The Good Lobby sui rischi del riconoscimento facciale
Autore : Redazione
Saresti felice se, partecipando a una manifestazione, venissi monitorato e “profilato” tramite un sistema di riconoscimento facciale? Ti sentiresti ugualmente libero/a di scendere in piazza o ti faresti qualche scrupolo in più? Non è fantascienza ma uno scenario sempre più probabile e che altrove si è già concretizzato, come durante le manifestazioni del movimento Black Lives Matter (BLM) negli Stati Uniti. In Italia, il ministro degli Interni Piantedosi vuole già introdurre il riconoscimento facciale nelle stazioni, negli ospedali e nelle aree commerciali di Roma, Milano e Napoli. Ad oggi esiste una moratoria che lo vieta fino a fine anno ma le cose potrebbero cambiare nel 2024 andando verso una direzione molto pericolosa secondo il nostro punto di vista… Vuoi saperne di più, Guarda questo video e condividilo tra i tuoi contatti
Il riconoscimento facciale è sistema capace di risalire all’identità di una persona a partire da un video o da un’immagine catturata da una telecamera di sorveglianza incrociandola con altri dati disponibili, ad esempio i database delle forze dell’ordine.La motivazione dei governi che vogliono implementarlo, così come quella di Piantedosi, è ovviamente la sicurezza ma la questione non è così semplice come la si vuole dipingere. La letteratura scientifica sull’argomento dimostra infatti come questa tecnologia nasconda enormi rischi legati alla violazione della privacy, alla profilazione di massa di specifiche categorie di persone, spesso di minoranze, al rafforzamento di bias algoritmici (un errore dovuto ad assunzioni errate nel processo di apprendimento automatico). Per tutti questi motivi, insieme a Hermes Center e info.nodes abbiamo lanciato una campagna provocatoria, DontSpyEU, con cui simuliamo il riconoscimento facciale degli europarlamentari. L’obiettivo è sensibilizzare sul tema e chiedere a tutte le istituzioni europee di vietare l’utilizzo di tecnologie di riconoscimento biometrico, come ad esempio quello facciale, in luoghi pubblici tra cui piazze, strade e parchi cittadini, sia in tempo reale che a posteriori. Il momento è cruciale perché proprio domani una Commissione del Parlamento europeo discuterà il cosiddetto AI Act, ovvero il regolamento sull’intelligenza artificiale che contiene disposizioni chiave sulle tecnologie di riconoscimento biometrico. Dopo il voto in Commissione, il testo passerà al voto in plenaria in Parlamento, previsto per giugno, e alla successiva fase di negoziazione con le altre Istituzioni europee.
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