A proposito delle elezioni di Italia Nostra…
Autore : Redazione
Nei prossimi giorni gli iscritti di Italia Nostra voteranno per il nuovo Direttivo Nazionale. Poiché molti aderenti e simpatizzanti di Carteinregola sono iscritti all’associazione ambientalista, abbiamo deciso di diffondere degli approfondimenti riguardanti alcuni candidati che appartengono anche a liste diverse. Cominciamo con una riflessione preliminare di di Vezio De Lucia, urbanista e compagno di strada, che segnala otto nomi, tra cui Maria Pia Guermandi, Tomaso Montanari e Emanuele Montini, con cui in questi anni abbiamo spesso collaborato. (> vai al sito di Italia Nostra)
di Vezio De Lucia 24 Aprile 2015
L’associazione compie sessant’anni, a me pare che abbia esaurito il suo ciclo vitale e sia avviata a una sopravvivenza inutile, forse dannosa. La speranza è davvero esigua e le prossime votazioni (segue)
L’associazione compie sessant’anni, a me pare che abbia esaurito il suo ciclo vitale e sia avviata a una sopravvivenza inutile, forse dannosa. La speranza è davvero esigua e le prossime votazioni per il rinnovo del consiglio direttivo nazionale sono l’ultima occasione per un’inversione di senso. Credo che sia impossibile tornare all’età dell’oro, quando Italia Nostra fu l’indiscussa protagonista della salvezza di Firenze, di Venezia, dell’Appia Antica, della Costiera Amalfitana, senza sconti per nessuno. La mostra “Italia da salvare” fece il giro del mondo.
Dalla fondazione, per mezzo secolo, è stata in prima linea nella difesa della capitale dagli assalti speculativi. “Roma sbagliata”, del 1974 (“un’impressionante radiografia della capitale dopo un secolo di malgoverno”, scrisse Antonio Cederna), insieme alle denunce di Dom Franzoni e della Caritas di Luigi Di Liegro, aprì la strada alle amministrazioni di Argan e Petroselli. Quanti ricordano che fu Italia Nostra alla fine degli anni Ottanta a far esplodere lo scandalo per il famigerato progetto Fiat Fondiaria, primo caso di urbanistica contrattata (ancor oggi tenuto in vita dal comune di Firenze)?
A mano a mano, con il passare degli anni, sempre di più hanno prevalso il piccolo cabotaggio, la prudenza, il buonsenso. L’urbanistica di rito ambrosiano, che ha aperto la strada in tutt’Italia alla controriforma e agli energumeni del cemento armato, come Maurizio Lupi, Italia Nostra non l’ha affatto combattuta con l’energia e la determinazione necessaria. E negli anni più recenti gli episodi di regressione si sono infittiti.
Nel 2010 Italia Nostra della Lombardia ha addirittura tentato un’inaudita operazione di revisionismo proponendo di “aggiornare” il pensiero di Antonio Cederna. E infine sono costretto a ricordare che Italia Nostra tiene a distanza Desideria Pasolini dall’Onda, ultima esponente di quel glorioso drappello che fondò l’associazione nel 1955, e che è stata la Bianchi Bandinelli, nel febbraio scorso, a ricordare e premiare Desideria (“una vita per la tutela”).
Non si può tornare all’età dell’oro, ma credo che abbiamo il dovere – per quanto mi riguarda è l’ultima volta – di cercare intanto di riannodare i fili di una vicenda non ancora del tutto consunti.
Voterò per Ilaria Agostini, Luigi De Falco, Raffaella Di Leo, Maria Pia Guermandi, Giovanni Losavio, Tomaso Montanari, Emanuele Montini, Francesco Vallerani. Non sono gli unici candidati meritevoli di fiducia, nella lunga lista a disposizione degli elettori ce ne sono almeno altrettanti che possono contribuire alla difficile impresa.
Il programma della lista “Lo Savio”
ITALIA NOSTRA – rinnovo del Consiglio Direttivo Nazionale
Gentile Presidente, caro Socio,
il rinnovo del Consiglio Direttivo avviene quest’anno in un momento delicato.
Il quadro generale delle politiche del paesaggio, del patrimonio storico e artistico, della città, del territorio, dell’ambiente, è oggi più che mai allarmante. La recente riforma della organizzazione del ministero beni culturali unita agli effetti dello sblocca Italia ha impoverito gravemente il sistema della tutela diffusa, ha scisso il legame funzionale tra musei e territorio, sopprimendo le soprintendenze per i beni storici e artistici, creando burocratici assembramenti regionali in una logica di semplificazione che sacrifica pericolosamente la conoscenza e ogni verifica preventiva.
La gravità di una simile situazione chiama Italia Nostra a uno straordinario impegno e a una rinnovata tensione ideale. Più e meglio di quanto fino ad oggi sia avvenuto deve essere valorizzata la struttura associativa diffusa nel paese attraverso una gestione corale che assegna alla rappresentanza centrale e alle sezioni (coordinate nei consigli regionali) responsabilità di pari qualità. Così da dar vita a una mobilitazione su unitari obbiettivi attraverso inchieste tematiche e vere e proprie campagne, capaci di attivare insieme tutte le energie dell’associazione.
Per corrispondere a questi obiettivi occorre
- Tempestività di intervento – senza veti o tentennamenti che rendono inefficace l’azione di contrasto rispetto a provvedimenti che comportino ricadute lesive del territorio, del paesaggio, dei beni identitari
- Ricorso agli strumenti idonei al contrasto e propositivi di alternative sostenibili, con il supporto di esperti che diano veste tecnica e giuridica alle istanze dell’associazione.
- Sostegno del “nazionale”alle azioni che le sezioni intraprendono sul territorio,
- Approfondimento delle tematiche tramite gruppi di lavoro aperti a tutte le competenze presenti nell’associazione. Supporto e ascolto dei consigli regionali nel loro ruolo di confronto con il potere legislativo della Regione.
- Struttura operativa delle sede centrale che valorizzi, in maniera coordinata, le capacità e le esperienze del personale addetto,
- Rigore e trasparenza nella gestione economica e finanziaria, di tutti gli atti espressi dal consiglio direttivo nazionale e dalla giunta, con messa a disposizione dei verbali e dei bilanci.
- Se i consiglieri hanno una qualche responsabilità, è indispensabile che si torni alla buona consuetudine di dare copia dei verbali della Giunta, che i bilanci vengano elaborati con maggiore accuratezza e che i revisori dei conti iscritti all’albo non abbiano conflitti di interessi con chi stende il nostro bilancio
Il “cerchio magico” alla Renzi non consente di far marciare la nostra associazione sui binari di scambio democratico e collaborativo già consueti nelle in passate presidenze.
Noi pensiamo che sia indispensabile sostenere con forza questo rilancio.
L’impresa è senz’altro possibile. Il prestigio di Italia Nostra rimane indiscusso. La sua presenza continua ad essere fondamentale per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale e ambientale.
Per questo Le chiediamo il sostegno del suo voto e dei soci della Sua Sezione.
Losavio Giovanni, Agostini Ilaria, Battiston Sonia, De Falco Luigi, Del Vescovo Enrico, Di Leo Raffaella, Ferrari Salvatore, Garzillo Elio, Guermandi Maria Pia, Montanari Tomaso, Morittu Maria Paola, Riccetti Lucio, Roli Maria Teresa, Santurelli Valeria, Vallerani Francesco.
Maria Pia Guermandi
Consigliere Nazionale di Italia Nostra, archeologa presso l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna dove è Responsabile di Progetti Europei sul patrimonio culturale, la tutela del paesaggio e la sostenibilità della disciplina archeologica. Membro della Commissione Bray per la Riforma Mibact. Curatrice, fra gli altri, dei volumi Un italiano scomodo. Attualità e necessità di Antonio Cederna (2007), La cognizione del paesaggio. Scritti di Lucio Gambi sull’Emilia Romagna e dintorni (2008), Twenty years after malta: preventive archaeology in Europe and Italy (2013), e, con altri, Rottama Italia. Perchè lo Sblocca-Italia è una minaccia per la democrazia e per il nostro futuro (2015) con l’intervento: http://www.eddyburg.it/2014/10/i-predatori-del-territorio-perduto.html.
Collaboratrice di Eddyburg.it.
Assieme a Vezio De Lucia, nel 2010, per Italia Nostra ha curato il primo (e tutt’ora unico) rapporto nazionale sulla Pianificazione paesaggistica: http://www.italianostra.org/wp-content/uploads/I-Rapporto-Pianif_Paesagg_21_10_10WEB.pdf Da ultimo, sul paesaggio, v. :
http://www.eddyburg.it/2014/09/la-controriforma-del-paesaggio.html
Collabora con l’Archivio Cederna di Capo di Bove e sui temi più scottanti (progetto Fori, Colosseo, Appia Antica) del patrimonio archeologico romano ha scritto, recentemente:
http://www.eddyburg.it/2015/01/progetto-fori-il-bread-and-roses.html
http://www.eddyburg.it/2014/11/il-colosseo-e-maometto-ii.html
http://www.eddyburg.it/2014/07/lo-stato-sullappia.html
Tomaso Montanari
(dalla presentazione del suo ultimo libro Privati del Patrimonio (2015 EINAUDI): (1971) insegna Storia dell’arte moderna all’Università «Federico II» di Napoli. Si è sempre occupato della storia dell’arte del XVII secolo, cercando di rispondere alle domande poste dalle opere con tutti gli strumenti della disciplina: dalla filologia attributiva alla ricerca documentaria, dalla critica delle fonti testuali all’analisi dei significati, a una interpretazione storico-sociale. Per Einaudi ha scritto recentemente Privati del patrimonio (2015). Dopo una collaborazione con Il Fatto, è autore del blog di Repubblica “Articolo 9” http://articolo9.blogautore.repubblica.it/ Ecco la sua autopresentazione: Giorgio Bassani diceva che il compito di Italia Nostra è operare in modo tale che un giorno non ci sia più bisogno di Italia Nostra. È in questo spirito – e cioè in uno spirito di servizio alla Repubblica e alla sua Costituzione, attraverso la tutela materiale e morale del patrimonio culturale della Nazione – che ho accettato la proposta di candidarmi al Consiglio Nazionale di Italia Nostra, riconoscendomi pienamente nel programma della lista che si connette alla figura esemplare di Giovanni Losavio. Abbiamo molto lavoro da fare per aiutare la Repubblica ad essere fedele a se stessa: e sono convinto Italia Nostra può ancora essere uno strumento straordinariamente utile. Se sarò eletto, cercherò di fare la mia parte.
Tomaso Montanari
Emanuele Montini
di Emanuele Montini, avvocato, Vicepresidente della sez. romana di Italia Nostra proponiamo la sua presentazione
Il paesaggio e il futuro di Italia Nostra
La tutela del paesaggio diventa una sfida culturale di cui Italia Nostra deve essere una delle protagoniste.
Nei principi fondamentali di ogni patto costitutivo statale si evidenziano i tratti più caratterizzanti riguardo alle tradizionali tre caratteristiche dello Stato: popolo, sovranità e territorio. Invece, nella prima parte della Costituzione italiana non vi è alcuna definizione di territorio. Dimenticanza? Non credo. A ben vedere, infatti, in questa parte cruciale del nostro patto costitutivo vi è qualcosa di molto più profondo e caratterizzante della nostra comunità: la parola “paesaggio” (art. 9).
Ma quale significato dare a questa presenza “rivoluzionaria” nella nostra carta fondamentale? Gli atti preparatori della Costituente non aiutano molto a comprenderne l’esatta portata ma, nei vari dibattiti di commissione, si comprende che non si parli mai di paesaggio come di singole aree di rilievo estetico, ma di paesaggio come intero territorio nazionale, come “rappresentazione materiale e visibile della patria”, secondo una tradizione che affonda le sue radici nel pensiero di Benedetto Croce, espresso, su questa materia, nella relazione al suo disegno di legge del 1920, di tutela delle bellezze naturali.
La differenza fra il paesaggio-immagine e il paesaggio-territorio è essenziale e introduce quella importante evoluzione del pensiero dell’onnipaesaggio (M. Jakob), contrapposta a quella dell’onnicittà (caratterizzata dal dominio assoluto della città sul mondo), che oggi si può riassumere nella campagna nazionale, e presto internazionale in vista dell’avvio dei lavori di elaborazione dell’apposita direttiva europea, sullo stop al consumo di suolo.
I nostri costituenti, ancora una volta, dimostrano la loro modernità e ci spiegano che il paesaggio non è limitato solo a parti del territorio, selezionate secondo un insufficiente criterio di rilevanza estetica. Il paesaggio, in altre parole, non è ciò che residua rispetto alla città, non è il vuoto in attesa di essere riempito, né un ambito delineato da un perimetro amministrativo, il paesaggio coincide con l’intero territorio nazionale ed è compito della Repubblica tutelarlo.
Occorre comprendere perchè questa parte della Costituzione sia, oggi, ancora sostanzialmente inattuata. Infatti il paesaggio viene amministrativamente gestito da una molteplicità di livelli di governo territoriale che, sulla base di un arretrato codice del paesaggio e dei beni culturali, possono essi stessi decidere cosa sia paesaggio e cosa non lo sia e, conseguentemente, a quali porzioni di territorio accordare tutela e a quali negarla. Questa facoltà rappresenta una negazione del principio costituzionale indicato dalla formula imperativa “Tutela il paesaggio…” (art. 9, II° comma) e una sua sostanziale elusione.
In questo quadro ai comitati e alle associazioni ambientaliste si presentano due strade, da una parte concentrarsi su alcuni beni culturali o porzioni di paesaggio-immagine e cercare di valorizzarli, dall’altra occuparsi del paesaggio in senso ampio, allargando la loro azione alla tutela dell’intero territorio nazionale.
Le associazioni, come Italia nostra, che hanno fatto quest’ultima scelta si trovano, così, a sostenere un compito decisivo per gravosità oggettiva e per il loro ruolo di sostanziale sostituzione di uno Stato inadempiente al suo dovere di tutela, costituzionalmente previsto.
Italia Nostra ha fatto e può ancora fare molto per questo Paese.
Un percorso di lotte e onestà di pensiero condotto senza compromessi e indifferente all’importanza degli interessi privati e del potere dell’interlocutore di turno, come dimostrano le attente e documentate censure allo Sblocca Italia, alle norme assurde sulle trivellazioni e sulle piattaforme petrolifere al largo delle nostre coste, alle battaglie senza se e senza ma contro i grandi parchi eolici che sfigurano il paesaggio, contro la svendita del nostro patrimonio culturale e contro gli sprechi delle cosiddette grandi opere come la autostrada tirrenica e la metro C di Roma.
Questi episodi, che Italia Nostra, quasi sempre in solitudine, denuncia alla pubblica opinione, sono i sintomi di un problema culturale, prima ancora che di cattiva amministrazione. Ignorare i diritti delle generazioni future, sacrificarli a interessi particolari, compromettere il nostro paesaggio, il nostro patrimonio culturale, unico vero motore di crescita economica e occupazionale, è quanto di più lesionistico un amministratore possa fare al proprio territorio e alla propria comunità.
Italia Nostra non è solo un’associazione, è una cultura, una visione d’insieme di paesaggio e cittadinanza che non può prescindere dalla partecipazione al miglioramento del Paese e alla sua tutela, nella rispettosa osservanza della “Cultura della conservazione” delineata dai suoi grandi pensatori Antonio Cederna e Umberto Zanotti Bianco, unita a una “Cultura della partecipazione” dal basso che è la vera forza di un’associazione come Italia Nostra e, in ultima analisi, di una democrazia veramente compiuta.