piena fruizione dei luoghi e del paesaggio, dal Colle Oppio al Parco del Celio, a villa Celimontana, alla Passeggiata archeologica.
Con la ricerca incessante dell’allargamento della rete di soggetti progettuali, abbiamo intrapreso questo percorso per ricucire tutti i frammenti di questo mirabile scenario che alle porte della valle del Colosseo e dell’area archeologica centrale dei Fori si estende dalla Domus Aurea e dalle Terme di Traiano del Colle Oppio fino al Parco del Celio e al Circo Massimo, da villa Celimontana alla Passeggiata archeologica fino all’Appia Antica passando per le Terme di Caracalla, da Porta Metronia a Porta San Sebastiano lungo il limite delle Mura Aureliane.
Lungo questi percorsi disseminati di chiese, conventi, oratori, edifici storici, giardini, grandi testimonianze archeologiche, oggi si perde il senso della meraviglia e della storia tra strade dissestate, sporcizia, cassonetti straboccanti di rifiuti, cantieri della metropolitana, depositi impropri, passaggi e parcheggi abusivi di auto, tavolini ed altri arredi fuori controllo.
L’indagine sul rione effettuata dall’Associazione Progetto Celio ha costituito un primo passo per portare all’attenzione delle Amministrazioni e delle Soprintendenze il problema di questa meraviglia dimenticata ma anche le grandi opportunità che quest’area può esprimere per la straordinarietà dei luoghi e per le risorse umane che può attivare.
LA VISIONE DI UN GRANDE SISTEMA DI PERCORSI STORICI E DI PARCHI DAL CELIO ALL’APPIA ANTICA Il recupero ed il rilancio dei “cammini storici”, per essere efficace, deve risolvere la questione del loro inserimento nella città e nei tessuti urbani che attraversano.
Per questo una prima necessità è quella di assicurare un’ armonica conclusione del viaggio di chi viene da fuori fornendo la possibilità di cammino gradevole fino alle mete finali. Una seconda è la connessione dei cammini storici con il reticolo di percorsi pedonali urbani, che fornisca collegamento tra spazi verdi, accesso pedonale ai luoghi di pregio e di valore artistico, archeologico e paesaggistico.
Aprire tutti i cancelli, almeno di giorno, che sbarrano gli accessi al Parco del Celio e che impediscono i camminamenti fra alberi, architetture, grandi testimonianze archeologiche.
Percorrendo lungo la via Claudia il versante del tempio del Divo Claudio e del Ninfeo di Nerone, tra i resti dell’acquedotto dell’acqua Claudia nei pressi dell’Arco di Dolabella e scendendo verso il Colosseo, si dovrà poter entrare nel Parco del Celio per continuare il cammino verso la Casina Salvi, l’Antiquarium, l’ex casa della Gioventù del Littorio, il Clivo di Scauro, le case romane, la biblioteca di Papa Agapito, San Gregorio al Celio, gli oratori, le scuole dell’infanzia dietro il convento delle suore di S.Teresa di Calcutta, la Vignola Boccapaduli da una parte e villa Celimontana dall’altra.
E poi ancora, da villa Celimontana seguendo le tracce dell’antico vicus Camenorum si può raggiungere ancora l’area del san Gregorio da una parte e la Passeggiata Archeologica dall’altra con le sue chiese e le Terme di Caracalla, fino a ricongiungersi al percorso della via Appia Antica fino a Porta San Sebastiano e a quello che potrebbe diventare il Parco lineare delle Mura Latine fino a Porta Metronia, per risalire ancora da sud verso il colle del Celio.
CON I NUOVI INTERVENTI DI OGGI IL NOSTRO PROGETTO INIZIALE LENTAMENTE PRENDE FORMA
Il Parco del Celio-San Gregorio tra il Colosseo, il Palatino, il Tempio di Claudio e il ninfeo neroniano con l’acquedotto, la villa Celimontana, la valle delle Camene, le Terme di Caracalla, l’Appia Antica. Un crocevia della storia della Roma cristiana e della Roma pagana.
La rete dei percorsi da noi indicati è stata oggi ulteriormente implementata e progettata seguendo il concetto di continuità degli spazi, messa in sicurezza, visitabilità degli edifici, limitazione del transito ai soli tram e ai mezzi di soccorso. La sede tranviaria sarà su tappeto erboso con attraversamenti pedonali in sicurezza. Oltre il tram n.3 passerà sui binari l’Archeotram che toccherà luoghi di interesse archeologico dalle Terme di Diocleziano a Termini, al Tempio di Minerva Medica a via Giolitti, al Colosseo -Parco del Celio, a Porta Capena con collegamenti bus elettrici verso Caracalla e la via Appia Antica, a Porta San Paolo.
LA RETE DEI PERCORSI PEDONALI DEL PARCO DEL CELIO
1.Ingresso Parco del Celio da via Claudia 2. Antiquarium 3. Casina Salvi 4. Clivo di Scauro e Case Romane 5. Santi Giovanni e Paolo 6. Secondo ingresso Villa Celimontana
7. Arco di Dolabella, San Tommaso in Formis, Porta Caelimontana sulle Mura Serviane
8. Ingresso Villa Celimontana e Chiesa di Santa Maria in Domnica alla Navicella
9. Santo Stefano Rotondo 10. Villa Mattei 11. 12.13. 14. Passaggi chiusi verso lato Caracalla, via delle Camene, scuole Parco San Gregorio 15. San Gregorio Magno ed Oratori16. Vignola Boccapaduli a Porta Capena e Fonte di Mercurio
La cancellata su via Claudia che oggi chiude l’accesso alla parte del Parco che costeggia i resti del Tempio di Claudio fino alla casina Salvi e al Clivo di Scauro. La riapertura dei cancelli finalmente oggi in programma, potrebbe consentire di intraprendere in sicurezza una bellissima passeggiata tra via Claudia e il Clivo di Scauro fino a San Gregorio, passando per l’ex Antiquarium comunale e l’ex palestra della gioventù del Littorio (oggi sede di un ufficio della Sovrintendenza e della banda musicale dei Vigili Urbani). In questo edificio degli anni ’30 sarà visibile la Forma Urbis dell’imperatore Settimio Severo, pianta di Roma su lastre di marmo realizzata tra il 203 e il 211 d.C.
Sotto le maestosità del Tempio del Divo Claudio si estende il boscoso Parco del Celio, ex Orto Botanico, tra chiese, conventi, archeologie. Crocevia di storia tra la Roma pagana e la Roma cristiana.
La progettazione di una rete di percorsi collegherà il Parco del Celio con il rione ottocentesco attraverso via Claudia, con l’area del Colosseo attraverso un passaggio pedonale con semaforo su via Celio Vibenna, con il Clivo di Scauro attraverso l’apertura diurna del cancello che protegge l’area museale all’aperto della Casina Salvi.
Sotto il tempio di Claudio verso la casina Salvi. Le cancellate dovrebbero sparire e rimarrebbero solo a protezione dell’area della casina Salvi che si intravede sullo sfondo e della palazzina che ospita la Forma Urbis. La sede tranviaria avrà binari giacenti sul prato e sarà interdetta ogni forma di circolazione all’infuori del tram n.3 e dell’Archeotram. Forse si potrà anche accedere con un ascensore sulla sommità del muro del Tempio di Claudio per una inedita visione dall’alto del Parco, del Colosseo, dei Fori e del Palatino.
I percorsi saranno riqualificati e immaginati come collegamenti con gli edifici del Parco e con le strade e i clivi che lo costeggiano. Non passeranno più automobili, esclusi i mezzi di soccorso e di sicurezza, ma solo il tram di linea n.3 e l’Archeotram.
Situate lungo via del Parco del Celio, sono visibili due edifici, situati quasi l’uno di fronte all’altro.
Si tratta dell’ex Antiquarium comunale e del Casino Salvi.
Il primo edificio (a tutt’oggi abbandonato) è stato costruito nel 1890 come magazzino archeologico ma è stato chiuso nel 1939 a causa delle lesioni subite durante la costruzione della metropolitana. Il Casino Salvi è stato costruito nel 1835 da Gaspare Salvi e poggia sulle sostruzioni della scala del tempio del Divo Claudio.
Al momento il Casino Salvi non è accessibile tranne che con autorizzazione.
Infine, alla confluenza con via della valle delle Camene, nell’area della Fons Mercuri, è collocata la Vignola Boccapaduli. Questo antico edificio risale ai primi anni del 1500, l’unica data certa è quella del 1538, in cui la Casina venne acquistata da Prospero Boccapaduli da cui prese parte del nome. La seconda parte del nome deriva dall’attribuzione al costruttore Vignola, ma non ci sono prove certe. La Casina anticamente sorgeva presso le terme, situata tra i chiostri di S.Balbina e di S.Saba ed era utilizzata come casa di villeggiatura e di relax. Composta da tre blocchi principali la scalinata su tre lati, il portico e il primo piano dove risiedevano le stanze. Nel 1910 venne incaricato l’architetto Pietro Guidi di ricostruirla a fianco del Circo Massimo, proprio dove si trova oggi. Tuttavia nonostante l’importanza che ricoprì durante le due Guerre mondiali come ambulatorio, con il tempo finì con l’essere abbandonata dopo aver ospitato l’Archivio del Movimento operaio.
Casina Salvi. Sul prato antistante sono stati già collocati dei reperti archeologici che formano un vero e proprio museo all’aperto lungo il percorso che dal rione Celio porterà al Clivo di Scauro e a San Gregorio. L’interno ospiterà dei servizi ed una caffetteria. Questo nodo formato dalla Casina Salvi, dall’ex antiquarium e dalla ex Palestra della Gioventù che oggi ospita la Forma Urbis avrà una fermata dell’Archeotram e costituirà un punto di arrivo dei percorsi provenienti da via Celio Vibenna, via San Gregorio, via Claudia, Clivo di Scauro, San Gregorio, Vignola Boccapaduli.
Ex Antiquarium comunale nella sua solitudine. L’area è oggi recintata ed inaccessibile. Sono stati previsti più di 10 milioni dai fondi del PNRR per il consolidamento statico e la sua ristrutturazione, con una nuova destinazione d’uso. Noi abbiamo proposto la collocazione di un Centro Studi Internazionale sull’Area archeologica centrale.
La vignola Boccapaduli potrà diventare un centro per i servizi turistici dell’area del Parco del Celio.
Proviamo a immaginare ora la destinazione d’uso che potrebbe essere data ai tre edifici oggi abbandonati e chiusi. Un’ipotesi è quella che assegna alla Casina Salvi la funzione di polo museale archeologico interattivo e polivalente con centro studi sull’area archeologica; all’Antiquarium il ruolo di centro studi internazionale dell’area archeologica, punto di incontro di culture diverse, di confronti e di iniziative culturali; alla Vignola Boccapaduli la destinazione d’uso di centro di accoglienza ed orientamento turistico con personale specializzato, guide turistiche autorizzate, sala per audiovisivi, biblioteca e attrezzature informatiche.
CHE COSA SI PROPONE DI FARE OGGI NELL’AREA E CHE COSA SI STA FACENDO
Nella giornata di venerdi 24 marzo l’Associazione Progetto Celio fu invitata a partecipare ad un sopralluogo al Parco del Celio da Walter Tocci incaricato dal Sindaco per la redazione del progetto di riqualificazione dell’area archeologica centrale da piazza Venezia-Fori-Colosseo-Celio-Appia Antica.
L’incontro, svolto insieme alle archeologhe della Sovrintendenza capitolina, alla progettista dei percorsi dell’area arch. Simonetta De Ambris e ai dirigenti del corpo di Polizia Municipale, aveva come tema la sistemazione del terreno a prato per il passaggio dell’archeotram il cui percorso previsto partirà dalle Terme di Diocleziano alla Stazione Termini per proseguire lungo via Giolitti (Tempio della Minerva Medica), viale Manzoni, Colosseo, Parco del Celio con fermata davanti alla Casina Salvi, Porta Capena (con collegamento bus navette per l’Appia Antica), viale Aventino, Porta San Paolo, Piramide.
L’area del Parco, finalmente riunificata con l’apertura delle cancellate che oggi impediscono l’accesso da via Claudia, sarà percorsa dall’archeotram e dal tram di linea n.3. Tutta l’area sarà interdetta al passaggio di taxi, Ncc e veicoli privati. I punti di accesso pedonale saranno: via Claudia, Clivo di Scauro (cancello di entrata laterale della Casina Salvi), Porta Capena ( a sinistra e a destra della Vignola Boccapaduli). Saranno creati nuovi percorsi all’interno dell’area con collegamenti con via San Gregorio e via Celio Vibenna dove sarà realizzato un attraversamento semaforico in corrispondenza della scalinata in asse con quella del Colosseo.
Il traffico automobilistico in entrata dalla Casina Salvi verso San Gregorio e Clivo di Scauro sarà fortemente ridimensionato con un rigido permesso di accesso solamente per le aree consentite con esclusione dei parcheggi oggi abusivi di piazza Santi Giovanni e Paolo, via San Paolo della Croce e davanti alla scalinata di San Gregorio.
Torneranno alle loro funzioni gli edifici pubblici dell’area del Parco del Celio. La Casina Salvi ospiterà un museo all’aperto di reperti archeologici già sistemati su un prato e offrirà documentazioni ed occasioni di studio ed approfondimento. Nella vicina ex Palestra della Gioventù del Littorio già è stata sistemata su un pavimento protetto da una grande vetrata la ricostruzione della Forma Urbis Severiana. E’ da definire la destinazione d’uso del vecchio Antiquarium per il quale c’è un finanziamento di sedici milioni di euro. Auspichiamo che diventi un luogo di studio e di incontro della gioventù di tutto il mondo nel segno della pace, dell’arte e dell’amicizia fra i popoli.
Infine la Vignola Boccapaduli potrebbe diventare un punto di orientamento turistico davanti ad uno spazio aperto finalmente sottratto al traffico proveniente dalla Passeggiata archeologica che potrebbe utilizzare la sede centrale anche per svoltare verso via San Gregorio.
Paolo Gelsomini
10 maggio 2023
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com