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Roma: l’Area Archeologica Centrale per il futuro della città – l’intervento di Paolo Gelsomini

L’intervento di Paolo Gelsomini all’incontro del 10 ottobre 2023 l’Area Archeologica Centrale per il futuro della città

Il PRG di Roma attribuisce agli Ambiti di Programmazione strategica la funzione di riscoprire e valorizzare le grandi tracce della morfologia urbana con una definizione di elementi naturali, direttrici e tracciati storici messi tra loro in relazione.

Tra questi Ambiti di Programmazione Strategica c’è il Parco dei Fori e dell’Appia Antica.

Questo Ambito di Programmazione Strategica non è mai stato sviluppato né trasformato.

Ora c’è l’occasione per farlo.

Quello che abbiamo capito è che il bando di concorso internazionale di architettura pubblicato per la realizzazione della Nuova Passeggiata Archeologica costituisce solo un primo passaggio all’interno del grande disegno di trasformazione del Centro Archeologico Monumentale di Roma e che questa prima fase di programma operativo 2024-2027 anticiperà e renderà comprensibili gli obiettivi del successivo Piano Strategico in una sorta di connessione tra l’azione a breve termine e il disegno di lungo periodo.

Quindi, il Piano Strategico che seguirà e che dovrà essere approvato in Campidoglio entro il 2024, dovrà essere un grande processo partecipato e condiviso con tutti i soggetti in campo, istituzionali, culturali e civici presenti nella città ed attivi da decenni su questi temi;

dovrà connettere le singole parti del sistema in un’ampia visione spaziale e temporale e dovrà attivare altre opere oltre quelle previste dal primo bando di qualche giorno fa.

E siccome è il Piano Strategico a definire i contenuti e i tempi dei Programmi Operativi, questi non potranno più limitarsi ad essere, come in questa prima fase, “semplici allestimenti di una articolazione di spazi pedonali che migliorino la vivibilità dell’asse di via dei Fori Imperiali” o “semplici sistemazioni di tracciati trasversali e di anelli pedonali con relative installazioni di attrezzature di arredo urbano”.

L’area dei Fori può diventare davvero il centro della Civitas ed i monumenti e le piazze possono essere sottratti al ruolo di quinta teatrale per diventare parte viva della città contemporanea e le antiche piazze possono essere sottratte al loro aspetto di buca archeologica per diventare spazio sociale; ed archeologia, architettura ed urbanistica possono fondersi per creare Città Pubblica; ed il verde può essere parte integrante di un nuovo paesaggio dove colloquiano passato, presente e futuro e dove la continuità di una narrazione dei Fori possa essere ricostituita con una molteplicità di punti di vista e con una molteplicità di quote di osservazione e di tracciati.

Se questi concetti, come spero, potranno essere messi alla base del futuro Piano Strategico, come può essere compatibile con essi la permanenza dello stradone di via dei Fori Imperiali che nasconde ancora brani fondamentali del tessuto urbanistico dei Fori, che impedisce la loro piena rivelazione, la loro lettura storica, la loro stessa comprensione formale?

La forzata visione assiale unidirezionale della strada del ventennio, nata per altri scopi e per altre visioni, rende impossibile una percezione degli spazi che è al contrario multidirezionale, complessa, aperta ai collegamenti trasversali con altre parti dell’area archeologica centrale e della città.

Tutta la Città dovrà sentire l’Area archeologica centrale come la sua storia, non quella pietrificata delle quinte teatrali o delle buche archeologiche, ma quella della Civitas, dell’incontro della Storia con la contemporaneità, delle relazioni spaziali su diverse quote e lungo diverse direzioni longitudinali e trasversali.

E la Valle dei Fori con tutto il Centro Archeologico Monumentale  dovrà andare incontro alla Città per ricostruire una continuità attraverso l’antica topografia, per collegarsi a Monti, al Colle Oppio, al Colosseo, al Celio, dove sta procedendo sotto il Tempio del Divo Claudio accanto al Giardino Vitruviano e alla Forma Urbis Severiana e all’Antiquarium il progetto di riqualificazione del Parco avviato da un’associazione di cittadini e proseguito dalle istituzioni, al Circo Massimo, all’Appia Antica, al Palatino, al Campidoglio, al Velabro, al Campo Boario, a Campo Marzio, fino ad abbracciare il suo Fiume, ripercorrendo i tracciati, costruendo nuove assialità, nuove misure spaziali e nuove simbologie desunte dall’antico, nuovi piani di collegamento, nuove terrazze, nuovi punti di osservazione, nuove relazioni. Quello che dovrà venir fuori dal Piano Strategico sarà un’immagine, un sogno, una visione, un nuovo sistema di relazioni storiche e spaziali tra le varie parti della città e tra le persone. Ma questo Piano Strategico per la Città dovrà per davvero essere di tutta la Città.

Paolo Gelsomini

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11 ottobre 2023

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

Vedi anche Il Progetto Fori e sul tavolo che lo ha affossato di Paolo Gelsomini 13 agosto 2023

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