Lo scorso 6 giugno si è tenuto un affollato convegno sul fenomeno delle residenze turistiche e degli affitti brevi organizzato dal Comitato Rione Monti (1) alla presenza degli assessori Alessandro Onorato (Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda) e Tobia Zevi (Patrimonio e Politiche Abitative) e della presidente del primo Municipio Lorenza Bonaccorsi, con la partecipazione di studiosi della materia, rappresentanti di categorie alberghiere ed extralberghiere e di associazioni tra le quali Carteinregola, in nome della quale sono intervenuto.
Dal terzo Rapporto dell’Ufficio Statistica di Roma Capitale (2) si legge che “la quota di persone che dichiarano che il paesaggio del luogo in cui vivono è affetto da evidente degrado è a Roma del 46,2% contro il 36,1% del Lazio e il 21,4% della media nazionale”.
Il paesaggio è il prodotto culturale di scelte di tutela storico-archeologica e ambientale-ecologica, di interventi urbanistici, di cura del verde, di progetti di manutenzione, di opere infrastrutturali, di gestione dei servizi urbani, di governo dei fenomeni indotti dai flussi turistici.
Il turismo di massa senza governo ha assunto il ruolo di fenomeno urbano preminente nella percezione del paesaggio dell’area storica e monumentale di Roma, sia per la presenza massiccia di turisti che costituiscono in certe zone delle vere e proprie barriere architettoniche, sia per gli effetti indotti da tale presenza non regolata sui servizi, altrettanto non regolati, necessari per rispondere alla domanda di abitare, mangiare, muoversi, conferire rifiuti differenziati, espletare bisogni fisiologici.
In questo quadro complesso del sistema-turismo si inserisce il segmento “alloggi turistici per affitti brevi” che risponde generalmente ad una esigenza abitativa extralberghiera per un soggiorno romano di 2,6 giorni registrato in questa tipologia di ricettività dall‘Annuario statistico 2022 Roma Capitale cap.8 Turismo (3).
Nello stesso Annuario statistico 2022 si legge che l’offerta ricettiva sul territorio di Roma Capitale si compone di due tipologie di strutture: esercizi alberghieri ed esercizi complementari. Nel 2021 l’offerta risultava costituita da 19.445 esercizi ricettivi, di cui il 4,5% costituito da esercizi alberghieri e il 95,5% da esercizi complementari. Nel periodo 2015-2020 il numero delle strutture complementari era aumentato del 118,0% rispetto a quello delle strutture alberghiere (+4,6%).
Pertanto, a fronte dell’entità del fenomeno iperturismo e del suo segmento relativo all’alloggio, si impone nei tempi brevi, e sicuramente prima del Giubileo, un intervento deciso e coraggioso del Comune per l’elaborazione di criteri di proporzionalità fra numero di residenti e numero di affitti brevi al fine di stabilire indici di saturazione; per stabilire modalità di contingentamento per le aree a maggiore saturazione turistica; per ridurre le autorizzazioni di affitto breve in capo ad un singolo soggetto; per definire una quota massima di locazioni brevi consentite in un unico stabile; per regolare i requisiti igienico-sanitari e le caratteristiche urbanistiche per la tipologia degli “Alloggi ad uso turistico” previsti dal Regolamento regionale del Lazio; per introdurre l’obbligo di cambio di destinazione d’uso delle abitazioni destinate a locazione breve di tipo turistico per le strutture che abbiano caratteristiche d’impresa.
Queste citate dovrebbero essere alcune tra le misure che il Comune può adottare per affrontare l’emergenza di un’onda turistica in crescita che non costituisce di per sè un problema quantitativo ma un problema in quanto fenomeno urbano di massa senza governo.
Contemporaneamente alle risposte legate all’emergenza occorre però predisporre una politica di medio periodo incentrata sulla diversificazione dell’offerta turistica con una più ampia distribuzione nel territorio comunale, metropolitano e regionale dei flussi sfruttando anche le opportunità offerte dalla Legge Regione Lazio n.8 del 24 maggio 2022 (4) di modifica della L.R. n.13 del 6 agosto 2007 (5) per riorganizzare il sistema turistico laziale oggi eccessivamente concentrato sulla Capitale e sul suo centro storico.
Se si procederà progressivamente sul fronte dell’offerta turistica, si procederà anche sul lato della domanda dei servizi proveniente da un turismo che si spera profondamente modificato e riqualificato nei tempi medi.
Quindi si auspica una ridefinizione delle regole per la ricettività extralberghiera in tutte le sue variazioni tipologiche attualmente senza un controllo che non sia quasi esclusivamente di natura fiscale; una nuova delibera di regolamentazione delle attività commerciali di tipo alimentare nell’area Unesco; una nuova disciplina per la circolazione e la sosta dei bus turistici che vada oltre alla delibera tuttora in vigore del 2018; un sistema capillare e tecnologicamente avanzato di bagni pubblici.
Per concludere una riflessione che riprendo dall’articolo di Giancarlo Storto già pubblicato su Carteinregola (6).
Occorre considerare gli affitti turistici come parte della più generale questione abitativa, questione che deve costituire una componente privilegiata nella redazione degli strumenti urbanistici all’interno dei quali il piano può indirizzare le costruzioni residenziali verso una domanda non più indifferenziata ma qualificata e identificata per segmenti, compreso quello riferito alla residenzialità turistica.
Paolo Gelsomini
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
8 giugno 2023
NOTE
(1) VEDI “Roma città troppo aperta?” Affitti brevi a scopo turistico, spopolamento e degrado del Centro storico –Documento di analisi e proposte a cura del Comitato Rione Monti Roma, 2 maggio 2023scarica
(2) vedi Il Benessere Equo e Sostenibile a Roma 3° Rapporto – 2020 scarica
(3) vedi Terzo Rapporto dell’Ufficio Statistica di Roma Capitale 2022 Cap. 8 turismo scarica